Leggendo l'intervista mi è venuto in mente questo commento di Ignatius, pubblicato sul Washington Post di oggi:
Where is President Obama's Machiavelli?
The two modern American masters of Machiavellian diplomacy, Henry Kissinger and Zbigniew Brzezinski, both practiced their art at times comparable to this one — with the country suffering from reversals in war and loss of confidence in its political leadership.
So it's an interesting thought exercise to imagine how a national security adviser with the secretive, back-channel style of a Kissinger or Brzezinski would play America's diplomatic hand now. Mind you, I'm not suggesting what policies these two would actually recommend today but, instead, what a more creative diplomatic approach might produce in a time of difficulty.
When I say "creative," what I partly mean is devious. Both Kissinger and Brzezinski did not always state publicly what they were doing in private. After the 1973 Arab-Israeli war, Kissinger opened a secret intelligence channel to the Palestine Liberation Organization, at the very time he was branding it a terrorist group and refusing open recognition. Similar secret conversations surrounded the entire Arab-Israeli peace process.
Not all of Kissinger's machinations were successful: He accepted a Syrian intervention in the Lebanese civil war in 1976 to aid the Christians against the PLO that arguably still causes trouble. But he created space and options for an America that had otherwise been weakened by the Vietnam War.
Brzezinski, too, was adept at concealing his hand and adding heft to the drifting presidency of Jimmy Carter. When an emboldened Soviet Union marched into Afghanistan, Brzezinski crafted a secret intelligence alliance with China and Pakistan to check the Soviets. Here, too, we are still living with some of the negatives. But it must be said, the Soviet Union is no more.
Let's look at how this approach might be applied today in four problem areas: Iraq, the Arab-Israeli mess, the India-Pakistan standoff and the endgame in Afghanistan. Again, I want to stress that these gambits are in the style of the venerable strategists but not necessarily what they would advocate now.
Iraq is a place where America, having fought a messy war, must shape political outcomes with minimal use of force. It's a place where you have to hope the CIA has been busy making friends and contacts, and where a strong U.S. ambassador will be essential. It's good that Vice President Biden spent the Fourth of July weekend there, urging formation of a new government. He met all the right parties; now, he and the new ambassador, Jim Jeffrey, will need to pull those strings hard.
The Palestinian problem is one on which I hope the United States is engaging in some secret diplomatic contacts — with Israel, Syria, Lebanon, Jordan, Egypt, the Palestinian Authority and, yes, even Hamas. When the open road seems blocked, that's a time to experiment with new passages. History tells us that when America makes secret contact with rejectionist groups, they split; that's what happened with the PLO in 1974.
The India-Pakistan stalemate has been in the "too hard" box for years. But as with negotiations in the 1990s between Britain and the Irish Republican Army over Northern Ireland, America can subtly encourage greater contact between two parties — and facilitate the exchanges of counterterrorism intelligence and military information that will be essential in building confidence. Indian Prime Minister Manmohan Singh wants a settlement; the United States must encourage reciprocal moves by Pakistan that make both countries safer.
Finally, there is the sublime strategic challenge of Afghanistan. The arrival of Gen. David Petraeus is a useful "X-factor" there. He will give the Taliban second thoughts about the otherwise shaky proposition that the United States and its allies can reverse the enemy's momentum on the battlefield.
But the real test will be in back-channel contacts with reconcilable adversaries — something at which Petraeus was adept in Iraq. The Obama administration needs to decide what kind of outcome it wants and then use every element of power — overt and covert, military and diplomatic — to achieve it. Secret contacts with elements of the Taliban will be especially useful if they can gradually build confidence about what each side can deliver.
Perhaps all of these diplomatic corkscrews are already at work. It's in the nature of successful secret diplomacy that you don't know about it until it's over — and maybe not even then. But if ever there were a moment when a battle-fatigued United States needs a wily strategist to explore options, this is it.
Just who could play this role among the administration's current cast of characters isn't obvious, and that's a problem President Obama should address.
Caro SIlendo, sono fuori tema qui, ma non mi sembra di aver mai visto questo tema in qualche post. Capisco che è un argomento un po' complesso…Mi chiedevo se lo consideri inappropriato.
Magari fosse un accesso diretto alla banca dati SWIFT. Invece si tratta di estrazioni di parti rilevanti e amplissime. Comunque l'interesse era per l'impegno formale ad istituire entro pochi anni un equivalente programma TFTP in Europa.
Kadmos, le mie conoscenze sull'argomento sono superficiali. Anzi, per la precisione ho scoperto l'esistenza della SWIFT proprio quando, nel 2006 se non erro, il NYT scoprì l'esistenza del TFTP. Insomma, ho conoscenze poco più che giornalistiche e considerando che invece la materia è complessa preferisco tacere per non dire minkiate. Nel blog c'è chi, invece, è un professionista del settore (e so che scalpita) ma per opportunità preferisce non esprimersi Proprio a causa della mia ignoranza se hai delle tue riflessioni sarò ben lieto di leggerle.
Caro Sile, ricordi bene (come sempre) sia giornale che anno. Le mie riflessioni sono diverse: di natura tecnica. in relazione ai dati e al loro valore intrinseco; giuridica, per l'architettura che hanno costruito per giustificare questo trasferimento periodico agli USA; strategica, per quanto riguarda un possibile TFTP in UE e lo sviluppo degli organismi deputati a gestirlo.
Magari mi faccio due chiacchiere col professionista…quando vorrà… 😉
Non sono in condizione di poter dire che non sono favorevole. E comunque non mi interessano gli aspetti etici. Ti faccio io una domanda: Da "operativo", saresti favorevole ad un accordo che preveda che dati conservati sul suolo europeo, riguardanti perlopiú cittadini europei e milioni di operazioni finanziarie avvenute in Europa, siano trasferiti in massa ad un paese terzo sulla base di un ordine amministrativo avente valore solo sul territorio dello stato terzo per essere conservati per cinque anni e sui quali le diverse agenzie di intelligence di quel paese possono condurre ricerche mirate per le loro esigenze pseudo-investigative? e che tutte queste possibilité non siano concesse alle omologhe agenzie europee, che devono penare per avere anche solo un pezzetto di informazione finanziaria?
Condannato a 14 anni e all’interdizione dai perpetua dai pubblici uffici al Generale Giampaolo Ganz attuale Comandante dei Ros. Condannato a 7 anni e 10 mesi l’ex Colonnello del Ros, ora all’AISE, Mauro Obinu.
Babbano Asimmetrico in attesa di leggere … Come dice Silendo
In Usa ad esempio e’ possibile acquistare data base che partendo dalle bolle doganali e’ possibile conoscere quanto viene importato di una certa tipologia di prodotto chi lo importa sia in quantità e in valore e da chi l’importa. Avere a disposizione/accesso/duplicare informazioni finanziare del tipo Swift mi sembra estremamente “pericoloso”. A tale proposito ieri mi sembra che Alex Jones sostenga che la “paura” del cyberterrorismo sia sventolata per poter imporre un “super controllo” sulla rete. Chi puo’ esser certo che le informazioni economiche non siano utilizzate non per colpire i Terroristi ma avversari economici o Stati.
Babbano Asimmetrico
Un nuovo accordo per la condivisione dei dati sulle transazioni finanziarie UE-USA allarma e fa discutere. I detrattori dicono che è uguale al vecchio: mette a rischio la privacy dei cittadini del Vecchio Continente.
Roma – SWIFT è morto, lunga vita a TFTP. La riedizione dell'accordo tra Unione Europea e Stati Uniti per la condivisione dei dati sulle transazioni finanziarie del Vecchio Continente, già rigettato dal parlamento di Bruxelles lo scorso febbraio dopo il parere negativo espresso da un comitato della UE in merito alle sue potenziali implicazioni sulla privacy nei cittadini europei, torna alla ribalta con un acronimo tutto nuovo ma composto della stessa sostanza.
Basato sull'immane archivio di transazioni finanziarie raccolto dal consorzio Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications (8000 istituti finanziari in 200 diversi paesi), l'accordo formalmente noto come SWIFT permetteva agli States di infilare occhi, orecchie e naso negli affari economici della UE con lo scopo formale della lotta al terrorismo. Altrettanto dovrà fare Terrorist Finance Tracking Programme (TFTP, appunto), nuova iniziativa del Dipartimento del Tesoro USA che prende il posto del vecchio SWIFT ratificandone i principi in un accordo internazionale alla luce del sole.
Sotto l'egida di TFTP, gli USA avranno come sempre diritto a farsi trasferire "dati in massa" sulle transazioni finanziarie occorse in uno specifico periodo di tempo, e potranno mantenere un loro archivio dei suddetti per cinque anni esattamente come previsto da SWIFT. La differenza tra il vecchio accordo e il nuovo programma, risibile secondo EDRI, è composta per lo più da richiami alla "salvaguardia legale" delle informazioni trattate senza alcun obbligo, da parte statunitense, e all'introduzione di principi giuridici attivi al di qua dell'Atlantico in materia i riservatezza.
Ulteriori critiche provengono dal fronte inglese, dove gli esperti legali denunciano la mancanza di definizioni precise in merito al supposto pericolo "terrorista" che TFTP dovrebbe contribuire grandemente a contrastare, nonché la "deliberata" esclusione del commissario europeo per la protezione dei dati dall'accordo – l'autorizzazione al trasferimento dei dati finanziari sarà compito esclusivo dell'Europol.
La Commissione europea è attualmente in procinto di inviare TFTP all'attenzione dei Ministri degli Interni dei paesi membri, i quali dovranno adottare l'accordo e infine sottoporlo al voto del parlamento europeo per la ratifica definitiva. E mentre gli USA sono costretti ad affrontare l'inadeguatezza delle autorità governative nel difendere efficacemente le minacce provenienti dall'esterno, molti parlamentari europei hanno già in passato espresso la loro contrarietà alle modalità di collaborazione USA-UE definite prima in SWIFT e ora in TFTP.
Leggendo l'intervista mi è venuto in mente questo commento di Ignatius, pubblicato sul Washington Post di oggi:
Where is President Obama's Machiavelli?
The two modern American masters of Machiavellian diplomacy, Henry Kissinger and Zbigniew Brzezinski, both practiced their art at times comparable to this one — with the country suffering from reversals in war and loss of confidence in its political leadership.
So it's an interesting thought exercise to imagine how a national security adviser with the secretive, back-channel style of a Kissinger or Brzezinski would play America's diplomatic hand now. Mind you, I'm not suggesting what policies these two would actually recommend today but, instead, what a more creative diplomatic approach might produce in a time of difficulty.
When I say "creative," what I partly mean is devious. Both Kissinger and Brzezinski did not always state publicly what they were doing in private. After the 1973 Arab-Israeli war, Kissinger opened a secret intelligence channel to the Palestine Liberation Organization, at the very time he was branding it a terrorist group and refusing open recognition. Similar secret conversations surrounded the entire Arab-Israeli peace process.
Not all of Kissinger's machinations were successful: He accepted a Syrian intervention in the Lebanese civil war in 1976 to aid the Christians against the PLO that arguably still causes trouble. But he created space and options for an America that had otherwise been weakened by the Vietnam War.
Brzezinski, too, was adept at concealing his hand and adding heft to the drifting presidency of Jimmy Carter. When an emboldened Soviet Union marched into Afghanistan, Brzezinski crafted a secret intelligence alliance with China and Pakistan to check the Soviets. Here, too, we are still living with some of the negatives. But it must be said, the Soviet Union is no more.
Let's look at how this approach might be applied today in four problem areas: Iraq, the Arab-Israeli mess, the India-Pakistan standoff and the endgame in Afghanistan. Again, I want to stress that these gambits are in the style of the venerable strategists but not necessarily what they would advocate now.
Iraq is a place where America, having fought a messy war, must shape political outcomes with minimal use of force. It's a place where you have to hope the CIA has been busy making friends and contacts, and where a strong U.S. ambassador will be essential. It's good that Vice President Biden spent the Fourth of July weekend there, urging formation of a new government. He met all the right parties; now, he and the new ambassador, Jim Jeffrey, will need to pull those strings hard.
The Palestinian problem is one on which I hope the United States is engaging in some secret diplomatic contacts — with Israel, Syria, Lebanon, Jordan, Egypt, the Palestinian Authority and, yes, even Hamas. When the open road seems blocked, that's a time to experiment with new passages. History tells us that when America makes secret contact with rejectionist groups, they split; that's what happened with the PLO in 1974.
The India-Pakistan stalemate has been in the "too hard" box for years. But as with negotiations in the 1990s between Britain and the Irish Republican Army over Northern Ireland, America can subtly encourage greater contact between two parties — and facilitate the exchanges of counterterrorism intelligence and military information that will be essential in building confidence. Indian Prime Minister Manmohan Singh wants a settlement; the United States must encourage reciprocal moves by Pakistan that make both countries safer.
Finally, there is the sublime strategic challenge of Afghanistan. The arrival of Gen. David Petraeus is a useful "X-factor" there. He will give the Taliban second thoughts about the otherwise shaky proposition that the United States and its allies can reverse the enemy's momentum on the battlefield.
But the real test will be in back-channel contacts with reconcilable adversaries — something at which Petraeus was adept in Iraq. The Obama administration needs to decide what kind of outcome it wants and then use every element of power — overt and covert, military and diplomatic — to achieve it. Secret contacts with elements of the Taliban will be especially useful if they can gradually build confidence about what each side can deliver.
Perhaps all of these diplomatic corkscrews are already at work. It's in the nature of successful secret diplomacy that you don't know about it until it's over — and maybe not even then. But if ever there were a moment when a battle-fatigued United States needs a wily strategist to explore options, this is it.
Just who could play this role among the administration's current cast of characters isn't obvious, and that's a problem President Obama should address.
Caro SIlendo,
sono fuori tema qui, ma non mi sembra di aver mai visto questo tema in qualche post. Capisco che è un argomento un po' complesso…Mi chiedevo se lo consideri inappropriato.
Saluti,
Kadmos
Inappropriato l'argomento o inappropriato l'accesso statunitense alla banca dati Swift?
Bellissima intervista…… 😉
Andrea
Magari fosse un accesso diretto alla banca dati SWIFT.
Invece si tratta di estrazioni di parti rilevanti e amplissime.
Comunque l'interesse era per l'impegno formale ad istituire entro pochi anni un equivalente programma TFTP in Europa.
BR,
Kadmos
Kadmos, le mie conoscenze sull'argomento sono superficiali. Anzi, per la precisione ho scoperto l'esistenza della SWIFT proprio quando, nel 2006 se non erro, il NYT scoprì l'esistenza del TFTP.
Insomma, ho conoscenze poco più che giornalistiche e considerando che invece la materia è complessa preferisco tacere per non dire minkiate.
Nel blog c'è chi, invece, è un professionista del settore (e so che scalpita) ma per opportunità preferisce non esprimersi
Proprio a causa della mia ignoranza se hai delle tue riflessioni sarò ben lieto di leggerle.
Caro Sile,
ricordi bene (come sempre) sia giornale che anno.
Le mie riflessioni sono diverse: di natura tecnica. in relazione ai dati e al loro valore intrinseco; giuridica, per l'architettura che hanno costruito per giustificare questo trasferimento periodico agli USA; strategica, per quanto riguarda un possibile TFTP in UE e lo sviluppo degli organismi deputati a gestirlo.
Magari mi faccio due chiacchiere col professionista…quando vorrà…
😉
Kadmos
Kadmos, una cosa. Non ho capito se sei favorevole o no…
Non sono in condizione di poter dire che non sono favorevole.
E comunque non mi interessano gli aspetti etici.
Ti faccio io una domanda:
Da "operativo", saresti favorevole ad un accordo che preveda che dati conservati sul suolo europeo, riguardanti perlopiú cittadini europei e milioni di operazioni finanziarie avvenute in Europa, siano trasferiti in massa ad un paese terzo sulla base di un ordine amministrativo avente valore solo sul territorio dello stato terzo per essere conservati per cinque anni e sui quali le diverse agenzie di intelligence di quel paese possono condurre ricerche mirate per le loro esigenze pseudo-investigative? e che tutte queste possibilité non siano concesse alle omologhe agenzie europee, che devono penare per avere anche solo un pezzetto di informazione finanziaria?
ho dimenticato la firma.
Kadmos
Assolutamente no, Kadmos. Su questo non c'è dubbio.
Condannato a 14 anni e all’interdizione dai perpetua dai pubblici uffici al Generale Giampaolo Ganz attuale Comandante dei Ros. Condannato a 7 anni e 10 mesi l’ex Colonnello del Ros, ora all’AISE, Mauro Obinu.
Babbano Asimmetrico in attesa di leggere … Come dice Silendo
In Usa ad esempio e’ possibile acquistare data base che partendo dalle bolle doganali e’ possibile conoscere quanto viene importato di una certa tipologia di prodotto chi lo importa sia in quantità e in valore e da chi l’importa. Avere a disposizione/accesso/duplicare informazioni finanziare del tipo Swift mi sembra estremamente “pericoloso”. A tale proposito ieri mi sembra che Alex Jones sostenga che la “paura” del cyberterrorismo sia sventolata per poter imporre un “super controllo” sulla rete. Chi puo’ esser certo che le informazioni economiche non siano utilizzate non per colpire i Terroristi ma avversari economici o Stati.
Babbano Asimmetrico
Questione delicata…
da http://punto-informatico.it/2918610/PI/News/tftp-sorge-dalle-ceneri-swift.aspx
venerdì 18 giugno 2010
di Alfonso Maruccia
TFTP sorge dalle ceneri di SWIFT
Un nuovo accordo per la condivisione dei dati sulle transazioni finanziarie UE-USA allarma e fa discutere. I detrattori dicono che è uguale al vecchio: mette a rischio la privacy dei cittadini del Vecchio Continente.
Roma – SWIFT è morto, lunga vita a TFTP. La riedizione dell'accordo tra Unione Europea e Stati Uniti per la condivisione dei dati sulle transazioni finanziarie del Vecchio Continente, già rigettato dal parlamento di Bruxelles lo scorso febbraio dopo il parere negativo espresso da un comitato della UE in merito alle sue potenziali implicazioni sulla privacy nei cittadini europei, torna alla ribalta con un acronimo tutto nuovo ma composto della stessa sostanza.
Basato sull'immane archivio di transazioni finanziarie raccolto dal consorzio Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications (8000 istituti finanziari in 200 diversi paesi), l'accordo formalmente noto come SWIFT permetteva agli States di infilare occhi, orecchie e naso negli affari economici della UE con lo scopo formale della lotta al terrorismo. Altrettanto dovrà fare Terrorist Finance Tracking Programme (TFTP, appunto), nuova iniziativa del Dipartimento del Tesoro USA che prende il posto del vecchio SWIFT ratificandone i principi in un accordo internazionale alla luce del sole.
Sotto l'egida di TFTP, gli USA avranno come sempre diritto a farsi trasferire "dati in massa" sulle transazioni finanziarie occorse in uno specifico periodo di tempo, e potranno mantenere un loro archivio dei suddetti per cinque anni esattamente come previsto da SWIFT. La differenza tra il vecchio accordo e il nuovo programma, risibile secondo EDRI, è composta per lo più da richiami alla "salvaguardia legale" delle informazioni trattate senza alcun obbligo, da parte statunitense, e all'introduzione di principi giuridici attivi al di qua dell'Atlantico in materia i riservatezza.
Ulteriori critiche provengono dal fronte inglese, dove gli esperti legali denunciano la mancanza di definizioni precise in merito al supposto pericolo "terrorista" che TFTP dovrebbe contribuire grandemente a contrastare, nonché la "deliberata" esclusione del commissario europeo per la protezione dei dati dall'accordo – l'autorizzazione al trasferimento dei dati finanziari sarà compito esclusivo dell'Europol.
La Commissione europea è attualmente in procinto di inviare TFTP all'attenzione dei Ministri degli Interni dei paesi membri, i quali dovranno adottare l'accordo e infine sottoporlo al voto del parlamento europeo per la ratifica definitiva. E mentre gli USA sono costretti ad affrontare l'inadeguatezza delle autorità governative nel difendere efficacemente le minacce provenienti dall'esterno, molti parlamentari europei hanno già in passato espresso la loro contrarietà alle modalità di collaborazione USA-UE definite prima in SWIFT e ora in TFTP.
Alfonso Maruccia
BABBANO ASIMMETRICO
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/10/258
BABBANO ASIMMETRICO
In verità Il TFTP esiste dal 2001…
Kadmos