… ovvero lo stato di avanzamento della riforma dell’intelligence statunitense.
Una lunga premessa per capirci.
Come tutti sappiamo dal 2004 l’Intelligence americana è in una fase di complessa ristrutturazione.
Come conseguenza dei due fallimenti strategici dell’11 settembre e delle WMD iraqene nel settembre di quell’anno, dopo diverse commissioni di inchiesta ed un acceso dibattito tra le principali forze politiche, è stata approvata la legge di riforma dell’Intelligence Community: l’ "Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act" o IRTPA (di cui diverse volte abbiamo parlato).
Dettaglio per i giuristi: tecnicamente l’IRTPA emenda quella che potremmo definire la legge quadro del sistema di sicurezza nazionale made in USA, ovvero il famoso "National Security Act" del 1947. La legge, per intenderci, che istituì la CIA, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e gettò le basi per la creazione di un unico Ministero della Difesa.
La figura del Direttore per l’Intelligence Nazionale (DNI), ed il relativo ufficio (ODNI), costituiscono due delle principali novità introdotte dalla riforma. Partendo dal presupposto che i due fallimenti erano stati in gran parte causati dalla mancanza di una leadership all’interno dell’enorme Intelligence Community statunitense, il governo americano, nel 2004, decide di creare una nuova figura al di sopra delle agenzie di intelligence il cui compito principale fosse proprio quello di guidarle assicurando l’indispensabile collante. Se non un capo quantomeno un coordinatore.
In teoria però questa figura esisteva già prima del 2004 ed altri non era che il Direttore della CIA, il quale aveva un doppio ruolo: direttore della CIA (D/CIA), appunto, ma anche direttore della Comunità di Intelligence (DCI) nel complesso. Tale secondo ruolo, però, è stato sempre più formale che sostanziale. Il grosso dell’Intelligence USA, difatti, dipende dal Pentagono il quale nel corso dei decenni ha gelosamente tutelato le proprie competenze evitando accuratamente che il Direttore della CIA, nella sua qualità di DCI, potesse metterci il naso esercitando un’effettiva leadership.
L’IRTPA, quindi, di fatto sanziona il Direttore della CIA togliendogli le competenze di DCI (assegnate al nascente Direttore dell’Intelligence Nazionale – DNI) e degradandolo da dirigente, almeno teoricamente, di tutta l’Intelligence a dirigente di una delle tante agenzie. Ma non solo. La riforma del 2004 stabilisce anche che il consigliere per l’intelligence del Presidente non sarà più il Direttore della CIA bensì il nuovo DNI. Lo stesso briefing mattutino, il famoso President’s Daily Brief, viene sottratto alla gestione della CIA ed assegnato all’Ufficio del DNI (ODNI).
In definitiva la linea adottata dal governo e dal Parlamento è stata quella di sanzionare pesantemente la CIA – ritenuta la responsabile principale, se non l’unica, dei fallimenti subiti dalla sicurezza nazionale statunitense – assegnando ad una nuova figura il compito di dirigere l’I.C. statunitense.
Per intenderci… il tutto con grande gaudio (e molto probabilmente una buona spinta) del Pentagono il quale dalla riforma del 2004 esce indirettamente rafforzato, se non altro a causa proprio del fatto che il suo competitor principale, la CIA, viene degradato e depotenziato.
In effetti viene creato un nuovo Direttore dell’Intelligence Nazionale ma le competenze del Ministero della Difesa non vengono minimamente intaccate. L’IRTPA da un lato crea una nuova, autonoma, figura di "capo" dell’Intelligence americana ma, dall’altro, non gli assegna sostanziali poteri su quelle agenzie che dal Pentagono dipendono (DIA, NSA, NRO, ecc…).
Un esempio su tutti. Il budget complessivo dell’Intelligence americana è suddiviso in due ‘programmi’: il National Intelligence Program ed il Military Intelligence Program. Solo il primo (che nel 2008 ha raggiunto i 47 miliardi di dollari) rientra nelle competenze del Direttore dell’Intelligence Nazionale. Il secondo no, riguardando esclusivamente il Ministro della Difesa. Si stima, però, che il secondo sia superiore al primo. In sostanza la gran parte del budget dell’Intelligence USA sfugge del tutto al DNI…
Piccola nota di riflessione personale: il processo di riforma dell’Intelligence USA – soprattutto riguardo alla creazione di una struttura di coordinamento come l’ODNI – ha molti punti di contatto con la riforma della nostra Intelligence e molto ha da insegnarci. Ovviamente con le dovute differenze riguardanti la grandezza degli apparati e la complessità delle strutture.
Fatta questa lunga premessa passiamo all’oggetto del post.
Ad aprile, l’Ispettore Generale (IG) dell’ODNI, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale, ha pubblicato i risultati di un indagine riguardante l’efficacia dell’ODNI stesso. Il titolo del documento (in allegato qui sotto) è: "Critical Intelligence Community Management Challenges".
I risultati sono, a mio modestissivo avviso, piuttosto sconfortanti. A distanza di quattro anni dalla creazione del DNI e del relativo ufficio l’Ispettore Generale riscontra che alcune delle principali missioni non sono state realizzate o lo sono state solo in parte.
In particolare in materia di leadership, condivisione delle informazioni ed integrazione delle agenzie le vulnerabilità riscontrate durante le inchieste post-mortem persistono, nonostante diversi progressi.
Scrive l’Ispettore Generale, ad esempio, che la maggioranza degli impiegati dell’ODNI e dell’Intelligence Community non ha ancora una chiara comprensione della missione, del ruolo e dei compiti dell’Ufficio del DNI e che molti, pur capendo quali sono gli obiettivi alla base della riforma del 2004, non sanno come l’ODNI intenda implementarli. Inoltre l’Ispettore Generale nel suo report identifica una serie di sovrapposizioni di ruoli e una pericolosa mancanza di chiarezza nelle linee di comando ed, in generale, nei rapporti tra DNI ed agenzie. In pratica un quasi fallimento a livello di esercizio di leadership da parte del Direttore dell’Intelligence Nazionale e del suo staff.
Limiti simili vengono identificati anche in materia di condivisione delle informazione e di integrazione/collaborazione tra le varie entità dell’Intelligence Community (vedi pagg. 6 e 7 del report).
Personalmente traggo alcune conclusioni, più generali.
La prima, di natura prettamente burocratica, riguarda i tempi tecnici perchè si possa esplicare compiutamente una riforma di organizzazioni così complesse ed articolate come sono quelle che compongono l’Intelligence USA. Nonostante le molte risorse destinate dal governo americano ancora, dopo 4 anni, i principali obiettivi alla base dell’IRTPA del 2004 non sono stati raggiunti.
La seconda, sempre di natura burocratica, riguarda la figura del Direttore dell’Intelligence Nazionale ed in particolare la possibilità di essere il consigliere personale del Presidente e, contemporaneamente, di guidare un siffatto processo di riforma così impegnativo. L’esperienza di questi ultimi 4 anni (anche a parere dello stesso Ispettore Generale) sembra dimostrare che o si fa bene una cosa o si fa bene l’altra. Farle bene entrambe non sembra possibile.
La terza riguarda più specificatamente l’efficacia di una struttura di coordinamento. O la si dota di poteri reali nei confronti delle agenzie da coordinare (in materia di assunzione del personale, controllo del budget, flussi informativi, ecc) oppure rischia di essere un contenitore vuoto.
ODNI – OIG – Critical Intelligence Community Management Challenges