VARSAVIA – Che esistesse un piano d’attacco dei paesi del Patto di Varsavia contro l’Europa libera durante il periodo della guerra fredda è cosa nota: ma venerdi, il nuovo governo conservatore della Polonia ha mostrato dettagliatamente il piano pubblicando una mappa nella quale sono mostrati i punti dell’Europa Occidentale che sarebbero stati colpiti dai missili atomici sovietici.
DISTENSIONE – La mappa fu disegnata poco più di 25 anni fa, nel 1979, quanto il presidente degli Usa Jimmy Carter e quello sovietico Leonid Brezhnev formalmente parlavano di distensione, ma nello stesso tempo preparavano piani e operazioni di guerra. La mappa mostra anche che il piano sarebbe scattato solo come risposta ad un attacco della Nato
OCCIDENTE – In alcuni punti della mappa appaiono diverse nuvole rosse sotto forma di funghi che indicano i luoghi dove sarebbero stati scagliati i missili atomici: i paesi colpiti dovevano essere la Germania Ovest, l’Olanda, la Danimarca e il Belgio, naturalmente solo se la Nato avesse colpito per prima. L’atomica sarebbe stata scagliata sulla capitale della Germania dell’Ovest, Bonn e su altre città chiave della Germania Occidentale, come i centri finanziari di Francoforte,Colonia, Stoccarda, Monaco e anche sul porto di Amburgo, considerato strategicamente determinante. I missili poi avrebbero colpito anche Bruxelles, il quartiere generale della Nato.
NATO – Inoltre sulla mappa compaiono delle nuvole blu a forma di fungo che segnalano i prevedibili punti del blocco sovietico che sarebbero stati attaccati dalla Nato: oltre alle città sovietiche più importanti, le segnalazioni sono poste sulle capitali Varsavia e Praga. La Francia sarebbe stata risparmiata perché in quel momento storico era fuori dalla Nato e incredibilmente anche la Gran Bretagna, cuore dell’Alleanza Atlantica, non compare negli obiettivi: Mosca voleva delimitare il suo campo di battaglia alle rive del Reno e il suo primo obiettivo era avanzare nel territorio tedesco.
SEVEN DAYS – L’operazione, intitolata «Seven Days to the River Rhine», Sette giorni verso il Reno, indica che i paesi del patto di Varsavia puntassero di raggiungere i confini franco-tedeschi in una settimana. Il ministro della difesa polacco, dopo aver annunciato la pubblicazione di 1700 pagine relative ai piani dei paesi del Patto di Varsavia ha sottolineato: «Ciò è cruciale per far comprendere al paese che la Polonia era un alleato riluttante dell’Urss durante la guerra fredda. La mappa mostra che l’esercito polacco sarebbe stato usato per partecipare ad un operazione che avrebbe potuto causare la distruzione totale del nostro paese».
GUERRA FREDDA – A difendere la mappa si schiera Waldemar Wojcik, comandante in capo dell’Accademia Militare polacca ai tempi della guerra fredda: «Questa era un’operazione che si sarebbe portata avanti solo dopo un attacco della Nato. La dottrina comune nei paesi del Patto di Varsavia era che bisognava perseguire la pace». Inoltre l’ex comandante aggiunge: «Ho visitato il Pentagono nel 2001 e al tempo mi furono mostrate delle mappe che rispecchiavano totalmente quest’ultima».