Un articolo di Pino Buongiorno (gentilmente segnalato da Armigero):
"Tutto è cominciato con un rapporto top secret, che il capocentro dell'Aise ha spedito da Tripoli ai primi di febbraio: «I miei interlocutori sono concordi nel sostenere che qui il terreno sta franando». Era stato l'ex numero due del regime libico, Abdelsalam Jalloud, 67 anni, grande amico dell'Italia, ad avvertire di quel che stava maturando in Cirenaica sull'onda delle rivoluzioni arabe. La fase due è proseguita con l'organizzazione del rimpatrio di decine di lavoratori italiani.
E ancora, nei primi giorni dei bombardamenti, l'Aise è riuscita a ottenere la liberazione di cinque diplomatici britannici e uomini delle squadre speciali Sas, mentre qualche settimana dopo ha riconsegnato a Roma all'ambasciata Usa un pilota americano, abbattuto in Libia. Senza dimenticare le trattative per ottenere il dissequestro del rimorchiatore italiano Asso 22, ostaggio dei militari di Muhammar Gheddafi.
In mezzo ci sono episodi deamicisiani, come la restituzione, dopo cinque anni, della bandiera del consolato italiano di Bengasi portata via da un ragazzo durante gli incidenti del febbraio 2006 per la maglietta anti Islam indossata dal ministro roberto Calderoli.
La guerra segreta in Libia non prevede alcuna tregua. I 40 agenti dell'Aise, alcuni senza nemmeno la cittadinanza italiana, hanno facilitato la missione lampo dell'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni, il 3 aprile scorso a Bengasi, per un colloquio con i nuovi capi del Cnt. Così l'Eni ha potuto mantenere il primato nella nuova Libia frenando le ambizioni della francese Total e garantendo i flussi del gasdotto Greenstream.
Ma hanno trattato a lungo anche con Saadi Gheddafi, il figlio calciatore del dittatore libico, il più filoitaliano della famiglia. Sono segnalate anche le operazioni di «esfiltrazione» (così nel gergo degli 007) di decine di generali e alti funzionari governativi lealisti convinti ad abbandonare il Colonnello e aiutati a fuggire momentaneamente in Italia.
L'Aise tiene inoltre sotto controllo i servizi segreti degli altri paesi che puntano a scalzare l'Italia dal cuore della nuova dirigenza. In particolare i francesi della Dgse, i più aggressivi e anche i più ostili, ma anche gli inglesi dell'Mi-6, gli ambiziosi turchi del Mit, la Cia e, a sorpresa, l'intelligence del Qatar, quella più disposta a pagare in cash. Il modello seguito è stato quello di non privilegiare, come fanno gli avversari, solo i contatti con i capi militari e politici dell'insurrezione, ma tutta la società civile che sta emergendo. Ma dalla guerra sporca combattuta in questi sei mesi in Libia emerge anche un misterioso traffico di armi.
Fra il 18 e il 20 maggio, 30 mila kalashnikov, 5 mila katyusha e 11 mila razzi anticarro, sequestrati nel Canale di Otranto nel 1994, sono stati rimossi dal deposito di Guardia del Moro nell'isola della Maddalena e trasportati dai traghetti di linea a Civitavecchia. Da qui probabilmente sono finiti ai ribelli di Bengasi. La procura di Tempio Pausania ha aperto un'inchiesta, ma il governo ha immediatamente opposto il segreto di Stato."
non che io sia proprio pratico di Ordinamento, però… i 40 agenti dell'Aise "alcuni senza nemmeno la cittadinanza italiana" ?
Agenti in senso lato? ;))
Peggio mi sento! allora sarebbe stato meglio dire… "attori" 😉
Eeeeh… dai…. agenti è molto meglio….
mi fido del tuo parere :)))
gio' mi sa che questa cosa è proprio oggettiva, sai? ;)))
F.
voleva dire personale straniero sul libro paga dell'aise quindi piu in pratico gente del luogo che si mimetizza facilmente in svariati luoghi e lavori.
…ma pareva brutto scriverlo così su Panorama, giusto? :))
sotto un certo aspetto lo si era capito che svariate agenzie d'intelligence erano e sono al lavoro in libia ma la notizia data dalla stampa che il numero 2 di gheddafi ha trovato rifugio in italia ha dato sotto un certo aspetto a dato un profilo logico sul ruolo dell'aise in libia anche se è uscito dopo l'articolo ma si presupponeva uno scenario tattico come questo
@09 certe cose sono date per scontate in certi ambienti.
Gio', ma è un articolo per Panorama, non per Intelligence & National Security 😉
E' chiaro che si tratta di agenti/collaboratori. Il giornalista intendeva semplicemente dire che l'AISE lavora con efficacia anche avvalendosi della collaborazione di "non italiani"
Vate, credo di aver perfettamente intuito quello che il giornalista voleva dire così come ho anche una – vaga, per carità… – idea di come funzionino le cose in questi contesti.
Quel che volevo dire – in modo eccessivamente polemico, lo ammetto e mi scuso per questo…
– si esplicita, quasi magicamente, proprio grazie al tuo ultimo post ovvero:
"perchè tu l'hai detto in modo così chiaro, semplice, efficace ed elegante mentre nel testo originale il concetto risulta, come minimo, un tantinello ambiguo* ?"
Saluti cari a tutti!
* "ambiguo" nel senso di: http://www.etimo.it/?term=ambiguo
P.S.: cos'è "Intelligence & National Security"?
giovanni ma tu non puoi certo paragonare un comune mortale al Sommo Vate per eccellenza, no? :)))))
assolutamente mai nella (mia) vita!
ed Egli lo sa :))
Gio', perdonami, mi sono espresso malissimo (ero distratto mentre ti rispondevo…). Ovviamente non volevo spiegarti alcunchè. So bene che non ne hai bisogno
Più banalmente volevo dire che il riferimento al termine "agente", in una rivista generalista e non "tecnica" o per esperti del settore, è a mio avviso più che sufficiente per indicare l'attività in questione.
PS tralasciamo le minkiate "vatologiche" di Federico… ;))
O'Sensei, ogni cosa che mi insegni è utile al combattimento e pertanto ne ho sempre bisogno (non come quella roba di "metti la cera-spandi la cera" che insegnano i sensei "normali"…
).
Secondo me invece proprio perchè la rivista è generalista ed è letta per lo più da persone che "tecniche" non sono (quindi potrebbero avere difficoltà a discriminare tra un sense e l'altro) e che magari non hanno (non per loro colpa, ovviamente…) profonda conoscenza del settore, proprio per questo motivo, dicevo, mi sarebbe piaciuto – da lettore generalista quale sono – che quel passaggio fosse stato più… esplicito.
Anche l'inciso "senza nemmeno" proprio non lo digerisco ("nemmeno"? "…vado a piedi perchè non ho nemmeno la bicicletta" è un discorso mentre "…non vengo a cortina perchè non ho nemmeno la ferrari è un altro". Come consideriamo il concetto di "non ho nemmeno la cittadinanza"?).
Comunque ho già abusato troppo della vostra pazienza. Ora vado a distrubare un po' quella della bottiglia di brandy: pazientissima. Sempre.
Saluti cari :)))
@giovanninacci: secondo me l’inciso necessitava di una certa lunghezza, per avere un suo equilibrio estetico, e ‘nemmeno’ é una di quelle parole che stanno bene con tutto (un po’ come il blu!). 😉
Io mi chiedo, invece: possedere la cittadinanza italiana é un vincolo assolutamente imprescindibile per poter essere assunti all’AISE?
non serve la cittadinanza italiana per poter collaborare con l'aisi come in tutte le altre agenzie d'intelligence e neanche un titolo di studio serve solo esperienza in diversi settori
Regà….oddio un pò attempatelli direi…ma certe volte mi sembrate delle verginelle…
Già è difficile che gli italiani (certi italiani) parlino bene lingue come l'inglese e il francese, che le parlino senza accento o inflessioni dialettali, figurarsi arabo e dialetti locali!
quindi la soluzione è l'agente in loco a contratto che parli lui italiano e si perda nel suk gridando di vendere spezie in arabo in attesa del suo contatto oppure mandiamo quelli che non lo sanno parlare a scuola eh! se ne servono 40. poi se dei nostri lo parlano in quattro o cinque nell'area va bene ma non sufficiente….se sono lombardi invece che siciliani o sardi li sgamano subiti. il Dgse invece ha invece i francesi delle colonie 😉 e il Qatar dialoga direttamente in arabo. Vogliamo mettere?!?
Agenti sono agenti perchè comunque agiscono, contratto in tasca o meno. Gli attori recitano e i giornalisti scrivono…forse un pò troppo…e forse, anche se non spesso anche per orgoglio nazionale ;-P come dire tra soldi e condizioni di impostazione e d'intervento, siamo i mejo….Così almeno abbiamo recuperato gli inizi della crisi. Se succede l'inatteso l''importante è recuperare e portare il risultato a casa ! O no?!
Nessuno
Come dicevo – ehm ehm – nel post precedente (l'importante è portare il risultato a casa…) dovuto all'affermazione di Pino Buongiorno
La guerra segreta in Libia non prevede alcuna tregua. I 40 agenti dell'Aise, alcuni senza nemmeno la cittadinanza italiana, hanno facilitato la missione lampo dell'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni, il 3 aprile scorso a Bengasi, per un colloquio con i nuovi capi del Cnt……….. Così l'Eni ha potuto mantenere il primato nella nuova Libia frenando le ambizioni della francese Total e garantendo i flussi del gasdotto Greenstream…….
Ma semo sicuri per dirla alla Proietti ? ou nous devons saluer en francais Sarkozy et en meme temp give some attention to Cameron to looking forward money for them and ships to Lampedusa for us ?
Ma pensiamo all'evoluzione geopolitieconomica….mhmmm. Fu la prima volta qui che tirai fuori un post sul "cerchio infuocato" del Mediterraneo?
Semicerchio meridionale A…la primavera araba
Semicerchio settentrionale B il tagadà dell'eurozona a sud Portogallo Spagna, Grecia. Mhmm sembra lo scenario per un bel romanzo alla Ludlum new generation 😛
Nessuno
"Semicerchio meridionale A…la primavera araba
Semicerchio settentrionale B il tagadà dell'eurozona a sud Portogallo Spagna, Grecia"
Un bel tritacarne…. 😉