ROMA – Studenti, ricercatori e professori sul piede di guerra contro le riforme di scuola e università. Dopo l’imponente manifestazione per le vie di Roma (100 mila i partecipanti secondo gli organizzatori), a fine giornata davanti a Montecitorio ci sono stati scontri con la polizia che hanno provocato alcuni contusi, tra cui anche un cameramen e un fotografo. Scontri anche alla Camera tra maggioranza e opposizione impegnati a votare il disegno di legge sull’università, approvato in serata.
INSULTI DOPO IL VOTO – Il testo è passato con 259 sì. L’opposizione non ha partecipato al voto finale: i deputati dell’Unione non sono entrati in Aula. Nelle dichiarazioni di voto finale, i deputati del centrosinistra hanno rinnovato le loro critiche alla riforma Moratti. Dopo il voto i deputati della Cdl hanno lungamente applaudito. Quando escono parte una bordata di fischi: gli studenti sono ancora lì davanti alle transenne. Alcuni di loro hanno persino deciso di dormirci. E le proteste aumentano quando compare in piazza Montecitorio il capogruppo di An Ignazio La Russa. Lui si ferma e i fischi si moltiplicano. Guarda gli studenti per qualche secondo e poi se ne va. Meno diplomatico il deputato di FI , Fabio Garagnani. Oltrepassato il portone della Camera infatti si rivolge ai manifestanti gridando con tanto di braccio alzato: «Bastardi! Bastardi!». I carabinieri che presidiano ancora la piazza scuotono la testa e si informano su chi sia il parlamentare.
IL CORTEO – Il giorno del no alla riforma Moratti è cominciato alle 9 del mattino, quando migliaia di studenti, docenti e ricercatori hanno riempito piazza della Repubblica per poi sfilare fino a piazza Navona in un lungo corteo animato dai colori di tanti striscioni e da canti e slogan urlati a squarciagola. Da Bologna, Torino e Padova, ma anche da Napoli e dalla Puglia, chi in treno, qualcun altro in pullman, gli universitari si sono dati appuntamento a Roma per far sentire la propria voce, per dire «il nostro tempo è qui e comincia adesso», come recitava lo striscione che guidava la sfilata. I primi momenti di tensione con le forze dell’ordine arrivano quando gli studenti raggiungono largo Argentina: la meta finale ufficiale è infatti piazza Navona, ma fin dall’inizio nelle intenzioni degli organizzatori c’è l’idea di arrivare fino a Montecitorio, nonostante i divieti. Così mentre la maggior parte della massa resta ferma tra via del Plebiscito e corso Vittorio Emanuele, gruppi di studenti si infilano nelle viuzze parallele per mettere in atto un sit-in davanti alla Camera.
FUMOGENI E SCONTRI A MONTECITORIO – La tensione è poi ulteriormente salita ed è degenerata in veri e propri scontri tra gli studenti e le forze dell’ordine davanti a palazzo Chigi. I manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di polizia e di avvicinarsi all’ingresso del palazzo del Governo. A quel punto sono scattate alcune cariche della polizia. I manifestanti hanno continuato a gridare alle forze dell’ordine «fascisti, vergogna, servi dei servi» mentre alcuni parlamentari, tra cui Paolo Cento e Giovanni Russo Spena hanno cercato di parlamentare. Alcuni ragazzi hanno poi fatto un cordone per via del Corso, all’altezza di Palazzo Chigi per frapporsi tra gli studenti e la polizia. Il clima è rimasto sempre teso, ci sono stati alcuni contusi e sono stati feriti anche un fotografo free lance, Stefano Contesi e un operatore di Telenorba, Dante D’Aurelio. Testimonianze parlano anche del ferimento di un’altra ragazza.
LA QUESTURA: INIZIATIVA DI 2 AGENTI –
La questura di Roma ha inizialmente negato le cariche in via del Corso. In serata invece ha fatto sapere che «i due agenti, intervenuti in via del Corso, dando il via al contatto con i manifestanti e i conseguenti tafferugli hanno agito di loro iniziativa». Secondo quanto spiegato dalla Questura di Roma nel corso della giornata, «diversamente da quanto concordato con gli organizzatori del corteo, gli studenti una volta giunti in piazza Venezia hanno cercato in tutti i modi di giungere in piazza del Parlamento». È stato inoltre precisato che nonostante le continue «provocazioni, le forze dell’ ordine hanno contenuto la protesta non reagendo fino all’arrivo dei manifestanti davanti alle sedi istituzionali». Il «contatto» con il gruppo di manifestanti, è stato spiegato, si è verificato dopo che alcuni di loro avevano sputato in direzione dello schieramento delle forze dell’ordine.