GAZA – Fatah è ko, Hamas ha il controllo quasi totale della Striscia di Gaza dopo che gli islamici hanno assalito e conquistato, in seguito a una battaglia durata alcune ore giovedì mattina, il quartier generale della Sicurezza preventiva a Gaza City, il principale fortino ancora in mano ai miliziani di Fatah, fedeli al presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen (alias Mohmad Abbas). Sul fortino ora sventola la bandiera verde islamica di Hamas. Almeno quattordici membri di al-Fatah sono morti nell battaglia, durata alcune ore, e un testimone (Jihad Abu Ayas), citato dall’agenzia Ap, parla di esecuzioni sommarie in strada davanti a mogli e figli di almeno sette fedelissimi di Fatah catturati dai miliziani di Hamas all’interno del quartier generale, ma non vi sono al momento ulteriori conferme. Hamas ha deciso di trasformare la sede della Sicurezza preventiva in un centro per la diffusione dell’islam.
Intanto Hamas ha chiesto ai rivali del partito Fatah di cedere entro un’ora un’altra sede della sicurezza a Gaza City. In risposta le forze di sicurezza palestinesi hanno arrestato otto attivisti di Hamas in Cisgiordania, tra i quali un leader religioso locale.
SCONTRI – I combattimenti interpalestinesi a Gaza, che avevano già causato almeno 83 morti in una settimana, erano ripresi con violenza giovedì all’alba. Gli scontri più aspri sono avvenuti a Gaza City, vicino al quartier generale della sicurezza preventiva. Tramite la propria radio, Hamas aveva dato un ultimatum ai difensori: sarebbe stato loro consentito di allontanarsi entro le 9,20 (le 7,20 in Italia). Scaduto il termine, è iniziato il bombardamento. Un miliziano di Hamas è stato ucciso nella notte a Rafah (nel sud della Striscia di Gaza). I combattimenti tra palestinesi si stanno estendendo anche in Cisgiordania, dove soldati israeliani hanno ucciso a Qalqiliya un palestinese armato membro delle Brigate dei martiri di al-Aqsa.
SCIOLTO IL GOVERNO – Da Ramallah (Cisgiordania) il comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha raccomandato lo scioglimento del governo di unità nazionale dell’Autorità Nazionale Palestinese, nel quale siedono anche esponenti di al-Fatah e indipendenti, ma che è guidato dai radicali di Hamas. Lo hanno riferito fonti della stessa Olp, al termine della riunione di emergenza convocata alla «Muqatah», il suo quartier generale nella città autonoma cisgiordana di Ramallah, dal presidente palestinese Mahmoud Abbas alias Abu Mazen, presenti anche delegati del comitato centrale di Fatah, il partito che a lui fa capo. In precedenza fonti riservate avevano riferito che Abu Mazen stava «prendendo seriamente in considerazione» l’ipotesi di «sciogliere» l’esecutivo unitario, reso ancora più fragile dai sanguinosi scontri in atto soprattutto a Gaza. Ipotesi che è poi divenuta realtà.
INTERVENTO – Israele non lancerà operazioni militari a Gaza per impedire che cada sotto il controllo di Hamas. Lo ha confermato Miri Eisin, portavoce del primo ministro Ehud Olmert. Le Nazioni Unite considerano l’ipotesi di inviare una forza multinazionale nella Striscia di Gaza. Il segretario generale Ban Ki-moon ha reso noto di averne parlato con il Consiglio di sicurezza, dopo che la possibilità era stata sollevata sia da Fatah e da parte israeliana. Ma già mercoledì l’Unione europea aveva giudicato «prematura» l’idea di inviare soldati a Gaza. Il segretario generale dell’Organizzazione della Conferenza islamica, Ekmeleddin Ihsanoglu, si è detto contrario al dispiegamento di una forza multinazionale a Gaza. Nettamente contraria anche Hamas.
Silendo pensa: ma che splendido esempio di nazione e di leadership responsabile.