Alfonso Montagnese ha colpito ancora. Dopo lo studio sulla minaccia nucleare il ricercatore ha prodotto – nell’ambito del gruppo di lavoro Cyber World dell’OSN – una review su una parte della letteratura specialistica riguardante i social media allo scopo di “offrire un quadro di situazione aggiornato relativo all’uso dei social media da parte di gruppi organizzati (…) e di misurarne l’impatto – attuale e futuro – sulla sicurezza nazionale, delineando i principali scenari di rischio per gli interessi dello stato“.
Una lettura, a mio modesto avviso, interessante e gradevole. Oltre che utile.
In futuro, in un eventuale prosieguo della ricerca, sarebbe interessante esplorare in profondità le potenzialità di tali strumenti di comunicazione e raccolta informativa nell’ambito di attività di influenza strategica, ingerenza e deception (USA docet). Ciò anche allo scopo di elaborare un’adeguata dottrina nazionale.
Impatto dei social media sulla sicurezza nazionale (versione 3.0)
e braaavo l'Alfonso!
Linus
Ma guarda tu questo carabiniere…. ;))
F.
"Considerato che le fonti di origine italiana sull’argomento oggetto di trattazione sono, ad oggi, esigue, le risorse bibliografiche selezionate ed utilizzate sonoprevalentemente di origine statunitense."
Come sarebbe???


Natasha
(Source Miner @STVGiovanni.tv)
Ottima idea il capitano…
A.
Non poteva essere diversamente

R.
Stamattina ho letto qualche pagina…bravo bros!
Grande Alf!
Complimenti! ;))
Enrico
Ho interrotto lo studio del Cybersecurity Policy Report del DoD per leggere questo interessantissimo paper di Alfonso.. 😉
Complimenti..!!!!!
Ho letto con grande interesse il documento, essendo un tecnico di sicurezza informatica, ed ho trovato l'analisi molto utile e ben realizzata.
Un ottimo lavoro per questo ricercatore che seguo volentieri da diversi mesi.
Giacomo
Bravo Alfonso. Si vede che buon sangue non mente ;)))
Enrico
due ricercatori del King College di Londra hanno appena dato alla luce un recente ed interessante approfondimento sull’impiego dei social network a fini intelligence. Il paper, dal titolo “Social Networking as a Paradigm Shift in Tactical Intelligence Collection”, fa parte di una pubblicazione più ampia (inizia a pg. 28):
http://www.rieas.gr/images/mcis2012.pdf
l’FBI e il monitoraggio dei social media:
https://www.fbo.gov/index?s=opportunity&mode=form&id=c65777356334dab8685984fa74bfd636&tab=core&_cview=1
http://www.readwriteweb.com/archives/fbi_searches_social_media_for_insider_trading.php?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+readwriteweb+%28ReadWriteWeb%29
ahahaha sto pensando seriamente di assumerti…. :))
il DHS e il monitoraggio (tramite keywords) dei social media:
http://www.forbes.com/sites/reuvencohen/2012/05/26/department-of-homeland-security-forced-to-release-list-of-keywords-used-to-monitor-social-networking-sites/
La risposta australiana al lavoro del capitano Montagnese.
SILENDO perchè non provi website monitoring service per conoscere meglio i frequentatori del Tuo sito ?
B.A.
Il documento è stato tradotto in lingua inglese.
Rinnovo i complimenti all’autore.
A.
Tipetto in gamba…
eh si
ecco come Facebook potrebbe superare i vincoli del terribile “Leviatano Cinese”: usando il servizio Instangram (recentemente acquistato a suon di dollaroni da Zuckerberg) come “cavallo di troia”.
Instangram (che è una social media orientato sulla condivisione di foto) è, infatti, già integrato in Weibo.
Ma cos’è Weibo??
E’ il servizio di micro-blogging più popolare in Cina, mediante il quale i dissidenti e/o gli opponenti al governo cinese riescono a rendere pubblico il loro disagio, a veicolare le loro critiche e (come accaduto di recente) a diffondere i rumors su possibili colpi di mano volti a sostituire l’attuale leadership governativa .
A voi, cari amici, le considerazioni! 😉
qui il WSJ:
http://blogs.wsj.com/deals/2012/04/10/will-instagram-help-facebook-crack-china/?mod=wsj_share_twitter
http://blogs.wsj.com/chinarealtime/2012/04/10/will-instagram-help-facebook-crack-china/
qui un video della Strafor sull’argomento:
http://www.youtube.com/watch?v=CSIlleEX0e8
Secondo Sir David Omand, autorevole docente del King’s College di Londra, nonché ex direttore del GCHQ britannico, i social media, oltre ad essere un eccellente strumento per potenziare le capacità comunicative delle forze di sicurezza, sono potenti mezzi per monitorare e contrastare le attività dei terroristi e della criminalità organizzata.
Sir Omand suggerisce al governo di Sua Maestà di adottare al più presto un “green paper on monitoring social media sites” 😀 .
Ecco il Telegraph:
http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/defence/9221994/Monitoring-Twitter-and-Facebook-could-foil-terrorists.html
Ma tu guarda quant’è bravo questo Sir Omand….
😀 😀
😀 😀 😀
se qualcuno vuole approfondire le analisi elaborate da Sir Omand (ed altri) sulle potenzialità, a fini intelligence, dei social media, ecco il documento giusto:
http://www.demos.co.uk/files/_Intelligence_-_web.pdf?1335197327
Sir Omand si spinge fino a parlare di “social media intelligence”…. 😉
http://publicintelligence.net/ufouo-u-s-state-department-social-media-landscape-italy/
B.A.
Molto interessante.
Veramente molto interessante !!!