di Guido Olimpio da Corriere.it
È probabile che il figlio di bin laden fosse nel mirino degli 007 americani da tempo
L’uccisione di Saad non cambia nulla.
Il volto di Al Qaeda rimarrà lo stesso, ma conferma l’efficacia dei raid degli aerei senza piloti.
L’uccisione di Saad Bin Laden – se confermata – non cambia certo il volto di Al Qaeda ma conferma l’efficacia dei raid lanciati dagli aerei senza pilota. Come ha riconosciuto la stessa intelligence Usa «i droni sono l’unico giocattolo che abbiamo in città», ossia l’unico vero strumento per eliminare i capi terroristi. E’ probabile che Saad fosse nel mirino da tempo. Nel settembre di un anno fa, il figlio di Osama si è spostato dall’Iran, dove si era rifugiato nel 2001 insieme a decine di qaedisti, in Pakistan. Durante il suo soggiorno nella terra degli ayatollah Saad era diventato il canale di comunicazione privilegiato tra il movimento paterno e l’Armata Qods, l’apparato clandestino dei pasdaran. Inoltre, insieme all’egiziano Seif El Adel, aveva coordinato l’attentato contro la sinagoga di Djerba in Tunisia.
Un ruolo dunque preminente che, secondo gli 007, è cresciuto con il tempo e che lo ha portato a raggiungere l’area tribale pachistana. In base alle informazioni raccolte dai servizi Usa Saad si sarebbe incontrato con Ayman Al Zawahiri, l’ideologo del gruppo. Quando la Cia – in gennaio – ha lasciato trapelare la notizia dei suoi movimenti non è parsa troppo sorpresa o preoccupata. Anzi, l’opposto. “Quando qualcuno dei nostri obiettivi si sposta in una regione dove possiamo agire siamo contenti”, è stato il commento di un alto dirigente. Un chiaro riferimento alle ripetute incursioni dei droni che hanno falciato, nel corso dell’ultimo anno, dozzine di elementi di spicco. Armati di missili Hellfire e di sofisticati sistemi per seguire i bersagli, in grado di stare in zona d’operazioni per trenta ore, silenziosi e poco visibili, si sono tramutati in un incubo per Al Qaeda e talebani. Al punto che un esponente islamista ha anche scritto un libro per mettere in guardia sulla pericolosità dei droni così come sulla presenza di spie che, con “cimici” elettroniche, aiuterebbero i blitz.