79 Responses

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    utente anonimo at |
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    utente anonimo at |

    La class action fallirà:
    1) perchè tra i requisiti del pensionamento sono richiesti 40 anni di contributi.
    2) perchè è proprio il volere rimanere in servizio, la spia di un privilegio che non si vuole abbandonare. Non esiste che di fronte al prepensionamento alla soglia dei 60 anni, ci si sbracci per voler rimanere. Non si può sostenere innanzi al TAR che si tratta di un'ingiustizia essere messi "a riposo" in anticipo.

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    utente anonimo at |

    quale fumo usi #2 ?

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    utente anonimo at |
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    utente anonimo at |

    La circolare rimarca che per i comparti sicurezza e difesa si provvede con dpcm. La presidenza del consiglio decide, appunto. Lunga vita alla legge 124/07 :)
    Passo e chiudo

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    Giano08 at |

    non credo che questa class action porterà da qualche parte… ma vedremo.

    saluti! :)

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    giovanninacci at |

    Oh ragazzi, io la proposta la faccio… poi vediamo come va, non si sa mai:
    "…partecipa anche tu su "faccialibro" alla prima class action degli unici, originali precursori del precariato italiano: gli Ufficiali di Complemento Raffermati delle tre Forze Armate!"

    Che dite?

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    utente anonimo at |

    concordo con Giano, seri dubbi sulle possibilità di vittoria del ricorso.
    Titolo del post che trae in inganno, non mi risulta che in Italia esista la possibilità di class action amministrative…ma in fin dei conti, per i singoli ricorrenti tentar non nuoce, qualcuno potrebbe anche farcela…se davvero di class action si trattasse, direi che le probabilità sarebbero veramente nulle!
    Un saluto a tutti

    J.D.Clayton

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    utente anonimo at |

    buongiorno.

    Concordo con il commento #2 e #5.

    Invito, inoltre, gli utenti a verificare – se presenti in Rete – i numerosi ricorsi alla magistratura amministrativa, avverso la P.A., da parte di appartenenti alle FF.PP. e FF.AA. in materia di avanzamenticarrieredisparità fra Ruoliriconoscimento di anni passati in un Ruolo da far valere in altro Ruolo, ai fini dell'avanzamento ecc ecc…  risultato????

    Quindi…a mio modesto parere, la class action sarà un inutile dispendio di denaro da parte degli 'Operatori dell'Intelligence'  ed un utile opportunità per il 'Quarto Potere' di avviare una sistematica attività di discredito sull'Apparato dell'Intelligence.

    un Sogno è quello di vedere un domani – non so quando – gli OO.II. avere quella dignitàrispettoconsiderazionericonoscenza per l'Attività prodotta.
    Molto spesso quest'Opera richiede anche di avviare una riorganizzazione interna delle Risorse Umane con soluzioni anche radicali.

    Nathan Muir

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    utente anonimo at |

    Il termine class action in gergo giornalistico e dunque atecnico ci può stare. Non è vero che nel nostro ordinamento non esiste la class action amministrativa, perchè è stata introdotta con il d.lgs n.198 del 2009. Certo, non ha niente a che vedere con controversie in materia di previdenza e di pubblico impiego.
    Questa è una decisione presa ai massimi livelli, no?
    E' comprensibile l'incazzatura per via delle sperequazioni che inevitabilmente emergono. Però, le conseguenze di trattamenti differenziati dovrebbero essere inquadrate in due campi:
    1) questioni di portafoglio che non interessano la sicurezza nazionale;
    2) competenze e professionalità che non dovrebbero essere disperse brutalmente con un taglio orizzontale di sapore tremontiano.
    Il regolamento, però, si autoqualifica come "misure straordinarie" e il giudice amministrativo in questo ambito, soprattutto il consiglio di stato, è sempre stato storicamente più che comprensivo, direi collaterale , con le ragioni dell'Amministrazione.
    Linus

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    Silendo at |

    "Il regolamento, però, si autoqualifica come "misure straordinarie" e il giudice amministrativo in questo ambito, soprattutto il consiglio di stato, è sempre stato storicamente più che comprensivo, direi collaterale , con le ragioni dell'Amministrazione."

    … vecchi ricordi… :)

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    utente anonimo at |

    Quanta solidarietà per chi sta per essere mandato via!
    Come dire: "Toglietevi dai………mezzo!" e datece le sedie! Raus!!!

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    utente anonimo at |

    Se posso esprimere il mio parere, il Ricorso al Tar verrà fatto in ogni caso da tutti i "prescelti" senza tener conto di quanto delle effettive possibilità.

    Silendo sa che le numerose sentenze della Corte dei Conti fatte essenzialmente per due motivi ( 1) il conteggio al 50%,  ai fini pensionistici, degli anni precedenti all'assunzione presso gli OO.II. SS, il calcolo della pensione escludendo le indennità di funzione (dirigenti) o operativa (per i non dirigenti)) hanno avuto tutte la medesima ordinanza del Giudice e sempre negativa per il ricorrente.

    Resta il fatto che gli appartenenti alla DITTA hanno continuato a fare ricorsi rivolgendosi spesso sempre allo stesso studio legale che si è specializzato e che aveva una dettagliata conoscenza della particolare normativa.

    Segnalo anche un riferimento che ho ritrovato ora e che mi sembra che sia  alla base di richieste avanzate :  " ….Con il D.P.C.M. 11 marzo 2005 n. 89 veniva stabilito che l’indennità in godimento al Vice Segretario Generale del CESIS ed ai Vice Direttori di SISMI e SISDE all’atto della cessazione dell’incarico venisse corrisposta per la durata di sette anni e fosse commisurata al 90% dell’indennità di funzione riconosciuta in costanza di servizio; …"

    B.A.

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    utente anonimo at |

    Scusate per i reFUSI di battitura, ma penso che siano chiare le informazioni/concetti.

    B.A.

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    utente anonimo at |

    La Corte dei Conti
    Sezione Giurisdizionale
    per la Regione Lazio
    in composizione monocratica, nella persona del cons. XXXXXXX, in funzione di giudice unico delle pensioni
    nella pubblica udienza del giorno XX, con l’assistenza del Segretario, Signor XXXXXXXX
    visto il ricorso iscritto al n. XXXXXX del registro di segreteria
    visti gli atti di causa
    ha emanato la seguente
    SENTENZA
    sui ricorsi prodotti dai Signori
    XX WW RR TT UU OO 
    elettivamente domiciliati presso lo studio dell’Avvocato Gabriele De Paola in Roma, al piazzale delle Belle Arti n° 1, dal quale sono rappresentati e difesi
    contro Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il riconoscimento dell’integrazione del trattamento pensionistico con il computo della indennità di funzione (dirigenti) o operativa (non dirigenti) percepita in costanza di servizio.
    FATTO E DIRITTO
    Lamentano i ricorrenti, già alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed inquadrati nel personale degli organismi di informazione e sicurezza, la mancata corresponsione, una volta collocati a riposo, dell’indennità di funzione ed operativa percepita in costanza di servizio.
    Rilevano, “in via pregiudiziale ed assorbente”, che “a norma degli articoli 1 e 43 del d.P.R. 29/12/1973 n° 1092, il trattamento di quiescenza dei dipendenti civili dello Stato va determinato considerando come base pensionabile l’ultimo stipendio o l’ultima paga o retribuzione percepiti all’atto della cessazione dal servizio” e che “nessuna norma avente valore di legge ha disposto che il compenso di che trattasi abbia natura non pensionabile.
    Allegano ancora violazione degli articoli 3, 36 primo comma e 38 secondo comma della Costituzione, nonché violazione del divieto di reformatio di cui all’art. 7 della legge n. 801 del 1977.
    L’Amministrazione resistente, con nota del 21 aprile 2001, ha dettagliatamente illustrato le ragioni che depongono per la non commutabilità in sede pensionistica della predetta indennità.
    Il ricorso è infondato.
    L’'indennità di funzione e l'indennità operativa spettante al personale dirigente e dipendente del Cesis (comitato esecutivo per i servizi di informazione e di sicurezza) non vanno incluse nella base pensionabile, in quanto nessuna norma di legge permette una comparazione tra le indennità previste per il personale del Cesis e quelle corrisposte ad altri dipendenti dello Stato, in particolare, alle forze dell'ordine.
    Inoltre – diversamente da quanto ritenuto nel gravame – il personale del Cesis non può, in relazione alla natura e alle modalità del servizio prestato, equipararsi in alcun modo al personale delle forze dell'ordine; infine, tale indennità non ha carattere retributivo ma costituisce "rimborso forfettario delle spese comunque sostenute per lo svolgimento dei compiti d'istituto" .
    P.Q.M.
    la Corte dei Conti – Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio – in composizione monocratica
    rigetta

    B.A.

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  16. avatar
    utente anonimo at |

    ma questa azione non mina pesantemente la sicurezza, creando potenziali fughe di notizie sull'identita' di una marea di (ormai ex-)  funzionari esperti dei servizi?
    …la questione dovrebbe essere interamente risolta internamente, queste notizie non dovrebbero neanche arrivarci.

    JN

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  17. avatar
    utente anonimo at |

    "ma questa azione non mina pesantemente la sicurezza, creando potenziali fughe di notizie sull'identita' di una marea di (ormai ex-)  funzionari esperti dei servizi?
    …la questione dovrebbe essere interamente risolta internamente, queste notizie non dovrebbero neanche arrivarci."

    Ritengo che siano gli stessi appartenenti che al momento opportuno si "dimenticano" della RISERVATEZZA necessaria e che "avrebbero" dovuto avere sempre come bene primario.

    Non mettono a rischio solo la Sicurezza dello Stato o quella loro, ma anche di coloro che gli sono vicini .

    Già il fatto che vai tu per primo da un Legale a mio avviso non rispetti quella quella riservatezza.

    Mi sembra che le regole cambiano in funzione del momento.

    B.A.

    P.S. Prima i nomi e cognomi era in chiaro ora solo le iniziali.
    Se fossi stato io mi sarei astenuto da chiamare in causa quello Stato al quale avevo fatto un giuramento "speciale".
    che poco prima dovevo ,

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  18. avatar
    giovanninacci at |

    Sono pressochè certo che la cosa interessi forse ad uno o due di voi (tanto per non dire "nessuno") ma vi confesso che mi sento un pochino disorientato.

    Fatti salvi diritti e prerogative (più o meno formali) di persone che hanno dedicato una vita intera in certi organismi dello Stato (il discorso vale anche per tutti gli altri organismi) devo dire che in questo ed in altri post simili vedo emergere una realtà dove – sicuramente per mie carenze strutturali – mi è davero tanto (ma tanto) difficile incardinare due concetti cui sono (et siamo, direi) legatissimi, ovvero:
    1) Patria,
    2) Onore.

    Possibile che la conclusione di una carriera debba essere corollata da un fatto di vile pecunia?

    Che la pecunia non sia poi tanto vile, lo sappiamo tutti… ma che debba costituire l'ultimo atto di una vita/carriera iniziata con un certo tipo di giuramento mi lascia un po' l'amaro in bocca.

    Certo, per carità, questo discorso non varrà per tutti. Saranno sicuramente in molti quelli che rimpiangeranno il proprio lavoro senza farne un problema di soldi, e parimenti saranno in molti quelli che una volta fuori, mentre passeggiano coi nipotini al parco, se ne voleranno con la testa ai "vecchi tempi", ai vecchi amici, ai vecchi colleghi… e lo faranno senza nemmeno esser stati sfiorati dall'idea di una "class action".

    Ma molti di voi parlano di questa cosa come un comportamento diffuso, anzi, come un atteggiamento diffuso. Cosa che sarebbe, a mio parere, ben più grave.

    Silendo una volta scrisse qualcosa, a proposito dell'Amor di Patria, parlandone come un qualcosa che comprendesse, al limite, anche la – consapevole – disponibilità "ad esser fottuti" (scusate, vi prego, il termine) dal sistema o dalle… "storture" del sistema stesso. Ovvero – talvolta – dalle sue… "prassi estreme".

    Non vi nascondo che quelle poche, ma significative, righe furono per me commoventi. Mi piacerebbe, insomma, che tutto funzionasse così. O quantomeno che fosse ancora possibile illudersi – di nuovo, consapevolmente – che tutto funzioni così.

    E' un po' come la storia del segreto di Stato: se il segreto di Stato è stato (pardòn… :)) inventato con lo scopo di proteggere il massimo interesse dello Stato (appunto), come posso ragionevolmente io (o chiunque altro) in veste di "umilissimo servitore" (qualsiasi grado, anche apicale, io rivesta) accettare la caduta del "vincolo supremo", solo per poter difendere il mio PERSONALE interesse?

    E se fosse così possibile: a che servirebbe il segreto di Stato? Solo a valere nei confronti di un "taluni" piuttosto che di un "tutti"?

    Di nuovo, fatico assai a "sistemizzare" quelle due sacre parole in un contesto simile che vedo, forse per mia esclusiva responsabilità, io solo in modo così drastico.

    Vi chiedo scusa per essermi dilungato così tanto.

    Cari saluti a tutti

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  19. avatar
    utente anonimo at |

    GRAZIE per i desiderata espressi da giovanninacci.

    B.A.

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    utente anonimo at |

    ….si tratta della malattia più diffusa in italia: sindrome di  attaccamento ossessivo alla poltrona.
    E possibile che non desiderano andare a riposo con un bel vitalizio?
     Si vede che il lavoro è davvero comodo…. 

    SPAZIO AI "GIOVANI" 35/45

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    utente anonimo at |

    Concordo con il concetto in astratto così descritto da giovannianacci, soprattutto se tali decisioni fossero veramente prese per perseguire l'interesse supremo dello Stato (interesse generale)..ma la dove si percepisse che le dinamiche che determinano alcune scelte (vedasi anticipazione del pensionamento) non fossero di interesse generale ma particolare, per aggirare l'ostacolo posto dalla riforma ancora sostanzialmente disattesa..per, una volta ancora, inserire propri uomini..ecco, comprenderei i malumori. L'unica considerazione che mi sentirei di poter condividere e che rivolgerei al personale al quale si chiede di lasciare spazio a nuovi talenti è la seguente: a suo tempo siete entrati senza "la fatica" di un concorso pubblico, azzarderei illegittimamente, secondo la "fortuna" di conoscere o meno chi di dovere, su basi soggettive; ora la "fortuna" gira, non ci si può lamentare, nn si può ribattere che vi si sottrae il pane del duro lavoro selettivo..semplicemente la fortuna ha deciso di guardare altrove.

    enea

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  22. avatar
    utente anonimo at |

    gentile #18, quando si dice i soldi non sono un problema, questo vale solo per i ricchi.
    I soldi sono un problema per chi (forse lei è ricchissimo e si può permettere utopie) ha gli impegni giornalieri di mutui e figli all'università e pensava di andare in pensione a 65 anni come tutti gli altri dipendenti.
    Si legga bene la circolare Brunetta citata prima, in essa si parla che le P.A. "possono risolvere il rapporto"…. e non "devono risolvere il rapporto" ed allora perchè per questi sfortunati dipendenti statali deve esistere solo il "devono".
    Cosa centra l'amor di patria col portafoglio.
    In genere si lavora per vivere ma se lei vive per lavorare, quelle sono sue scelte personali.
    Quì c'è solo gente che si sente tradita non dallo stato ma da persone dello stato, che percepiscono stipendi ben più profumati ( diceva un tale ricucci: è bello fare i fr… col cu… degli altri)e più sonore indennità di trascinamento e non comprende la lotta quotidianamente con le spese.
    Perchè è vero che si prenderà qualche soldo di più, ma la maggior parte si sacrifica per dare, ad esempio, anticipi alle case dei figli o per assicurargli un futuro migliore presso università private. E questo forse è un peccato? Non è un diritto sacrosanto?
    Oppure vuol dire tradire la patria?
    Ma perchè un papà non può sperare che i propri figli vivano meglio e consentirgli una agiatezza economica che possa favorire un miglioramento degli studi a più lungo termine?
    Mi piacerebbe vedere questi quarantenni che ora scalpitano per occupare le 500 sedie, se fra 18 anni ricevessero lo stesso trattamento!
    La verità è che oramai si è persa la rotta e forse si è perso di vista il significato vero della sicurezza.
    Oppure, forse non ci sono più i comandanti di una volta che avevano visto da vicino gli orrori della guerra e consideravano l'intelligence una cosa seria e complicata e quindi gli agenti un patrimonio prezioso da preservare, questo si per il bene della patria e la salvaguardia delle istituzioni democratiche.
    Meno male che sono in pensione da anni.

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  23. avatar
    utente anonimo at |

    E' un lavoro come un altro !

    Faccio il lavoro dove guadagno di più !

    Se il mio capo guadagna tanto anch'io devo guadagnare tanto !

    STATO PATRIA ONORE FEDELTA'  sono un accessorio !!!

    Ci vorrebbe un intervento tipo Gen. P. Inzerillo per i gladiatori.

    Se ci fosse la possibilità di  fare il barbiere alla Camera o al Senato senza concorso e con la segnalazione ci andrei di corsa,

    B.A.

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    utente anonimo at |

    Gentili amici e colleghi, concordo sia con il commento 18 che con il commento 22. Purtroppo hanno entrambi ragione. La pecunia è importante anche e soprattutto perché più se ne ha e più liberi si è. Per un compito come il nostro, credo che occorra essere abbastanza sereni e liberi dalle necessità, per poter svolgere tutte le funzioni con dedizione e impegno massimo. Ma purtroppo io allargherei il discorso a tutte le forze dell'ordine che sono sottopagate. E poi si meravigliano che a Napoli qualche poliziotto ruba le coscie di prosciutto che sequestra… Ma con 1500 euro al mese come si fa a pretendere che un ragazzo rischi quotidianamente la vita? Invece poi ci sono i parlamentari o i magistrati vestiti in giacca e cravatta che non si sporcano mai le mani che ricevono 10000 euro al mese. Allora il problema qui non è tanto della pensione anticipata e quindi del pregiudizio economico specifico. Il problema è più generale ed è che le forze armate dovrebbero essere pagate di più. Proprio per dedicarsi completamente alla Patria bisogna pure avere una contropartita adeguata che almeno ci renda totalmente sereni sotto il profilo economico (quindi anche per i figli, etc.). Mi dispiace essere pessimista, ma credo che il problema a breve non si risolverà. POVERA ITALIA!!!

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  25. avatar
    utente anonimo at |

    Mi scuso con il Gen. P. Inzerilli per la storpiatura involontaria.

    B.A.
     

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  26. avatar
    utente anonimo at |

    Ecco l'idea prima di cena: una novella del regolamento in stile cinese.
    Si obbligano i prossimi funzionari al loro ingresso nel comparto a sottoscrivere l'impegno di non generare più di un figlio. Così, tanto per tenere bassi i consumi futuri. 

    Linus

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    utente anonimo at |

    Grande Linus

    Ga78

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  28. avatar
    giovanninacci at |

    Carissimo Signor #22,

    sono assolutamente con lei quando dice che i soldi non sono un problema, ma solo per i ricchi. Ovvero che i soldi non sono sicuramente un problema per i ricchi, ma sono DAVVERO un problemone per tutti gli altri.

    Riguardo a me, sono purtroppo costretto a deluderla e – cosa ben più grave, se permette – a deludermi: non sono ricchissimo, né tantomeno ricco. E nemmeno quasi ricco (oddio, magari… in un futuro più o meno remoto, chissà… :)

    Ad ogni modo non mi crea nessunissimo problema dirlo (non ho granchè da nascondere e poi io sono per le fonti… aperte, come noto :)) e chi tra i colleghi “blogghistici” (si usa l' “h”?) mi conosce meglio potrà certamente farmi da garante: vivo in affito con la mia famiglia in una casa di periferia, guido una automobile (non so di che classe sia, forse una "media") di 12 anni fa (comprata usata 11 anni fa, ma era una vera occasione ;). Sono un semplice funzionario con un contratto part-time in un Ente Pubblico Economico strumentale di una Provincia abruzzese, guadagno 700€ al mese e negli ultimi 10 anni ho tentato di tirare avanti una attività professionale personale che (di nuovo: “ahimè”…) ho probabilmente messo sul mercato troppo presto e nella quale ho investito tutto quanto a suo tempo gentilmente erogatomi in tre anni e mezzo da Maricommi Roma (bellissimi, comunque, quei tempi…assolutamente).

    Per tutta una serie di motivi che non sto qui a dettagliare (se fossimo in privato e di fronte ad un brandy, sarebbe assai piacevole chiacchierare di queste cose) posso assicurarle di conoscere – e vivere – (ma come quasi tutti qui, immagino, non credo ci siano fantamiliardari sotto mentite spoglie… :))) quali siano le difficoltà della vita.

    Come vede, il problema forse è proprio questo: si può benissimo riuscire ad essere utopici anche non essendo milionari. Se questo sia un bene o un male, non lo so… francamente non sta a me deciderlo. E se pure fossi chiamato a farlo, sarei onestamente in grossissima difficoltà!

    E secondo me l'amor di Patria col portafoglio c'entra, deve e dovrebbe – sempre – entrarci. Intendo dire che dovrebbe entrarci in ogni cosa, l'amor di Patria. O per lo meno, per chi la pensa in un certo modo o sceglie di fare un certo tipo lavoro (non solo nei servizi, o nelle Forze Armate, ma quelli in cui si serve a vario titolo, appunto, la Patria).

    In genere si lavora per vivere ma se lei vive per lavorare, quelle sono sue scelte personali”.

    Le confesso che mi è un po' spiaciuto che abbia scritto questa frase. Nel senso che sembra volermi includere in una delle due fattispecie. Magari sono un po' nell'una e un po' nell'altra. O magari certi giorni mi sento di dover vivere per lavorare e in certi altri ho bisogno di lavorare per vivere. O magari in altri giorni non mi sento in nessuna delle due categorie… ("categorizzare" le persone – anche in categorie magari positive – non è quasi mai un bel gesto, da subire intendo ;))

    Certo che sono scelte personali, lo sono per tutti, ma mi spiega cosa c'entra questo con il suo sentirsi tradito – se ho ben inteso – da persone? Sono sempre le persone che tradiscono, sempre. Anche quando le persone si organizzano in in “strutture” o gruppi. O sbaglio?

    E tenga conto che con questo intendo davvero dare ulteriore valore alle sue tesi. La giusta ambizione di miglioramento per sé e per la propria famiglia è SACROSANTA, ed è proprio questa ambizione che sta DENTRO quei due bellissimi concetti di cui parlavo nel post sopra.

    Proprio per questo motivo non riesco a capire – ma certamente è un mio limite dialettico – per quale motivo ha voluto chiedersi se questo significasse “tradire la Patria” (mi piace scriverla con la maiuscola, mi ricorda quando – alle elementari – la maestra ci fece usare questa parola per descrivere la lettera P dell'alfabeto, con annesso disegnino colorato sulla pagina laterale a riprodurre lo stivale).

    Certo che non significa tradire la Patria, ci mancherebbe: nessuno qui ha mai sostenuto il contrario.

    Mi creda, se avessi avuto la fortuna di un figlio, e di una famiglia “mia” (ormai questo progetto si fa sempre più difficile, per gli identici motivi che diceva lei) ambirei per loro alle stessissime cose cui aspira – con diritto pienissimo – lei.

    Infine, di quei quarantenni scalpitanti non ne conosco nemmeno uno e se vuole saperla tutta (ho una certa praticaccia di amministrazioni pubbliche centrali e locali, anche se assolutamente non in campo di intelligence o sicurezza…) le dirò che sono quasi convinto che tra 18 anni a loro sarà riservato lo stesso trattamento. Se non peggiore.

    Vede in realtà mi spiace sinceramente aver espresso i miei pensieri in una forma che – sempre se non ho capito male – non ha potuto condividere. Creda, mi spiace davvero. Si vede che devo essere anch'io un po' arrugginito con l'Italiano e le sue mille bellissime forme semantiche.

    Alla fine l'unica cosa che volevo intendere è che se ci fosse più “Patria” e più “Onore” in ogni dove, forse in questo istante non staremmo qui a parlare (sicuramente a vuoto…) dei “massimi sistemi”, ma più probabilmente staremmo di fronte a quel famoso brandy di cui sopra, a parlare della famiglia, dei figli e di cosa di (ancora più) bello si potrà fare domani per questo nostro Paese.

    Io, ma è una mia convinzione personale, ne sono convinto. Voglio esserne, ancora, convinto.

    E voglio pensare che altri, come me, vorrebbero esserne convinti a loro volta. Tutto qui. E' davvero una cosa così utopistica?

    Così tanto utopistica da dover esser tirata via dalle Istituzioni, da esser cancellata dai piazzali delle Accademie e delle caserme solo per… “manifesta sopravvenuta vetustà”?

    Io spero fortemente di no, poi… chissà.

    Un saluto veramente caro a Lei e a tutti i colleghi del blog.

    Giovanni Nacci

    P.S.: perdonate ancora per queste mie eccessivamente lunghe considerazioni personali. Vi chiedo scusa.

     

    Reply
  29. avatar
    Frattaz at |

    Giovanni ti devo offrire due brandy.

    E onestamente mi piace molto leggere Patria con la maiuscola.

    Reply
  30. avatar
    utente anonimo at |

    per gli stipendi
    i magistrati partono da2300 poi 2900
    poi dopo 7 anni , ma ora di più, 3500 e via a salire
    10000 li prende solo un presidente di tribunale o corte d'appello o i massimi gradi della cassazione
    molto più alti gli stipendi dei magistrati amministratvi
    tutto per amore di verità
    evitiamo i deliri sulle cifre
    saluti

    Reply
  31. avatar
    Jackallo at |

    Giovanni, la tua ricchezza, quella vera, a mio avviso insestimabile e anche certamente invidiabile, è quella che gli amici che ti conoscono vedono e ritrovano in te giorno per giorno.
    Quella che non si può contare. Quella che trova valore nei Valori.

    Reply
  32. avatar
    Silendo at |

    Poco ma sicuro.

    Reply
  33. avatar
    Giano08 at |

    vero, "mi piace" jakallo :)

    Reply
  34. avatar
    utente anonimo at |

    Voto per il taglio immediato di tutti i "vecchietti" barbe finte e il prepensionamento anticipato 😉
    E' ora che lasciate la comoda poltrona alle nuove leve, c'è bisogno di rinnovo !!!

    CL

    Reply
  35. avatar
    utente anonimo at |

    se non si schiodano mica figurati

    Reply
  36. avatar
    utente anonimo at |

    Vebbeh allora basta fare nomi e cognomi, indirizzo e pubblicarli sul giornale, indicando lo stipendio come si è fatto per altri professionisti e dirigenti della P.A. tempo fa.  :-)))))

    Reply
  37. avatar
    utente anonimo at |

    Personalmente sono alibito: cornuti e mazziati!! Non solo una norma li colpisce, cacciandoli di fatto ma addirittura qui li si accusa di attaccamento al denaro anzichè alla Patria.
    Sono d'accordo che la P.A possa in via eccezionale legiferare come ha fatto in questo caso, ma credo che sarebbe stato più corretto, se proprio era necessario farlo, cacciare tutti quelli che hanno 57 anni e 40 di contributi ed allora si che avremmo ottenuto l'auspicato svecchiamento, che di fatto non ci sarà. Così si creano solo molti scontenti, ma non esclusivamente per questioni economiche, ma perchè (credo che lo si possa ammettere) qualcuno tra i coscritti, ha anche lavorato seriamente, fedelmente e con spirito di sacrificio, per quel simbolo che comunemente vediamo sventolare solo quando gioca la nazionale di calcio: la BANDIERA ITALIANA! E quando lo si è fatto, senza a volte neppure sapere esattamente quanto fosse lo stipendio e l'indennità percepiti, perchè altre erano le motivazioni che portavano a compiere il proprio dovere (divertimento nel proprio operato…credo non ci sia soddisfazione maggiore), allora si resta male a finire nella rete della rappresaglia ed essere messi alla berlina, come sta avvenendo qui.

    Reply
  38. avatar
    utente anonimo at |

    Buon inizio di settimana a tutti.

    Intanto un caro saluto al padrone di casa e i miei più sinceri complimenti al blog, veramente interessante.

    Volevo solo fare una piccola considerazione sul tema del prepensionamento coatto che interesserà circa 570 dipendenti dei SS.II. nel prossimo triennio:
    mi sembra molto poco sensato mandare via solo sulla base dei requisiti 57-40-20, non tanto per i primi due quanto per il terzo che rappresenta, a mio modesto avviso, una qualità e non un nocumento.

    Chi è meglio, astrattamente, un poliziotto con 2 anni di servizio od uno con 30 anni di servizio? Poi possiamo dire che sarebbe meglio avere un poliziotto 20enne piuttosto che un 60enne; ma è un altro discorso.
    Va bene svecchiare i servizi ma allora i requisiti dovevano essere 57-40, e basta.
    Ovunque ci sono i raccomandati, gli scansafatiche i lavoratori onesti e disonesti, gli stacanovisti e gli ignoranti; i Servizi non fanno eccezione e quindi nei 570 pensionamenti ci saranno rappresentanti di tutte le categorie appena citati. Però così facendo, delle persone che era meglio tenere saranno costrette a lasciare.
    Riguardo ai 200 innesti, qui sta il vero problema: andranno ad occupare ruoli di vertice senza alcune esperienza nel settore o saranno presi dal basso e verranno fatti avanzare di grado e responsabilità i già appartenenti ai servizi? 
    Vi saluto e vi seguo con piacere, grazie per lo spazio concessomi.

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  39. avatar
    Silendo at |

    Buongiorno a te e benvenuto :)

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  40. avatar
    utente anonimo at |

    Buona serata al padrone di casa e a tutti gli ospiti.

    Noto con piacere un certo “attivismo” relativamente ai vari post riguardanti le “dismissioni” e i preventivati “nuovi ingressi”….

    Sembra quasi che ci siano le scosse premonitrici prima dell’ imminente “grande botto”

    Ci siamo????

    Armigero

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    Frattaz at |

    E' un attivismo che si ripete come le maree 😉

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    utente anonimo at |

    Buona sera a Lei Armigero, e ben arrivato in questo blog di pazzia scatenati….cyber-crazies!!!
    Ga78

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    Giano08 at |

    ma.. che era? ahahahah

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    AllegraBrigata at |

    Mah… non pervenuto Giano 😉

    Ga78, a cosa ti stai riferendo?

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    utente anonimo at |

    se comprate la gazzetta ufficiale ci sono i nomi dei nuovi assunti

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  46. avatar
    utente anonimo at |

    Era una battuta ragazzi!!!!

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  47. avatar
    AllegraBrigata at |

    E' che qui l'unico pazzo è Federico 

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    utente anonimo at |

    per me siete tutti pazzi

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  49. avatar
    utente anonimo at |

    non è mica vero!!!! Lui lo evidenzia poco più di altri!  
    logicamente sono compresa anch'io tra i pazzi!!!!

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    AllegraBrigata at |

    Accidenti…..ve ne siete accorti…!!!!!!!!!

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    utente anonimo at |

    ogni volta il post degrada sempre si nota il perchè

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  52. avatar
    Giano08 at |

    post? che post? dove? degrado? no! non è vero! ma … sì, aspetta, cosa? come? ah… ok…

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  53. avatar
    utente anonimo at |

    visto

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    AllegraBrigata at |

    Infatti mi sa che il Capo cancellerà un po' di commenti… 😉

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    utente anonimo at |

    diciamo il 95% di ogni post andrebbe cancellato

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    utente anonimo at |

    intendo i commenti naturalmente

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  57. avatar
    AllegraBrigata at |

    Non è vero, dai :-)

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    utente anonimo at |

    Ma no dai!!:) abbiamo scritto battute divertenti!!! 

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    utente anonimo at |

    Per eventuali spunti di ulteriore riflessione e commenti evidenzio l'articolo "La casa di Montecarlo arriva domani all'esame del COPASIR" estratto da pag. 2  ( terzo capoverso) de "Il Messaggero" odierno.

    Armigero

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    Silendo at |

    Grazie Armigero :)
    Qui l'articolo.
    "La Commissione Granata rileva anche alcune incongruità nel reclutamento del personale. La legge in vigore individua due strade: una straordinaria per assunzione diretta, in casi di alta specializzazione; e una più ordinaria, con modalità concorsuali. E' proprio su quest'ultima via che la Commissione invita a riflettere perchè giudica 'irrazionale' l'assunzione 'obbligata per concorso anche del personale operativo, rendendone pubblica l'idendità'. E' un bel rebus, giacchè la Commissione Granata non dice 'no' ai concorsi, ma invita a far convivere le esigenze di trasparenza con quelle di sicurezza. Con quali criteri verranno dunque scelti i prossimi 200 giovani agenti segreti?"

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    utente anonimo at |

    buon pomeriggio.

    ..una possibile soluzione potrebbe essere il ritorno al 3-6-9 e successivo transito in consistenza.
    Valutazione sul rendimento/efficienza dell'operatore, su base annuale con apposita scheda valutativa;
    Frequenza Corso Formativo della durata di anni 1 con esami intermedi valutativi e successivo periodo di prova.

    Se non è possibile indire concorsi, quanto meno ideare una serie di step valutativi REALI finalizzati a creare una 'selezione naturale' fra gli addetti ai lavori.

    Ringrazio e auguro buon lavoro, anche a coloro i quali avranno da ridere o ridire su questa idea.

    Nathan Muir 

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    Silendo at |

    Non mi pare ci sia nulla di ridicolo nella tua proposta :)
    Buongiorno a te, caro Nathan.

    Reply
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    utente anonimo at |

    B.sera a tutti,

    Non voglio essere ripetitivo ( ma lo sono….SOB! )

    In uno dei miei pochi POST avevo fatto notare come i requisiti stabiliti per le assunzioni nelle FF.AA. e di Polizia, fossero garanti di un certo livello di selezione, concordo pienamente con Nathan Muir su una possibile soluzione 3-6-9, molto simile a quella in vigore soprattutto nell'Arma e nelle altre FF.AA. (4 anni in ferma volontaria e poi se non ci sono demeriti o infermità sei dentro) forse 3-6-9- sarebbe molto lungo, ma un quinquennio di valutazione con rapporti annuali mi sembra una cosa onesta, la scuola poi può essere frequentata magari in vari step, cioè specializzazioni o corsi vari, oltre ai fisiologici aggiornamenti. Ma il problema  solleva arcane e interminabili discussioni precedenti:
    1 I neo assunti dai civili verranno considerati alla stessa stregua dei militari?
    2 I militari avranno un percorso piu breve, vista la selezione pregressa?

    Lascio al padrone di casa la "patata bollente"

    ALBATOR

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    Silendo at |

    Belle domande :))
    Mi sembra di capire che vuoi il mio parere, giusto?
    A mio avviso dovrebbe dipendere dalla funzione e dalla competenza professionale richiesta, di volta in volta. Il tutto ovviamente regolamentato (tipizzato, per dirla tecnicamente).

    Reply
  65. avatar
    utente anonimo at |

    tar lazio udienza 1 dicembre 2010.
    Tutti col fiato sospeso!
    Auguri

    Reply
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    utente anonimo at |
    Reply
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    utente anonimo at |

    Convinto d' essere stato derubato, Richard Leigh trascinò Dan Brown in tribunale: «Il "Codice da Vinci" l' ha copiato da un libro mio!». Altri hanno sfidato il «copione» a duello: «All' alba, dietro il convento delle Carmelitane!». L' eccellentissimo avvocato Francesco Castiello, invece, non ha fatto una piega. * * * IL CASO / La decisione è stata presa a fine maggio. Oltre al dirigente, il presidente della Regione Lazio aveva deciso di rimuovere altri quattro colleghi E il giudice «copione» reintegrò il manager Alessio, direttore generale del San Camillo di Roma, era stato rimosso da Marrazzo Nella sentenza il magistrato ha riprodotto quasi integralmente il testo del ricorso Anzi, si è fregato le mani: in una causa al Consiglio di Stato contro la Regione Lazio la sua memoria difensiva è stata copiata nella sentenza che dava ragione al suo cliente parola per parola. Il processo in questione è quello concluso il 29 maggio 2007 alla quinta sezione del Consiglio di Stato con un' ordinanza firmata dal presidente Chiarenza Millemaggi Cogliani e materialmente scritta dal giudice estensore Nicola Russo, che disponeva il reintegro di Domenico Alessio. Il quale, nominato dalla giunta di destra direttore generale dell' Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini, una delle più grandi di Roma e d' Italia, era stato da lì rimosso (o "spodestato", per usare le parole del suo collegio di difesa) dal successore di Francesco Storace, l' ulivista Piero Marrazzo. Il quale, appena insediato, aveva scelto di azzerare parte dei vertici della sanità regionale, tra le più disastrate della penisola, in nome dello «spoils system». Cioè del diritto di ogni uomo di governo di scegliersi i principali collaboratori. Aveva ragione o torto? Sul tema, come è noto, il dibattito è aperto da anni. E certo non è stato risolto né dalla decisione della Regione di chiudere il caso stanziando un milione di euro di «equo indennizzo» ai cinque direttori generali delle Asl rimossi (tra i quali appunto Alessio, contro il cui ritorno sul ponte di comando vennero raccolte in ospedale un mucchio di firme di protesta) né dal verdetto di cui parliamo. Il quale, visto quanto è saltato fuori, non mancherà di essere oggetto di nuove e accese polemiche. Al di là delle ragioni e dei torti, infatti, è piuttosto interessante rileggere l' ordinanza stesa da Nicola Russo e confrontarla con il ricorso presentato dal professor Mario Sanino e dall' avvocato Francesco Castiello, che per pura coincidenza era ancora lui, un tempo, giudice amministrativo in un Tar. Tolte l' intestazione e la chiusa (standard) le righe «originali», scritte di suo pugno dal magistrato (sia pure attingendo a citazioni riprese dal documento difensivo) sono infatti solo 27, quelle copiate parola per parola, sillaba per sillaba, punto e virgola per punto e virgola, 90. Primo capoverso dell' ordinanza: «La Corte Costituzionale, a seguito dell' ordinanza di rimessione adottata da questa Sezione del Consiglio di Stato n. 5834/2005, ha dichiarato: "l' illegittimità costituzionale del "combinato disposto" dell' art. 71, commi 1, 3, 4, lettera a), della legge della Regione Lazio n. 9 del 2005 e dell' art. 55, comma 4, della legge Regione Lazio n. 1 del 2004 ». Ricorso dell' avvocato: «La Corte Costituzionale, a seguito dell' ordinanza di rimessione adottata da questa Sezione del Consiglio di Stato n. 5834/2005, ha dichiarato: "l' illegittimità costituzionale del "combinato disposto" dell' art. 71, commi 1, 3, 4, lettera a), della legge della Regione Lazio n. 9 del 2005 e dell' art. 55, comma 4, della legge Regione Lazio n. 1 del 2004 ». Secondo capoverso del verdetto: «Secondo un costante indirizzo della Corte di Cassazione "le pronunzie di accoglimento della Corte costituzionale hanno effetto retroattivo inficiando "». Ricorso della difesa: «Secondo un costante indirizzo della Corte di Cassazione "le pronunzie di accoglimento della Corte costituzionale hanno effetto retroattivo inficiando "». Terzo capoverso: «Con l' ordinanza n. 5834/2005 questa Sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto di sospendere la pronuncia cautelare in luogo del provvedimento impugnato, rimettendo la questione alla Consulta. Dichiarata l' incostituzionalità della normativa regionale ». Ricorso di Castiello: «Con l' ordinanza n. 5834/2005 codesta Sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto di sospendere la pronuncia cautelare in luogo del provvedimento impugnato, rimettendo la questione alla Consulta. Dichiarata l' incostituzionalità della normativa regionale ». Occhio alla differenza: "questa" invece di "codesta". Ovvio, per chi deve masticare un pò di grammatica. Quarto capoverso: «E' jus receptum che "l' annullamento dell' atto amministrativo che fa cessare illegittimamente "» Documento della difesa: «E' jus receptum che "l' annullamento dell' atto amministrativo che fa cessare illegittimamente "». Quinto capoverso: «La neutralizzazione degli effetti del decorso del termine discendente dalla sent. n. 104/2007 della Corte Cost. rende tutt' ora efficace il contratto intercorso tra la Regione Lazio e il Dr. Alessio, costituendo il presupposto per la tutela in forma reale a buon titolo vantata dal suddetto ». Ricorso difensivo: «La neutralizzazione degli effetti del decorso del termine discendente dalla sent. n. 104/2007 della Corte Cost. rende tutt' ora efficace il contratto intercorso tra la Regione Lazio e il Dr. Alessio, costituendo il presupposto per la tutela in forma reale a buon titolo vantata dal suddetto ». E via così. Riga dopo riga. Parola dopo parola. Al punto che sono copiati non solo i punti e le virgole ma anche i corsivi e le parole in maiuscolo e le frasi in neretto e quelle sottolineate: tutto. Come se il giudice avesse passato il ricorso scritto dalla difesa di Alessio allo scanner e avesse poi usato il copia e incolla limitandosi a tagliare, del documento, un pò di righe che riteneva superflue. Il gioco è così smaccato che una frase originale scritta da Castiello («

    Stella Gian Antonio


    B.A.

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    utente anonimo at |

    Francesco CASTIELLO: Trasferimento di militari, garanzie partecipative e obbligo di motivazione. (in Rivista Amministrativa, 2008, 63)

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  69. avatar
    utente anonimo at |

    Onore e merito al Grande prof.Francesco Castiello!
    E' un Caterpillar!
    Ricorso legittimo.
    Si rimanda nel merito primo trimestre 2011!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Auguri a tutti,
    meno a quelli che come al solito lanciano il sasso e nascondono la mano e poi pretendono di vincere facendo pagare il ricorso agli altri.
    Ma coraggiosi si nasce.

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    utente anonimo at |

    vuol dire che c'è il fumus boni iuris?

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    utente anonimo at |

    Padrone di casa ci spieghi???

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    Silendo at |

    :)) Anonimo, chiedi a me informazioni su ciò che scrivi tu? 😉

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  73. avatar
    utente anonimo at |

    nel senso: che cosa potrebbe succedere secondo te adesso.

    Tu sei l'analista eccelso.
    Noi siamo quelli che pendiamo dalle tue labbra

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  74. avatar
    Silendo at |

    Seeee seee, prendi in giro… :))

    Scherzi a parte, dovrei conoscere ciò di cui stavi parlando. 
    Mi sembra di capire che ti riferisci ad un procedimento amministrativo la cui decisione è stata rinviata nel merito. Ma non avendo contezza della documentazione, ahimè, posso solo tirare ad indovinare :)

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    Anonimo at |

    Siccome il link è archiviato, meglio recuperare l’articola fino a che si è in tempo.
    B.A.
    LA CLASS ACTION DELLE SPIE ITALIANE



    di: Redazione Nsd   

    venerdì 24 settembre 2010

     
    (Il Secolo XIX) – C’è chi ha scelto quell’avvocato con lo studio più defilato, verso l’Eur. E c’è chi scivola in un portone a cento passi da Palazzo Chigi. Poi capita che ci si incontri in sala d’attesa, ognuno con la sua cartellina portadocumenti. «Anche tu qui?». «Sì, tocca anche a me». Le prime volte c’era imbarazzo, tra i funzionari della Ditta. Ora c’è una processione organizzata con cura, nella quale ci si divide a gruppi di 40-50 per studio. Così succede che sui 570 dipendenti da prepensionare, quasi un terzo sia già andato dagli avvocati. La Ditta, come la chiama chi ci lavora, sono i servizi segreti italiani….

    E il datore di lavoro è la Presidenza del Consiglio, che nei prossimi mesi rischia di essere subissata da una pioggia di ricorsi. Una sorta di inedita class action delle spie.

    Il film, di solito, comincia così. Ti chiamano da una linea interna, ma non è Miss Moneypenny che ti telefona per conto di “M”, il misterioso capo di James Bond. l’ufficio del personale che ti chiede di salire. Se fosse un posto normale, ti consegnerebbero una lettera. Ma qui ogni comunicazione scritta è un pericolo. E allora ti fanno vedere una lista di alcuni fogli con una lunga serie di nomi. Puntano la penna sul tuo cognome, sui tuoi requisiti, sulla data in cui li hai maturati, o li maturerai.

    «Metta una firma qui, per presa d’atto», ti dicono. Non ti puoi rifiutare. Torni giù nel tuo ufficio. Chiudi la porta, come da regolamento. E capisci che sei uno 007 da rottamare.

    Il Secolo XIX aveva svelato il piano-esuberi già il 20 luglio scorso, dopo un’audizione del prefetto Gianni De Gennaro al Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi. Di ritorno dalle ferie, ecco la conferma delle indiscrezioni: in totale, secondo stime ufficiose, si tratterebbe di almeno 4900 persone.

    Di ritorno dalle ferie, ecco la conferma delle indiscrezioni. Dalla Gazzetta Ufficiale del primo settembre si scopre che è stato approvato un regolamento che definisce “misure straordinarie per razionalizzare e ottimizzare l’organizzazione della spesa e dei costi di funzionamento del Sistema di informazione per la sicurezza”. Porta la firma di Gianni Letta, sottosegretario con delega ai servizi, e il testo del provvedimento è coperto dal segreto. Più o meno. Prevede che nel prossimo triennio debbano andarsene a casa tutti gli agenti che hanno almeno 57 anni di età; 40 anni di lavoro al servizio dello Stato e 20 nei Servizi Segreti.

    Il requisito dei 40 anni di contributi non è difficile da raggiungere, se si parla di gente che si è arruolata a 18 anni. O che nel corso del tempo ha riscattato la laurea. Così si è arrivati a quota 570 esuberi ed è per questo che c’è chi parla di “smilitarizzazione strisciante”. Ma è sugli altri due scalini che si prevede battaglia.

    “La soglia dei 57 anni è irragionevole e su questo ci saranno denunce di incostituzionalità” anticipa un avvocato che ha già iniziato a studiare le carte. Secondo il suo ragionamento, ci sarebbe una evidente disparità di trattamento con i magistrati, “ che svolgono un mestiere egualmente usurante e però vanno in pensione a 75 anni”. Ma ci sarebbe anche una “irragionevolezza intrinseca”, perché “a 57 anni un agente è nel pieno delle sue capacità di analisi e di gestione delle fonti”.

    Incostituzionalità a parte, c’è anche il piccolo particolare di un regolamento che deroga alla legge Brunetta sull’età pensionabile. E un altro degli avvocati interpellati aggiunge che “salvare chi magari ha 65 anni ed è ai servizi solo da poco, è giuridicamente inspiegabile”. Ma questo, chi lavora ai servizi, se l’è spiegato facilmente: il requisito dei 20 ani in “Ditta” salva il posto a qualche fedelissimo dei nuovi capi, appena chiamato in posizione di vertice. Oppure a Generali e Prefetti sessantenni, spediti a Forte Braschi e dintorni per arrotondare lo stipendio alla vigilia della pensione.

    In una situazione del genere, ecco la nuova minaccia per i Servizi di Sicurezza Italiani. La guerra delle carte bollate.

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    Anonimo at |

    Sembrerebbe che l’applicazione del prepensionamento stia per concludersi.
    Nel senso che l’applicazione della verifica dei requisiti (57 anni di età anagrafica , 40 di Contributi versati, e 20 anni di appartenenza ai Servizi) si stia per concludersi con la fine del 2013.
    Cioè dal 2014 chi dovessere avere tali requisiti continuerà ad operare presso i Servizi e non sarà oggetto di tale prepensionamento. l’applicazione del prepensionamento era prevista per il triennio 2011 2012 e 2013.
    B.A.

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    Anonimo at |

    venerdì 28 giugno 2013

    1 – VIMINALE – E LO STATO RISARCÌ GLI 007 CACCIATI
    P. M. – Al Viminale si fanno già i conti di quanto potrà costare, alle casse dello Stato,
    il contenzioso con gli ex agenti del Sisde licenziati nel 2007, sulla base di una lista compilata dal prefetto Francesco La Motta, finito in carcere qualche settimana per l'inchiesta sul Fondo Edifici di culto. Sono quasi 80 i funzionari dell'intelligence cacciati e "restituiti" all'amministrazione di provenienza. In molti avevano fatto ricorso, senza successo, al Tar del Lazio, per tornare in "servizio".

    Il Viminale, inoltre, aveva deciso di cancellare la loro precedente anzianità professionale: il contatore dello stipendio e della carriera era ripartito da zero. Quella procedura di retrocessione è stata sanzionata dal Tribunale di Milano. La sezione lavoro della Corte d'Appello milanese ha dato ragione ad uno degli 007 epurati: lo Stato, adesso, dovrà, pagare sei anni di arretrati e interessi all'ex agente segreto, adeguando lo stipendio e la funzione all'effettiva anzianità professionale. Il ministero dell'Interno non si è opposto alla decisione dei giudici milanesi. Ora, anche gli altri 007 cacciati hanno preso copia della sentenza per ottenere il risarcimento.

    Un po' datata, ma orse utile a qualcuno.

    B.A.

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    Anonimo at |

    Laureata nel 2012 in Politiche Europee e Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, ha conseguito un master in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso la SIOI (Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali) a Roma.

    Ha iniziato a collaborare con il Ce.S.I. in qualità di stagista e ha proseguito poi la sua esperienza come junior fellow presso lo stesso. Attualmente è Analista del desk Asia e Pacifico dell’Istituto e autrice di pubblicazioni e analisi in materia di politica internazionale e di sicurezza per le aree di sua competenza.

    Silendo, è per caso parente di … ?

    Oggi era intervistata al TG3 delle 14,30…

     

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    Anonimo at |

    I servizi segreti di Renzi

    di ANDREA CANGINI

    Ultimo aggiornamento: 14 aprile 2017 

     

    DURANTE IL SUO primo anno di governo, Matteo Renzi si ritirò per qualche giorno con la famiglia in un bell’albergo sul mare. Cercava riposo e riservatezza. Un cronista prese una camera vicino alla sua con l’intenzione di scrivere qualche pezzo ‘di colore’ sulla vita privata del premier. Niente di insidioso. Dopo l’uscita del primo articolo, il giornalista sentì bussare alla porta, aprì e si trovò al cospetto di un signore robusto che, qualificatosi come agente dei servizi segreti, con tono convincente inanellò tre affermazioni in un’unica, breve frase: "So chi sei, so chi è tua moglie, so chi è la tua amante". Il collega capì il messaggio e fece la valigia.

    NON È DETTO che a mobilitare l’uomo dei servizi fosse stato Renzi in persona, né che l’allora premier fosse a conoscenza della cosa. Lo zelo dei funzionari spesso prescinde da richieste esplicite. Certo è che da sempre i servizi segreti vengono usati anche a fini ‘politici’: il Sifar (l’Aise di allora, ovvero il servizio segreto militare) guidato dal generale De Lorenzo negli anni Cinquanta collezionò 157mila dossier su politici, magistrati, giornalisti, imprenditori… e non sempre l’uso che ne fece atteneva alla ragion di Stato. È infatti tipico dei politici identificare l’interesse nazionale col proprio, personale, interesse. Ed è tipico dei dirigenti dei servizi tutelare quei leader politici da cui ritengono dipenda la loro carriera. Nella vicenda Consip si parla molto di un presunto ruolo dei servizi segreti. Li ha evocati in un’intervista al nostro giornale il commercialista partenopeo Alfredo Mazzei, li ha tirati in ballo sulla ‘Verità’ il leghista Calderoli, li ha citati – dichiarando, sembra consapevolmente, il falso – il comandante dei carabinieri del Noe, Giampaolo Scafarto, nell’informativa scritta per conto della procura di Napoli. A oggi, però, non esiste alcuna evidenza circa un loro effettivo coinvolgimento. Si sa solo che il mitico capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, fu rimosso dal vertice del Noe dal comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, poi indagato nel processo Consip per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio, e di conseguenza inquadrato nei ranghi dell’Aise.

    NESSUNO può escludere che gli 007 abbiano inquinato o semplicemente monitorato l’inchiesta, nessuno può dire con quale obiettivo e al servizio di chi lo avrebbero fatto. A oggi, si tratta solo di fantasie. Di sicuro c’è solo che il capitano Scafarto, braccio operativo del pm Woodcock, ha compiuto due errori. O due falsi. Ha attribuito all’imprenditore Romeo le parole su Tiziano Renzi pronunciate invece dal consigliere di Romeo, Italo Bocchino; ha adombrato la presenza dei servizi segreti. Perché l’abbia fatto sarà, forse, appurato dalla procura di Roma. Certo è che la tendenza ad accondiscendere ai desiderata dei politici che spesso caratterizza l’approccio dei servizi può contraddistinguere anche il legame tra polizia giudiziaria e pm.

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