Per la serie: “Tutto il mondo è paese…ovviamente”.
Negli Stati Uniti è in corso di revisione l’Executive Order n° 12333. Emanato nel 1981 dall’allora Presidente Ronald Reagna l’E.O. stabilisce i ruoli ed i compiti delle Agenzie di Intelligence.
Secondo Intelligence Online (numero 572), la quale cita anche un interessante articolo pubblicato sul Los Angeles Times del 31 maggio, l’intenzione della Casa Bianca è quella di ridefinire tali compiti e, in particolare, sembra che la CIA rischi di perdere il controllo delle (o almeno parte del controllo sulle) stazioni all’estero (ove per “stazione” si intende l’insieme del personale delle varie Agenzie distaccato in un determinato Paese straniero).
Fino ad oggi il capo-stazione è sempre stato un dirigente CIA. Secondo l’IntellOnline ed il LAT non dovrebbe essere più così: il capo-stazione verrebbe nominato dal DNI e sarebbe scelto tra tutte le Agenzie (NSA, DIA, ecc…), non più solo tra le fila della CIA.
In tal caso è evidente che la Central Agency subirebbe un ulteriore depotenziamento dopo quello subito in base all’Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act del 2004.
Non solo la CIA perderebbe la sua posizione di preminenza sul personale delle altre Agenzie all’estero ma si indebolirebbe anche nei confronti del Dipartimento di Stato.
Da sempre, infatti, la CIA è anche uno strumento di “diplomazia parallella” (con importanti risvolti per il suo prestigio e la sua “capacità operativa”). Spesso in concorrenza/conflitto con la diplomazia ufficiale statunitense (storici gli scontri tra capi-stazione ed ambasciatori).
Ovviamente, non appena ha iniziato a circolare la bozza dell’Ordine esecutivo, sono iniziate anche le dichiarazioni alla stampa di funzionari (“anonimi” o meno) dell’Intelligence USA a favore o contro tale E.O.
Insomma, anche negli Stati Uniti, e non solo in Italia, la ridefinizione di ruoli all’interno di una comunità di Servizi di Intelligence provoca malumori e varie attività di lobbying ( = lotte intestine).