Meir Dagan, già direttore del Mossad, ha partecipato qualche giorno fa ad una lecture presso la Hebrew University di Gerusalemme nell’ambito della quale ha pesantemente criticato l’ipotesi di un bombardamento preventivo alle infrastrutture nucleari dell’Iran.
Su questo argomento vi segnalo il saggio di Sarah Kreps e Matthew Fuhrmann pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Strategic Studies: “Attacking the Atom: Does Bombing Nuclear Facilities Affect Proliferation?“.
Gli autori analizzano 16 attacchi preventivi contro installazioni nucleari condotti dal 1942 al 2007 sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Lo scopo è quello di valutare l’efficacia contro-proliferativa di tali strikes.
In sintesi, secondo Kreps e Fuhrmann affinchè i bombardamenti abbiano successo è necessario che vengano effettuati quando il programma nucleare è ancora ad uno stadio iniziale.
Detto in altri termini, secondo gli autori, un bombardamento contro i siti iraniani avrebbe solo modesti risultati:
In sum, given that Iran already possess the requisite knowledge to enrich uranium – and this knowledge cannot be taken away – the best possible outcome of military force would be delaying Tehran’s ability to build nuclear weapons by around five years. Based on our survey of the historical record, it is far from obvious that military force would yield even this modest return. Policymakers should also be aware that Iraq terminated its nuclear weapons program in the 1990s, but this happened only after three different countries (Iran, Israel, and the United States) had attacked its facilities.
A proposito di conseguenze… nuclearmente catastrofiche vi segnalo anche una ricerca in lingua inglese pubblicata dal nostro Cemiss: “Nooclastic Threats: beyond Instraspecific War – Nuclear Holocaust”
Nel paper (che fa parte di una progetto più ampio) l’autore, Alfonso Montagnese, attraverso un’esame della letteratura specialistica valuta la natura della minaccia nucleare come rischio esistenziale per il genere umano.
(…) the only nuclear threat representing an existential risk for humankind is a global nuclear war with massive employment of nuclear armaments, because it is characterized by a terminal level of intensity and a global scope. The consequences deriving from this kind of conflict (i.e. between the USA-EU / NATO and the ChinaRussia blocs) would definitely be disastrous for the world population (tens of millions of dead immediately afterwards, hundreds of millions of dead in the middlelong run because of the radioactive fallout) and for the critical infrastructures (urban centres, hospitals, plants for energy production, telecommunication systems, etc.).
“(…) nuclear terrorism, even though not classifiable as an existential threat, represents today and in the near future one of the most likely and dangerous expressions of the nuclear threat; the predominant international tendency in order to counter the nuclear terrorist threat is to enhance capabilities to disrupt illicit proliferation networks and interdict smuggled nuclear materials, and continue to expand forensics efforts to improve the ability to identify the source of nuclear material used or intended for use in a nuclear terrorist explosive device (…)
Buon sangue non mente…
A.
:)) senza dubbio!!!
ok adesso non riprendiamo con le solite preferenze però eh…… :DD
F.
Interessante pubblicazione, fa riflettere molto sul nostro futuro e su quello delle generazioni che verranno.
Ovviamente, non mi stupisce che è targata CeMiss, organismo che migliora giorno per giorno il settore ricerca.
Preferenza???? Ma quando mai???? 😀
Ho letto la ricerca di Montagnese e condivido con lui le conclusioni di un improbabile guerra termonucleare globale; a mio giudizio in periodi come la guerra fredda e la Russia post comunista si è comunque assistito alla volontà delle Nazioni dominanti di voler limitare, con la prospettiva di smantellare definitivamente, le armi nucleari strategiche e le mirv. ( i trattati SALT e START dovrebbero servire proprio a questo se non sbaglio ).
Il rischio è certamente più circoscritto, ma altrettanto pericoloso, ad attacchi terroristici mirati che se sottovalutati potrebbero portare a conseguenze imprevedibili.
Eccellente la ricerca del CeMiss…
Complimenti all'autore per l'ottimo lavoro, chiaro, completo e certamente non scontato nel suo genere. Ritengo che il potenziamento della ricerca da parte del CeMiSS sia veramente..strategico ed è per questo che auspico un allargamento nelle fila degli esperti chiamati a redigere questo tipo di lavori.
Lms
Parole sante!
Articolo interessante, ma sulla inveterata teoria della capacità dissuasiva degli ordigni nucleari su una III (e ritengo comunque definitiva) guerra mondiale, lascio il pensiero di uno che la sapeva molto lunga:
"L'uomo ha scoperto la bomba atomica,
però nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi."
(Albert Einstein)
Trita Parsi sulla… "paralisi strategica israeliana".
Vorrei fare i complimenti all'autore della pubblicazione Alfonso Montagnese.
Trovo il suo lavoro molto dettagliato e di particolare interesse specialmente la parte di simulazione.
Dai dati infatti si evince che la probalita' di un olocausto nucleare e' molto remota.
Anch'io mi unisco ai complimenti all'autore e mi pregio di dedicargli questo simpatico video
http://damnhot.net/2011/05/13/steven_colbert_simulates_a_nuclear_explosion_video.html
Linus
Complimenti al giovane Montagnese che con una attenta e meticolosa indagine pone in risalto i possibili pericoli di una poco attenta politica tra i due "blocs USA-EU and CHINA-RUSSIA". Un ulteriore contributo, per comprendere questa annosa questione che lascia l'umanità ancora oggi a percorrere una strada piena di insidie e sempre poco illuminata.
Nel paper (che fa parte di una progetto più ampio) l'autore, Alfonso Montagnese
SILENDO non funziona il link. !!!
B.A,
Grazie Babbano, adesso ricontrollo.
Alfonso Montagnese è molto capace.
T.
Dagan continua a "martellare" Netanyahu e Barak:
"In recent months, the military chief of staff, Gabi Ashkenazi, and the director of the Shin Bet internal security agency, Yuval Diskin, also stepped down. Mr. Dagan was quoted in several newspapers as saying that the three of them had served as a counterweight to Mr. Netanyahu and Mr. Barak.
“I decided to speak out because when I was in office, Diskin, Ashkenazi and I could block any dangerous adventure,” he was quoted as saying. “Now I am afraid that there is no one to stop Bibi and Barak,” he added, using Mr. Netanyahu’s nickname."
http://www.stratfor.com/weekly/20110606-palestinian-move
Very innovative paper!
Meir Dagan intervistato dalla CBS e contrario ad un attacco all’Iran.