1) Grande finanza nervosa per il ritorno di Tremonti, da Il Velino.it
"Milano, 18 apr (Velino) – “Sono tutti nervosi. Anzi nervosissimi”, dice sorridendo un grande banchiere in pensione. Non è mai stato un uomo di seconda fila, ma un bravo esecutore della cerchia stretta di Mediobanca, che ora si gode la pensione sotto il sole della Costa Azzurra. Ma chi è che è nervoso? “I nuovi guru del metodo Mc Kinsay”. E saluta cordialmente, pensando al week end a Cap Ferrat, con la “Pizza dell’ultimo ristorante sul porto. La signora piemontese la fa meglio che a Napoli”. Tranquillo nella sua grande casa di Hammamet c’è invece Tarak Ben Ammar, incuriosito al telefono: “Ma che cosa stanno scrivendo i giornali italiani su Telecom ?”, chiede. Impossibile ottenere notizie di rilievo, squarci di scenario su quello che accadrà nel mondo della grande finanza italiana dopo il risultato elettorale. Si sa che, tranne la maggioranza relativa di Mediobanca, il grande potere è ferito e guarda con una certa apprensione il ritorno al Governo di Giulio Tremonti, che vorrà capirci bene sulla “questione derivati” e magari dirà la sua “con i soliti modi cortesi”. Ma i “grandi poteri” sono anche rimasti spiazzati rispetto alle previsioni che facevano alla vigilia, in quell’attesa distaccata e apparentemente distratta: “Giocavano tutti sul sostanziale pareggio, così alla fine si doveva ricorrere al governone. Avrebbero dettato legge per lungo tempo. Invece, adesso, devono pure fare i conti, nelle banche e nei grandi enti, con un nuovo Governo e con in più l’irruzione dei leghisti”. Siamo alla vigilia di una raffica di nomine nei grandi enti, al rinnovo dei consigli di amministrazione. E la Lega Nord, con il suo pacchetto elettorale che ha messo i brividi al vecchio e decrepito Palazzo, chi porterà e che cosa chiederà? Poi c’è tutto il circuito delle banche popolari del Nord, quello della banca media regionale, che più piace ai clienti imprenditori del Nord: lì, in quel mondo, che cosa succederà?
Il mondo del vero establishment che ha sempre respinto Silvio Berlusconi, ora si trova di fronte al partito di “B&B”, legato e saldamente collegato alle teorie di Tremonti. E’ probabile che anche la nuova Confindustria di Emma Marcegaglia prenda, questa volta, veramente le distanze dalle banche e imponga innanzitutto il ruolo della produzione, dell’impresa, sciogliendo l’intreccio tra banche e aziende, oppure sostituendone uno di diverso tipo. Poi ci sono i dossier aperti, che guardano con attenzione alla nuova maggioranza relativa di Mediobanca, quella che fa capo ai francesi del “Gruppo C” in stretta alleanza con Fininvest, Mediolanum e il gruppo Ligresti. C’è Telecom che va adeguatamente rilanciata e dove è difficile pensare a “equilibri imposti da banchieri filo-governativi” nel definire il management e magari altre soluzioni riguardanti sinergie nel campo delle telecomunicazioni. C’è il dossier Generali, dove ora Antoine Bernheim non si tocca più e dove è meglio non insistere sui problemi di incompatibilità, perché alla fine c’è il rischio, questa volta più concreto che mai, che nasca la più grande compagnia assicuratrice del mondo, cioè la fusione tra Axa e Generali. Poi ancora c’è il problema di Rcs, con il suo “giornalone” che, in questi giorni, sta togliendo dalla “casta” lo stesso Cavaliere. Sono tutti fronti caldi, su cui è presumibile che ci saranno dei regolamenti di conto. Saranno mesi “caldi” e difficili, non solo per i problemi economici mondiali, ma anche per i nuovi assetti da trovare nel mondo della grande finanza."
2) Previsioni di spoils-system al Ministero dell’Economia