dal Corriere.it
ROMA – Sul caso Abu Omar, l’ex imam di Milano sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003, c’è stata violazione del segreto di Stato da parte dei magistrati di Milano che hanno indagato e rinviato a giudizio l’ex capo del Sismi Nicolò Pollari e altre 34 persone (di cui 26 agenti Cia). La Corte Costituzionale – secondo quanto appreso dall’agenzia Ansa – avrebbe così accolto (anche se solo in parte) i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi, mentre avrebbe dichiarato inammissibile il contro-conflitto della procura di Milano e respinto quello del giudice del tribunale Oscar Magi dinanzi al quale il processo è in corso.
LA SENTENZA – Per la Consulta, «non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti all’esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all’autorità giudiziaria, con parziali omissioni relative ai dati coperti dal segreto di Stato, nonchè la richiesta di svolgimento dell’incidente probatorio e con essa, sia l’ordinanza che lo ha disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova del 30 settembre 2006». Per questo, tali atti processuali «nelle parti corrispondenti» sono stati annullati. I ricorsi parzialmente accolti sono quelli presentati nel 2007 dall’allora Governo guidato da Romano Prodi. Il governo, in quella circostanza, accusò davanti alla Corte i procuratori Ferdinando Pomarici e Armando Spataro di aver illegittimamente e ripetutamente "violato il segreto di Stato" nella conduzione delle indagini sul sequestro dell’ex imam egiziano, "bruciando" uomini e strutture del controspionaggio. La procura di Milano fu inoltre accusata di «aver violato le prerogative di secretazione del governo» in almeno tre circostanze: con «l’acquisizione di documenti informativi, anche di carattere documentale, attinenti l’identita’ di 85 appartenenti al Sismi; con l’intercettazione delle utenze cellulari in loro us e l’acquisizione di elementi attinenti la struttura e le logiche di funzionamento del Servizio non direttamente afferenti l’indagine sul sequestro e riguardanti i rapporti con agenti stranieri».
La Corte ha anche accolto in parte il conflitto sollevato dal Governo Berlusconi nei confronti del giudice monocratico della quarta sezione penale del tribunale di Milano, Oscar Magi, davanti al quale si sta svolgendo il processo a carico dei 35 imputati. Tale ricorso è stato accolto «limitatamente all’ordinanza del 14 maggio 2008, ammissiva di determinate prove». I giudici costituzionali, invece, hanno bocciato tutti e due i conflitti sollevati dalla magistratura milanese: respinto il ricorso del giudice Oscar Magi, risalente al dicembre scorso, in relazione a tre note del premier Berlusconi, con cui si confermava il segreto di Stato opposto da alcuni testimoni nel procedimento. Inammissibile, invece, è stato dichiarato il conflitto sollevato dal procuratore capo di Milano nel 2007, così come il ricorso incidentale proposto dalla sezione gip del tribunale di Milano.