Il Washington Post pubblica un articolo sulle strategie del Dipartimento della Difesa statunitense nei confronti delle c.d. cyberweapons. Argomento molto caldo, in questi mesi, anche per evidenti ragioni economiche.
L’articolo conferma che il Pentagono sta riversando crescenti risorse nella ricerca e nello sviluppo (R&D) di “strumenti cyber” di natura offensiva, capaci di attaccare i sistemi informatici – anche off-line – del nemico.
Attenzione perchè ciò potrebbe indicare, in un certo senso, un cambio di approccio. Da una posture nettamente difensiva ad una più offensiva.
“Officials are researching cyberweapons that can target “offline” military system…”
Se non ho capito male, si tratta di considerare offline un “sistema militare”… perché non è connesso ad internet?
Fantastico! 😀 😀
Gio’, devi portare pazienza 😉
ma certo, caro Vate… sono andato in pensione apposta 😀
http://www.theatlantic.com/technology/archive/2012/03/cyber-and-drone-attacks-may-change-warfare-more-than-the-machine-gun/254540/
l’approccio “filosofico*” alle cyberweapons e all’infowarfare:
http://www.springerlink.com/content/8x0q6w3r224624l7/
la pubblicazione è di una ricercatrice italiana presso la Oxford University e la University of Hertfordshire.
* Giò, poi dici che non ti penso! 😛
Giovanni alla riscossa!?! 😉

V.
Infatti la Taddeo è collaboratrice di Floridi, ovvero il filosofo italiano che ha formalizzato la teoria dell’Infosfera e quella degli “abstraction layer” (quest’ultima insieme a Sanders).
Vittorio carissimo: in verità io ho sempre sperato nella RIScossa, ma pure quella…
😛
“U.S. Anti-Bot Code of Conduct for Internet Service Providers”, ovvero un’iniziativa targata USA utile a contrastare le botnet, con il supporto degli Internet Providers:
http://www.infosecisland.com/blogview/20800-US-Anti-Botnet-Code-of-Conduct-for-ISPs-Unveiled.html
il WaPo fornisce qualche aggiornamento sulla posture del Pentagono con riferimento alle cyberweapons:
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/2012/04/09/gIQAuwb76S_story.html
segnalo questo passaggio rilevante sul graduale spostamento verso l’approccio offensivo:
“…The weapons may be designed for a single use or for some other limited deployment, and they would be used in offensive cyber operations or to protect individual computer systems against specific threats, said the report…”.
e poi questo sulla potenziale rapida obsolescenza di tali nuove armi:
“…Even sophisticated cyberweapons can be rendered obsolete in weeks or months…”.
mentre Washington rivolge la sua attenzione all’uso delle cyberweapons, in Italia non stiamo di certo a guardare!
a tale riguardo, infatti, segnalo un “pionieristico” studio, a cura del bravo Stefano Mele, volto a definire giuricamente le armi cyber, senza tralasciare le implicazioni strategiche derivanti all’uso di tali nuovi strumenti offensivi:
http://www.strategicstudies.it/wp-content/uploads/2011/10/Paper-Apr-2012_Cyberweapons.pdf