Chi vince si guadagna spesso complimenti e appellativi lusinghieri. I tedeschi della Faz, «Frankfurter Allgemeine Zeitung», hanno perfino abbandonato il consueto aplomb e sfoderato in una paginata con grande foto a colori un «Alessandro il Grande». Così. Senza scomodare la storia, però, al banchiere Profumo una qualità non si fatica a riconoscerla: la tenacia. Nel ’99 non gli è riuscito di fare Eurobanca fondendosi con Comit perché Bankitalia ha detto no. Oggi però ce l’ha fatta a mettere a segno la prima vera aggregazione crossborder e dar vita a un nuovo colosso che, per natura, dimensioni e sintonia con il precedente tentativo, potremmo chiamare EuroCredit. Un traguardo raggiunto dopo numerosi tentativi che avrebbero potuto scoraggiare un top manager meno (appunto) tenace di lui. Salito nel ’97, appena quarantenne, alla guida di Piazza Cordusio, spinge subito per portare la banca fra i big d’Europa. Lavorando d’intesa e sulla base di un’efficace divisione dei compiti con il presidente di allora: il superbanchiere Lucio Rondelli. Lui, il giovane amministratore delegato, capace ma un po’ brusco; Rondelli invece è il fine diplomatico che svolge il ruolo di ministro degli esteri. Profumo lavora sodo, talvolta anche entrando in rotta di collisione con i propri grandi azionisti, le Fondazioni. Ma le prove di nozze, in Italia e all’estero, in qualche caso alla fine non si rivelano convenienti, in altre trovano alt più o meno ufficiali, più o meno veri.
Così dal ’98, archiviato il Credit e costituito UniCredito, l’obiettivo di fare il grande salto sembra un autentico imperativo strategico. Dopo il no del Governatore al disegno d’integrazione con la Commerciale, si passa all’interesse per l’istituto da parte della Deutsche bank, quindi alla sfida (persa) per aggiudicarsi il Mediocredito e il Banco di Sicilia. E’ del 2000 il primo vero tentativo di fare le nozze europee: con il Banco Bilbao. L’integrazione «fra uguali» sfuma però per ragioni di mercato (e in quel caso le Fondazioni incassano discrete plusvalenze). Passano solo pochi mesi e già sul mercato si dice che Profumo progetti il matrimonio con Intesa. Forse il dossier non è neppure stato presentato in Bankitalia, fatto sta che al Forex Antonio Fazio dice no a nuove maxiaggregazioni e fonti di Via Nazionale precisano che il riferimento è a UniCredito-Intesa.
Il banchiere non si arrende. Nel settembre 2001 il piano di modello federale tra Piazza Cordusio e Commerzbank infiamma scenari, arriva a un passo dal sì, ma sfuma. E allora si torna in Italia: con il San Paolo per due volte le avances sono avviate e respinte (a corrente alternata) per problemi di concambio. Finché, sembra un anno e mezzo fa, cominciano i contatti con i tedeschi della Hypovereinsbank. Profumo e il presidente Carlo Salvatori lavorano in silenzio. E il colpo alla fine va a segno.
Nel frattempo, però, UniCredito non muove in Europa solo alla ricerca di un matrimonio fra pari (o quasi). Profumo lavora anche al tavolo della crescita attraverso acquisizioni, in particolare nell’Europa dell’Est: dalla Polonia nel ’99 con Pekao fino al recente shopping in Turchia con Yapi Kredi.
Insomma, la proiezione oltre confine dell’istituto e del suo timoniere è evidente. E a ben guardare forse anche per una ragione che ci «azzecca» con il carattere e gli obiettivi di Profumo. La scelta delle nozze internazionali sembra corrispondere a un desiderio mai nascosto del manager di «smarcarsi» un po’ dalla scena domestica, dal network di relazioni spesso complesse che caratterizza il nostro mondo finanziario.
Così, eccolo nell’ottobre 2003 uscire dall’esecutivo di Mediobanca per fare un passo indietro e ridurre i rischi di conflitto d’interessi. Una mossa che non viene imitata da Capitalia, che con UniCredito condivide il ruolo di maggior socio di Piazzetta Cuccia. E ancora, nel luglio 2004 Piazza Cordusio declina l’offerta di entrare nel patto di Rcs MediaGroup, editore del «Corriere della Sera», si disimpegna dal capitale e Profumo esce dal board di Rcs Quotidiani. Di nuovo, nel febbraio di quest’anno, si dice che il top manager desideri uscire dal consiglio di Piazzetta Cuccia per far posto a un indipendente ed entrare nel direttivo del sindacato. La mossa poi non viene portata a termine perché l’orientamento nei confronti di Mediobanca diventa semmai di una «presa» maggiore. Ma l’intenzione di fare un altro passo indietro forse c’è stata veramente.
Ora, con la creazione del polo italo-tedesco Profumo vorrà magari ribadire la propensione a «smarcarsi». Con la prudenza però di chi sa bene che comunque EuroCredit sarà il nono gruppo europeo, ma con radici (e sede) molto, molto italiane.
Sergio Bocconi