(AGI) – Roma, 5 nov. – Allarme dei servizi segreti sul terrorismo di matrice islamica. Nel mirino degli 007 il web e una trentina di persone che operano sul territorio italiano facendo propaganda e inneggiando alla Jihad, la guerra santa.
“Lo Stato Islamico (o ISIS ndr) – si legge in una nota della nostra intelligence – degli del Dis di cui il GR1 e’ venuto in possesso – fa un esteso e puntuale utilizzo di piattaforme virtuali per divulgare i propri prodotti mediatici ma soprattutto per diffondere la propria ideologia. Tale utilizzo – prosegue l’informativa – favorisce anche un meccanismo di reclutamento indiretto e di auto-radicalizzazione da parte di elementi della cosiddetta seconda generazione in particolare nei paesi non arabofoni”. L’attenzione dunque e’ massima. Lo conferma al GR1 Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento Informazione e Sicurezza, organismo di coordinamento dei servizi segreti.
“Il web – spiega Massolo – crea delle opportunita’ assai piu’ ampie di radicalizzazione. Di fatto crea una specie di cassa di risonanza virtuale in cui i messaggi indirizzati verso chi e’ piu’ facilmente radicalizzabile sicuramente trovano un’eco molto ampia e molto facile. ….non abbiamo in questo momento in Italia una notizia di progettualita’ specifica – aggiunge Massolo – cio’ non di meno abbiamo in atto un’attivita’ di attenta vigilanza proprio per evitare che dalla potenzialita’ si possa passare agli atti”. (AGI) .(AdnKronos) Guardia alta contro la minaccia terroristica che rimbalza in Rete e rischia di creare proseliti.”Il web crea delle opportunità assai più ampie di radicalizzazione: di fatto crea una specie di cassa di risonanza virtuale in cui i messaggi indirizzati verso chi è più facilmente radicalizzabile trovano un’eco molto ampia e molto facile”, spiega il direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, in un’intervista al Gr1, ribadendo che al momento “non abbiamo in Italia una notizia di progettualità specifica”.
Ma l’azione di prevenzione dell’Intelligence è alta, e così le azioni di contrasto a minacce asimettriche: “Abbiamo messo in atto un’attività di attenta vigilanza -assicura il direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza- proprio per evitare che dalla potenzialità si possa passare agli atti”. Nel contesto di un percorso di radicalizzazione e reclutamento, internet viene adoperato dagli estremisti per illustrare e rinforzare messaggi e narrative tramite la diffusione e la condivisione di video, immagini e testi. La Rete, inoltre, rende più semplice l’adesione e l’integrazione di nuovi soggetti all’interno di organizzazioni e gruppi estremistici perché crea un nuovo ambiente sociale, una sorta di camera di risonanza virtuale nella quale, anche grazie all’anonimato, idee e messaggi estremi ricevono supporto ed incoraggiamento.
Ma -segnala un documento intelligence- internet ”non viene generalmente adoperato dai terroristi per effettuare un diretto reclutamento operativo”, che necessita di contatti inter-personali ed avviene nel mondo reale. In definitiva, avvertono gli 007, la Jihad online costituisce una componente importante del terrorismo islamico perché crea maggiori opportunità di radicalizzazione. Benché non acceleri necessariamente tale processo, internet lo può tuttavia facilitare poiché tende a completare e a velocizzare un percorso che, comunque, normalmente inizia e si conclude ‘offline’.
la… cassa cibernetica.
Sia aggiunto agli atti.
Ma ha letto il:
Financial Times
November 3, 2014 6:03 pm
The web is a terrorist’s command-and-control network of choice
Robert Hannigan
guardate il sito news.vice.com
enjoy
A noi papá non ha comprato la casa a Manhattan coi soldi fatti da politico… (O vendendo libri come sostiene lui)
Hood, perdonami, non ti seguo…
Mi risulta che la figlia di Walter Veltroni sia nell'editorial board di Vice News.
(Il mio era un commento gratuitamente stronzo)
Aaah ahahah ok…adesso ho capito. È che non riuscivo proprio ad inquadrare 😉 😀
visitate cosmonitor.com
meno male che ci sono i servizi italiani a metterci a parte di queste novità, queste notizie per nulla scontate e a cui nessuno avrebbe pensato da solo. Grazie ragazzi, la patri ha bisogno di voi…
Volevo, brevemente, segnalare un libro che è stato portato alla mia attenzione ieri e che potrebbe essere d'interesse per alcuni.
L'autore, Jonathan Powell è un ex-consigliere di Tony Blair che correntemente lavora per il Henry Dunant Centre for Humanitarian Dialogue.
Il libro Talking to Terrorists: How to End Armed Conflicts sposa la linea del dialogo e della mediazione, non l'ho letto ma mi si dice che sviluppi certi punti molto bene, alcuni dei quali di natura estremamente pratica; del tipo come mettersi in contatto con un'organizzazione terroristica e come scegliere la persona adatta per le mediazioni.
Tutto qui, pensavo potese sollevare qualche dibattito interessante.
meno male che abbiamo i civili 'professionalizzati' dal mondo accademico che ci proteggono!!!!!
Vate carissimo, nervi scoperti in questo periodo sul blog… o interpreto male (come spero…)?
Dici che bisognerebbe aprire un tavolo, una cabina di regìa, una Commissione, un gruppo di studio, un organismo di valutazione, un the (meglio un brandy) con gli stakeholder… il tutto finalizzato alla migliore integrazione interdisciplinare ed interculturale all'interno del complesso rapporto strategico tre apparati e accademia? Tra il modello craft-oriented e quello professional-oriened? 😛
Caro Gio’, sarà che in questi giorni non riesco ad essere “sul pezzo” come vorrei ma a me non sembra di cogliere particolari “scoperture” 😀
Allora ho certamente – e per fortuna, direi – interpretato male 😉
Giovanni, secondo me è un esempio di integrazione tra essere umano e calcolatore, un INFORG come lo chiameresti tu. Infatti è evidente che qualcuno ha inserito dei chip su parti umane, specificamente sulla spalla.
😉
Hai ragione Hooded. Ma la prossima cyberfrontiera delle INFORG sarà inserire delle parti umane (non so quali però… 😛 ) dentro ai chip… 😀
http://dictionary.cambridge.org/dictionary/british/have-a-chip-on-your-shoulder
(è l'equivalente in inglese di "nervo scoperto")
su questo blog non si finisce mai di imparare! 😀 Grazie Hooded, non avevo intuito il significato (o meglio, non lo conoscevo proprio 😉 )
Sono io che devo scusarmi, la battuta era decisamente convoluta: un gioco di parole oscuro a cavallo tra due lingue/culture…
http://www.independent.co.uk/life-style/gadgets-and-tech/cyborg-cockroaches-with-wireless-microphones-could-help-rescue-disaster-survivors-9855612.html