Un paio di giorni fa ho scoperto che il Public Administration Select Committee (PASC) britannico (una commissione parlamentare sulla pubblica amministrazione) sta sviluppando un'inchiesta sulla grand strategy inglese. Nell'ambito di una più ampia attività di indagine su centri decisionali e sul pensiero strategico britannico (interessantissimo il report "Governing the Future" del 2007) il PASC ha deciso di rivolgere la sua attenzione alle strutture ed alle procedure attraverso le quali il Regno Unito pensa ed attua la propria "grande strategia".
Ciò nasce dalla consapevolezza della necessità di rafforzare tali strutture e procedure e, più in generale, di intervenire per potenziare il pensiero strategico del governo (anche in tal senso va inquadrata la creazione del National Security Council inglese) a fronte di un evidente decadimento delle capacità di analisi e pianificazione strategica di medio-lungo termine.
Il comitato ha quindi indetto una sorta di call for papers su alcune fondamentali questioni:
– What do we mean by 'strategy' or 'grand strategy' in relation to the foreign policy, defence and security functions of government in the modern world?
– Who holds the UK 'strategic concept' and how is it being brought to bear on the Strategic Defense and Security Review?
– Do the different government departments understand and support the same UK strategy?
– What capacity exists for cross-departmental strategic thinking? How should government develop and mantain the capacity for strategic thinking?
– What frameworks or institutions exist or should be created to ensure that strategic thinking takes place and its conclusions are available to the Prime Minister and Cabinet?
– How is UK strategy challenged and revised in response to events, changing risk assessments and new threats?
– How are strategic thinking skills best developed and sustained within the Civil Service?
– Should non-government experts and others be included in the government's strategy making process?
– How should the strategy be communicated across government and departmental objectives made consistent with it?
– How can departments work more collaboratively and coordinate strategy development more closely?
– How can reduced resources be appropiately allocated and targeted to support delivery of the objectives identified by the strategy?
– Do other countries do strategy better?
Tutte domande che possono (e dovrebbero) essere applicate anche alla realtà italiana. Solo per fare alcuni esempi: esiste una grand strategy italiana? Quali strutture governative la pianificano (o dovrebbero farlo)? Come si sviluppa l'attività di analisi e pianificazione strategica integrata nel nostro governo? In quale contesto internazionale di minacce ed opportunità il nostro Paese si troverà ad operare nei prossimi 15/20 anni?
A mio avviso sarebbe una cosa piuttosto utile ed interessante – e giungo alla proposta cui accenna il titolo del post – se il nostro Parlamento, prendendo spunto da quanto sta avvenendo Oltremanica, desse il via ad una approfondita indagine conoscitiva sulla strategia globale dell'Italia. Sul contesto strategico internazionale, sugli obiettivi di politica estera, di difesa e di sicurezza, sugli obiettivi di politica economica ed industriale, su chi, all'interno del nostro apparato di Governo, debba pensare e pianificare una coerente ed integrata grand strategy nazionale, su come sviluppare il pensiero strategico nel nostro Paese.
Ad effettuare tale indagine potrebbero essere alcune commissioni riunite (magari I, III e IV) oppure il Copasir stesso, dato il legame diretto che esiste tra strategia del Paese e missione ed organizzazione del suo apparato di Intelligence.
Perchè un'indagine parlamentare? Certamente non perchè sia l'unico strumento idoneo per affrontare e risolvere tali questioni, molte delle quali sono già abbondantemente sviscerate in letteratura. Un'indagine parlamentare potrebbe però costituire un'occasione per stimolare la classe politica a riflettere su temi strategici di ampio respiro e di importanza chiave per il futuro del nostro Paese.
Ma dici che la classe politica avrebbe voglia di essere stimolata (e magari criticata/giudicata) dalla classe politica (la commissione parlamentare) in un ambito così vasto e significativo?
Ciao Giovanni. Non credo che lo scopo sia la critica quanto il fornire degli strumenti di analisi e di comprensione. Giusto, Sil?
Temo che eventuali resistenze ad un'ipotetica indagine del genere arriverebbero più dalle burocrazie che non dalla classe politica.
Vittorio
Vittorio carissimo, non sono un esperto del settore quindi mi perdonerete se dico una stupidaggine ma… un'indagine parlamentare non si porta comunque dietro, oltra agli altri "risultati", un giudizio politico (più o meno "esteso")?
Ovvero, se è la burocrazia ad essere l'attore più "resistente" ad un discorso del genere (intendiamoci, l'idea di una qualsiasi riflessione strategica è ottima… "a prescindere"
è anche vero che – probabilmente – è la prassi politica consolidata ad aver indotto/permesso (in modo più o meno diretto o palese) questo tipo di comportamento…
Ma ripeto, le mie sono considerazioni "ad intuitum" 😉
Saluti cari!
sulla assoluta ed improcrastinabile necessità di avviare una riflessione seria sull'inadeguatezza delle strutture analitico-previsionali a lungo termine e sull'opportunità di costituire, quanto prima, un organismo unico di previsione strategica integrata non credo che nessuno possa nutrire dubbi!!
in alternativa allo strumento dell' indagine parlamentare, però, credo sia più efficace quello della predisposizione da parte del Copasir di un documento analogo a quello relativo alle minacce cyber.
barry lyndon
sarebbe bello ma personalmente ci credo poco….siam più bravi nella strategia della rincorsa a cose già avvenute…quanto di più lontano dalla previsione…una iniziativa del parlamento in tal senso la reputo poco probabile…perchè a livello parlamentare non credo se ne senta in maniera così tangibile l'esigenza.
L'iniziativa dovrebbe avvenire a livello di addetti ai lavori…che tradotto vuol dire che il terreno più fertile probabilmente è quello "burocratico" piuttosto che quello parlamentare…poi ovvio che le linee di una grand strategy sarebbero tracciate a livello più elevato.
Giovanni, attenzione. Non sto parlando di una commissione d'inchiesta (tipo questa o questa). Mi riferisco invece ad una più 'modesta' indagine conoscitiva, come quelle svolte abitualmente dalle commissioni permanenti (ad esempio la I Commissione Affari Costituzionali o la III Commissione Affari Esteri). Generalmente tali indagini non hanno l'impatto politico cui, credo, fai riferimento tu
Barry, quel documento è frutto proprio di un'indagine conoscitiva.
Anonimo, sono d'accordo con te. Purtroppo.
Ahhh, ora ho capito 😉
Grazie
Probabilmente sono stato poco chiaro. Ti devo un brandy ;))
No, no… tu sei stato – come al tuo solito – chiarissimo
Sono io che nutro un pochetto di sfiducia nei confronti di certe "categorie"…
Il brandy comunque lo accetto molto volentieri 😉
I britannici son sempre i britannici…
En.
Già… e si vede anche nelle piccole cose (cito dal testo del call for papers): "…with as little use of colour or logos as possible".
Magnifico…
E poi hanno inventato il brandywine 😉
…ma il brandy si può usare per accendere il camino?
scherzo, Giovanni :))
Linus
Se sei un nobile nel tuo castello in Cornovaglia, si.
Diversamente la stanza tenderebbe pericolosamente a profumare di distilleria abusiva :))))