E’ quello che pensa Colin Kahl, già alto funzionario del Pentagono tra il 2009 ed il 2011, intervistato da Laura Rozen sulle recenti notizie provenienti da Israele.
Kahl ritiene infatti più probabile che la leadership israeliana – segnatamente il Primo Ministro Netanyahu ed il Ministro della Difesa Barak – stia preparando mediaticamente il terreno per un vero intervento militare contro i siti iraniani tra settembre e fine ottobre.
Al-Monitor How do you read the flurry of recent Israeli media reports telegraphing Israeli leaders, particularly Israeli Defense Minister Ehud Barak and Prime Minister Benjamin Netanyahu, contemplating a possible fall strike on Iran?
Kahl I think the threat should be taken very seriously. The standard counter argument is that Netanyahu and Barak are bluffing with the goal of pushing the international community to act — meaning pressuring us and the Europeans to increase sanctions, the Russians and Chinese to push Tehran; and/or force a near-term US attack. The saber-rattling could also be aimed at coercing the Iranians. But I don’t think they are merely bluffing in this case.
Al-Monitor Why are the arguments that it is not just saber-rattling more compelling?
Kahl First, US and European sanctions have nearly maxed out. So what additional benefit does the saber-rattling produce here? Second, the P5+1 process is on hold for the moment and a major breakthrough on the accelerated timeline envisioned by the Israelis is unlikely. Not to mention the fact that some Israeli decision- makers seem skeptical of the benefits of diplomacy, period. Third, despite the saber-rattling, the Iranians don’t fear an Israeli strike (although they might fear a US strike). So Tehran isn’t likely to make a concession in the near-term just because of an Israeli threat.
Finally, the Israelis would seem to know that the prospect of a US strike before the [November 6 US presidential] election is very low, regardless of their posture. This is not primarily for political reasons, as some suggest, but because Iran is not likely to cross US red lines this year. So the prospect of an Israeli attack is unlikely to drive Obama to war before November.
So, I think it is more likely Israeli leaders are preparing the Israeli public for a strike, and creating a narrative for the international community that diplomacy and sanctions have failed and thus Israel has no choice […].
Piccola nota a margine. Kahl è attualmente senior fellow del CNAS, think tank molto vicino all’amministrazione Obama.
A giugno Kahl ha pubblicato uno studio proprio sul conflitto latente tra Israele ed Iran: “Risk and Rivalry: Israel, Iran and the Bomb“. Una lettura consigliata.
Interessanti riflessioni. Leggo il paper…
En.
Come sempre, prezioso e interessante…

sempre puntuale anche sotto la caligola…il ns Silendo
…
Il sempre illuminante parere di Mark Fitzpatrick:
Le 5 buone ragioni di Fizpatrick sono incontrovertibili.
Rimangono da valutare, però, almeno altri 3 aspetti:
– perchè questa politica dell’annuncio, dei leaks, dei rumors ad anticipare l’intervento? se ricordate, circa un anno fa, Israele fece trapelare a mezzo stampa indiscrezioni su un imminente attacco, che poi, ovviamente, non venne condotto.
– le possibili reazioni dell’Iran e dei suoi alleati, soprattutto quelli “non-statali” (mi riferisco a Hezbollah e Hamas, che ultimamente hanno ripreso ad incontrarsi pubblicamente). L’eventuale attacco condotto da Israele, così come fino ad oggi ipotizzato, dovrebbe essere mirato quasi esclusivamente a frenare il programma nucleare iraniano. Pertanto, tale tipo di intervento provocherebbe danni limitati allo strumento militare di Teheran, che potrebbe avviare una campagna di retaliation, avvalendosi delle forze “amiche” in Libano ed in Palestina.
Non dimentichiamoci, poi, ciò che sta succedendo ai confini tra Israele e l’Egitto (mi riferisco ai recenti tentativi di attacco da parte di terroristi jihadisti). Israele è in grado di gestire su più fronti le probabili reazioni al suo attacco?
– il ruolo degli USA. Fizpatrick mette in luce (giustamente) che questo è un momento politicamente favorevole ad Israele perchè si avvicinano le elezioni presidenziali statunitensi ed il POTUS non ha la capacità di contrastare l’intervento israeliano. Se ciò è vero, e cioè se gli USA non saranno in grado di dissuadere Israele dall’attacco, cosa farà l’amministrazione Obama? Interverrà al fianco di Israele? Fornirà supporto? Non dimentichiamo che, al momento, gli USA sono sempre più proiettati, dal punto di vista strategico-militare, verso l’Asia ed a disimpegnarsi progressvamente dalla regione mediorentale.
Silendone, concordi?
Ciao Barry. Scusate l’intromissione.
Io ho pochi dubbi sul fatto che il governo israeliano abbia ben valutato le reazioni non convenzionali iraniane. Penso che all’interno della loro leadership ci sia chi ritiene che tanto peggio è tanto meglio.
Sugli USA, Barry, la valutazione è che tra ottobre e novembre Obama sarà un’anatra zoppa e non avrà la forza per bloccare Israele o di supportarlo in caso di reazione iraniana. Si veda alle voci “lobby ebraica” e “voti per la rielezione”.
E’ questo uno dei motivi principali per i quali alcuni in Israele pensano seriamente ad un attacco in quella finestra temporale.
Vittorio
Ciao Vittorio
“Io ho pochi dubbi sul fatto che il governo israeliano abbia ben valutato le reazioni non convenzionali iraniane”
Anche io non alcun dubbio che Israele abbia ben valutato le possibili (ed altamente probabili) reazioni iraniane. Proprio per questo motivo, non darei per certo il loro intervento! 😉
“Penso che all’interno della loro leadership ci sia chi ritiene che tanto peggio è tanto meglio.”
Verissimo. Ma è altrettanto vero che molti esponenti del governo israeliano (e del “War Cabinet”) sono contrari all’intervento. Inoltre, Israele è oggi caratterizzata da un attivismo politico giovanile fortemente contrario alle politiche dei “falchi”. Un attivismo politico impensabile anche solo 5 anni fa.
“..tra ottobre e novembre Obama sarà un’anatra zoppa e non avrà la forza per bloccare Israele o di supportarlo in caso di reazione iraniana”
Anche in questo caso sono perfettamente d’accordo con te. Ma giungo, nuovamente, ad una diversa conclusione: visto che l’intervento USA è scarsamente probabile, Israele, pur essendo ben consapevole delle possibili reazioni (vedi sopra) iraniane (e degli “amici” dell’Iran), attaccherà da solo? Sarà in grado di gestire più “fronti”? Soprattutto considerando che molti di questi fronti saranno caratterizzati da operazioni di unconventional warfare ?
In conclusione, anche per me il periodo tra fine settembre e metà novembre è, oggettivamente, un arco temporale particolarmente favorevole per Israele per attaccare l’Iran. Ciò che non mi convince del tutto è il livello di probabilità che l’establishment israeliano decida di attaccare.
Caro Barry, diciamo di sì. La mia posizione è (tanto per cambiare) simile a quella di Walt. Credo che l’obiettivo primario dei vari leaks delle ultime settimane siano, più che altro, gli Stati Uniti. Come sostiene il docente di Harvard: “In short, as I noted last week, the recurring talk of “closing windows,” “red lines,” “zones of immunity,” and the like is a political ploy, designed to stifle diplomacy, strengthen sanctions, and gradually inch the United States closer and closer to a commitment to use force. The Israelis know that they cannot do the job themselves, and their larger aim is to keep attention riveted on Tehran (and not on settlement expansion) and to make sure that if war does come, the United States does the heavy lifting.
In short, all this war talk is a bluff, but one can scarcely blame Israel for employing a tactic that keeps working so well. It’s our fault we keep falling for it.”
Ciò su cui credo di non concordare con te è l’eventuale timore israeliano di retaliation non-convenzionale da parte di attori filo-iraniani. Laddove la leadership israeliana dovesse essere convinta che la soglia è stata superata e che Israele è in pericolo non sarà certamente Hezbollah, Hamas &C. ad intimorire.
PS a proposito di un eventuale attacco israeliano continuo a consigliare la lettura di questo studio del CRS americano.
Metto altra carne sul fuoco 😉 😉 😉 😀 😀
F.
http://www.timesofisrael.com/iran-is-simply-not-afraid-of-the-united-states-says-israels-former-military-intelligence-chief-amos-yadlin/
Federico, tecnicamente sei un “azzillusu”*! 😀 😀 😀 😀
* per comprenderne il significato, chiedi ai conoscitori della lingua eletta 😀 😀 😀
ahahahaha l’hai centrato perfettamente Barry!!!!
Enrico
😀 😀 😀 😀 😀
Ammìa???? 😮 😀 😀 😀 😀
Vabbuò leggetevi questo!!! http://www.washingtonpost.com/opinions/get-ready-to-fight-iran/2012/08/17/1abe88c6-e7f8-11e1-8487-64e4b2a79ba8_print.html
F. 😀
Beh… allora altra carne sul fuoco la metto io 😀
“Israeli Leaders Could Be Dissuaded From Striking Iran”
Mi piace questo Walt!!! Quando mi porti a conoscerlo Sileeee????? 😀 😀 😀
F.
http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/2012/08/15/bibis-secret-war-plan/#comments
Bibi’s Secret War Plan
The Israeli attack will open with a coordinated strike, including an unprecedented cyber-attack which will totally paralyze the Iranian regime and its ability to know what is happening within its borders. The internet, telephones, radio and television, communications satellites, and fiber optic cables leading to and from critical installations—including underground missile bases at Khorramabad and Isfahan—will be taken out of action. The electrical grid throughout Iran will be paralyzed and transformer stations will absorb severe damage from carbon fiber munitions which are finer than a human hair, causing electrical short circuits whose repair requires their complete removal. This would be a Sisyphean task in light of cluster munitions which would be dropped, some time-delayed and some remote-activated through the use of a satellite signal.
A barrage of tens of ballistic missiles would be launched from Israel toward Iran. 300km ballistic missiles would be launched from Israeli submarines in the vicinity of the Persian Gulf. The missiles would not be armed with unconventional warheads [WMD], but rather with high-explosive ordnance equipped with reinforced tips designed specially to penetrate hardened targets.
The missiles will strike their targets—some exploding above ground like those striking the nuclear reactor at Arak–which is intended to produce plutonium and tritium—and the nearby heavy water production facility; the nuclear fuel production facilities at Isfahan and facilities for enriching uranium-hexaflouride. Others would explode under-ground, as at the Fordo facility.
A barrage of hundreds of cruise missiles will pound command and control systems, research and development facilities, and the residences of senior personnel in the nuclear and missile development apparatus. Intelligence gathered over years will be utilized to completely decapitate Iran’s professional and command ranks in these fields.
After the first wave of attacks, which will be timed to the second, the “Blue and White” radar satellite, whose systems enable us to perform an evaluation of the level of damage done to the various targets, will pass over Iran. Only after rapidly decrypting the satellite’s data, will the information be transferred directly to war planes making their way covertly toward Iran. These IAF planes will be armed with electronic warfare gear previously unknown to the wider public, not even revealed to our U.S. ally. This equipment will render Israeli aircraft invisible. Those Israeli war planes which participate in the attack will damage a short-list of targets which require further assault.
Among the targets approved for attack—Shihab 3 and Sejil ballistic missile silos, storage tanks for chemical components of rocket fuel, industrial facilities for producing missile control systems, centrifuge production plants and more.
http://mideast.foreignpolicy.com/posts/2012/08/20/the_israeli_debate_on_attacking_iran_is_over
Un profilo di Ehud Barak: http://www.foreignpolicy.com/articles/2012/08/23/the_decider?page=full
Silendo : volevo segnalare la puntata Dicit Spy La storia dei servizi segreti francesi pt.2 1a parte.
Interessante l’Affare Farewell e il caso Greenpeach .
Quest’ultimo ha qualcosa in comune con il Caso Gladio/Stay Behind e con il Caso Abu Omar.
Mi sembra sempre illuminante parlare di fatti accaduti ad altri, ma analoghi ai propri. E’ piu’ chiaro vedere gli errori e le soluzioni.
C’ e’ una parte interessante per la DSGE e la guerra economica (la lista degli agenti infiltrati nelle società Americane )
B.A.
Silendo :
Ho la sensazione che questa iniziativa RAI DIXIT SPY non e’ casuale ?
Tu cosa ne pensi ?
B.A.
In che senso, Babbano?
Che sia sponsorizzata dal DIS ?
B.A.
Francamente, non avendo avuto modo di guardare la trasmissione, non saprei esprimerti un parere.
Silendo, questo articolo è tra i i migliori che io abbia letto sulla faccenda.
ed è anche tra i migliori che hai postato sul tuo bel sito.
scelta eccellente
…
Sono molto interessanti perché fanno vedere che spesso dietro ad eventi decisioni ci sono molte casualità ed imprevisti .
B.A .
Buona Domenica …. XIX. permettendo,
sostanzialmente il dipartimento della sicurezza italiana promuove su rai storia la storia dell’intelligence? interessante ma scusate lo scopo?
Essenzialmente dove hai sentito ‘sta cosa, caro Alfredo&C.?