In questi giorni, sull'onda dei recenti eventi americani, mi è tornato in mente questo saggio pubblicato su International Journal of Intelligence & Counterintelligence nel 2007: "The Humint Offensive from Putin's Chekist State" (purtroppo è a pagamento). L'autrice, Julie Anderson, è una ricercatrice e si occupa di intelligence russa.
Ecco cosa afferma la Anderson:
1) l'attività spionistica russa è tornata ai livelli della Guerra Fredda e, in qualche caso, anche a livelli superiori.
In particolare nel settore Humint, SVR e GRU si sarebbero rafforzate molto dopo l'11 settembre grazie alle risorse affluite a Mosca a causa del boom del prezzo del greggio.
L'11 settembre avrebbe 'distratto' gli Stati Uniti e molti Paesi occidentali permettendo inoltre alla leadership del Cremlino di apparire cooperativa e meno minacciosa. Ciò mentre Mosca sviluppava un'intensa attività di penetrazione informativa. Le maggiori risorse economiche dovute all'aumento del prezzo del petrolio avrebbero permesso all'SVR ed al GRU di operare senza reali vincoli di bilancio;
2) il focus dell'attività spionistica varia da Paese in Paese (la Anderson effettua una veloce carrellata sui principali Stati oggetto di attenzioni russe) ma in linea generale i principali settori sui quali si concentrerebbe l'attività sarebbero: a) segreti industriali e militari (industria degli armamenti in primis), b) influenza politica (soprattutto nei Paesi est-europei oggetto, reale o potenziale, dell'allargamento della NATO), ma soprattutto c) il settore delle risorse energetiche.
Per la Anderson (così come per molti autorevoli 'sovietologi') l'Intelligence russa avrebbe sostanzialmente in mano il Paese ed in tal senso, le Agenzie di Intelligence sarebbero strumenti, interni ed esteri, di esercizio di tale potere. Essendo le risorse energetiche (gas e petrolio) le principali fonti di arricchimento per le elites SVR e GRU dedicherebbero molta della loro attività per influenzare (ovviamente in senso favorevole alle suddette elites russe) le politiche energetiche dei Paesi clienti e concorrenti. Non solo, quindi, attività informativa ma una consistente attività di influenza sulle elites straniere.
Il saggio è piuttosto corposo ed è pieno di riferimenti fattuali. E' però del 2007 ed i documenti su cui la ricercatrice si basa sono del periodo che va dal 2002 al 2006.