…dietro l’imporovviso emergere del filmato con le violenze dei soldati britannici a Bassora.
di O. Giannino
da "Il Riformista" di oggi
Nell’aspro confronto tra Occidente e jihadismo, la giornata di ieri ha registrato una notizia positiva e due negative. Quella positiva è la scelta con cui – 64 sì contro 63 no, due schede bianche e un astenuto – la maggioranza sciita del nuovo parlamento iracheno ha confermato nel ruolo di primo ministro Ibahim al Jaafari. Abdel Mahdi, l’altro candidato, sarebbe stata una scelta più “intransigente”. Purtroppo, però, due sviluppi negativi confermano che il confronto col jihadismo è sfida sempre più ardua. Sono entrambi collegati al filmato mandato in onda dal sito del domenicale britannico News of the World, in cui una squadra del British Army viene ripresa e aspramente incoraggiata da un commilitone mentre perde il controllo su giovani manifestanti iracheni a Bassora, colpendoli per non meno di una quarantina di volte in 3 minuti,mentre sono già a terra e ridotti all’impotenza. Si parla anche di calci in faccia a un iracheno morto, in altra parte del filmato non trasmessa. La Royal Military Police ha immediatamente aperto un’indagine,e al 95% il filmato appare veritiero. Naturalmente, il video è di per sé un grave incidente,destinato a complicare i rapporti con civili e partiti iracheni,proprio mentre i cinema di Baghdad registrano il pienone per un film come La valle dei lupi in cui i miltari Usa sono raffigurati come aguzzini seriali.Ma peggio ancora sono due altri elementi, che preoccupano in queste ore l’intelligence a Londra. In sé e per sé, per quanto crude siano le immagini, si tratta di una testimonianza di come possano saltare i nervi anche a reparti ben preparati come quelli britannici, visto che si tratterebbe di scene risalenti al gennaio 2004 quando a Bassora avvennero le prime recrudescenze sciite contro il contingente dell’Union Jack,che da maggio 2003 ad allora non aveva più registrato vittime. Finora la giustizia militare britannica è stata esemplare, di fronte a episodi simili. Sono state condotte oltre 80 diverse indagini in questi anni, su militari britannici accusati di violenze o soprusi sugli iracheni. Ottanta, su oltre 80mila donne e uomini in divisa che sin qui Londra ha fatto ruotare in Iraq dall’inizio di Iraqi Freedom.Quando l’anno scorso alcuni ufficiali e soldati britannici furono condannati alla radiazione e fino a sette anni di carcere, il capo di Stato maggiore della Difesa generale sir Michael Jackson chiese scusa al governo e all’intero popolo iracheno. Il problema è che all’MI5 e all’MI6 non credono affatto che il filmato esca fuori ora per una pura coincidenza. C’è una mente occulta ma esperta,dietro.Il filmato emerge mentre a Bassora e a Londra sono in atto due rilevanti bracci di ferro.A Bassora, per il contingente britannico diventa ancor più proibitivo il contrasto con il governatore Mohammed al Waili, responsabile da un anno a questa parte di una sempre più capillare infiltrazione della nuova polizia irachena da parte delle milizie filoiraniane. Teheran non può che gioire del fatto che il filmato esca ora, quando il presidente Ahmadinejad rilancia ogni giorno la linea dura. Perché sono i britannici a dover affrontare a Bassora l’estremismo filoiraniano, che il governo iracheno non ha alcuna autorità per risolvere centralmente da Baghdad. Quanto alla situazione londinese, ai servizi britannici non pare affatto un caso che il filmato esca proprio nella settimana in cui alla Camera dei Comuni riprende l’esame dei 12 punti antiterrorismo proposti dal governo Blair e sin qui non ancora approvati.Mentre l’imam Hamid Alì della moschea del West Yorkshire,in cui pregavano i responsabili degli attentati dello scorso 7 luglio, torna a elogiarli di fronte ai fedeli.E quando il cancelliere Gordon Brown, al quale Blair ha affidato il compito di guidare l’offensiva parlamentare per convincere l’ala riottosa del Labour e l’intensa opposizione dei conservatori di David Cameron alle misure antiterrorismo,registra purtroppo ogni giorno nuove sconfitte. La mente che ha fatto riemergere dalle caserme britanniche il filmato punta a rafforzare chi dice un secco no ai provvedimenti antiterrorismo di Blair.E visto che il governo britannico è quello europeo che sin qui aveva mostrato di reagire con la maggior fermezza, all’offensiva jihadista, le conseguenze di una sconfitta blairiana si estenderebbero all’intero continente. I tommies che prendono a calci gli iracheni vanno giudicati e condannati. Ma è un dramma, che l’Europa continui a non capire quel che ieri Amir Taheri scriveva sul Sunday Times ed Edman Qureshi sul New York Times. La protesta contro le vignette danesi antimaomettane e gli eccessi in Iraq viene da organizzazioni e regimi che ne approfittano per impedire ancor più strettamente che nei loro paesi siano possibili movimenti islamici come quelli che animano il dibattito nei nostri paesi occidentali. È in Arabia Saudita, non a Copenaghen o Londra, che il governo wahabita proibisce ogni commemorazione della nascita del Profeta.L’Occidente si condanna, se confonde la giusta punizione per chi sbaglia – come quei militari britrannici – con la sconfessione della lotta a una minaccia che invece resta temibile e potente.