Un articolo della Reuters sull’esiguità dei c.d. “cyberwarriors” e sulla competizione tra militari, agenzie di intelligence ed aziende private per il loro reclutamento.
With growing worries about the threat of “cyber warfare,” militaries around the world are racing to recruit the computer specialists they believe may be central to the conflicts of the 21st century.
But whilst money is plentiful for new forces of “cyber warriors,” attracting often individualistic technical specialists and hackers into military hierarchies is another matter (…).
“My theory is that huge defense agencies – having little clue of what cyber warfare is all about – follow traditional approaches and try to train as many hacking skills as possible,” says Ralph Langner, the civilian German cyber security expert who first identified the Stuxnet computer worm in 2010 (…).
Many experts say the key to successful operations in cyberspace – such as the Stuxnet attack believed to have targeted Iran’s nuclear program by reprogramming centrifuges to destroy themselves – is quality rather than quantity of technical specialists.
“Only a very small number of people are the top notch that you would want to employ for a high-profile operation like Stuxnet,” says Langner, saying that there might be as few as 10 world-class cyber specialists. “These people will probably not be covered with a military environment.” (…)
Speaking on condition of anonymity, one senior European officer with responsibility for cyber complained of struggling to find suitable recruits in part because of competition from the private sector.
Agencies such as the U.S. National Security Agency and Britain’s GCHQ say they lose some of their best talent to Microsoft and Google. But such agencies also pride themselves on their ability to find and retain the kind of eccentric expertise that would struggle to find their place in armies, navies, air forces or regular government departments.
“Higher end capability isn’t principally about spending large amounts of money and having large numbers of people,” says John Bassett, a former senior GCHQ official and now senior fellow at London’s Royal United Services Institute.
“It’s about having a small but sustainable number of very good people with imagination and will as well a technical know-how and we may be more likely to find them in an organization like GCHQ than in the military.”
In breve, il solito problema del reclutamento da parte di strutture pubbliche delle migliori professionalità esistenti sul mercato. Una bella sfida, soprattutto per quelle amministrazioni che necessitano di professionalità… ad “alto valore aggiunto”.
Forse perchè le strutture pubbliche dovrebbero creare, specie in questo caso, strutture ad hoc molto ‘intermedie’ a livello di ambiente professionale e dinamicità. Piccole, specifiche, agili, personale a dirigerle scelto davvero solo per competenze rilevanti.
specie se si cerca: ” a small but sustainable number of very good people with imagination and will as well a technical know-how”
lo specialista con immaginazione e perizia non lavora volentieri in una struttura pubblica o direttamente legata ad un decisore/amministratore pubblico, (per tante ragioni, è perfettamente inutile voler cambiare i più creativi, è meglio addattarsi a loro, in questi casi),dunque l’ambiente di lavoro, per quanto creato per una struttura pubblica, dovrebbe essere il più possibile rispondente alle caratteristiche di un centro privato o comunque molto ristretto agli specialisti e rispondente al loro modus vivendi e operandi nell’attività lavorativa.
questo almeno applicando un po’ di psicologia. no?
(si badi: io ho scritto ‘forse’. ……..modestissimamente ‘forse’)
S.
Buongiorno S.
Cosa intendi con “strutture ad hoc molto ‘intermedie’ a livello di ambiente professionale e dinamicità“?
Grazie,
Roberto
Caro Roberto,
c’è un problema. io applico la logica. vale a dire, anche a campi che non sono miei, applico strutture logico-deduttive e intuitive di ragionamento.
detto ciò, ti faccio un esempio traslato.
allora, mettiamo che io mi renda conto e riconosca che esistono discipline matematiche particolari e psicologiche avanzate che applicate all’analisi di quanto avviene in un momento di crisi nell’elettorato e nel paese, possono suggerirmi schemi adeguati di comunicazione e azione, nonché di prevenzione di conflittualità o resistenze.
se io metto a contratto i raffinatissimi e creativi ricercatori che stanno contribuendo all’efficacia di queste disicpline e metodologie di analisi (con prospettive di carriera inimmaginabili, perchè lontanissime, per l’ impiegato pubblico anche alto funzionario o ex ricercatore) e li metto a diretto contatto professionale con i dirigenti e gli specialisti delle amministrazioni uffici o organi pubblici preposti alla prevenzione alla comunicazione o all’osservazione del territorio, potrei creare un ambiente psicologicamente deprimente per il neo reclutato, o professionalemnte carente.
io forse dovrei: costruire uno schema..tipo…. metti a due livelli, con un funzionario scelto ad hoc (se già non c’è) e a capo di un’unità di specialisti già interni alla struttura pubblica di riferiemnto che interagisca con il responsabile di una neo-struttura apposita che accolga i geni matematici e psicologisti riproducendo il più possibile l’ambiente di lavoro e organizzativo di partenza o di riferimento degli esperti neo-assunti.
cioé, l’unica cosa che i cyber-esperti dovrebbero condividere con la struttura pubblica di inseriemnto dovrebbe essere la missione e l’oggetto del proprio lavoro: metodologie organizzative e gerarchie/non gerarchie dovrebbero essere coesistenti ma non omogenee né comuni.
dovrebbero essere i loro coordinatori e dall’altro lato i responsabili già interni alla struttura pubblica a gestire l’interazione senza che schemi non adeguati debbano essere fatti propri da professionisti non solo del tutto estranei a quella struttura ma che assai certamente non sono mai stati mossi principalmente dal desiderio di esserne parte a motivazione dei loro studi e del loro applicarsi (soprattutto, a mio avviso, il punto è questo).
per carità please non mi bombardi nessuno. cerco di applicare un ragionamento basato sull’interazione uomo/ambiente.
(conto sulla vs pietà….eh?)
S.
La mia domanda non nascondeva alcuna critica implicita.
Ti ringrazio per il chiarimento.
Nessun bombardamento.
Non vedo niente di grave in ciò che hai scritto.
Ne colgo il senso. Se la memoria non m’inganna in passato realtà come quelle da te ipotizzate sono esistite
😉
R.
“Una bella sfida, soprattutto per quelle amministrazioni che necessitano di professionalità… ad “alto valore aggiunto”
Per il nostro amato Paese sarebbe già un passo avanti se ci fosse la reale volontà di selezionare ed assumere tali professionalità. A buon intenditore…
A.
Quoto, sottoscrivo, imbusto, chiudo con la ceralacca, firmo digitalmente e ci appongo anche un certifcato valido (dopo essere passato dal Notaio)..
Ero certo che avresti capito.
A.
Andrea, la fuga dei cervelli all’estero è la cosa che più mi fa incavolare al mondo. E’ sullo stesso livello della birra calda ad agosto.. 😉
“la fuga dei cervelli all’estero è la cosa che più mi fa incavolare al mondo”
il nostro Paese è in stato di perenne emorragia di expertise altamente qualificata
Una delle nostre vere vulnerabilità strategiche!
A mio modesto parere, sintetico e meridionale, ma con esperienza professionale nel Nord…
….mi permetto di dire che allo stato attuale gli strumenti ci sono, ma da qui alla pratica c’è il vuoto.
L’esistenza di una formazione accademica pubblica e privata, non soddisfa più l’interclassismo sociale: ad oggi tutti vogliono stare al comando della Concordia..braccianti, operai, impiegati, liberi professionisti, bancari, industriali, infermieri e autostoppisti!!! Ciò significa che manca un’autoriflessione non sulle proprie capacità, ma sulle proprie tradizioni…sta emergendo sempre più una società del malcontento, in cui ogniuno si alza la mattina e dice “voglio fare questo!” senza neanche sapere cosa!! E ciò si riflette sulle scelte di dirigenti che nell’avvicendarsi anzichè mantenere ciò che c’era prima e migliorarlo, cambiano ogni volta tutto….
…A ciò aggiungerei che manca un sistema di valori…che è alla base dei sistemi occidentali di sempre…per dirla con Adam Smith “Teoria dei sentimenti morali”…per ricordarmi invece di mio nonno direi “L’ignoranza peggiore non è quella culturale, ma quella dell’animo e sei sentimenti”, quella che offusca il fine: garantire l’ordine sociale, a ciascuno il proprio ruolo….e dell’appropriatezza dei ruoli gli americani hanno più lucidità, forse perchè sono stati permeati dall’etica protestante e lo spirito del capitalismo, oltre che da una tradizione pragmatica….qualche traccia era viva anche nella nostra tradizione cattolica…
….spero di non sembrare troppo rigida, ma forse in questo momento c’è bisogno di razionalismo…oltre che di coraggio!!!
Morgana razionale
gentile Morgana penso che i ruoli ci siano e siano anche definiti, purtroppo mi vien da pensare che ciò che manca è la volontà di esercitarli e la sovrapposizione di competenze … eee per realtà particolarmente sensibili e sofisticate servirebbe anche una maggior libertà di azione con totale svincolo dalle frange politiche
“…ciò che manca è la volontà di esercitarli…”
Non per essere paranoica ma ho preso di quelle tranvate nella vita, proprio su questo punto e posso affermare che non sempre interessi economici, ruoli, competenze e legalità vanno d’accordo…la domanda è: quanto si è disposti a non scendere a compressi nello svolgere le proprie competenze?
La risposta: si combatte!!! Meglio pochi ma onesti che tanti e disonesti…
“..servirebbe anche una maggior libertà di azione con totale svincolo dalle frange politiche..”
ora non so che ruolo ricopri, ma come personal trainer di me stessa mi sento di dire che nessuno subisce qualcosa se non lo vuole…nel senso che ogniuno può svincolarsi da poteri nei quali non si identifica se non lo desidera, nel rispetto delle istituzioni…si può scegliere!!!…Ci ho messo un bel pò a metterlo in pratica..e non nascondo che nel mio animo sensibile ci ho versato lacrime…ma non per debolezza…per testardaggine…
Questo blog è piacevole…sto smettendo di essere sintetica…dietro quella piazza in cima all’home page..c’è forse la via più bella del mondo: Via dell’Umiltà…
…auguro sempre a tutti quelli che incontro di riuscire a realizzare i loro desideri nella purezza e nella sana competizione…
Morgana
Ciao Roberto, grazie per la risposta ma a questo punto mi hai reso curiosa. (assai).
“Se la memoria non m’inganna in passato realtà come quelle da te ipotizzate sono esistite”.
intendi in Italia?
ciao,
S.
Signori, la realtà è che in genere il modello occidentale e in particolare l’Italia sono fondamentalmente a serio rischio anarchia ..e (mafiosa?) guerra moderna. Sfido tutti voi a trovare un esponente in ciascuno dei tre (diciamo pure quattro, cinque) poteri, che non sia sceso a compromessi col malaffare (ah, logicamente intendo un elemento che abbia un minimo di rilevanza :-))
La fuga di cervelli è forse endemica in Italia, tuttavia ricordiamo che i ricercatori (dottori) vogliono guadagnare centinaia di migliaia di euro all’anno e non fare come in URSS ove dovevano spremersi per non avere praticamente nulla in cambio.. ma noi non siamo l’URSS vero?
Morgana dice che serve uno slancio etico.. ma si vuole distruggere una Istituzione che è la Chiesa – che Gesù istituì prima del supplizio della Croce – perché parla e agisce sull’uguaglianza, sulla speranza, sul perdono, sull’amore verso i più deboli e questo da fastidio alla malavita alle lobby di potere politico economico e ai soloni massoni che vogliono avere in mano il mondo… ma quale slancio etico? Viene da ridere constatando che si parla e si dice di tutto, ma poi ognuno si comporta come se il vicino fosse un nemico (ad esempio quando si è in auto/moto).
Silendo, credo che questa discussione forse si aggancia al più alto tema riguardante il dilagare dell’ingordigia che domina questa attualità civile che in maniera diastratica colpisce indifferentemente il commerciante, come il facchino, come il dirigente, l’impiegato medio, il politico, il giudice, il finanziere e così via.
E’ superficiale – a mio avviso – ridurre la questione alla tecnicistica “vulnerabilità strategica” della “fuga di cervelli”. Occorre far funzionare veramente i cervelli: chiederci “cosa è la verità? cosa è il bene? e il male?”
Ricordiamoci che l’Europa è diventata forte per le radici di una cultura che aveva la speranza verso il futuro, una cultura che premiava l’uomo: oggi chi si premia? la macchina? la virtualità? l’inconsistenza dell’ambizione? la droga (di ogni tipo in ogni ambito)? Questa cultura che ha formato l’Europa e di riflesso gli USA, adesso viene rinnegata, messa all’angolo confinata nei più remoti angoli psichici dell’individuo e additata ai soli deboli (perchè poveri, piccoli, non-nati, vittime di ogni tipo) o agli “illusi” creduloni..
Da bravi “appassionati” di intelligence, spero che sappiamo veramente leggere dentro i processi che hanno segnato la Storia per capire ciò che veramente occorre proporre al mondo.
Emanuele Salvati
Vorrei precisare ad Emanuele Salvati che non ho fatto nessun riferimento alla cultura cristiana basata sulla pietas e sul perdono, mi riferivo all’etica cattolica…alla cultura dei templari…al penitente che con umiltà si inginocchia per combattere…questo è per me l’Altare della Patria…
Morgana
….volevo poi aggiungere…giusto perchè so’ meridionale, sintetica…e pure un pò permalosa….tanti difetti…tranne uno: la sincerità….che dovremmo finirla con questa cultura della vittimologia, quando è il momento di rimboccarsi le maniche lo si fà e si combatte cercando di capire dove sono le risorse…e poi competizione e competenze sono termini etologici: la selezione naturale si basa su competizione e competenze.
E poi la fuga di cervelli all’estero rientra nella sfera dell’utile: se nessuno si muove l’economia non gira….perciò ottimismo…e oissa…forza remare!!!!
Morgana
Non entro nel merito della discussione. Ci tengo solo a sottoscrivere questo concetto…
Buonanotte Silendo e silendiani….per vittimologia intendo semplicemente che potremmo finirla di piangerci addosso e di fare i bambini capricciosi a cui manca sempre qualcosa…bisogna fare quel che si può con quel che si ha….good luck!!!
Morgana
Se il merito della discussione è sbandierare una fede religiosa non ci entro neppure io nel merito della discussione.
Se invece si tratta di combattere per la verità allora è un’altra cosa e ci sta tutto mettersi in gioco.
Certo, combattere, ma per cosa? Combattere ciò che si intende come “male” per avere come fine altro “male”? Dove si trova invece il “bene”? I templari lo sapevano dove risiedeva il bene ma ecco che sono a loro volta caduti nel fare il male.
Ripeto per chiunque vuole, per passione, o lavoro o perché è la sua vita, leggere dentro alle vicende, alle tante realtà e situazioni circostanti, deve mirare alla Verità che poi è l’unico bene, perché soltanto questa può portare al risultato migliore, che è un mondo migliore e più sicuro per tutti.
Poi se si vuole giocare alla guerra è un’altro discorso.
Saluti e grazie a Silendo perché permette di ospitare civilmente ogni punto di vista in questo completo e affidabile blog.
E.S.
Ciao Teofilo…straordinario…è proprio questo il punto…la Verità!!
Morgana
a proposito di cyberwarriors “made in USA” e di ‘”information dominance” della marina militare statunitense:
http://www.utsandiego.com/news/2012/apr/15/tp-geeks-become-militarys-new-warriors/