Pochi giorni fa il Senate Homeland Security and Government Affairs Committee statunitense ha presentato un progetto di legge di riordino del settore della cyber-security.
Tra gli interventi proposti vi è la creazione di un Office of Cyberspace Policy presso la Casa Bianca (Title I) e di un National Center for Cybersercurity and Communications presso il Department of Homeland Security (Title II).
Il primo con compiti di pianificazione strategica, coordinamento e supervisione. Il secondo con ruoli più operativi e di interfaccia tra le varie amministrazioni e tra Stato e privati (in pratica un rafforzamento dell'esistente Office of Cybersecurity and Communications).
Senza entrare nei dettagli del progetto di legge (e della situazione quasi-caotica degli apparati di cyber-security americani), notavo che il modello di riorganizzazione che gli USA sembrano voler applicare è sostanzialmente uguale a quello già seguito dalla Gran Bretagna e dalla Francia consistente nella creazione di un centro unico di pianificazione e raccordo politico-strategico (l'Office of Cyber Security nel Cabinet Office inglese e l'Agence Nationale de la Securite des Systemes d'information in Francia) e di un centro unico operativo (il Cyber Security Operations Centre presso il GCHQ ed il Centre opérationnel de la sécurité des systèmes d’information presso l'ANSSI).