L’analisi di George Friedman (Stratfor) ovvero Israele sta vedendo via via ridursi le proprie capacità di manovrare strategicamente. Il quadro geopolitico medio-orientale ed il ridimensionamento dell’impegno statunitense riducono le opzioni a disposizione di Tel Aviv.
Sono persuaso che dall’imminente visita di Obama in Israele, prevista per il 20 marzo 2013 (sei giorni prima della Pasqua Ebraica), denominata”Alleanza Indistruttibile”, Netanyahu ne uscirà rafforzato (come figura politica).
Asso, quello che dici è possibile sul fronte della politica interna e la ragione di ciò potrebbe proprio essere dovuta al fatto che Israele sentendosi più isolata a livello internazionale si stringa ancora più fortemente attorno al proprio leader.
Certo i nuovi scenari A2/AD in Asia e l’emergere dello Shale Gas/Oil negli US (sempre che quest’ultimo non si riveli una strada non percorribile come i biocarburanti) non giocano a favore di Israele.
Ancora meglio. Da un certo punto di vista il decennio 2000, con la sua Guerra al Terrorismo e l’invasione dell’Iraq, è stato un “bonus” per Israele. Il bonus è cessato.
http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2267
Interessante che Aliboni abbia una tesi opposta a riguardo delle relazioni con gli USA, indicando che ci sarà una continuità col passato. In ogni caso secondo me il ruolo della Giordania dovrebbe cambiare per ribilanciare gli equilibri (o i non-equilibri) della regione, approfittando della situazione di vuoti temporanei dei vicini.
Cari amici. Dal Briefing (del 14 marzo 2013) della Casa Bianca sul viaggio di Obama in Israele, è emerso, tra l’altro, che: “La visita del Presidente all’Iron Dome indica il continuo supporto per Israele e la sua sicurezza, e la stretta relazione e collaborazione che abbiamo in tema di sicurezza”.
Non credo, quindi, che Netanyahu, in forza del manifesto appoggio di Obama, si senta molto solo nel contesto dello scenario internazionale.
Fonte:
http://obamafoodorama.blogspot.it/2013/03/transcript-white-house-press-briefing.html
Asso, perdonami ma ‘internazionale’ non coincide con ‘statunitense’ e secondo me gli scenari non sono più quelli di un tempo, anche a causa della radicalizzazione delle politiche espansionistiche sia abitative che agricole israeliane nel West Bank. Chiunque sia stato da quelle parti lo può vedere coi propri occhi. La mia sensazione è che la comunità internazionale sia sempre meno a favore, ma potrei sbagliarmi. Di certo posso dire che in UK i giornali che tradizionalmente erano pro-israeliani (ad esempio il Guardian) hanno avuto negli ultimi anni un cambio di orientamento a tale riguardo.
Hood, si sta chiudendo definitivamente un’epoca. Come tutti i cambiamenti “epocali” ci vuole tempo e si procederà anche con qualche passo indietro ma il percorso è quello.
Sarebbe bene che anche in Italia lo si capisse…la Libia docet!!
L’Italia capira’, questo e’ certo. Se lo comprendera’ in modo Spontaneo o spintaneo, su questo non sono in grado di interloquire.
Hai ragione. Internazionale, non vuol dire statunitense. Pero’ ci assomiglia molto.
L’appoggio incondizionato da parte degli USA, del resto, è stato chiaramente confermato dallo stesso Obama giunto stamane in Israele.
Fonte:
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-6f842f9e-ec17-457a-aad8-0bd30ba859f8.html
Asso, attenzione. Nessuno dubita che Washington tutelerà l’esistenza di Israele. E’ assolutamente scontato che qualunque Presidente americano non permetterà mai a nessuno di eliminare Israele.
Ma qui si parla di altro. Il senso del problema israeliano è molto più strategico e di lungo termine. Ovvero, fino ad ora gli USA hanno sostanzialmente, direttamente o indirettamente, avallato la politica estera israeliana nell’area. L’hanno fatto perchè questo era funzionale (o veniva percepito tale) agli obiettivi strategici americani.
Adesso gli obiettivi strategici stanno mutando, sulla base di tutta una serie di fattori, interni ed esterni. Ciò vuol dire che l’appoggio alla politica estera e di sicurezza israeliana, da parte americana, non è assolutamente scontato e quasi-automatico… come lo era in passato.
Tra l’altro sottolineo che tali suddetti fattori non sono soggetti a cambiamenti nel lungo termine. Sono, per l’appunto, strategici… il che vuol dire che, a prescindere da quale sia il Presidente americano, tali fattori opereranno e si faranno sentire. Saranno vincoli insuperabili…
Riguardo a Netanyahu, perdonami ma è tanto forte l’appoggio di Obama che sono 5 anni che il primo tenta di tutto (anche con azioni covert ai danni USA) per portare gli USA ad attaccare l’Iran e sono cinque anni che Obama ed i suoi fanno “ciao ciao” con la manina (per non dire altro, di più volgare) 😉 😉
Sono 5 anni che i due si scontrano ma di brutto brutto brutto…al punto che la rielezione del secondo è stata festeggiata come si festeggia un funerale.
Insomma, Asso, non contano tanto le dichiarazioni diplomatiche del “volemose bene” quanto i fatti. Non pensi?
Sto ascoltando il discorso di Obama in diretta, non sta certo menando il can per l’aia. Parole dirette e dure.
Asso, mi sa che il vento è cambiato, e non di poco.
But the Palestinian people’s right to self-determination and justice must also be recognized.Put yourself in their shoes – look at the world through their eyes. It is not fair that a Palestinian child cannot grow up in a state of her own, and lives with the presence of a foreign army that controls the movements of her parents every single day. It is not just when settler violence against Palestinians goes unpunished. It is not right to prevent Palestinians from farming their lands; to restrict a student’s ability to move around the West Bank; or to displace Palestinian families from their home. Neither occupation nor expulsion is the answer. Just as Israelis built a state in their homeland, Palestinians have a right to be a free people in their own land.
Speriamo che Obama convinca le due parti a fare loro un passo indietro per sbloccare lo stallo. Su BBCNews si gia parla di due popoli e tre stati. Sono immotivatamente ottimista. Forse siamo vicini ad una soluzione, magari cominciando dalla citta santa di Gerusalemme. Papa Francesco ha gia annunciato una sua visita a Gerusalemme per i primi mesi del 2014, forse ha piu infomazioni di noi comuni mortali, o forse, piu semplicemente, è solo un suo desiderio.
Caro SG. Vedi, il problema e’ proprio Gerusalemme. I sionisti vogliono ricostruire terzo Tempio. Nel luogo dove dovrebbe sorgere detto Tempio vi è la Moschea di Al Aqsa
carini i tuoi commenti Asso. forse fumi un po’ troppo incenso.
ti consiglierei più raziocinio nell’analizzare questo tipo di questioni. richiedono limpidezza di vedute, non veleni personali.
Ti piacciono? Sono contento. Veniamo a noi. Non accetto consigli da chi non è in grado di darmeli o da chi fa disinformazione. Nessun veleno personale, figurati. Io sono ecumenico per natura (cattolico contraddistinto da una forte impronta ecumenica). Solo dati di fatto caratterizzati da razionalità e limpidezza. Sono abituato a vedere le faccende da altre angolazioni laddove, magari, tu non sei in grado di porti ad osservare.
A presto.
Anonimo, se ho capito bene i motivi della tua risposta ad Asso probabilmente tu ti senti piu vicino alla ragioni di israele, se è effetivamente è cosi posso chiedereti un tuo parere sulla situazione di gerusalemme ?
Sto con SG, invece di illazioni offensive sulle facoltà mentali di Asso scritte con uno stile passivo-aggressivo degno di un troll sarebbe meglio un’esposizione razionale del proprio punto di vista. Anche perché qui i punti di vista dei partecipanti ci interessano veramente, sopratutto se discordanti. Quindi Anonimo per favore spiegaci il tuo punto di vista sulla questione.
Ho scritto ‘punto di vista’ tre volte in quattro righe… il mio prof di Italiano delle medie mi prenderebbe a calci se mi leggesse.

😉
Rispondo all’anonimo. Io non ce l’ho con i Sionisti (che tengo a precisare non coincidono necessariamente con gli Ebrei Ortodossi). Lungi da me un simile sentimento. Che i Sionisti abbiano a cuore la ricostruzione del Terzio Tempio non è una novità. E’ una volontà ormai risaputa. Molto verosimilmente, l’obiettivo dei Sionisti coincide con quella della Massoneria Nazionale e Internazionale (all’uopo, l’ex Gran Maestro del GOI, passato poi alla GLRI – nel 1993 – ed infine all’Ordine Internazionale denominato “Dignity”, potrebbe ampiamente interloquire a riguardo), e consiste nella ricostruzione del 3° Tempio di Gerusalemme, visto però (ho ragione di credere) come Casa di Preghiera di tutti i Popoli. E’ chiaro che gli Ebrei Ortodossi vorrebbero che il Tempio ricostruito fosse tutto per loro, ma questo è un altro discorso. Quando ti ho detto che il problema sta a Gerusalemme, intendevo questo. Il Tempio, però, dovrebbe essere ricostruito sulla famosa spianata laddove sono presenti alcune Moschee tra cui “Al Aqsa”. Credo che, alla fine, si opterà per una soluzione comune con l’obiettivo di garantire ad ogni confessione religiosa “Pace e Sicurezza”.
Nuovo ordine di cose, nuovo vento, medesimo obiettivo.
Si, sono d’accordo che contano i fatti. Ma, sotto sotto credo che i due si vogliano un gran bene (mia opinione personale).
Eh… Asso… rispetto la tua opinione ma allora vuol dire che per anni hanno fatto “ammuina”. Talmente bene da ingannare tutto il mondo…. 😉
Se mi si permette una leggera variazione, ma sempre relativa al Medio Oriente, vorrei segnalare la raccolta di fotografie di The Atlantic per il decennale della guerra in Iraq. Alcune sono per stomaci forti, le ultime due sono quelle che mi hanno toccato di più:
(vale la pena leggere le didascalie)
http://www.theatlantic.com/infocus/2013/03/iraq-wars-10th-anniversary-occupation-and-insurgency/100476/
Sì, molto belle…
A proposito di Obama ed Israele…
http://www.reuters.com/article/2013/03/21/us-israel-palestinians-obama-settlements-idUSBRE92K0H820130321