Gentilmente segnalati da Giano questi due articoli del Sole24ore di oggi sulle norme in materia di Segreto di Stato e sulla Commissione Granata.
Qui l’articolo di Marco Ludovico e qui di seguito l’intervista ad Aldo Giannuli sui limiti della nuova normativa.
«Quella norma èstata scritta apposta per non essere applicata».
Aldo Giannuli, ricercatore di Storia contemporanea all’università di Milano e uno dei massimi esperti dei misteri di Stato – è stato consulente, tra l’altro,di varie procure ed ha indagato sulle stragi di Piazza della Loggia e Piazza Fontana – non nasconde il suo sarcasmo, di fronte al rinvio dei lavori della commissione Granata.
Come fa a sostenere l’inapplicabilità del limite dei trentanni?
A differenza di quanto è stato conclamato, le "porte aperte agli archivi" sono e resteranno chiuse per un pezzo.
Tutti hanno detto il contrario, però.
Io no e posso dimostrarlo. II termine dal quale si calcolano i trent’anni, intanto, la legge non lo indica. Facciamo un esempio pratico. Caso Moro, 1978.1 trent’anni sono passati già l’anno scorso. Ma non si può partire dal fatto: è possibile, infatti, che ci sia un documento 2007 sulla vicenda, aggiornato alle ultime indagini in corso. E il fascicolo sarebbe ancora attivo.
Allora come ci si dovrebbe regolare?
Si può considerare come termine di partenza la data di compiuta giacenza di un intero fascicolo inattivo da cinque anni.
Nel suo esempio, se il capitolo Moro fosse chiuso nel 2007, vanno aggiunti cinque più trent’anni: il segreto si rimuove nel 2042.
La verità è che i servizi di sicurezza hanno tutto l’interesse a mantenere lo statu quo. Anche per banali ragioni organizzative.
La resistenza è comprensibile, la difficoltà di organizzazione un po’ meno, visto che hanno uffici e strutture di livello medio alto.
Sì, ma qui parliamo solo per l’Aise, l’ex Sismi, di un volume tra i 4 e i 5oomila fascicoli; per l’Aisi, ex Sisde, un po’ di meno, ma sempre una quantità spaventosa.
Il risultato finale qual è?
Se il direttore di un servizio si sente davvero chiedere dal governo di rimettere a posto i documenti per liberalizzare l’accesso, gli prende un colpo. Soltanto per fare lo screening delle carte da escludere a priori – come quelle che riguardano le autorità costituzionali – ci vorrebbero decine dipersone.
Secondo lei, insomma, non se ne uscirà in nessun modo.
Dopo la proroga di questa commissione, magari ce ne sarà un’altra. E così avanti.
Negli altri Paesi si sta meglio?
Gli inglesi sono i più rigidi. Ma negli Stati Uniti, con il Fia, Freedom information act, già dopo 10 anni si può fare richiesta dì documenti alla Cia.
È davvero un sistema liberale?
Certo più di altri. Sullo scandalo Iran Contras, per esempio, già si può trovare molto. Anche se l’intelligence americana decide dove vuole di mettere gli omissis.