da Corriere.it
di Fiorenza Sarzanini
Il caso: Il generale Piccirillo offre le dimissioni, Letta le respinge
«Villa Certosa come un bunker»
Gli 007 davanti al Copasir
I rappresentanti del Pdl nel Copasir indagano sulla protezione dei servizi segreti al premier
ROMA — La residenza di Silvio Berlusconi in Sardegna «è protetta secondo il massimo livello di sicurezza possibile rispetto alla sua localizzazione ». Dopo le polemiche seguite alla pubblicazione delle fotografie che documentano le feste e le vacanze organizzate a Villa Certosa, i vertici dei servizi segreti rispondono al governo e al Copasir — il comitato di controllo sull’attività degli 007 — e negano l’esistenza di falle nel dispositivo. Vicenda spinosa che lunedì scorso aveva convinto il generale Giorgio Piccirillo, direttore dell’Aisi, ad offrire le proprie dimissioni al sottosegretario Gianni Letta. Offerta respinta, ma la polemica appare tutt’altro che chiusa, anche perché proprio oggi l’organismo parlamentare avvierà l’istruttoria sui voli di Stato con a bordo gli ospiti del premier, documentati proprio dalle immagini scattate all’aeroporto di Olbia dal reporter Antonello Zappadu.
Erano stati i componenti del Pdl all’interno del Copasir, la scorsa settimana, a chiedere l’avvio di un’indagine per verificare «quale protezione hanno dato e danno al presidente del Consiglio le strutture dello Stato a ciò preposte, in primo luogo uno dei servizi segreti?». L’iniziativa di Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello e Giuseppe Esposito era stata interpretata, soprattutto all’interno della coalizione, come una presa di distanza dallo stesso Letta, che degli 007 è il referente politico. Lunedì sera è stato proprio lui a convocare a palazzo Chigi il direttore del Dis Gianni De Gennaro e quello dell’Aisi, Piccirillo appunto. E quest’ultimo non ha avuto esitazioni: «Se è la mia testa che vogliono, sono pronto». Il sottosegretario non l’ha neanche lasciato finire: «Avete entrambi la mia completa fiducia», ha risposto. E tanto è bastato per procedere all’analisi della relazione che è stata poi consegnata al Copasir e sarà discussa oggi.
Nel documento, con allegate le cartine che illustrano la planimetria della villa di Berlusconi a Porto Rotondo, si specifica che la residenza del premier «confina con abitazioni private, un albergo e una club house, preesistenti rispetto all’acquisto » e che queste circostanze «non consentono una copertura totale rispetto ad eventuali interferenze che avvengono all’esterno». Una situazione che, si sottolinea, è comunque molto più sicura rispetto «all’esposizione dell’Autorità in luoghi pubblici o durante eventi all’aperto ». Fino all’agosto del 2008 la protezione del presidente del Consiglio era affidata al Dis, ma è stata poi trasferita sotto la responsabilità di una divisione dell’Aisi che gestisce il servizio di scorta. Si tratta di circa 120 uomini provenienti dall’Arma dei carabinieri e dalla polizia, passati però alle dipendenze del Servizio. Un decreto firmato il 29 aprile scorso, ma di fatto già applicato sin da dicembre, affida invece al Viminale e dunque alle forze dell’ordine, la responsabilità della vigilanza all’esterno dei luoghi che ospitano il premier: da Villa Certosa a palazzo Grazioli, fino ad Arcore e alle altre residenze a sua disposizione.
Oggi al Copasir sarà ascoltato il direttore del’Aise, l’ammiraglio Bruno Branciforte, che dovrà fornire la movimentazione dei voli Cai — quelli appunto che fanno capo ai servizi segreti — e il loro utilizzo da parte della presidenza del Consiglio e di altre Istituzioni.
Aggiungo: un articolo della Stampa "Villa Certosa è indifendibile".