Dal Corriere online, di Guido Olimpio
Bush; sì a uccisione spie iraniane in Iraq
Lo rivela il «Washington Post»: militari americani autorizzati a catturare o ad assassinare gli 007 di Teheran attivi nella zona
Il presidente americano George W. Bush ha autorizzato la cattura o l’uccisione degli operativi iraniani in Iraq. Una mossa per contrastare l’attività clandestina degli 007 di Teheran, coinvolti negli scontri settari, e per accrescere la pressione sul regime.
A rivelare l’esistenza del piano, conosciuto «Blue Game Matrix», il «Washington Post», secondo il quale nella lista di personaggi da eliminare vi sarebbero anche elementi Hezbollah in Libano. Il movimento sciita è infatti il miglior alleato dell’Iran nella regione. Le truppe statunitensi conducono da settinane incursioni mirate a caccia degli infiltrati venuti dall’Iran. C’è stato un «incidente» a Erbil, con la cattura di alcuni funzionari, quindi scambi d’accuse. Secondo le indiscrezioni ogni volta che gli americani arrestano un sospetto iraniano gli prendono un campione di Dna che viene poi conservato in una speciale banca dati. Gli ultimi rapporti dell’intelligence Usa sostengono che in Iraq operano circa 150 agenti segreti iraniani, ai quali si aggiungono decine di guardiani della rivoluzione (i pasdaran) e membri della Forza Qods, apparato clandestino che agisce in sostegno alle milizie sciite, in particolare quella dell’estremista Moqtada Al Sadr.
Gli 007 khomeinisti, oltre a raccogliere informazioni sugli Usa, fornirebbe bombe sofisticate alle unità guerrigliere. Ordigni letali, sperimentati dall’Hezbollah libanese e poi consegnati ai mujaheddin sciiti: si tratta di cariche, attivate da raggi laser, in grado di provocare gravi danni ai blindati. Il programma «Blue Game Matrix» si inserisce in una più ampia strategia di contenimento che punta a isolare Teheran, a ostacolare il suo progetto nucleare e creare instabilità interna ricorrendo ad azioni sovversive. Una campagna alla quale il regime dei mullah reagisce alzando la posta della sfida: manovre con nuovi missili e l’imminente lancio di un satellite con scopi bellici. A Washington sostengono che l’opzione militare è ancora lontana, ma i segnali sul campo sembrano dire il contrario.