Un articolo di Guido Olimpio sul Joint Unconventional Warfare Task Force Execute Order che riprende Mark Mazzetti sul New York Times (vedi link).
"WASHINGTON – L'ordine segreto è del 30 settembre. E porta la firma del generale David Petraeus. Una direttiva che autorizza ed espande le attività clandestine delle forze speciali americane. I commandos, nella duplice veste di James Bond e Rambo, potranno compiere missioni per disarticolare gruppi terroristici e raccogliere informazioni di intelligence in paesi ritenuti una minaccia per gli Stati Uniti. Nell'ordine, composto di 7 pagine e rivelato dal "New York Times", non si precisano i teatri geografici ma è chiaro che le Special Forces hanno mano libera nel colpire tanto in Stati nemici che in quelli amici.
NETWORK MILITARI – La disposizione di Petraeus amplia quanto concesso sotto l'amministrazione Bush. L'obiettivo della direttiva è quello di costruire network militari capaci di "infiltrare, distruggere, neutralizzare" Al Qaeda e gruppi affini. Inoltre le unità "potranno preparare il terreno" per successive azioni del Pentagono. Un riferimento, quest’ultimo, che sembra destinato a coprire il sensibile scacchiere iraniano. Nel caso che la diplomazia fallisca tutte le sue iniziative, gli Usa non escludono di ricorrere alla forza. Allo stesso tempo le unità speciali sono autorizzate a lanciare missioni che portino alla raccolta di informazioni strategiche – sugli impianti nucleari di Teheran – e attuare sabotaggi.
CONTROINDICAZIONI – Per alcuni osservatori il piano clandestino presenta numerose controindicazioni. La prima. Se un soldato viene catturato può essere considerato una spia e dunque non sarà coperto dalle convenzioni internazionali. La seconda. Azioni muscolose in paesi amici e all'insaputa dei governi rischiano di aprire crisi diplomatiche. La terza. Blitz in stati nemici possono innescare crisi. La quarta. Il Pentagono, come era già accaduto quando era guidato da Ronald Rumsfeld, invade il campo della Cia. Proprio di recente è emerso che un alto funzionario della Difesa ha affidato a un gruppo di contractors il compito di dare la caccia ai terroristi in Pakistan e Afghanistan. Attività che ha creato forti attriti con l’intelligence civile. Altro terreno dove i commandos e velivoli senza pilota sono entrati in azione è lo Yemen: gli americani da soli o in appoggio alle truppe locali hanno attaccato rifugi dei qaedisti dopo il fallito attentato al jet Northwest. Quanti sono a favore del programma sostengono che attraverso interventi preventivi si accentua la pressione su movimenti eversivi costringendoli a stare in guardia. Se devono parare le sorprese hanno meno tempo per organizzare attentati. L’impressione è che il Pentagono, pur consapevole dei rischi, voglia avere una carta di riserva quando il Paese partner è lento nell’agire (per esempio il Pakistan) e in quei casi dove si ritiene di avere notizie certe sulla preparazione di un complotto in uno stato terzo (quello che è avvenuto in Yemen alla vigilia di Natale)."