di M. Molinari, da http://www.mauriziomolinari.org/it/article_view.asp?IDarticles=256
Donati 50 milioni di dollari all’Anp che in cambio sostiene la corsa iraniana all’atomo e ribadisce il rifiuto dell’esistenza di Israele (La Stampa, 18-04-06)
Teheran ha firmato un assegno di 50 milioni di dollari per l’Autorità nazionale palestinese suggellando un’intesa strategica che ha altri due pilastri ovvero gli impegni di Hamas a non riconoscere l’esistenza di Israele ed a sostenere la corsa all’atomo iraniana.
Ad annunciare la decisione di finanziare il governo di Hamas è stato domenica il ministro degli Esteri iraniano, Manoucher Mottaki, spiegando durante una conferenza stampa a Teheran di essere onorato di «donare 50 milioni di dollari alla nazione palestinese». Se nelle scorse settimane l’Iran aveva già fatto sapere di non condividere la scelta di Unione Europea e Stati Uniti di tagliare gli aiuti ad Hamas adesso per la prima volta alle parole seguono i fatti. A ricevere l’assegno è stato il premier palestinese, Ismail Haniyah, plaudendo alla scelta di Teheran ed al tempo stesso lamentando il «boicottaggio internazionale ordito contro il popolo palestinese da un’alleanza profana che viene guidata dagli Stati Uniti d’America».
Il dono di 50 milioni di dollari non è tuttavia un fatto a sè, né si limita ad essere un gesto di sfida di Teheran a Washington e Bruxelles, ma cela una più vasta intesa strategica fra Hamas e l’Iran che appare destinata a cambiare gli equilibri in Medio Oriente. A conferma di questo vi sono le dichiarazioni con cui Khaled Meshaal, leader di Hamas, ha fatto precedere e seguire l’annuncio sugli aiuti economici. Giunto a Teheran per partecipare ad una conferenza sulla questione palestinese, Meshaal venerdì si era impegnato pubblicamente a «non riconoscere mai lo Stato di Israele» andando così incontro – secondo fonti diplomatiche europee a Washington – ad un’esplicita richiesta del governo iraniano. Teheran infatti in passato non ha mai sostenuto l’Anp opponendosi agli accordi di pace di Oslo del 1993 così come a quelli seguenti per via del fatto che riconoscono l’esistenza dello Stato di Israele.
La dichiarazione di Mashaal, fedele allo statuto di Hamas che considera illegittima la presenza non solo di Israele ma degli ebrei in Palestina, costituisce la garanzia politica di cui Teheran aveva bisogno per modificare il precedente orientamento verso l’Anp. Mashaal è tornato a prendere la parola a Teheran ieri, 24 ore dopo la consegna del 50 milioni, per sottolineare il sostegno dei palestinesi alla corsa iraniana al nucleare. «Chiedo a tutti i Paesi arabi e musulmani di seguire l’Iran nel percorso che ha scelto al fine di entrare in possesso della pacifica tecnologia nucleare – ha detto il leader di Hamas – il possesso di questa tecnologia è un diritto delle nazioni del mondo, rendiamo omaggio all’Iran per aver intrapreso questa direzione, che darà beneficio a tutte le nazioni». Da qui l’emergere di un’intesa strategica che trasforma l’Anp guidata da Hamas in un alleato strategico di Teheran: non solo nella volontà di annientare Israele ma anche nel perseguimento del nucleare.Il fatto che Mashaal viva da molti anni a Damasco sotto protezione del governo siriano lascia supporre in ambienti diplomatici che il presidente Bashar al-Assad possa essere il terzo protagonista dell’intesa fra Hamas ed il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Poche ore dopo il passo di Teheran anche l’Emirato del Qatar – alleato di Washington nella guerra in Iraq per deporre Saddam – ha fatto sapere di voler donare all’Anp altri 50 milioni di dollari, nell’evidente tentativo di bilanciare l’influenza di Teheran.