…La dottrina del jihad tra opposizione e sostegno
Un articolo della Professoressa Valeria Fiorani Piacentini, docente di Storia e istituzioni del mondo musulmano presso la Cattolica di Milano.
La Professoressa Piacentini è considerata una delle più grosse esperte italiane di Islam.
Ha pubblicato diverse volte anche sulla rivista del SISDe (dalla quale è tratto questo articolo) ed in uno dei suoi viaggi, prima dell’11 settembre, ha avuto la ventura d’incontrare di persona un tale Bin Laden… … persona della quale non conosceva, ai tempi, neanche l’esistenza.
Qui e qui due suoi libri, molto utili per chi vuole approfondire l’argomento. Il secondo, in particolare, pur di difficile reperibilità, è considerato a livello internazionale un testo d’importanza primaria.
Le soglie del terzo millennio e la nuova dimensione geo-politica dell’Islam
Con la disintegrazione dell’Unione Sovietica alla fine degli anni ’80 del secolo XX, si aperse una fase nuova, ancora tutta da valutare, la cui complessità è senza dubbio grande. La Rivoluzione Industriale lasciò il posto alla Rivoluzione della Bio-Tecnologia. Sullo sfondo, la Rivoluzione della Tecnologia dell’Informazione annullava frontiere e distanze, creando una nuova dimensione a-spazio/temporale.
Si tratta di una fase di transizione culturale ed epocale, cui sono state date molteplici etichette. La dimensione economica sembrò inglobare ogni altro valore, e condizionarlo. In un primo momento, il fattore economico sembrò anche incarnare l’arma tattica per eccellenza delle nuove strategie di potenza del terzo millennio: "[…] una nuova epoca storica della dinamica dell’economia mondiale – affermava Alberto Quadrio Curzio – che chiude questo secolo e che apre un periodo su cui al presente molte sono le congetture ma quasi nulle le certezze." (1) . Poi, ancor prima di varcare le soglie del millennio, cominciarono a configurarsi nuove forme di conflittualità, che – scavalcate le certezze delle frontiere del bi-polarismo e delle istituzioni internazionali – coinvolsero con insospettata violenza, e su scala globale, le strutture stesse del potere (politico-istituzionale-economico) e della forza.
In quello scenario, l’Uomo si è ritrovato nuovamente al centro di ogni dibattito politico e culturale, sia in ambito "occidentale" che in ambito "islamico". E questo dibattito – rielaborando i parametri tradizionali – ha rimesso ancora una volta in discussione Storia e Universo (2) . Si tratta di riflessioni che fanno presagire una nuova evoluzione che coinvolgerà l’Umanità tutta attraverso le nuove tecnologie, accelerando la transizione verso dimensioni dalle risultanze imprevedibili, dove il rapporto fra sviluppo tecnologico e conservazione dell’antico sapere e delle sue tradizioni sembra sul punto di lacerarsi.
È questo il dibattito che, con intensità drammatica, è tornato al centro del pensiero della dottrina strategica dell’Islam (3) .
Negli anni ’90 del secolo scorso, la chiave di analisi geo-economica aveva fornito parametri realistici, almeno per l’Occidente. Ed era sembrato realistico analizzare anche i problemi di sicurezza e insicurezza, e individuare le percezioni soggettive di questa, soprattutto nei grandi mutamenti avvenuti nella geo-economia dello sviluppo su scala mondiale – più ancora che nelle grandi e piccole chiavi ideologiche. "Il mondo dei Paesi sviluppati – ribadiva ancora Quadrio Curzio – pur avendo subìto nel corso di questi 120 anni grandi cambiamenti, è andato sempre più omogeneizzandosi fino a costituire una grande area economicamente (e per certi versi anche istituzionalmente) unificata; viceversa, il cosiddetto Sud del pianeta appare come un’area più disomogenea al suo interno, ed è certamente ben più disomogenea oggi di quanto non lo fosse nel 1870. Si tratta di una crescita che non risponde né a regole di convergenza né a regole di divergenza, ma a regole economiche – e, complementarmente, anche politico-istituzionali, piace aggiungere – non definitive e molto soggettive da area ad area" (4) .
La crescita della Cee e la nascita dell’Unione europea, l’allargamento della Ue dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, la liquidazione definitiva dell’antica concezione territoriale-coloniale e, con questa, la liquidazione ideologica della tradizionale concezione di "impero", contribuirono senza dubbio a creare un nuovo disordine. Sconfitto il nemico di oltre mezzo secolo, sulle spoglie del Patto di Varsavia furono rimessi in discussione ruolo e compiti della NATO; l’inadeguatezza e l’evanescenza delle Nazioni Unite aperse la strada a nuove inquietanti dinamiche di forza. I nuovi equilibri e le nuove strategie si focalizzarono sui mercati, e il fattore energetico acquistò una centralità senza precedenti; con la centralità del fattore energetico, l’Islam rientrò da protagonista nel gioco delle parti. Le principali fonti di produzione, le principali vie di transito sono – e continuano a essere e a passare – per territori abitati da popolazioni prevalentemente islamiche, e per quei neo-stati islamici sorti dalle ceneri dell’Impero Ottomano e dalle rovine del colonialismo occidentale.
Oggetto e soggetto al tempo stesso di questo nuovo gioco geo-economico e geo-strategico, l’Islam acquistò nuova consapevolezza di se stesso e della propria forza; elaborò nuovi parametri; ma, contemporaneamente, si ritrovò profondamente lacerato al proprio interno.
Fu però un Islam nuovo rispetto all’Islam della guerra fredda. Fu un Islam profondamente sensibile al fascino della tecnologia del terzo millennio. Ma fu anche un Islam che tornava una volta di più a interrogarsi sulla propria origine e le proprie radici culturali-religiose, dando vita a una nuova corrente di pensiero che si potrebbe definire "neo-fondamentalista".
(segue)