MILANO – Diversi Paesi asiatici erano in allerta da tempo: i servizi di sicurezza avevano infatti raccolto segnalazioni concrete sui rischi di attentati nelle Filippine e in Indonesia da parte della Jemaa Islamya, gruppo qaedista che sogna la creazione del Califfato. L’organizzazione, sfruttando anche l’effetto tsunami che ha portato fondi e aiuti, ha rimesso in piedi diverse cellule operative puntando sull’arcipelago filippino e sulla regione indonesiana.
IL VERTICE DEL TERRORE NEL SUD EST ASIATICO – Al vertice militare della formazione ci sono quattro agguerriti artificieri: Azhari Bin Husin, un ingegnere laureatosi in Gran Bretagna e conosciuto come «Demolition Man»; Noordin Mohamed Top; Pitono alias Dulmatin; Umar Patek. I primi due sono considerati estremamente pericolosi e accusati di aver preparato la prima strage di Bali, nell’ottobre 2002. Secondo la polizia Azhari, che ha frequentato campi di addestramento dei guerriglieri islamisti filippini e quelli dei talebani, ha preparato almeno sette tipi di bombe.
INFORMAZIONI DEL TERRORE SUL WEB –Azhari ha anche redatto una sorta di manuale per gli esplosivi che i militanti si scambiano usando Internet. Sempre Azhari ha dedicato molta «cura» nella realizzazione di giacche-kamikaze da impiegare negli attacchi: tracce di questo tipo di arma sono state rinvenute sulla scena degli attacchi di sabato a Bali. Le autorità indonesiano non escludono che dopo Bali la fazione estremista possa tornare a colpire in altre città. La Jemaa cerca infatti di seguire il modus operandi qaedista con attacchi multipli in punti geografici diversi. Ed avendo organizzato da tempo diverse cellule è in grado di sorprendere anche agguerriti apparati di sicurrezza.
Guido Olimpio
02 ottobre 2005
dal Corsera di oggi