Negli Stati Uniti esiste una commissione, “The US-China Economic and Security Review Commission“, creata nel 2000, il cui mandato è quello di “monitor, investigate, and submit to congress an annual report on the national security implications of the bilateral trade and economic relationship between the United States and the People’s Republic of China, and to provide recommendations, where appropriate, to Congress for legislative and administrative action“.
A dicembre dello scorso anno la commissione ha pubblicato uno studio sulle attività di deception strategica e di perception management cinesi: “China’s Use of Perception Management and Strategic Deception“. Lo studio è stato effettuato da due ricercatori della SAIC.
E’ un interessante (e breve) confronto tra due culture strategiche, quella statunitense e quella cinese, esaminate dal punto di vista della deception e della perception management. Ma è anche un’analisi, un assessment, delle attività svolte dalla Cina contro gli Stati Uniti in questo delicatissimo settore strategico.
Il risultato cui giungono i ricercatori è che la Cina non sembra essere coinvolta in uno specifico programma di deception strategica ai danni degli Stati Uniti ma, sottolineano i due autori, deception e perception management fanno parte integrante della cultura strategica cinese e ciò rende necessario, in parole povere, non abbassare la guardia.
In tal senso è interessante quanto scrivono i due a pagina 1.
American universities—and their faculties—are still heralded as the world’s best, State Department employees are still considered among the cream of the crop, and Washington remains the globe’s most profligate consumer of intelligence collection and analysis, all of which suggests an intellectual and institutional foundation protecting US decision making and policy formulation from foreign manipulation.
Secondo gli autori alcuni elementi strutturali della società e delle istituzioni americane renderebbero gli USA non facilmente manipolabili da parte di potenze straniere. La “conoscenza” e, per così dire, la circolazione di buoni prodotti analitici dovrebbero rendere sia la classe dirigente che la società statunitense meno ingannabili.Nel report sono presenti alcuni case studies ed un approfondimento sul ruolo della deception nella storia cinese.Per chi volesse approfondire l’argomento le risorse davvero non mancano (anche se non sempre sono di alta qualità). Esiste anzi il problema opposto, orientarsi tra i tanti testi disponibili.
Personalmente consiglio “Strategic Denial and Deception” di Godson e Wirtz e soprattutto “Counterdeception Principles and Applications for National Security” di Waltz e Bennett (purtroppo molto costoso ma veramente valido!).
Un testo utile è anche l’ormai storico “Perception and Misperception in International Politics” di Robert Jervis.