Relazione della Commissione Attività Produttive: l’emergenza deriva da una strategia di «contenimento dell’offerta» dell’Eni
MILANO – L’emergenza gas che l’Italia sta attraversando è attribuibile all’inadeguatezza del sistema di approvvigionamento che «costringe a intaccare le riserve degli stoccaggi». E «almeno per i prossimi tre anni l’Italia sarà seriamente esposta ai rischi di una carenza di gas». Accanto alla notizia dell’ennesimo taglio nella fornitura del gas da parte della Russia, arriva la la relazione della Commissione Attività Produttive della Camera al termine di un’indagine conoscitiva sull’energia. A giudizio della commissione «i limiti strutturali alle capacità di importazione e stoccaggio e le previsioni di crescita nazionale e internazionale della domanda di gas necessitano di un adeguato impulso alla tempestiva realizzazione di nuove infrastrutture strategiche».
CONTENIMENTO DELL’OFFERTA – A questo proposito la commissione «rileva come i ritardi nella realizzazione dei potenziamenti del gasdotto in territorio austriaco (Tag) e del gasdotto in territorio tunisino (Ttpc) e degli stoccaggi del gas naturale siano ascrivibili, come evidenziato più volte dall’Autorità dell’energia, a una strategia di contenimento dell’offerta posta in atto negli ultimi anni dall’operatore dominante», ovvero l’Eni. Ne consegue, osserva sempre la commissione, che «la situazione di emergenza negli approvvigionamenti di gas verificatasi proprio in questi giorni, smentisce nei fatti il pericolo di una "bolla del gas" paventato dall’Eni, ponendo invece la questione inversa di un deficit strutturale dell’offerta di gas destinato a proiettarsi pericolosamente anche negli anni a venire».