Sinceramente penso che, non c’entri nulla che Gheddafi, fosse o non fosse rimasto al governo, quanto la provocazione di alcuni attivisti israeliani in America. Agli estremisti islamici serve solo una scusa, anche banale ,per far innalzare la popolazione; in questo caso hanno avuto un’aiuto maggiore col film in questione.
Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, tanto amata dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali .
Il processo di elaborazione della parola “libertà” non è ancora ben compreso, e non sarà così che verrà compreso ulteriormente dai musulmani.
Speriamo che, a parte queste eventi, non si scateni una caccia alle Ambasciate e sedi diplomatiche statunitensi.
perdonate,
ma io nn credo proprio che la cosa sia davvero direttamente dovuta al film (che comunque, caro Ga78, non mi pare sia il prodotto di ‘attivisti israeliani’, attivisti di che??)..e comunque è singolare che sia successo in Libia e nelle modalità in cui è successo….
mah, cmq qui un commento assai più autorevole del mio: http://www.nytimes.com/2012/09/13/world/middleeast/us-envoy-to-libya-is-reported-killed.html?_r=1&hp
…
Buongiorno Anonimo,
vedi ,io non ho detto che la causa principale è stata questa; ho voluto sottolineare che, il film sponsorizzato da “attivisti ” prettamente israeliani( vedi ebrei, cristiani , e ultra nazionalisti americani), come capitò in passato le famose vignette ,o come quando bruciarono il Corano, in questo senso, avrebbe potuto far scaturire sommosse pesanti nei confronti delle sedi Diplomatiche Americane.
E ho citato la “libertà di espressione” di cui spesso si fa abuso, e questo può esser un caso.
Per quanto riguarda il sistema di sicurezza utilizzato per l’Ambasciata, anche questo è un’altro punto da analizzare approfonditamente ,e a tal proposito mi chiedo anch’io come mai (vedendo gli scontri recenti e le autobombe) .
E poi, anche se fosse, è un ragionamento pericoloso. Allora alle prossime elezioni non vado a votare perchè il fatto che una donna voti urta la sensibilità di alcuni fondamentalisti islamici? Capisco la ragionevolezza, sostengo l’importanza del tatto e del dialogo, e senz’altro non sono a favore delle offese gratuite ad altre culture, però la rinuncia alle libertà che abbiamo così duramente conquistato perchè a qualcuno non piace non è la strada da percorrere. JMHO
ISLAM: ONU, FILM MAOMETTO E VIGNETTE ”ATTI VOLUTAMENTE PROVOCATORI”
(ASCA-AFP) – Il film sulla vita di Maometto prodotto negli Stati Uniti e le vignette satiriche del settimanale francese di Charlie Hebdo ”sono atti dannosi e volutamente provocatori”. La condanna arriva dall’ufficio dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani.
Se la NATO non avesse organizzato il rovesciamento del regime di Gheddafi, la balcanizzazione e tribalizzazione di un intero paese, la sua consegna all’integralismo islamico questo non sarebbe successo. La stupidità della NATO si palesa nei suoi effetti. Un’alleanza di Tafazzi.
Nemo Profeta, sono l”anonimo di sopra’..non posso che concordare…
il casino di cui ci si rende complici su quasi tutta la sponda mediterranea ‘dirimpettaia’ è qualcosa di incomprensibile per chiunque sia dotato di un minimo di logica
…
Ma poi perchè svariate forme di complottismo e affini (i nefasti effetti della moneta cartacea, le drammatiche conseguenze della fine del regime di Gheddafi, e via illuminando) stanno proliferando tra i commenti ultimamente? Ma mica questo blog è una sezione di informarexresistere, e via! Lo si legge volentieri proprio perchè è serio, siano di pari serietà i commentatori nel documentarsi sui vari temi.
chapeau, mi hai beccato di nuovo (sulle ‘logiche’ cado spesso evidentemente…)
ma la cosa che mi piace di più, è che ho anche capito perché il mio appunto è sbagliato..
incredddibile ammissciii!!!!!
😀
…
concordo assolutamente..anche perchè…siamo sicuri che l’attuale assetto politico e strategico del magreb…all’indomani dei vari cambi di regime…piaccia a mamma america??? io qualche dubio lo avrei in merito.
Per fare cosa? Poi dove in Libia? Forse il nostre presidente si dimentica che in Libia abbiamo saputo ciò che accadeva 24 ore dopo che i francesi e gli americani ci avevano tagliato fuori dal nostro ” rapporto privilegiato” con i nostri ” amici” libici……
Il basso dispositivo di sicurezza può essere legato al ragionamento fallacissimo per cui, siccome bengasi era stata la base dei ribelli antigheddafiani, l’ambasciatore, che rappresentava i liberatori, non avrebbe rischiato molto?
Padre Lombardi (portavoce S.Sede) ha espresso chiaramente il concetto di libertà:
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 12 settembre 2012 (ZENIT.org) – E’ intervenuto anche padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa Vaticana, sulla vicenda delle violenze scoppiate in Egitto e Libia, causate, probabilmente, da un film prodotto negli Stati Uniti sulla vita di Maometto e considerato blasfemo e offensivo per l’Islam.
“Il rispetto profondo per le credenze, i testi, i grandi personaggi e i simboli delle diverse religioni è una premessa essenziale della convivenza pacifica dei popoli” ha esordito il portavoce vaticano nella sua breve dichiarazione diffusa oggi.
“Le conseguenze gravissime – ha proseguito – delle ingiustificate offese e provocazioni alla sensibilità dei credenti musulmani sono ancora una volta evidenti in questi giorni, per le reazioni che suscitano, anche con risultati tragici, che a loro volta approfondiscono tensione ed odio, scatenando una violenza del tutto inaccettabile”.
In conclusione, una parola di speranza, in vista dell’imminente visita di Benedetto XVI nel Libano: “Il messaggio di dialogo e di rispetto per tutti i credenti delle diverse religioni che il Santo Padre si accinge a portare nel prossimo viaggio in Libano indica la via che tutti dovrebbero percorrere per costruire insieme la convivenza comune delle religioni e dei popoli nella pace”.
Una piccola considerazione a margine: siamo in periodo di campagna elettorale negli USA, Obama sembra sia in vantaggio di soli 2 punti su Romney il quale è molto più determinato sul tema Medio Oriente, il giorno precedente all’attentato era l’11 settembre anniversario e quindi naturalmente Al Qaida ha compiuto un grave attentato.. In una ambasciata che guarda caso era totalmente carente in quanto sicurezza (giusto perchè fino a pochi mesi orsono lì c’era una guera non del tutto conclusa…) Ovviamente la grave colpa che giustifica l’atroce gesto è di uno sconosciuto gruppetto di presunti cristiani copti (e non ebrei cristiani) che negli USA hanno pubblicato su youtube un video irriverente nei confronti di alcuni temi islamici..
Ovviamente sembra che il solito copione si ripete, con l’odio e la divisione alimentati a discapito di tutti, arabi/nordafricani, cristiani, occidentali, USA per un vantaggio di pochi..
Per chi crede, ma pure per chi non crede, invito a pregare per chi è morto e per essere nel concreto della quotidianità persone che amano anzichè odiare, operando fattivamente per la pace e la fratellanza, anche tra culture differenti.
http://www.corriere.it/esteri/
All’origine degli scontri, un film ritenuto offensivo nei confronti dell’Islam. Si tratta di «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «L’islam è un cancro». La morte dell’ambasciatore Usa è già stata rivendicata da Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaeda: «Una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi».
SG
Caro SG, l’identità di questo ‘Sam Bacile’ è tutta da verificare ancora, le news americane affermano che probabilmente è uno pseudonimo e che non è stato finora possibile accertarsi (per le fonti giornalistiche che pure l’hanno contattato) della sua identità…
ragazzi, scusate ma se guardiamo tutti il dito (che altri vorrebbero farci guardare) perdiamo di vista la luna, eh!!!
😕
…
[…] C’è stato un attacco militare pianificato da tempo che ha sfruttato la protesta come diversivo – dopo il tramonto, con il buio – come è stato detto alla Cnn da fonti del governo americano.
Non è il primo attacco di questo tipo: l’11 giugno l’auto blindata dell’ambasciatore inglese Dominic Asquith è stata colpita da un razzo a spalla Rpg mentre attraversava Bengasi, due uomini della sicurezza sono stati feriti. E’ la stessa arma che ieri ha colpito l’auto dell’ambasciatore Stevens mentre tentava di fuggire dal consolato dato alle fiamme, dopo una quarantina di minuti di scontro a fuoco. Secondo il medico libico che ha tentato di rianimare Stevens per novanta minuti, la causa della morte è asfissia da fumo. Era arrivato per inaugurare un centro culturale, nella città che senza l’intervento americano sarebbe stata distrutta da Gheddafi nel 2011. L’ambasciatore, dice il medico, è arrivato da lui portato da libici, senza nessun accompagnatore americano. Dov’erano gli altri? Il vice ministro dell’Interno libico, Wassim al Sharaf, dice che dopo la morte dell’ambasciatore gli americani hanno trovato rifugio in una “safe house” – la cui esistenza avrebbe dovuto essere segreta, ma di cui gli aggressori conoscevano la posizione. Da Tripoli nel frattempo l’ambasciata americana mandava un aereo con una squadra di “uomini della sicurezza” per tentare il salvataggio. Quando la squadra ha tentato di portare via i superstiti dal secondo edificio, è scoppiato un altro scontro a fuoco e sono morti due uomini della sicurezza e almeno due libici. Safian Kudura è un pilota di linea, ha raccontato alla tv satellitare in inglese France24 cosa ha visto: gli islamisti hanno bloccato le strade davanti al consolato e hanno impedito a tutti di passare. “Erano armati con fucili d’assalto, con Rpg e mitragliatrici pesanti montate su fuoristrada. Erano chiaramente islamisti, avevano la barba lunga. La gente gridava loro di smettere, di non sparare, quelli rispondevano di voler uccidere tutti dentro il consolato. Ci sono anche libici là dentro, urlava la gente. E loro: non dovrebbero lavorare per gli americani”.
Anche la fondazione Quilliam, un think tank di Londra che lavora alla deradicalizzazione di giovani islamisti, in particolare immigrati dal mondo arabo e dall’Asia, sostiene la tesi dell’attacco pianificato da tempo e mascherato da protesta violenta improvvisa contro il film su Maometto. […]
Ragionando da un punto di vista strategico, il problema è che l’estremismo jihadista si sta espandendo nel continente africano mentre in Nord-Africa la leadership (vedasi Egitto e Libia) è in transizione. Ciò apre pericolosi vuoti di potere all’interno dei quali islamisti e jihadisti possono manovrare. Il tutto causa evidenti problemi alla sicurezza nazionale italiana.
Ci sarebbe molto, molto, da riflettere sulle strategie da adottare e sul livello di impegno americano/NATO nell’area. Tenendo sempre presente che, come ha appena affermato Emile Hokayem nel corso della presentazione dello Strategic Survey 2012, le transizioni nel mondo arabo saranno lunghe e sanguinose.
<<Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, TANTO AMATA dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali>> purché non si sia negazionisti? LOL 😉
Anzitutto mi pare doveroso dedicare un rispettoso pensiero al personale USA caduto vittima di quella che sembra una messinscena ben orchestrata.
Se non e’ offensivo nei riguardi dei caduti, vorrei anche osservare che la perdurante confusione nel mondo arabo offrirebbe ottime opportunita’ all’Italia per rientrare in gioco da protagonista in un’area in cui abbiamo avuto un ruolo preminente sin dagli anni ’60.
In questo senso, forse, l’offerta del nostro Presidente del Consiglio al Presidente Obama.
anonimo nazionale
vorrei anche osservare che la perdurante confusione nel mondo arabo offrirebbe ottime opportunita’ all’Italia per rientrare in gioco da protagonista in un’area in cui abbiamo avuto un ruolo preminente sin dagli anni ’60
Giustissimo. Il problema è che ci vuole: a) visione b) strategia c) risorse. Purtroppo (ma spero di sbagliare) non vedo nessuna delle tre in Italia.
Ahimè, come ha detto ieri Chipman (IISS), per molti Governi la politica estera è diventata (o forse sarebbe meglio dire “si è ridotta”) “a mixture of political risk management and trade promotion“.
Io, invece, ne vedo due (visione e strategia). La terza, la intravedo. Al momento è coperta da un velo che verrà tolto appena se ne verificheranno le condizioni.
Noi non abbiamo una politica estera. Questo è il punto.
Se negli ultimi anni abbiamo avuto Ministri degli Esteri come Frattini per fare uno nome ed adesso abbiamo Terzi, i cui carismi internazionali sono al di sotto del livello della Walt Disney, come possiamo pretendre di avere strategia…visione….etc… etc…?
anonimo pensatore, perdonami..
se uno stato nazionale è democratico e retto da un governo competente nel quadro di un assetto istituzionale serio, allora non sta all’ENI (per esempio) ‘fare’ la politica estera del paese…
di nessun paese.
la politica estera di un paese andrebbe (va) fatta da decisori politici affidabili consigliati da menti competenti e interessate solo a fare bene il proprio lavoro (che è servire il paese)
…
la politica estera di un paese andrebbe (va) fatta da decisori politici affidabili consigliati da menti competenti e interessate solo a fare bene il proprio lavoro (che è servire il paese)
Concordo. Difatti, proprio la mancanza (praticamente da sempre) di una adeguata leadership nazionale fece emergere Mattei come uno dei pochi strateghi di quegli anni.
Giusto, e infatti caro Silendo tengo a dire che quanto ho scritto sopra non era una critica al ruolo e alla figura di Mattei in questo senso (tengo a precisarlo), perché non è l’ENI il punto (per l’appunto)…
[ma spero fosse chiaro a tutti i gentili ospiti della tua elegante casa 😉 ]
…
Ma quando si parla di capacità di fare politica estera, non si può pensare solo al suo spregiudicato dinamismo contrattuale nel campo degli idrocarburi. Quanti ruoli voleva ricoprire?
E’ stato uno straordinario boiardo capacissimo nel suo mestiere e personalmente integerrimo.
E’ stato anche un gran corruttore dei partiti. il primo ad inaugurare questo fenomeno su larga scala.
Egregio Roberto, sarai d’accordo che la storia d’italia è stata condizionata enormemente dal progressivo scadimento dell’etica pubblica cominciato allora.
Poi di strategia non me intendo 😛
Mi spiego meglio
Il senso del mio ragionamento è il seguente.
In un contesto politico ed economico italiano privo di visione e soprattutto privo di grandi visioni Mattei svettava perchè ne aveva una.
Grande per giunta.
Rendere il Paese indipendente energeticamente.
Fornire al Paese i mezzi per lo sviluppo industriale: energia a prezzi contenuti.
A costo di mettersi contro i veri potentati internazionali dell’epoca.
Non sono uno storico. Dimmi tu se sto sbagliando.
Non voglio santificarlo. Non ho molta simpatia per i corruttori.
😉
Credo però che la politica estera la si debba giudicare non in punta di codice penale.
Non so se riesco a spiegarmi
I ruoli che ricopriva al di fuori delle sue competenze li ricopriva in quanto riempiva un vuoto.
Un vuoto di strategia, di visione, di politica.
Condivido caro Roberto. Che sia stato un patriota non è in discussione. Aggiungo, altrimenti non gli avrebbero fatto la pelle.
Però, il governo italiano poteva davvero avallare tutto quello che faceva a livello internazionale? Oggettivamente, anche la migliore classe politica al mondo avrebbe potuto appoggiarlo in queste spericolate azioni, mantenendo una coerenza atlantica?
Dino Grandi, il gerarca dell’ordine del giorno che ha defenestrato Mussolini ebbe una interessante carriera internazionale nel dopoguerra. Ed ebbe anche uno scambio epistolare con Mattei quale superconsulente eni. Lo ammirava per la fibra d’acciaio. L’ex uomo della resistenza e l’ex gerarca. Grandi aveva accesso a tutti i big usa dal dipartimento di stato alle sette sorelle. In pratica gli suggeriva di sfidare il cartello solo a fine tattico e non strategico, credendo che ciò fosse poi quello che aveva in mente lo stesso Mattei. Mirare in realtà a un patto con le grandi compagnie. Era davvero così?
Mattei era un fine stratega? boh
In pratica gli suggeriva di sfidare il cartello solo a fine tattico e non strategico, credendo che ciò fosse poi quello che aveva in mente lo stesso Mattei. Mirare in realtà a un patto con le grandi compagnie. Era davvero così?
Ma è esattamente quello che tentò di fare Mattei.
L’obiettivo strategico non era quello di sfidare le Sette Sorelle.
<<Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, TANTO AMATA dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali>>
Buonasera, anche a me capita spesso di pensare ad Enrico Mattei quale “re taumaturgo” degli affari strategici e internazionali italiani dal secondo dopoguerra fino al boom degli anni ’60, pure so esservene stati altri di eguale se non maggiore statura.
Per quanto riguarda Mattei, alla letteratura esistente si aggiunge ora una raccolta di scritti e discorsi segnalata in un articolo odierno di Paolo Mieli.
Si, molto interessante. Le grandi vicende sono sempre complesse, sfaccettate e sfumate.
Serve a ricordare, perlomeno al sottoscritto, di essere prudente
Ricapitolando… secondo il governo statunitense è stato un attacco terroristico, uno dei sospettati è Sufyan ben Qumu (ex detenuto a Guantanamo), il Dipartimento di Stato sta mettendo in piedi una commissione d’inchiesta sull’accaduto.
Le ombre della notte di Bengasi – quella drammatica dell’11 settembre – non si dissipano facilmente e avvolgono la Casa Bianca. Una ricostruzione della rete televisiva Fox accusa l’amministrazione Obama di non aver fatto il possibile per salvare l’ambasciatore Stevens.
AUTORIZZAZIONE – Un team della Cia che si trovava nella «casa sicura» a circa 2 chilometri dal consolato avrebbe chiesto l’autorizzazione a intervenire in soccorso del consolato ma non venne dato loro il permesso. Anzi – secondo la Fox, emittente apertamente filo-repubblicana – gli ordinarono di stare al coperto. Un’ora dopo, Tyrone Woods e Glen Doherty, due ex Navy Seals, entrambi membri della squadra di sicurezza, avanzano di nuovo la richiesta di agire. Ottengono la stessa risposta negativa. A quel punto, disobbediscono e raggiungono il consolato dove recuperano il corpo del diplomatico Sean Smith ma non trovano quello di Stevens. Rientrati nella «casa sicura» – siamo attorno alla mezzanotte – subiscono un nuovo attacco.
AEREI DA SIGONELLA – Il team sollecita rinforzi. In particolare una cannoniera volante «Spectre»: Woods e Doherty comunicano di poter guidare il tiro con un puntatore laser. Dal comando non arriva alcuna risposta, nè rinforzi. Secondo la Fox, il Pentagono avrebbe potuto far muovere forze speciali e aerei basati a Sigonella, in Sicilia. La situazione attorno alla «casa sicura», intanto, diventa critica. I terroristi sparano infatti con i mortai. La battaglia dura per circa 4 ore e si conclude con la morte di Woods e Doherty centrati dal fuoco dei militanti. Sempre la tv specifica che nel cielo di Bengasi erano presenti almeno due droni che hanno sicuramente «visto» con i loro apparati quello che stava accadendo e lo hanno trasmesso in diretta a Washington. La precisazione è una risposta alla versione del Pentagono. In risposta alle critiche sul mancato intervento le fonti ufficiali hanno sostenuto tre punti: le comunicazioni non funzionavano (la Fox dice l’opposto), il quadro a terra era confuso in quanto avevamo perso i contatti e le informazioni dei libici erano imprecise, non potevano rischiare di mandare una squadra di salvataggio in un teatro «sconosciuto». La storia di Bengasi – anche perchè siamo in campagna elettorale – non è chiusa e sono da attendersi alle rivelazioni.
ma forse…non sarebbe successo se fosse rimasto al potere gheddafi
Sinceramente penso che, non c’entri nulla che Gheddafi, fosse o non fosse rimasto al governo, quanto la provocazione di alcuni attivisti israeliani in America. Agli estremisti islamici serve solo una scusa, anche banale ,per far innalzare la popolazione; in questo caso hanno avuto un’aiuto maggiore col film in questione.
Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, tanto amata dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali .
Il processo di elaborazione della parola “libertà” non è ancora ben compreso, e non sarà così che verrà compreso ulteriormente dai musulmani.
Speriamo che, a parte queste eventi, non si scateni una caccia alle Ambasciate e sedi diplomatiche statunitensi.
perdonate,
ma io nn credo proprio che la cosa sia davvero direttamente dovuta al film (che comunque, caro Ga78, non mi pare sia il prodotto di ‘attivisti israeliani’, attivisti di che??)..e comunque è singolare che sia successo in Libia e nelle modalità in cui è successo….
mah, cmq qui un commento assai più autorevole del mio:
http://www.nytimes.com/2012/09/13/world/middleeast/us-envoy-to-libya-is-reported-killed.html?_r=1&hp
…
Concordo
Buongiorno Anonimo,
vedi ,io non ho detto che la causa principale è stata questa; ho voluto sottolineare che, il film sponsorizzato da “attivisti ” prettamente israeliani( vedi ebrei, cristiani , e ultra nazionalisti americani), come capitò in passato le famose vignette ,o come quando bruciarono il Corano, in questo senso, avrebbe potuto far scaturire sommosse pesanti nei confronti delle sedi Diplomatiche Americane.
E ho citato la “libertà di espressione” di cui spesso si fa abuso, e questo può esser un caso.
Per quanto riguarda il sistema di sicurezza utilizzato per l’Ambasciata, anche questo è un’altro punto da analizzare approfonditamente ,e a tal proposito mi chiedo anch’io come mai (vedendo gli scontri recenti e le autobombe) .
Ciao a tutti,
vorrei linkare 2 articoli molto interessanti.
http://www.spiegel.de/politik/deutschland/spd-und-gruene-gegen-verbot-von-mohammed-film-a-856146.html
http://www.corriere.it/esteri/12_settembre_17/tunisia-proteste-film-maometto_1fe9917a-00cf-11e2-821a-b818e71d5e27.shtml
buona serata
Ga78 massimo rispetto per le tue idee ma non sono del tutto corrette.
En.
Enrico spero d’aver chiarito alcuni punti, sino a prima poco comprensibili, del mio intervento.
concordo con GA78. Chi ha prodotto il filmato considerato blasfemo non poteva non sapere che avrebbe provocato una reazione violenta contro gli USA.
SG il nesso di causalità tra filmato ed assalto è al momento tutto da dimostrare.
E poi, anche se fosse, è un ragionamento pericoloso. Allora alle prossime elezioni non vado a votare perchè il fatto che una donna voti urta la sensibilità di alcuni fondamentalisti islamici? Capisco la ragionevolezza, sostengo l’importanza del tatto e del dialogo, e senz’altro non sono a favore delle offese gratuite ad altre culture, però la rinuncia alle libertà che abbiamo così duramente conquistato perchè a qualcuno non piace non è la strada da percorrere. JMHO
ISLAM: ONU, FILM MAOMETTO E VIGNETTE ”ATTI VOLUTAMENTE PROVOCATORI”
(ASCA-AFP) – Il film sulla vita di Maometto prodotto negli Stati Uniti e le vignette satiriche del settimanale francese di Charlie Hebdo ”sono atti dannosi e volutamente provocatori”. La condanna arriva dall’ufficio dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani.
Se la NATO non avesse organizzato il rovesciamento del regime di Gheddafi, la balcanizzazione e tribalizzazione di un intero paese, la sua consegna all’integralismo islamico questo non sarebbe successo. La stupidità della NATO si palesa nei suoi effetti. Un’alleanza di Tafazzi.
Nemo Profeta, sono l”anonimo di sopra’..non posso che concordare…
il casino di cui ci si rende complici su quasi tutta la sponda mediterranea ‘dirimpettaia’ è qualcosa di incomprensibile per chiunque sia dotato di un minimo di logica
…
Mi permetto di non essere d’accordo
La logica c’è. E’ la logica degli affari internazionali nell’attuale contesto strategico… 😀
Ti adoro quando fai così….

En.
Ma poi perchè svariate forme di complottismo e affini (i nefasti effetti della moneta cartacea, le drammatiche conseguenze della fine del regime di Gheddafi, e via illuminando) stanno proliferando tra i commenti ultimamente? Ma mica questo blog è una sezione di informarexresistere, e via! Lo si legge volentieri proprio perchè è serio, siano di pari serietà i commentatori nel documentarsi sui vari temi.
Grande Half!
Discorso generale: il bello di un blog è che si possono leggere selettivamente i commenti saltando troll ed affini.
chapeau, mi hai beccato di nuovo (sulle ‘logiche’ cado spesso evidentemente…)
ma la cosa che mi piace di più, è che ho anche capito perché il mio appunto è sbagliato..
incredddibile ammissciii!!!!!
😀
…
concordo assolutamente..anche perchè…siamo sicuri che l’attuale assetto politico e strategico del magreb…all’indomani dei vari cambi di regime…piaccia a mamma america??? io qualche dubio lo avrei in merito.
La sicurezza della sede lasciava molto a desiderare: http://www.politico.com/news/stories/0912/81134.html
http://www.washingtontimes.com/news/2012/sep/12/experts-question-security-libyan-consulate/?page=all#pagebreak
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/libya/9539690/US-Ambassador-killed-in-Libya-Barack-Obama-dispatches-US-marines-to-hunt-killers.html
Raga aggiungo quesi: http://www.nytimes.com/2012/09/13/world/middleeast/us-envoy-to-libya-is-reported-killed.html?pagewanted=4&_r=1&ref=global-home&pagewanted=all
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/chaos-at-the-consulate-as-militants-attack/2012/09/12/f92ad9d2-fcfe-11e1-8adc-499661afe377_story.html
“Monti offre alla Casa Bianca la cooperazione dei nostri 007“.
Per fare cosa? Poi dove in Libia? Forse il nostre presidente si dimentica che in Libia abbiamo saputo ciò che accadeva 24 ore dopo che i francesi e gli americani ci avevano tagliato fuori dal nostro ” rapporto privilegiato” con i nostri ” amici” libici……
Il basso dispositivo di sicurezza può essere legato al ragionamento fallacissimo per cui, siccome bengasi era stata la base dei ribelli antigheddafiani, l’ambasciatore, che rappresentava i liberatori, non avrebbe rischiato molto?
Potrebbe anche essere.
Padre Lombardi (portavoce S.Sede) ha espresso chiaramente il concetto di libertà:
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 12 settembre 2012 (ZENIT.org) – E’ intervenuto anche padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa Vaticana, sulla vicenda delle violenze scoppiate in Egitto e Libia, causate, probabilmente, da un film prodotto negli Stati Uniti sulla vita di Maometto e considerato blasfemo e offensivo per l’Islam.
“Il rispetto profondo per le credenze, i testi, i grandi personaggi e i simboli delle diverse religioni è una premessa essenziale della convivenza pacifica dei popoli” ha esordito il portavoce vaticano nella sua breve dichiarazione diffusa oggi.
“Le conseguenze gravissime – ha proseguito – delle ingiustificate offese e provocazioni alla sensibilità dei credenti musulmani sono ancora una volta evidenti in questi giorni, per le reazioni che suscitano, anche con risultati tragici, che a loro volta approfondiscono tensione ed odio, scatenando una violenza del tutto inaccettabile”.
In conclusione, una parola di speranza, in vista dell’imminente visita di Benedetto XVI nel Libano: “Il messaggio di dialogo e di rispetto per tutti i credenti delle diverse religioni che il Santo Padre si accinge a portare nel prossimo viaggio in Libano indica la via che tutti dovrebbero percorrere per costruire insieme la convivenza comune delle religioni e dei popoli nella pace”.
Una piccola considerazione a margine: siamo in periodo di campagna elettorale negli USA, Obama sembra sia in vantaggio di soli 2 punti su Romney il quale è molto più determinato sul tema Medio Oriente, il giorno precedente all’attentato era l’11 settembre anniversario e quindi naturalmente Al Qaida ha compiuto un grave attentato.. In una ambasciata che guarda caso era totalmente carente in quanto sicurezza (giusto perchè fino a pochi mesi orsono lì c’era una guera non del tutto conclusa…) Ovviamente la grave colpa che giustifica l’atroce gesto è di uno sconosciuto gruppetto di presunti cristiani copti (e non ebrei cristiani) che negli USA hanno pubblicato su youtube un video irriverente nei confronti di alcuni temi islamici..
Ovviamente sembra che il solito copione si ripete, con l’odio e la divisione alimentati a discapito di tutti, arabi/nordafricani, cristiani, occidentali, USA per un vantaggio di pochi..
Per chi crede, ma pure per chi non crede, invito a pregare per chi è morto e per essere nel concreto della quotidianità persone che amano anzichè odiare, operando fattivamente per la pace e la fratellanza, anche tra culture differenti.
Saluti,
E.S.
http://www.corriere.it/esteri/
All’origine degli scontri, un film ritenuto offensivo nei confronti dell’Islam. Si tratta di «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «L’islam è un cancro». La morte dell’ambasciatore Usa è già stata rivendicata da Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaeda: «Una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi».
SG
Caro SG, l’identità di questo ‘Sam Bacile’ è tutta da verificare ancora, le news americane affermano che probabilmente è uno pseudonimo e che non è stato finora possibile accertarsi (per le fonti giornalistiche che pure l’hanno contattato) della sua identità…
ragazzi, scusate ma se guardiamo tutti il dito (che altri vorrebbero farci guardare) perdiamo di vista la luna, eh!!!
😕
…
di Daniele Raineri
Ragionando da un punto di vista strategico, il problema è che l’estremismo jihadista si sta espandendo nel continente africano mentre in Nord-Africa la leadership (vedasi Egitto e Libia) è in transizione. Ciò apre pericolosi vuoti di potere all’interno dei quali islamisti e jihadisti possono manovrare. Il tutto causa evidenti problemi alla sicurezza nazionale italiana.
Ci sarebbe molto, molto, da riflettere sulle strategie da adottare e sul livello di impegno americano/NATO nell’area. Tenendo sempre presente che, come ha appena affermato Emile Hokayem nel corso della presentazione dello Strategic Survey 2012, le transizioni nel mondo arabo saranno lunghe e sanguinose.
<<Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, TANTO AMATA dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali>> purché non si sia negazionisti? LOL 😉
Anzitutto mi pare doveroso dedicare un rispettoso pensiero al personale USA caduto vittima di quella che sembra una messinscena ben orchestrata.
Se non e’ offensivo nei riguardi dei caduti, vorrei anche osservare che la perdurante confusione nel mondo arabo offrirebbe ottime opportunita’ all’Italia per rientrare in gioco da protagonista in un’area in cui abbiamo avuto un ruolo preminente sin dagli anni ’60.
In questo senso, forse, l’offerta del nostro Presidente del Consiglio al Presidente Obama.
anonimo nazionale
Giustissimo. Il problema è che ci vuole: a) visione b) strategia c) risorse. Purtroppo (ma spero di sbagliare) non vedo nessuna delle tre in Italia.
Ahimè, come ha detto ieri Chipman (IISS), per molti Governi la politica estera è diventata (o forse sarebbe meglio dire “si è ridotta”) “a mixture of political risk management and trade promotion“.
Io, invece, ne vedo due (visione e strategia). La terza, la intravedo. Al momento è coperta da un velo che verrà tolto appena se ne verificheranno le condizioni.
Ciao the fox.
Quali?
Quelle che non si vedono ad occhio nudo. Tuttavia ci sono.
Ok. Ma quali, The Fox? Tu quali vedi?
http://thecable.foreignpolicy.com/posts/2012/09/12/libyan_ambassador_blames_ex_qaddafi_forces_for_consulate_attacks
“….We still need some time..” è bellissimo
…
Noi non abbiamo una politica estera. Questo è il punto.
Se negli ultimi anni abbiamo avuto Ministri degli Esteri come Frattini per fare uno nome ed adesso abbiamo Terzi, i cui carismi internazionali sono al di sotto del livello della Walt Disney, come possiamo pretendre di avere strategia…visione….etc… etc…?
I tempi belli dell’ENI sono morti con il suo famoso presidente. Quelli sì che erano tempi in cui ENI faceva la politica estera dell’Italia.
anonimo pensatore, perdonami..
se uno stato nazionale è democratico e retto da un governo competente nel quadro di un assetto istituzionale serio, allora non sta all’ENI (per esempio) ‘fare’ la politica estera del paese…
di nessun paese.
la politica estera di un paese andrebbe (va) fatta da decisori politici affidabili consigliati da menti competenti e interessate solo a fare bene il proprio lavoro (che è servire il paese)
…
Concordo. Difatti, proprio la mancanza (praticamente da sempre) di una adeguata leadership nazionale fece emergere Mattei come uno dei pochi strateghi di quegli anni.
Giusto, e infatti caro Silendo tengo a dire che quanto ho scritto sopra non era una critica al ruolo e alla figura di Mattei in questo senso (tengo a precisarlo), perché non è l’ENI il punto (per l’appunto)…
[ma spero fosse chiaro a tutti i gentili ospiti della tua elegante casa 😉 ]
…
Sicuramente lo era. Per me assolutamente sì
Una chiosa sulla figura di Enrico Mattei, per chi volesse approfondire.
Da Rai Storia: quì e quì.
Saluti,
E.S.
La figura di Mattei non è al di sopra delle critiche.
Chi non lo è caro Linus?


Mattei era comunque esempio di visione e leadership.
Strategia, direbbe il Nostro.
Credo che i commenti avessero tale senso.
R.
Ma quando si parla di capacità di fare politica estera, non si può pensare solo al suo spregiudicato dinamismo contrattuale nel campo degli idrocarburi. Quanti ruoli voleva ricoprire?
E’ stato uno straordinario boiardo capacissimo nel suo mestiere e personalmente integerrimo.
E’ stato anche un gran corruttore dei partiti. il primo ad inaugurare questo fenomeno su larga scala.
Egregio Roberto, sarai d’accordo che la storia d’italia è stata condizionata enormemente dal progressivo scadimento dell’etica pubblica cominciato allora.
Poi di strategia non me intendo 😛
Mi spiego meglio

Il senso del mio ragionamento è il seguente.
In un contesto politico ed economico italiano privo di visione e soprattutto privo di grandi visioni Mattei svettava perchè ne aveva una.
Grande per giunta.
Rendere il Paese indipendente energeticamente.
Fornire al Paese i mezzi per lo sviluppo industriale: energia a prezzi contenuti.
A costo di mettersi contro i veri potentati internazionali dell’epoca.
Non sono uno storico. Dimmi tu se sto sbagliando.
Non voglio santificarlo. Non ho molta simpatia per i corruttori.
😉
Credo però che la politica estera la si debba giudicare non in punta di codice penale.
Non so se riesco a spiegarmi
I ruoli che ricopriva al di fuori delle sue competenze li ricopriva in quanto riempiva un vuoto.
Un vuoto di strategia, di visione, di politica.
R.
Condivido caro Roberto. Che sia stato un patriota non è in discussione. Aggiungo, altrimenti non gli avrebbero fatto la pelle.
Però, il governo italiano poteva davvero avallare tutto quello che faceva a livello internazionale? Oggettivamente, anche la migliore classe politica al mondo avrebbe potuto appoggiarlo in queste spericolate azioni, mantenendo una coerenza atlantica?
Dino Grandi, il gerarca dell’ordine del giorno che ha defenestrato Mussolini ebbe una interessante carriera internazionale nel dopoguerra. Ed ebbe anche uno scambio epistolare con Mattei quale superconsulente eni. Lo ammirava per la fibra d’acciaio. L’ex uomo della resistenza e l’ex gerarca. Grandi aveva accesso a tutti i big usa dal dipartimento di stato alle sette sorelle. In pratica gli suggeriva di sfidare il cartello solo a fine tattico e non strategico, credendo che ciò fosse poi quello che aveva in mente lo stesso Mattei. Mirare in realtà a un patto con le grandi compagnie. Era davvero così?
Mattei era un fine stratega? boh
Buonasera Linus. Posso?
Ma è esattamente quello che tentò di fare Mattei.
L’obiettivo strategico non era quello di sfidare le Sette Sorelle.
<<Bisogna cercare il dialogo per far si che, queste popolazioni inizino a capire cosa vuol dire libertà di espressione, TANTO AMATA dagli occidentali, quanto odiata dai mediorientali>>
http://www.oggi.it/attualita/cronaca/2011/11/17/il-papa-bacia-limam-scontro-vaticano-benetton/
Buonasera, anche a me capita spesso di pensare ad Enrico Mattei quale “re taumaturgo” degli affari strategici e internazionali italiani dal secondo dopoguerra fino al boom degli anni ’60, pure so esservene stati altri di eguale se non maggiore statura.
Per quanto riguarda Mattei, alla letteratura esistente si aggiunge ora una raccolta di scritti e discorsi segnalata in un articolo odierno di Paolo Mieli.
http://stampanazionale.esteri.it/PDF/2012/2012-09-18/2012091822638820.pdf
Grazie Anonimo
http://stampanazionale.esteri.it/PDF/2012/2012-09-18/2012091822638820.pdf
anonimo nazionale
(distratto)
Sintetica ma utile ricostruzione. Grazie anche da parte mia.
Roberto
Si, molto interessante. Le grandi vicende sono sempre complesse, sfaccettate e sfumate.
Serve a ricordare, perlomeno al sottoscritto, di essere prudente
Serve ricordarlo a tutti noi, sempre

R.
“I would say yes, they were killed in the course of a terrorist attack on our embassy“
Ricapitolando… secondo il governo statunitense è stato un attacco terroristico, uno dei sospettati è Sufyan ben Qumu (ex detenuto a Guantanamo), il Dipartimento di Stato sta mettendo in piedi una commissione d’inchiesta sull’accaduto.
“L’ambasciatore USA era nella lista nera“, Guido Olimpio (Corsera).
Ciao a tutti,
ecco che si è aperta la “stagione della caccia”!
http://www.corriere.it/esteri/12_settembre_22/offerta-taglia-per-testa-regista-film-anti-islamico_6d685f0c-04db-11e2-ab71-c3ed46be5e0b.shtml
“Clinton Suggests Link to Qaeda Offshoot in Deadly Libya Attack” (NYT), (AGI) Intelligence Usa, “Al Qaeda dietro attacco a Bengasi”.
“L’ambasciatore morto per colpa della CIA” dal Corriere.it
http://www.reuters.com/article/2012/11/10/us-usa-libya-pentagon-idUSBRE8A903U20121110
http://www.foxnews.com/politics/2012/11/11/military-timeline-from-night-benghazi-attack-begs-more-questions/
Con un'altra operazione speciale gli Stati Uniti hanno catturato uno dei presunti responsabili dell'attacco al consolato di Bengasi: http://www.washingtonpost.com/world/national-security/us-captured-benghazi-suspect-in-secret-raid/2014/06/17/7ef8746e-f5cf-11e3-a3a5-42be35962a52_story.html
http://www.washingtonpost.com/politics/khattalas-capture-is-an-i-told-you-so-moment-for-obama-but-it-could-be-short-lived/2014/06/17/5dc7f634-f624-11e3-8aa9-dad2ec039789_story.html
http://www.nytimes.com/2014/06/18/world/middleeast/us-captures-benghazi-suspect.html
Aggiungo: http://www.washingtonpost.com/news/checkpoint/wp/2014/06/17/meet-the-elite-fbi-unit-likely-involved-in-the-benghazi-capture/