… ricomincia !
Aggiornamento: tre analisi sull’attentato.
Di Segre, sul Giornale.
Di Fiamma Nirenstein, sulla Stampa
Di Renzo Guolo, su la Repubblica
dal Corsera:
TEL AVIV – Nove persone sono morte e altre 40 sono rimaste ferite (di cui sette gravi), secondo l’ultimo bilancio, in un’esplosione di matrice terroristica avvenuta nel centro di Tel Aviv. La deflagrazione è stata provocata da un kamikaze palestinese che si è fatto saltare in aria nei pressi della vecchia stazione degli autobus, nella parte meridionale della città israeliana. L’attentatore è stato identificato: secondo fonti della sicurezza palestinese si si tratta del 16enne Sami Salim Hamadah, che abitava nell’area di Jenin, in Cisgiordania. Sarebbe il più giovane attentatore suicida nella storia degli attacchi kamikaze contro lo Stato ebraico.
DOPPIA RIVENDICAZIONE – L’attentato è stato rivendicato dalla Jihad Islamica con una telefonata all’agenzia di stampa francese Afp. Ad assumersi la responsabilità della strage è però stato anche il gruppo, anch’esso palestinese, delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, il braccio armato di Fatah.
LE REAZIONI – Una condanna è venuta dal presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che ha parlato di «opera di terroristi», esortando la comunità internazionale a intervenire per mettere fine «al grave deterioramento» della situazione nella regione. Secondo Hamas, il movimento estremista che ha vinto le ultime elezioni palestinesi, si tratta invece di «un atto di autodifesa», che è il risultato diretto dell’«aggressione» israeliana. Presa di posizione quest’ultima che scatena l’immediata e rabbiosa reazione del governo Olmert. «Questa Autorità palestinese, che chiaramente si presenta come un’entità terroristica, ha cercato di istigare il sostegno al terrorismo più di quella precedente – ha denunciato Raanan Gissin, portavoce del premier israeliano ad interim- E noi agiremo di conseguenza».