dal sito del Corsera
PARIGI – Due brigatisti italiani, entrati in clandestinità dopo essersi sottratti ai controlli giudiziari francesi nel 2004, sono stati arrestati a Parigi. Si tratta di Giuseppe Maj e di Giuseppe Czeppel. Il blitz fatto scattare dalla polizia li ha sorpresi in un appartamento della capitale transalpina, in boulevard de Charonne, nell’XI arrondissement. Avrebbero avuto falsi documenti di identità italiani. I due avevano fatto perdere le loro tracce quattro mesi dopo la fuga di Cesare Battisti (condannato a 2 ergastoli).
CHI SONO – Giuseppe Maj ha 65 anni, editore, ingegnere, originario di Schilpario (Bg), fondatore dei Carc (Comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo), fuoriuscito dal 1999. Giuseppe Czeppel è un quarantaquattrenne milanese, membro con Maj di una «Commissione Preparatoria (CP) del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano». I due erano stati arrestati a Parigi il 23 giugno 2003 dal pm dell’antiterrorismo Gilbert Thiel per «associazione per delinquere con scopi terroristici e possesso di documenti falsi».
Nelle loro case parigine erano stati trovati strumenti per falsificare documenti, matrici e passaporti da stampare. I due estremisti di sinistra erano rimasti 6 mesi in detenzione provvisoria, poi erano stati rimessi in libertà vigilata il 20 dicembre 2003 dalla Corte d’ Appello di Parigi, con obbligo di firma in un commissariato. Il 13 dicembre scorso Maj e Czeppel avevano annunciato che avrebbero «abbandonato la residenza obbligata alla quale le autorità francesi li avevano costretti, per riprendere il loro lavoro negli organi centrali del partito». I due italiani sono sospettati dalla Procura di Napoli di far parte di una nuova «associazione sovversiva», dopo la scoperta nel febbraio 2001 di un documento in cui il nuovo Partito comunista si proponeva di compiere «atti e violenze per sovvertire l’ ordine democratico».
E c’ è poi un’ inchiesta della procura di Bologna, che riguarda il solo Maj, per associazione sovversiva, non legata all’omicidio di Marco Biagi. Si era anche accertato che il materiale da falsario trovato nelle loro case era servito per fabbricare documenti di militanti del Grapo, il Gruppo di resistenza antifascista del Primo Ottobre, organizzazione terroristica spagnola.