Lunedì, 24 Ottobre 2005, 20:38
Il Messaggero
di Massimo Martinelli
Qualcuno tornerà il caserma, a fare il poliziotto o il carabiniere, qualcun altro finirà nella stanza di un ministero, altri ancora andranno in pre-pensionamento. In tutto sono 180 gli agenti del SISDE che nei prossimi giorni saranno chiamati dalla direttrice del personale di Via Lanza, per sentirsi dire che la loro avventura nell’intelligence è finita. Si tratta probabilmente della più grande operazione di rinnovamento mai avviata da un singolo servizio di sicurezza. Soprattutto se si tiene conto che l’ultimo congedo obbligato di 007, avvenuto al SISDE dall’agosto del ’93 all’agosto del ’94 riguardò “solo” 81 persone; e la cosa fece talmente scalpore che su quella operazione, che fu ribattezzata ‘la grande epurazione’, si attivò il COPACO, il Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi Segreti.
Il generale Mario Mori, direttore del Servizio, ha già fornito una spiegazione per quest’alleggerimento di organico. Ai vertici del servizio, si parla genericamente di una operazione di “svecchiamento” che tra l’altro riguarderebbe anche il SISMI e il CESIS. Che al SISDE sarebbe necessaria per assumere esperti in lingue arabe e maghi del computer, ormai necessari per fronteggiare il terrorismo islamico in Italia e le minacce dei pirati informatici che arrivano dal web.
Tuttavia quando nei giorni scorsi la direttrice del personale ha convocato nel suo ufficio le prime quindici persone da mandare via, nei corridoi dei palazzi del SISDE sparsi per la capitale la tensione è salita alle stelle. Tutti gli 007 indicati nella lista, infatti, presterebbero servizio a Roma; e ognuno di loro sa che ben presto dovrà fare i conti con una improvvisa diminuzione del lauto stipendio che percepisce da anni. Che in alcuni casi potrebbe subire una decurtazione di più della metà.
In questa situazione la prima conseguenza è che l’attività di spionaggio e di analisi si è praticamente fermata; è scattata la caccia al nome e ciascuno cerca di sapere se rientrerà o meno nel temutissimo elenco. Secondo quanto trapela dai corridoi di via Lanza ci sarebbe già una lista di trenta nomi, che la direttrice del personale ha cominciato a contattare dallo scorso 20 ottobre. In questo primo elenco ci sarebbero già due vittime eccellenti: l’attuale direttore della Scuola, che già era stato Capo centro SISDE del Lazio, e l’attuale capo dell’Ufficio ispettivo. A entrambi verrebbe proposto il prepensionamento. Esaurita la prima lista di trenta nomi, la direttrice del personale lavorerà su un elenco da cinquanta, e poi ancora, fino ad arrivare a centottanta.
Intanto ai piani bassi del Servizio, il nervosismo è palpabile. Il sospetto di molti è che questa grande “operazione di svecchiamento” del SISDE alla vigilia delle elezioni politiche, sia in realtà funzionale alla chiamata in servizio di parenti, amici e raccomandati vari, come purtroppo è già accaduto in passato. E il sospetto sarebbe rafforzato dalle prime assunzioni già effettuate, che non avrebbero riguardato né esperti di computer né traduttori dalle lingue arabe.
L’ultima operazione del genere, come già detto, risale ai primi anni Novanta. Se ne occupò anche il Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi Segreti, che nel marzo del ’95 consegnò una relazione al Parlamento in cui, tra l’altro scriveva: “Occorre osservare che l’allontanamento di un certo numero di appartenenti al Servizio, nel biennio 1993-94 è avvenuto sulla base di criteri incerti, mentre sono rimasti al loro posto funzionari che hanno svolto compiti rilevanti durante gli anni più oscuri, collaborando con i dirigenti coinvolti nella spartizione illecita dei fondi riservati e senza accorgersi dei gravi abusi commessi”.