Il Tempo di oggi, in occasione della c.d. riunione del 5+5, pubblica un articolo del nostro Ministro degli Esteri che assomiglia ad una dichiarazione strategica verso l’area del Mediterraneo.
Trattandosi di una merce rarissima in Italia (la strategia, intendo) non potevo esimermi dal segnalarlo qui, sul blog.
Scrive il Ministro:
Qual è la nostra visione delle relazioni tra l’Europa ed i Paesi mediterranei? Noi crediamo che i processi i democratici in corso in questa regione stiano creando le condizioni per un nuovo tipo di rapporto tra i paesi delle due sponde. Non più i vecchi ‘patti di convenienza’ e nemmeno le ricette etero-imposte da Bruxelles. Piuttosto la definizione di partenariati ‘veri’ e paritari basati sulla piena condivisione di valori – democrazia, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze, in particolare le minoranze religiose – ed interessi (sicurezza nelle varie dimensioni, incluse la sicurezza energetica e quella alimentar; sviluppo economico e sociale).
Partenariati veri basati sulla piena condivisione degli obiettivi e dell`agenda politica. Intendiamo, attraverso questi partenariati, avvicinare progressivamente le due sponde del Mediterraneo e dar vita ad una ‘casa comune euro-mediterranea’. Ed è a questo concetto di integrazione ‘de facto’ e di ‘casa comune’ che, nella nostra visione, dovrebbero ispirarsi anche i diversi, e tra loro complementari, strumenti esistenti : dalla politica di vicinato dell`Unione europea, all`Unione per il Mediterraneo, al formato 5 + 5.
La riunione ministeriale del 5 +5 ( i cinque Paesi della sponda Nord: Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta ed i cinque della sponda Sud: Algeria, Marocco, Tunisia, Libia, Mauritania) che Italia e Tunisia co-presiederanno oggi a Roma si propone di riavviare su queste nuove basi il dialogo tra le due sponde attraverso nuove proposte di collaborazione concreta in una serie di settori, dalla sicurezza, allo sviluppo economico ed in particolare delle piccole medie imprese, agli scambi culturali e tra le società civili. Verranno, tra le altre cose, decise insieme, dai Paesi delle due sponde, le creazione di un sistema di early warning per far fronte alle minacce comuni nel Mediterraneo, di un dialogo tra le società civili e verrà stabilita la data di un Vertice del 5+5 a livello di capi di Stato e di governo per testimoniare la comune volontà politica di far compiere un salto di qualità alla cooperazione tra le due sponde del Mediterraneo. In collegamento con l`Unione per il Mediterraneo, il 5 +5 lavorerà inoltre, d`ora in avanti, attraverso un meccanismo di consultazione permanente per poter dare seguito concreto alle iniziative di collaborazione in tutti i settori.
Il 5+5 intende diventare un fattore di impulso anche per rilanciare le politiche dell`Unione europea verso la regione, una sorta di ‘Gruppo degli amici del Mediterraneo’.
E` un momento storico nei rapporti con la sponda Sud Mediterraneo che l`Europa politica non può perdere se non vuole rischiare di finire ‘out of business’.
Non so a voi ma a me sembra un modo per riprendere l’iniziativa nell’area riducendo i margini d’azione di Francia e Gran Bretagna.
Interessante anche il “sistema di early warning“. Sono curioso di sapere come verrà strutturato.
Per maggiori dettagli consiglio l’audizione del Ministro del giorno 15 (qui il video) presso le commissioni riunite degli affari esteri. Ahimè ancora non è disponibile lo stenografico.
Caro Silendo, avrei voluto leggermi il saggio sulla Siria alla libanese, ma per ragioni più stringenti non ho potuto astenermi dallo sciropparmi l’audiz. del Terzi di Sant’Agata.
a) grazie sinceramente per il post (questa volta anche per motivi non di solo diletto)
b)sì la strategia sembra adombrata. adombrata, però; non mi spingerei oltre. andare dal turismo ai diritti umani, insomma, mi pare più enciclopedico che strategico. anche nelle risposte agli interventi, il Terzi dà ragione a tutti da diplomatico. ma proprio a tutti. ora, non va bene. adesso è ministro: dovrà imparare a decidere. decidere vuol dire necessariamente fare delle scelte. non è che tutte le priorità o gli scenari geopolitici possano essere messi sullo stesso piano e si possa essere su tutti pronti ai blocchi di partenza…specie se si devono recuperare incapacità o mancanze di tempismo passate.
cmq, di proclami sull’Italia e il Med ne sento da che sono bimba, io aspetto i fatti (che se ci sono le intenzioni vere, si dovrebbero vedere a breve perché i tempi stringono)
c) esempio e nota interessante: Nirenstein ha detto una cosa notevole (anche se non ho capito bene se era del tutto sua intenzione) e Terzi o non l’ha capita proprio per niente o comunque non he saputo cogliere quello che avrebbe potuto (intenzioni semantiche di Nirenstein a parte). per esempio io ne traggo questo: ella dice “muoversi sulla linea del rispetto dei diritti e della morale comporta conseguenze complesse nello scenario tra m.o. e iran, e dobbiamo esserne consapevoli”. al di là dell’eventuale intenzione di Nirenstein di voler aggiungere carne al fuoco (cioé concordare con detta linea e inasprirla) o meno (quale delle due cose sinceramente non ho compreso, ma non importa), direi che se ne può comunque tarrre una riflessione importantissima.
Muoversi tipo ‘marianne’ dietro la bandiera della libertà per gli oppressi dal crudele dittatore (leggi Assad) è una linea pericolosissima per entrare negli equilibri di quelle zone. molto meglio sarebbe un sano e partecipato pragmatisimo e non incoraggiare affatto l’uso della carta dei diritti umani come arma di punta per ben altro tipo di giochi (N. ricordava giustamente la Turchia rispetto alla Siria).
..che ne so, del tipo, l’Italia sostiene i paesi arabi pur nella difficile congiuntura economica, ma questo solo a patto che si rispetti un principio il più possibile: che devono essere gli arabi ad assumersi la responsabilità delle loro scelte. non possiamo permetterci di assumerci colpe volontarie o involontarie in un momento storico ed economico così delicato. dovremmo chiedere prudenza e aperture condizionate: appoggio sì ma a patto che l’interlocutore assuma impegni anche difficili e non di breve respiro. quanto alla Siria, non dovremmo lanciarci dietro ai cori di scandalo, dovremmo piuttosto spenderci dietro le quinte e con più prudenza. non siamo gli USA che sono in pieno trasloco verso ‘l’altro lato’ e stanno già scegliendo la tapezzeria. per noi il Med è anche casa nostra, è un po’ diverso, per noi.
ma a Terzi l’argomento diritti umani piace molto; avendo il sig. in questione competenze, come dire, un tantinello più professionali delle mie, spero si riveli una buona idea..
d) infine una nota acidina, (concedimelo, è un vezzo delle signore) anzi due:
1) baffetto come sempre (da quell’incommensurabile idiota che è) riesce a far sembrare gli altri a suo confonto tutti degli acuti geni (eppure sono persone abbastanza normali), solo solo perché ‘personalizzano’ quello che dicono (evidentemente perché sanno di cosa parlano, anche se solo relativamente ai loro modi di vedere). mi riferisco soprattutto a Boniver, che a confronto suo, sembra Tocqueville messa accanto al classico accademico blaterone e generalista, e a Marcenaro, che ha puntualizzato assai meglio alcune cose.
2)Mantica: caspiterina, che avrebbe tirato fuori il suo mantra sulla macroregione adriat.-ionica ci ho scommesso subito mani e testa non appena è stato detto che aveva chiesto la parola.
quindi ho vinto la scommessa. peccato che non ho pensato a piazzare la posta…quindi non so cosa ho vinto ma pazienza…..
ciao (c…zo, stasera mi hai fatto fare i compiti a casa)
S.