Un commento di Fabrizio Goria sull’inutilità e sull’autoreferenzialità della nostra classe dirigente:
A Cernobbio le élite si trovano per discutere di crisi, futuro e innovazione. Tuttavia, mai come quest’anno il vuoto di idee è stato così elevato. Di fronte alla peggiore crisi dal 1929, l’Europa deve scegliere la propria strada. Ma intanto si aggrappa alle decisioni della Bce. E la vacuità dei policymaker presenti all’evento lariano testimonia la situazione in cui versa l’eurozona […]
Le idee per uscire dalla crisi non sono di casa a Cernobbio. Chi si aspettava un’edizione spumeggiante del Forum Ambrosetti è stato deluso. Le dichiarazioni dei policymaker presenti sono state centellinate, come in un lungo balletto fra il gatto e il topo, dove il primo è la crisi e il secondo è l’exit strategy. Più si cercano risposte, più si trovano panegirici volti a distogliere l’attenzione dai problemi reali.[…]
La crisi in cui versa l’area euro non è solo finanziaria. La rottura del meccanismo di trasmissione delle politiche monetarie della Bce è solo la punta dell’iceberg. Alla base c’è un sistema tanto fragile e vulnerabile quanto lontano dalla stabilità desiderata dai policymaker partecipanti alle sessioni di Cernobbio. Oltre alla finanza c’è di più. Come rimarca il gestore di un fondo hedge londinese presente all’appuntamento lariano «la crisi è diventata europea e su questa scala bisogna ragionare». I riferimenti sono chiari. Sia da un punto di vista demografico, sia dal versante culturale, si avverte l’esigenza a un cambio di ritmo. Dall’onanismo autoreferenziale dei meeting europei si deve passare a un sistema capace di produrre soluzioni.[…]
È questo il Forum Ambrosetti di cui ha bisogno l’Italia? La risposta è no. Fintanto che l’evento lariano sarà un coacervo di autorefenzialità, le élites stanche continueranno a fare il bello e il cattivo tempo, tanto a Cernobbio quanto negli altri consessi. Come spiega uno degli imprenditori presenti, «non si possono pretendere idee nuove da una classe dirigente come questa, la stessa che ha alimentato il declino di questo Paese negli ultimi vent’anni». E proprio l’espressione di questo tipo di classe dirigente (o presunta tale) resta uno dei temi più caldi del meeting di Villa d’Este. La stanchezza, come anche la mancanza di stimoli all’innovazione, sta trascinando il Paese verso il pozzo della recessione, di cui non si conosce la profondità. Ma, almeno in questo weekend, meglio pensare al lago di Como. Il resto può attendere. Unica nota realmente positiva? La mancanza dei politici, che hanno lasciato spazio ai tecnici. Nemmeno questi, tuttavia, sembra abbiano davvero in mente una via per uscire dalla crisi.