Segnalo un’interessante riflessione del Prof. Virgilio Ilari sulla crisi in Ucraina e, più in generale, sulle dinamiche storiche della conflittualità globale.
Il saggio è stato pubblicato su Osservatorio Analitico.
Segnalo un’interessante riflessione del Prof. Virgilio Ilari sulla crisi in Ucraina e, più in generale, sulle dinamiche storiche della conflittualità globale.
Il saggio è stato pubblicato su Osservatorio Analitico.
Articolo che esprime idee interessanti e spesso condivisibili, ma che soffre anche di quel tipico male italico che tanto infastidisce.
(ma queste sono avversioni personali)
Ciao Hood. Quale?
A mio gusto personale, e sottolineo personale, la prosa è un po’ troppa ricca per un articolo che appare su un sito che si chiama “Osservatorio Analitico“. Ha uno stile letterario-filosofico che apprezzerei in altri contesti; io sono dell’opinione che quando si scrive di queste cose con la pretesa di essere analitici si dovrebbe essere diretti, ben strutturati e lasciare diversioni colte ad altri ambienti.
Mi si accusi pure di vedere tutto tramite le lenti del pragmatismo anglosassone, ma barocchismi sintattici come (uno tra i tanti):
mi fanno sospettare che l’autrice sia più interessata a far vedere quanto sia intelligente e colta che non a convogliare un messaggio chiaro e strutturato.
Ripeto, in un contesto letterario lo apprezzo in un contesto di intelligence molto meno. Concordo con molti dei concetti espressi, ma la forma soffre del male italico per eccellenza: il crocianesimo.
Mi associo.
Come diceva il mio ordinario: “Maledetto Croce, la rovina della cultura italiana”.
L’ho letto. Giudizio: pessimo. Salta di palo in frasca, affermazioni apodittiche, argomentazioni appena abbozzate, criteri di analisi non esplicitati che per di più si sovrappongono in maniera confusa (analisi storica? approccio letterario ? filosofia della storia a poco prezzo?)… potrei continuare
Un po’ duro, ma quando ce vò ce vò…
Citazione: “Dal punto di vista della storia “civile”, unicamente concentrata sugli aspetti costituzionali e sociali, lo spartiacque tra l’epoca “moderna” e l’epoca “contemporanea” è il 1789”. Nemo Profeta: “Graziealca, che profondità”
“In ogni modo si può dire però che tutte le guerre europee dell’età moderna sono state “mondiali” in senso spaziale, perché sono state combattute a scala planetaria, anche sugli Oceani e in Asia, Africa e America. “ Nemo Profeta: non tutte, sorry. Alcune solo in Europa, neanche tutta l’Europa, alcune solo fuori dall’Europa, sebbene combattute da potenze Europee. Lasciamo perdere le frasi ad effetto
“Si può dire anzi che l’intera epoca che va dal 1492 al 1991 costituisca un’unica immensa guerra civile mondiale, corrispondente nel mondo antico ai cinque secoli dalle guerre Persiane ad Augusto.” Si , se allarghiamo il concetto di guerra fino a fargli perdere l’ultimo residuo di utilità… allora visto che ci siamo, facciamo che prendere tutto il periodo dalle guerre puniche all’ultimo festival di san remo, l’utilità delle due generalizzazioni è circa la stessa
“Una guerra che mutava le forme e i competitori, ma la cui latente posta in gioco era in ultima analisi sempre la stessa: la creazione di un impero a vocazione universale, capace di riorganizzare un intero “mondo”, eh certo, se metto tutte le guerre in un’unica meta guerra che dura 5 secoli , la posta in gioco non puo’ che essere il predominio mondiale
“ con l’Europa de-sovranizzata e ridotta nelle condizioni della symmachia romano-italica del III-I secolo a. C., ” bel paragone ad effetto, fa figo, fa colto, ma non dice nulla… su che base e’ fatta la similitudine?Sotto quale aspetto è valida? Con che limiti? Boh, fa effetto, fa colto, beccatevela e state zitt. Questo non e’ metodo comparativo come strumento indagine storica o politologica, ma una figura retorica… se volete prendo Tucidide e faccio una serie di paragoni ad effetto tra la guerra del Peloponneso e una guerra a vostra scelta, inclusa la saga di guerre stellari. No, perché anche io nel mio piccolo ho studiato…
Che noia…. per farsi un’idea di come si fanno le cose , uno per esempio potrebbe leggersi: The Causes of War, di Geoffrey Blainey.
LOL.

Nemo, io son qui che lavoro di uncinetto e tu arrivi con un Browning M2!
😉
Carissimi, non entro nel merito dell’analisi (che comunque trovo interessante e degnissima). Riguardo allo stile, conoscendo di persona il Prof. Ilari (di cui mi vanto di essere amico, lo dico per trasparenza) posso testimoniare che è persona che brilla per umiltà e per conoscenza storica, oltre che per profonda cultura.
Chiarisco questo non per dovere di amicizia ma perchè anch’io, come ben sapete, disistimo i parolai e chi copre il vuoto spinto con il linguaggio forbito. Ecco, se c’è una persona che ha contenuti quella è l’autore di questo articolo.
Giustamente, poi, ognuno poi li valuta come meglio crede 😉
Mi devo scusare, ho letto Virginia invece che Virgilio… lapsus.