dal Corriere di ieri, di Guido Olimpio:
"NEW YORK — Incurante di pressioni e moniti, l’Hezbollah rilancia la sfida al governo libanese. E lo fa in stretto coordinamento con i due alleati regionali, l’Iran e la Siria. Il 29 novembre — secondo fonti mediorientali negli Usa — si è svolta a Beirut una riunione per organizzare nuove manifestazioni di protesta. Erano presenti il segretario dell’Hezbollah, Hassan Nasrallah, il capo dei pasdaran iraniani in Libano e Siria, Kassem Suleimani, e il consigliere per la sicurezza siriano, Mohammad Nasef, stretto collaboratore del vicepresidente Al Sharaa.
Nel corso del summit si è discusso come sfruttare la situazione di forte tensione e quali mosse adottare nei prossimi giorni. L’Hezbollah ha suggerito agli amici siriani e iraniani che il concentramento di truppe libanesi a Beirut per controllare le dimostrazioni di piazza rappresenta un’occasione unica per intensificare il traffico di armi. I miliziani ritengono che i controlli al confine e nella zona meridionale del paese saranno ridotti e dunque gli 007 siriani potranno aumentare il flusso di automezzi carichi di rifornimenti destinati alla guerriglia sciita. A giudizio dell’Hezbollah gli avvertimenti dell’Onu sul traffico d’armi possono tranquillamente essere ignorati, in quanto sono semplici parole. I caschi blu impegnati sul terreno non hanno né la forza né gli ordini sufficienti per contrastare l’afflusso di materiale bellico.
Non meno interessanti i risvolti politici dell’incontro.
Nasrallah, sempre più convinto di essere il maestro del gioco libanese, ha invitato Damasco e Teheran a coordinare l’azione in vista delle nuove manifestazioni anti-governative a Beirut. Il segretario Hezbollah ha messo sul tavolo alcune opzioni: 1) Quali iniziative assumere nel caso che le autorità impieghino la forza contro i dimostranti. 2) Quali manovre adottare per alzare il livello dello scontro, pensando ad atti di violenza e provocazioni. 3) Come rispondere alle offerte del premier Siniora.
Il leader degli Hezbollah è favorevole da una strategia di «incendio controllato». Dunque azioni contro il governo, senza però superare i limiti. Per questo, sostengono fonti libanesi, Nasrallah avrebbe trasmesso un messaggio al presidente siriano Bashar Assad chiedendo di evitare nuovi omicidi mirati ai danni di personalità libanesi."