Sono finalmente riuscito a leggere il report della Commissione Intelligence del Senato americano.
La vicenda oggetto dell’inchiesta viene raccontata con dovizia di particolari e per evitare di cadere in errore è consigliabile leggere il rapporto con molta attenzione.
Molto brevemente (ma a chi fosse interessato consiglio di leggerlo direttamente), nel report viene raccontata la storia di un meeting tra un paio di esuli iraniani ed alcuni funzionari del Dipartimento della Difesa americano. Più precisamente funzionari dell’Ufficio dell’allora Sottosegretario alla Difesa, Douglas Feith.
Tale incontro, svoltosi a Roma tra il 10 ed il 13 dicembre del 2001 con l’ausilio del nostro SISMi, venne organizzato da Michael Ledeen.
Raccontare la vicenda prenderebbe molto tempo. Mi limiterò ad esporre le mie impressioni sull’accaduto.
Per prima cosa la storia mi sembra più che altro il tentativo di una persona – Ledeen, appunto – di influire sul processo decisionale statunitense al fine di spingere il Governo americano a sostenere un piano per un "regime change" in Iran.
Ledeen, stando al racconto del report, nell’organizzazione dell’incontro tra iraniani ed americani decise di bypassare CIA e Dipartimento di Stato a favore del Dipartimento della Difesa. Ciò, molto probabilmente, perchè uno degli iraniani di cui Ledeen si stava facendo in quel momento portavoce era considerato dalla CIA come un millantatore ed un "fabbricatore" di informazioni false.
A quanto sembra, grazie all’amicizia con l’allora vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Stephen Hadley (attuale Consigliere per la Sicurezza Nazionale), Ledeen riuscì nel suo intento, coinvolgendo il Dipartimento della Difesa nella gestione dell’evento ed escludendo CIA e Dipartimento di Stato.
Cosa importante da notare: una volta svoltosi l’incontro fu lo stesso Pentagono a voler limitare al massimo l’apporto della propria agenzia di Intelligence, la DIA, nel processo di esame e verifica delle notizie raccolte.
L’impressione che io ricavo, probabimente sbagliando, da tutto questo è che furono proprio i massimi vertici del Pentagono – l’allora Segretario Rumsfeld e l’allora vice Segretario Wolfowitz – a facilitare il lavoro di Ledeen, sostenendone, per così dire, lo sforzo.
Ipotizzo: forse con l’obiettivo di creare le basi per un intervento americano, militare o non-convenzionale, in Iran ?
In Italia, nei giorni scorsi, il report ha suscitato interesse proprio a causa del fatto che il meeting in oggetto venne organizzato da Ledeen a Roma grazie, sembra, al supporto di un esponente del Governo italiano (specifco che nel rapporto le parti che riguardano l’Italia sono coperte dal neretto) e grazie alla cornice di sicurezza garantita dal SISMi. Quest’ultimo punto ritengo lo si possa dare per certo perchè è stato proprio l’ex Direttore del SISMi, Nicolò Pollari, a confermarlo in una recente intervista a La Stampa.
In particolare, questa è la parte dell’intervista in cui si parla del meeting romano:
"L’ultima accusa è quella di aver dato assistenza ad alcuni incontri a Roma organizzati da Michael Ledeen, l’americano che ha tentato di destabilizzare il regime di Teheran.
«La solita visione deformata dei fatti. In breve: il governo mi chiese di mettere in sicurezza l’incontro tra questo personaggio che si autoaccreditava come espressione del governo di un Paese alleato, con altri personaggi. E di riferire».
Chi glielo chiese, l’allora ministro della Difesa Martino?
«Sì. Per cui noi garantimmo la sicurezza dell’incontro. Poi un nostro esperto, che vi partecipò, ci avvertì che gli argomenti trattati non avevano nulla a che vedere con il terrorismo».
In quelle riunioni si parlava di affari?
«Appunto. Per cui mi venne il dubbio che il governo alleato fosse all’oscuro di tutto. Riportai i miei dubbi a Palazzo Chigi fornendo prove documentali. Fu deciso di fare una verifica».
Con chi parlò dell’argomento?
«Anche con Berlusconi. Aspettammo invano da Ledeen la prova che la sua iniziativa avesse l’input di Washington. In assenza di segnali informai io stesso il governo alleato dell’intera vicenda. Loro non ne sapevano niente e cessò ogni rapporto con Ledeen"
Sarà a causa dei "neretti", sarà perchè ad essere oggetto dell’inchiesta americana non era il comportamento del nostro Governo ma eventuali "falle" dolose nel processo decisionale a Washington, sarà che probabilmente qualcosa mi è sfuggita o non l’ho capita… sarà ma a me, nel report in questione, il coinvolgimento dell’Italia sembra minimo.
Di certo, leggendo il rapporto, non mi sembra di individuare elementi che possano far pensare che il nostro Governo abbia pianificato "con funzionari della Difesa del governo americano, "azioni distruttive" utili a "un cambio di regime" in Iran", come scritto in un recente articolo de la Repubblica.
Invito i gentilissimi lettori a farmi notare eventuali errori.