dal Corriere.it
"MILANO – Forte esplosione all'aeroporto di Mosca di Domodedovo, nella zona degli arrivi dei voli internazionali, ci sarebbero almeno 23 morti e 130 feriti.
LO SCOPPIO – L'esplosione si è verificata alle 16.40 locali, le 14.40 italiane. Secondo una fonte della polizia locale, è avvenuta nella zona dove vengono consegnati i bagagli. Si tratterebbe, sempre secondo fonti di polizia, dell'opera di un kamikaze. Secondo il quotidiano online Mosca News, il numero delle vittime potrebbe essere più elevato, il fumo presente nello scalo rallenta infatti i soccorsi. È la prima volta che un terrorista attacca un aeroporto di Mosca. Anche la sala degli arrivi è piena di fumo e la polizia è giunta in forze all'aeroporto, secondo la radio Echo di Mosca. Un testimone ha visto portare via due feriti dalla sala dei nastri dei bagagli. I voli in arrivo sono stati deviati su altri scali.
Venti ambulanze sono giunte sul posto per portare via feriti, che vengono ricoverati in cinque ospedali moscoviti tra cui il principale pronto soccorso nel centro della capitale russa.
AMBASCIATA ITALIANA – L'Ambasciata e il Consolato generale d'Italia a Mosca stanno verificando l'eventuale presenza di italiani tra le vittime dell'esplosione nell'aeroporto di Domodedovo. I voli dall'Italia non arrivano in questo scalo, ma in quello di Sheremetevo, tuttavia non è ovviamente possibile escludere a priori la presenza di connazionali anche nell'aeroporto preso di mira, secondo le prime ipotesi, da un attacco kamikaze ."
In aggiornamento: Guido Olimpio (Corsera), il New York Times, l'analisi di Bill Roggio.
Il Washington Post.
L'analisi di Stefano Silvestri.
"Il nuovo sanguinoso attentato allaeroporto Donmeded0vo di Mosca è molto probabilmente opera di terroristi caucasici (della Cecenia o forsedel Daghestan), ma al di là del complesso quadro di quei conflitti indipendentisti esso ripropone la più ampia questione del nuovo terrorismo internazionale di matrice islamica, che agisce dalla Russia al Sahara, passando ad Ovest per l`Europa e gli Usa.
E passando ad Est e Sud per il subcontinente indiano e i grandi arcipelaghi dell`Indonesia e delle Filippine, senza dimenticare tutto il Medio Oriente e il Corno d`Africa. Non si tratta di un fenomeno unitario, ma neanche di una realtà completamente frammentata a seconda dei vari teatri nazionali in cui opera. Il punto di riferimento rimane in genere al Qaeda, ma essa non funziona più come una sorta di comando strategico centralizzato, da cui dipendono tutte le altre cellule operative. Questo centralismo è stato distrutto dagli attacchi americani e alleati in Afghanistan e Pakistan, rendendo praticamente impossibile, o almeno difficilissimo, il funzionamento di una linea di comando gerarchicamente certa. La centralità residua di al Qaeda èpiuttosto di tipo ideologico e, secondo molti osservatori, funziona essenzialmente come una sorta di "marchio di qualità", per cui solo pochi gruppi sono autorizzati a fregiarsi del nome al Qae- da, mentre esistono altre gradazioni di riferimento o collegamento che costituiscono quasi un "cursus honorum", al termine del quale c`è appunto il riconoscimento nominativo.
(…) Siamo insomma in presenza di una nuova internazionale terrorista "glocal", globale e locale insieme, il cuì tessuto connettivo sono i messaggi dottrinali seminati su Internet, e i cui militanti sono in genere legati a realtà locali estremamente diversificate, salvo alcuni pochissimi che, in un modo o nell`altro, riescono ad inserirsi nel circuito dei campi d`addestramento o sono formati in specifiche situazioni di guerra (un tempo erano`i Balcani o l`Afghanistan, oggi magari la Somalia od altri), e che aiutano a rafforzare il leggero tessuto connettivo di questa nuova galassia terrorista.
Per questo, se anche possiamo essere ragionevolmente convinti che quest`ultimo attentato abbia una matrice politica tutta russa, d`altro lato dobbiamo anche scontare il fatto che esso contribuirà a rafforzare il terrorismo internazionale e avrà quindi conseguenze e ramificazioni che andranno ben oltre la sola Russia o il Caucaso."
L'analisi del grande Brian Michael Jenkins.
Un'analisi del RUSI di Londra.
Il Sole24 ore.
da Corriere.it
"MILANO – L'attentato all'aeroporto internazionale Domodedovo di Mosca è un «caso risolto». Lo ha assicurato il portavoce del comitato d'inchiesta creato dopo la strage del 24 gennaio, che ha fatto 35 vittime e 130 feriti. L'attacco – mai rivendicato – sarebbe stato compiuto da un kamikaze di 20 anni originario del Caucaso del Nord: gli investigatori conoscono il suo nome, ma non lo svelano per consentire che vadano avanti le indagini su organizzatori e complici. «L'identità dell'attentatore suicida che ha azionato un ordigno esplosivo imbottito di elementi in grado di ferire è stata accertata» ha detto il portavoce Vladimir Markin, aggiungendo che i veri obiettivi del gesto erano cittadini stranieri: «Non a caso è avvenuto nella sala arrivi dei voli internazionali»
PISTA CAUCASICA – Gli investigatori hanno fin da subito privilegiato la pista caucasica, anche se negli ultimi giorni si era ipotizzato in modo non ufficiale che a commettere l'attentato fosse stato un uomo di etnia russa, Vitaly Razdobudko, 32 anni, originario della regione di Stavropol, confinante con le repubbliche caucasiche di Cecenia e Daghestan. Membro di un gruppuscolo wahabita (una delle correnti più estremiste dell'Islam) sgominato nell'ottobre scorso, la Jamaat Nogai (battaglione Nogai, dal nome di una etnia), Razdobudko anni fa si era convertito all'Islam e frequentava una moschea ritenuta un covo di integralisti islamici."
da Corriere.it
"MILANO – Aveva pianificato un attentato terroristico da portare a termine la notte di Capodanno vicino alla Piazza Rossa di Mosca. Ma poche ore prima di dirigersi verso il luogo simbolo della capitale russa, avrebbe ricevuto un sms di auguri che ha fatto scattare il detonatore collegato alla sua cintura esplosiva ed è morta sul colpo. La notizia del fallito attentato della kamikaze islamica, diffusa nei giorni scorsi dal quotidiano Moskovsky Komsomolets e girata al giornale moscovita dai servizi segreti russi, è stata ripresa dai più autorevoli organi d'informazione stranieri. Tuttavia la soffiata potrebbe essere una bufala astutamente confezionata dai servizi segreti russi all'indomani dell'attentato di Domodedovo per mantenere alta la tensione nel Paese.
LA VERSIONE DEI SERVIZI SEGRETI – L'anonima "vedova nera", nome con il quale sono identificate le kamikaze assoldate dal terrorismo islamico, sarebbe appartenuta allo stesso gruppo responsabile dell'attentato dello scorso 24 gennaio all'aeroporto di Domodedovo che ha provocato 35 morti. Secondo i servizi segreti moscoviti il sms che avrebbe scongiurato l'ennesimo attentato terroristico a Mosca, sarebbe stato inviato automaticamente dall'operatore telefonico. Gli 007 della Fbs affermano che l'esplosione sarebbe avvenuta in una casa al centro di Mosca che la kamikaze avrebbe preso in affitto. La donna non è stata ancora identificata, ma secondo gli agenti dell'ex Kgb potrebbe essere la moglie di un pericoloso terrorista, arrestato nel settembre scorso. I servizi segreti dichiarano di aver arrestato una complice della kamikaze: si chiamerebbe Zeinat Suyunova e sarebbe originaria del Daghestan, uno dei territori della Repubblica Russa più martoriati dagli attentati islamici. La ventiquattrenne Suyunova sarebbe stata acciuffata dalla polizia qualche giorno dopo il fallito attentato.
DUBBI SULLA VERIDICITÀ DELLA STORIA – Come ha fatto notare il Daily Telegraph se la kamikaze fosse riuscita ad arrivare vicino alla Piazza Rossa la notte di Capodanno avrebbe potuto provocare la morte di centinaia di persone. I gruppi terroristi del Caucaso spesso usano il telefono portatile come detonatore. Spesso a far scattare l'esplosione non è il kamikaze, ma un suo complice che, piazzatosi in un punto strategico, invia un sms al candidato suicida nel momento in cui ritiene che l'esplosione possa causare il maggior numero di vittime. Ciò che rende inverosimile la versione dei servizi segreti è il fatto che la kamikaze abbia tenuto acceso il telefonino nelle ore precedenti all'attentato, invece di azionarlo poco istanti prima del blitz terroristico. Da parte loro i servizi segreti russi concludono che se l'attentato è fortunatamente fallito, è tutto merito della "negligenza" della kamikaze.
Ciao Silendo,
Posto questo articolo molto interessante sull'attentato a Mosca e sulle misure di sicurezza che, andrebbero valutate!
http://nationalinterest.org/commentary/terror-domodedovo-4768
Ciao a tutti gli utenti
Ga78