Secondo le stime più recenti dell’Intelligence statunitense sarebbero 30.000 i combattenti stranieri affluiti nell’area siriana dal 2011 ad oggi. Un numero nettamente più alto rispetto alle stime precedenti.
Scrive il New York Times che secondo l’Amministrazione Obama gli sforzi internazionali per rallentare il flusso di combattenti stranieri non hanno sortito l’effetto sperato ed il flusso è anzi aumentato. Un rapporto di una commissione d’inchiesta del Parlamento statunitense di prossima pubblicazione confermerebbe questi dati e valuterebbe in modo molto critico l’efficienza della cooperazione internazionale. Riporta infatti il quotidiano newyorkese:
“Foreign partners are still sharing information about terrorist suspects in a manner which is ad hoc, intermittent, and often incomplete,” says the 85-page report. Its release is timed to the meeting at the United Nations. “There is currently no comprehensive global database of foreign fighter names,” it says. “Instead, countries including the U.S. rely on a weak, patchwork system for swapping individual extremist identities.” […]
The United Nations Counter-Terrorism office has recommended that countries take urgent measures to disrupt travel by would-be fighters. At the moment, only five of 21 high-priority countries surveyed require advance passenger information or passenger name records, making it virtually impossible to flag suspects who might be flying to conflict zones in incremental steps, rather than taking direct flights that would invite scrutiny.
Most countries have passed laws to restrict “incitement” to terrorist acts, but in some places those laws are so broad that they prevent free expression. Most countries, however, do not have laws that enable them to prosecute those suspected of planning travel to a country to commit terrorist acts or receive terrorist training; of the 21 countries, only five had such laws.
Buongiorno Silendo,
se questi 30.000 fossero impiegati in Europa, non sarebbe un numero NOTEVOLE e INASPETTATO ?
B.A.
Buongiorno Babbano.
In che senso?
30.000 potenziali attentatori sguinzagliati per l'Europa non sarebbero difficilmente controllabili e neutralizzabili ?
P.S. Intervista del Gen. C. Jean oggi su La Nazione a Pag. 4
Questo è certo. Ma l’esperienza fino ad ora ci dimostra che essere combattenti volontari in un conflitto non rende automaticamente jihadisti al ritorno a “casa”. Molti muoiono, molti vogliono tornare a vivere in pace. Ovviamente non è detto che il quadro sia sempre così idilliaco però di sicuro è errato considerare automaticamente terroristi coloro che si recano in Siria per combattere.
Silendo, scusami ma alla luce della recente legge italiana chi va a combattere all'Estero (indipendentemente dalla parte per cui combatte) viene considerato Terrorista.
Sbaglio ?
L'unica possibilità positiva è che non possa ritornare affatto.
Scusa il Cinismo.
B.A.
No, non viene considerato terrorista. E’ semplicemente un reato.
Silendo hai scritto " …Molti muoiono, molti vogliono tornare a vivere in pace. …"
Ma come fai a vivere in pace se quello che hai fatto Ti rende perseguibille perchè hai compiuto un Reato ?
Per me sono e restano solo … DORMIENTI.
Penso che al momento non è possibile neanche fare una analisi statistica sul campione di quelli rientrati per valutare quanti di questi " vivranno in pace " e quanti invece diventeranno "terroristi".
B.A.
Babbano, scusa, cosa vuoi dire? Che siccome io rischio un’imputazione per un reato del genere allora tanto vale che valuti l’ipotesi di compiere attentati al mio ritorno? Uhm….
Perdonami, non condivido assolutamente.
Riguardo alle statistiche ce ne sono. Il fenomeno dei “foreign fighters” non è nato col conflitto siriano. Adesso ha assunto proporzioni molto ampie ma contingenti di combattenti stranieri sono affluiti dal 1980 in molti conflitti medio-orientali. La casistica è stata studiata.
La guerra civile spagnola ha visto circa lo stesso numero foreign fighters. Con persone della stessa nazionalità che combattevano su fronti opposti (Land and Freedom di Ken Loach ne racconta una versione).
Se si considerano terroristi automaticamente quelli che combattono per Daesh allora lo si deve fare anche per quelli che si uniscono ai curdi, la situazione sarebbe piuttosto complicata dal punto di vista del diritto internazionale e non solo.
Secondo la Direttrice del sito Site :
Il Cooperante italiano Cesare Tavella di 50 anni e' stato ucciso
con tre colpi di pistola in strada a Dacca in Bangladesh .
L'Isis avrebbe rivendicato l'atto.
Il Dr Tavella lavorava per la siccome Cooperation .
B.A.
Per non parlare del conflitto ucraino/russo. Nel Donbass sono affluiti foreign fighters da tutta Europa, Italia inclusa, anche se ovviamente in quantità minori rispetto al conflitto siriano. Qui la base ideologica è politica e non religiosa, ma siamo sicuri che si possano fare distinzioni di reato e threat assessment in base a quello?
Purtroppo le incognite connesse al ritorno dei reduci dalle zone di conflitto e gli indicatori di rischio sono ancora tanti e risiedono in primis nella difficoltà di monitoraggio in fase di rientro nel Paese di origine ed inoltre, nell'influenza che questi ex combattenti possono avere nei processi di radicalizzazione di individui più vulnerabili, così come nella costituzione di reti attive nel reclutamento e nell’instradamento di volontari.
Un utile supporto é costituito senza dubbio dalle recenti raccomandazioni dell'UE con la compilazione della risk indicators list che consente alle autorità di frontiera di svolgere un profiling coerente alle esigenze, cosi' come l'uso diciamo più spinto dello Schengen Information System e non ultimo alcuni progetti attualmente in fase di trial in alcuni Paesi che prevedono l'uso di determinate apparecchiature per…
Sorry can't say more then this
Anyway molto interessante questo blog for discussion
http://www.giuseppeesposito.it/fenomenologia-dei-foreign-fighters-seguaci-di-instagram-e-di-allah-contemporaneamente/
Silendo, volevo segnalare i due articoli di oggi su Il Tempo.
Il primo è una intervista al Dott. Massolo in cui parla dei novanta foreign fighters che hanno avuto a che fare con l'Italia e della distribuzione di tale numero fra italiani figli di genitori italiani, italiani figli di immigrati e immigrati loro stessi.
Il secondo riguarda la seconda ondata /arrivo degli interpreti afghani che hanno dato supporto alle truppe Italiane di base in Afghanistanta quale ad esempio la base a Bala Boluke Farah.Il Ministero della Difesa ha attivato per loro un programma di protezione Sprar (vedi http://www.sprar.it ) .
Silendo, secondo Te corriamo qualche rischio che qualcuno di questi sia un terrorista dormiente come accade in una base USA dove furono uccisi molti 007 americani ?
B.A.
B.A.
Scusa Silendo, ma l'articolo sugli Interpreti Afghani non è su Il Tempo, ma su Il Mattino di oggi.
B.A. senza Tempo al Mattino
😀 😀 Grazie, come sempre, caro Babbano