Relazione sulla Politica Informativa

E’ appena stata messa online la 54esima Relazione sulla Politica Informativa e di Sicurezza italiana.
Dando un’occhiata emerge che, per la prima volta, una Relazione sulla Politica Informativa contiene un espresso riferimento al ciclo d’intelligence.
Credo sia in assoluto il primo documento ufficiale italiano ad esplicitarlo (con tanto di grafico a pagina 9).
Leggo, sempre a pagina 9: "Nel secondo semestre del 2004, per la prima volta dall’istituzione dell’attuale sistema intelligence
, si è ritenuta opportuna una generale verifica sullo stato di adeguatezza al contesto generale delle direttive impartite ai Servizi all’inizio dell’anno, in un’ottica tesa a calibrare, al meglio e con tempestività, l’azione degli apparati informativi.
Il Presidente del Consiglio ha così proceduto, d’intesa con i Ministri dell’Interno e della Difesa ed in raccordo con la Farnesina, ad individuare e definire i nuovi ambiti di attivazione sollecitati dalla mutata congiuntura, aggiornando l’agenda delle priorità della ricerca informativa di SISMI e SISDE.
Tali indirizzi, che prevedono l’approfondimento di specifiche tematiche e il monitoraggio di fenomeni emergenti, sono stati poi condivisi dal Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza, allo scopo di fronteggiare i molteplici profili di rischio nei loro sviluppi, in un contesto di armonica integrazione tra le articolazioni dello Stato preposte alla sicurezza.
"

Riguardo al terrorismo internazionale la Relazione afferma: "Per quel che concerne il SISMI, l’implementazione del dispositivo di contrasto alla minaccia terroristica di matrice internazionale ha considerato: l’evoluzione delle dinamiche interne ad Al Qaida, i rapporti tra Bin Laden ed il gruppo facente capo ad Al Zarqawi, le relazioni tra quest’ultima componente e le formazioni della guerriglia irachena; altri attori – interni ed esterni al teatro iracheno – interessati ad impedire la stabilizzazione; le strategie mediatiche dell’islamismo internazionale; il possibile finanziamento mediante indebita gestione della zakat da parte di alcune ONG islamiche; l’eventuale dislocazione in Italia e all’estero dei numerosi gruppi terroristici di matrice islamica evidenziatisi nell’ultimo periodo; la capacità militare delle formazioni armate operanti nei teatri afgano-pakistano e iracheno-mediorientale, la possibilità di “saldature” in funzione antioccidentale e di iniziative miranti a indebolire lo sviluppo economico dell’Occidente; eventuali connessioni tra terrorismo internazionale e guerriglia cecena nell’area caucasica."
Per quanto riguarda il SISDE, invece: "…dopo l’attentato di Madrid, si è imposta la specifica attenzione del Servizio nei riguardi della componente islamista radicale di origine maghrebina, in relazione alla possibile presenza di cellule nel Nord Italia, nonché della propaganda jihadista, alla luce dei ripetuti messaggi di minaccia contro l’Italia diffusi on line."