WASHINGTON — L’America ha ieri improvvisamente posto un ultimatum al Pakistan perché stronchi i preparativi dell’offensiva di primavera di Al Qaeda e dei talebani in corso nelle sue aree tribali e blocchi le frontiere con l’Afghanistan. L’ultimatum, che conferma l’estrema gravità della crisi afghana, è diretto anche a proteggere le forze di pace della Nato, tra cui quelle italiane. Lo ha posto di persona al presidente pakistano Musharraf il vicepresidente americano Cheney, in un inatteso incontro di due ore a Islamabad. Cheney ha ammonito Musharraf che se la Casa Bianca non «certificherà» che il Pakistan sta compiendo il massimo sforzo contro il terrorismo, il Congresso a Washington lo priverà degli aiuti economici e militari di circa 800 milioni di dollari l’anno.
Ufficialmente, Cheney si è fermato a Islamabad per ringraziare «il leale alleato» Musharraf . Ma in realtà ha espresso «profondo allarme per il rilancio di Al Qaeda e per il rafforzamento dei talebani» nei territori pakistani in cui sono ora arroccati, come ha ammesso un suo collaboratore, e ha chiesto «un’azione concertata» contro entrambi.
Cheney avrebbe rimproverato all’ospite di avere lasciato loro mano libera con l’accordo di stabilità dello scorso autunno con i leader delle tribù di confine. Musharraf si è difeso: l’accordo, ha risposto scaricando la colpa sull’Afghanistan e la Nato, «ha evitato la talebanizzazione delle aeree». E ha ammonito che il peggio potrà essere prevenuto solo consolidando la sicurezza e la ricostruzione afghane.
Cheney ha portato con sé Steve Kappes, il vicedirettore della Cia, per mostrare a Musharraf le prove dei preparativi dei talebani e di Al Qaeda, in prevalenza fotografie scattate dai satelliti spia. E si è fatto spalleggiare dal ministro degli Esteri britannico Margaret Beckett, anch’ella in visita a Islamabad, e che ha esercitato analoghe pressioni sul leader pakistano.
Secondo il New York Times, Bush è pronto a bombardare le postazioni dei talebani e di Al Qaeda e dei talebani in regioni che ha chiamato «più selvagge del selvaggio west». A Londra, il ministro della Difesa Des Browne ha ufficializzato l’invio di altri 1.400 soldati inglesi in Afghanistan a maggio. Bronwe ha detto che «diventa sempre più chiaro che degli alleati chiave non si fanno avanti per i compiti più difficili nelle zone più pericolose» rendendo eccessivo l’onore dell’America e dell’Inghilterra.
Un palese richiamo a Paesi come l’Italia, la Francia, la Germania e la Spagna che non prendono parte ai combattimenti.