Se lo chiedono un po' tutti e se lo sono chiesto anche gli analisti dell'Institute for the Study of War, in questi anni una delle fonti principali sulla conflittualità medio-orientale, in particolare dell'area siro-iraqena.
L'ISW, assieme all'American Enterprise Institute, ha condotto una ricerca i cui risultati (per certi versi un po' scontati, a mio avviso) sono stati pubblicati in tre report (qui, qui e qui). In breve,il team di ricercatori ritiene necessario un intervento militare americano ed europeo che abbia l'obiettivo di distruggere le basi siriane ed iraqene dell'ISIS e di Al Qaeda. Intervento, però, che va attentamente calibrato sulle differenti realtà dei due gruppi jihadisti i quali hanno strutture, obiettivi, punti di forza e di debolezza differenti. Il "centro di gravità" di clausewitziana memoria dell'ISIS, ad esempio è costituito dal controllo del territorio in quanto, scrivono gli analisti americani, "it provides religious legitimacy, military capacity, the ability to impose governance, and a globally resonant message". In particolare, l'espletamento di funzioni di governo dei territori occupati, il mantenimento del consenso in tali territori, la gestione dei contrasti tra leadership centrale e leadership locali ed il controllo della componente combattente costituiscono le vulnerabilità che un'efficiente azione di contrasto dovrebbe mirare a colpire.
Elementi, questi, differenti da quelli che caratterizzano Jabhat al Nusra il cui "centro di gravità" è, invece, costituito dal suo legame con l'opposizione siriana, sia a livello locale che provinciale.
Scrivono gli esperti dell'Institute for the Study of War e dell'AEI:
ISIS and al Qaeda are military organizations with distinct sources of strength and ways of operating. These distinctions inform the requirements to destroy each organization in Iraq and Syria. Each has unique capabilities that the U.S. must counter or neutralize and vulnerabilities that the U.S. can exploit. Commonalities between these organizations meanwhile produce additional options for the U.S. to achieve asymmetric effects. Both have access to shared resources readily available in Syria and require that Syria’s Sunni population tolerate their presence. Both also pursue expansion into neighboring states by fostering disorder and radicalization amongst Sunni populations. Well-crafted courses of action will navigate these complexities to chart a course to achieve American national security interests rather than simplifying the problem set to engender a linear approach.
ISIS derives its strength and legitimacy from the territorial Caliphate under its control. This territory provides resources for ISIS and actualizes the religious vision of the Salafijihadi movement. Possession of a physical caliphate allows ISIS to invoke religious obligations to defend it that appeal strongly to Salafis and other radical Muslim groups. The resonance of this call offers ISIS potential leadership of the global Salafi-jihadi movement and gives ISIS military campaigns in Syria and Iraq momentum. The brutal methods by which ISIS controls the populations it governs, however, require ISIS to dedicate significant resources to maintain its rule. The need to retain territory to serve as the reification of the Caliphate also makes ISIS much more vulnerable to attack by conventional forces. This tension between the costs and advantages of maintaining its territorial control shapes how ISIS behaves as an organization.
Jabhat al Nusra derives its strength from its intertwinement with Syrian groups that represent much of Syria’s majority Sunni population. Jabhat al Nusra is part of a network of armed opposition groups, civil society elements, relief organizations, and civilian populations that rely on it for support.
Its acceptance by non-Salafi opposition groups gives it greater legitimacy in the eyes of ordinary Syrian Sunni. It leverages those relationships to create formal structures to serve as the foundation of a future Islamic Emirate for al Qaeda in Syria. It also conducts religious outreach to transform the ideology of Syrian civilian populations. Its sustained military contributions to the war against the Assad regime ensure its continued acceptance by many Syrian Sunni in the near term even when disputes arise about how local governance should operate. Jabhat al Nusra’s prosecution of mutually reinforcing religious and military campaigns in Syria makes it an unusually dangerous and adaptive threat. […]
Concludono gli analisti:
Attacking the center of gravity of ISIS is superficially more straightforward than dismantling Jabhat al Nusra’s intertwinement with the Syrian opposition. The U.S. and the West have many military capabilities for expelling hybrid forces from terrain they control. Setting conditions to ensure that such forces will be unable to return to areas from which they have been driven out is a more complex task, but still one that is familiar from recent conflicts.
Jabhat al Nusra’s strategy requires the U.S. to develop careful phasing. The difficulty of designing a campaign to disentangle Jabhat al Nusra from the opposition in contrast to the relative ease of constructing a campaign to deprive ISIS of the terrain it holds might tempt the U.S. to focus first on ISIS and then turn to Jabhat al Nusra. Such a phasing construct would be a fatal mistake. Jabhat al Nusra is poised to benefit from the defeat of ISIS while consolidating its position among rebel groups. Allowing Jabhat al Nusra to deepen its support within Syrian communities while focusing on ISIS risks turning the fight against an extremist group intertwined with opposition structures into a conflict with a significant population actively supporting Jabhat al Nusra. A successful U.S. strategy must therefore operate against both enemies simultaneously in order to ensure that it does not merely install Jabhat al Nusra as the successor to ISIS. […]
Jabhat Al Nusra and Isis – Sources of Strength
Silendo le società multietniche sono una grande esperienza umana oltrechè un modello di benessere economico, le società invase da immigrazione clandestina sono basate sul crimine e la miseria. E' possibile realizzare la prima?
Morgana….socmint
Certo….
Scusate
so che il tema è tabu, ma approfitto dell'anonimato per fare una precisazione. Una buona parte degli scienziati sociali ritiene che
1. probabilmente le società multietniche siano in genere meno produttive ed efficienti di quelle monoetniche
2. sicuramente esse siano più instabili e prone alla guerra civile quando le condizioni di presentano e putroppo queste situazioni si presentano a prescindere (abbastanza) dal grado di sviluppo
Prego anche di notare che i risultati più recenti sui meccanismi di combustione di un conflitto etnico indicano che la povertà, alias il livello di sviluppo economico, NON sono significativamente correlati al rischio. Tradotto: chi pensa che a noi non puo' capitare perché noi siamo "ricchi, sviluppati, tolleranti, abbiamo internet e l'Euro" si sbaglia di grosso.
3. prego anche di notare che i recenti studi, quelli che sembrano avere maggiore potere predittivo e match coi dati, sono di matrice realista, non costruttivista e si basano su una versione atomizzata del security dilemma e di un problema di impossibilità intrinseca di segnalare commitment (alla fine aveva detto tutto Schelling). Tradotto: probabilmente sono volatili per diabetici perché se il framework che ha maggiore leverage è quello realista, questo vuol dire che agire sull'aspetto culturale (educare, integrare, insegnare, convivere, dialogare) serve a molto poco. Quando la polarizzazione si innesca, il security dilemma spinge la maggioranza di moderati a prendere posizione all'estremo dello spettro delle opzioni e questo polarizza la società (ricordate Schelling: Micro Motives and Macro Behaviors? ci ha vinto un Nobel, perché nessuno lo legge?).
Giovanni Sartori, per sempio, fa notare che non esiste un solo caso dal 700 D.C. in poi di una società in cui cristiani e musulmani (in cui, si intende, i musulmani sono una precentuale comparabile a quella dei cristiani) che non sia finita in guerra religiosa e segregazione.
Un giorno bisognerà che i nostri intellettuali colmino il gap tra quello che gli scienziati sociali hanno appurato sulla guerra in Yugoslavia e quello che i media hanno spiegato.
Saluti
Nemo
Caro Nemo,
gli scienziati sociali elaborano teorie, ma tra la teoria e la pratica c'è un abisso: puoi leggerti un manuale e metterlo in pratica senza aver risolto la realtà: la complessità sociale non ha leggi, per questo la gente muore e vive nel segreto delle sue missioni ai margini scavalcando spesso gli schemi dei teoremi sociali, trasgredendo qualche regola scritta per sapere di più e per salvare più vite.
Agire sull'aspetto culturale serve a molto: le società civili sono prima di tutto sistemi integrati: non c'è differenza tra destra e sinistra, all'uopo sono importanti sia il netturbino che il tecnico carpentiere che l'analista culturale (la Montalcini usava una bella metafora che mi ricorda l'adolescenza "devi capire quand'è il momento di essere senz'olio e contro vento"), spesso ci si confronta con persone che non hanno niente a che fare con il proprio vissuto ma che nell'insieme sono funzionali al fine che giustifica i mezzi. Insomma empatia e poco eccitamento!
Nemo continua così….quando finirai la tua tesina, passerai al kamasutra? Questi scienziati sociali sono insopportabili…tra la teoria e la pratica c'è il godimento di mezzo!!!
Morgana ….socmint
Ciao Morgana
riguardo al kamasutra, non ho bisogno di aspettare la fine di qualcosa, ho già una vita sessuale. E tu? La tua prosa… pare troppo cervellotica… sai a volte mancanze sul piano fisiologico si ripercuotono su quello psicologico e arrivano a quello culturale senza che ne accorgiamo.
Sei una simpatica e presenza di questo blog, ma rimane il problema che si capisce poco quando scrivi. Anzi, putroppo si capisce benissimo: hai un rapporto artistico col ragionamento. Credo che già in passato Hooded ti avesse detto che eri crociana. Mi inchino allo stile e all'aplomb britannico di Hooded, io sono un più diretto: hai un approccio letterario che va bene per un talk show in prima serata e per un inserto di Repubblica (attivtità rispettabilissime a cui io non saprei dedicarmi) ma non serve a produrre conoscenza accumulabile.
Vedi: gli scienziati sociali sono quelli che studiano la realtà sociale. Lo fanno con metodi che cercano di aumentare al massimo il valoro delle infernenze che fanno. Se vuoi capire come funziona devi passare di li. Secondo: le teorie sono strumento indispensabile per capire la realtà sociale. Senza teorie non puoi neanche farti domande, perchè chiedersi se esista o non un nesso causale sottende già più teoria più di quanto pensi. A volte le teorie spiegano molto, a volte molto poco (leverage, potere predittivo, robe che studiano gli scienziati sociale, ma guarda un po').
Riguardo alla cultura e alla complessità sociale. Ci sono casi in cui la cultura è rilevante, ci sono casi cui lo è pochissimo e una matrice 2×2 e la teoria dei giochi spiegano l'essenza del problema. Saper distinguere quando vale un caso e quando vale l'altro fa per altro parte del lavoro degli scienziati sociali.
Quindi, se tu fossi una scienziata sociale, potresti dirmi, mah, ho letto gli studi di X e Y, non credo che siano validi perchè Z eY, secondo me un apprroccio costruttivista è più adatto perchè nei casi B e K abbiamo evidenza che …
any way, tra teoria e pratica ci puo' anche stare il godimento, ma e temo per quello dovrai rivolgerti altrove…
Ah Croce… quando lo sento nominare mi viene da fare il segno della non-Croce.
😉
A dire il vero mi irrita ancor di più il crocianesimo anti-scientifico che ha caratterizzato il dopoguerra in Italia, che non Croce di suo.
Comunque, evitiamo che la "psicosfera cominci a sapere di alluminio e cenere": https://goo.gl/7urCI4
hehehe
😀
Caro Nemo…c'è un tantino di maschilismo che mi ricorda che a volte il testosterone è come l'entropia: energia sprecata!!!
Quanto a me:
1- non sono Crociana
2-per le scienze sociali ci sono passata, con 2 lauree: una tesi sociologica e una psico-criminal-giudica
3-non mi sono mai preoccupata di validare gli studi X e Y, perchè in termini Popperiani gli studi scientifici si basano sulla falsificazione e non sulla validazione
4-quanto al godimento chiarisco che nel rispetto del Galateo poichè non siamo a tavola…scherzo in modo genuino!!!!
5- non ho alcuna mancanza sul piano fisiologico, ma sono stata educata al dominio delle passioni per cercare negli esseri umani di genere maschile il dialogo prima di tutto. Credo che c'è una bella differenza tra fisiologia e utilizzo delle parti del corpo: molte persone usano la bocca per masticare e parlano continuamente di cibo, altre si nutrono e alimentano la testa per ragionare e comunicano idee. Ne consegue che anche altre parti del corpo possono avere una valenza fisiologica e un utilizzo proprio, per questa ragione ho sempre studiato sulla mia scrivania, in biblioteca, sul mio letto quando sono stanca… ma mai dentro una toilette: per non confondere gli ospiti del soggiorno con degli asciugamani.
6- "Produrre conoscenza accumulabile!!!"….che relazione c'è tra i processi di produzione e le scienze sociali? Non ho mai prodotto conoscenza accumulabile e mai lo farò, non ho mai sfornato chili di comprensione della realtà, l'osservazione sociologica, l'empirismo e una buona dose di umiltà mi ricordano ogni giorno che è possibile vivere nella società civile attraverso l'armonia di tutte le sue componenti.
Morgana
Cara Morgana
un consiglio: dopo le due lauree prova un master. Mettici dentro un bel corso di metodi avanzati di ricerca per le scienze sociali. Scopriresti che il mito della falsificazione popperiana è superato da un po'. Quasi mai sei in grado di falsificare una teoria in maniera popperiana. Si è scoperto che, a causa di un certo Bayes, molto sovente (e molto meglio) l'unica cosa che puoi fare è validare una teoria per passi successivi.
Se non non te l'hanno mai fatto notare nelle tue due lauree, prendi il caso della teoria della relatività generale. La prova che ha convinto la comunità scientifica della sua bontà (l'osservazione della precessione del perielio dell'orbita di Mercurio) non è una osservazione che falsifica un bel niente, perchè é NON consente di falsificare, ma di validare. Non falsifica (cioè non ti dà certezza assoluta che la tesi è sbagliata) ma valida (aumenta drasticamente la tua confidence nel fatto che la teoria sia vera, o se vuoi dirla in altro modo, la tua stima a posteriori della probabilità che la teoria sia vera, data l'evidenza, è molto maggiore di quella a priori). Cerca su wikipedia teorema di Bayes.
Eppure non è che Einstein (e tutti i premi Nobel che hanno speso tempo ed energie per misurare la precessione) abbiano detto: fermi tuti, popperianamete non stiamo falsificando…
Nota: citare Popper e il fatto che le teorie si falsificano è un vezzo tipico di chi pensa di sapere perchè ha letto due cose, ma non sa, perchè poi non ha ricevuto una formazione professionalte sui metodi di ricerca . Oggi, dei metodi di ricerca usati nelle scienze sociali, non ne esiste uno che prenda sul serio una logica popperiana.
Ciao Morgana
Ah, altra nota.
Non per Morgana ma per eventuali giovani utenti del forum. Non fate la cazzata di prendere due lauree. Quando ero un giovane virgulto, ebbi l'improntidudine di dire a un mio prof. che presa la prima laurea ne avrei voluta prendere una seconda in una meteria parzialmente collegata. Ne derivo' un cazziatone piuttosto deciso, di cui sono ancora grato.
Il caro Prof. mi spiego' che dopo una laurea, se vuoi continuare ti prendi un master, un dottorato e fai ricerca, in quello che ti pare, esattamente come quando hai finito il liceo: non è che sei hai fatto lo scientifico torni indietro e rifai il classico per studiare il greco. Se ti piace il greco ti iscrivi alla facoltà lettere e vai avanti.
Saluti
Nemo
Fai bene a rivolgerti ai giovani utenti del forum… Magari alcuni credevano che il popper fosse na roba da inalare 😂
Per il resto non ti consiglio il kamasutra ma un po' di yoga. Aiuta di più a superare la frustrazione
Caro Nemo, mi fa piacere che sei convinto dei tuoi studi, ma se permetti a questo mondo non dobbiamo fare tutti le stesse scelte e il mio percorso di studi lo rifarei 100 volte esattamente con gli stessi esami e la stessa fatica nell'affrontare lo studio. La diversità nella formazione è una ricchezza culturale, non credo che le scienze sociali in modo assoluto sono sufficienti alla comprensione del mondo: dire che Popper è stato superato è come dire che Newton è vecchio. Chiariamo l'approccio allo studio: stiamo vivendo un periodo di transizione sociale che la moda culturale ama definire riformismo, tra un pò riformiamo Lutero perchè la riforma protestante è roba superata!!! Tutto questo mi produce un notevole voltastomaco perchè amo conservare, e sottolineo conservare il patrimonio culturale che ci è stato tramandato.
Bayes me lo sono già digerito non attreverso Wikipedia che non è una fonte attendibile.
Non so in quale Paese del mondo vivi e lavori, ma in Italia sebbene ci sia una grande attenzione agli studi accademici, il valore della formazione non è riconosciuto nella professionalità, per questo c'è una grande fuga di cervelli all'estero.
PS Il tuo continuo confutare ogni mio approccio alla cultura mi porta verso una plausibile considerazione: ti fai promotore di qualche Master accademico e cerchi adepti? Con me non attacca, sono indomabile, non ho paura,sono testarda, permalosa, orgogliosa e ho un sesto senso che mi guida da tanti anni.
Morgana
Caro Sil, l'amore ha pervaso il blog…
Per favore falli incontrare, secondo me chiarirebbero immediatamente sia le idee sulla relatività del Kamasutra che le acrobazie mercuriali…
Secondo le scienze previsionali crociane, la logica dei distinti, è metodologicamente approvato che due entità distinte ritrovino unità solo in ambito psico emotivo, vincendo quindi le razionalità manifeste. Amore per l'intelligence, la passione per le scienze e la pulsione della sfida connotano i loro dialoghi già di pura, semplice attrattività e curiosità dovuta anche al mistero delle identità fisica…
Silendo Stranamore? Go on please!!!
.H.
😀 😀 😀
Scientia rerum republicae salus….la conoscenza delle cose è la salvezza della Repubblica…..stiamo precipitando non sarà che le cose dovrebbero farle coloro che hanno una formazione adeguata?
Non sono una scienziata sociale, non me lo ha suggerito Bayes e neanche Popper!
Quanto all'affettività….mi piacerebbe avere una vita privata, ma a volte mi sveglio e non so neanche dove mi trovo, mi tocca fare tutto da sola compreso il cambio gomme!!!…Silendo, la prossima volta che i monelli del tuo blog mi dicono che non ho capito niente prometto che nello spazio dei commenti gli farò scrivere come Bart Simpson: "Morgana è brava in fondo tutti gli vogliamo bene!"
Quanto agli appuntamenti al buio….è fondamentale valutare un uomo dal modo in cui si stira la camicia da solo!!!
Morgana
L'amore non è bello se non è litigarello.
Ero io quello qui sopra, sorry!
Dai Morghi, lo sai che ti siamo affezionati, e poi tu e Asso non dovevate uscire ad un certo punto?
😉
…..e poi i miei gusti sono piuttosto particolari: sono affascinata da chi ha almeno affondato 2 cacciatorpediniere nemiche, abbattuto 2 cinghiali e squoiato 1 pantegana!!!
Morgana
Ciao Hood,
ti faccio presente che questa discola di Morghi non si e' fatta ancora sentire … non mi vuole piu' bene … eppure l'ho sempre trattata con amore e rispetto …
Non fa nulla, l'importate e' leggerla di tanto in tanto in questo bel Blog … Asso sa accontentarsi
Gentilissimo Asso se sopravvivo ai divoratori famelici opportunisti approfittatori che viaggiano in questo mondo e che veicolano terrorismo psicologico proverò a trovare un angolo di tranquillità…e te ne accorgerai!!!
Sono devastata ma non mollo!! Da anni affronto alcune dimensioni della comprensione (da sola così non metto in pericolo la vita di nessuno) che vorrei chiarire e alcuni spunti di questo blog mi hanno aiutato a ricordare e a capire! Non è facile osservare la realtà quando hai un punto di vista certo e storicizzato, mentre intorno sei circondato dall'incertezza e dalla insicurezza che alimenta il crimine e arricchisce l'odio.
Avevo tanti desideri…non erano i miei…erano quelli che ho accumulato negli incontri quotidiani, negli anni di studio, nella ricerca professionale e nella sete di giustizia sociale: alcuni si sono avverati perchè erano i desideri dell'umanità e della volontà collettiva…per realizzarne altri mi manca un interlocutore affidabile.
Morgana