AL PREFETTO SCARPIS UN INCARICO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Da "Gazzetta di Parma" di sabato 24 aprile 2010
CAMBIO AL VERTICE «NUMERO UNO» AD INTERIM SARÀ' UNA DONNA, IL VICE PREFETTO VICARIO ELISABETTA MARGIACCI Al prefetto Scarpis un incarico alla Presidenza del consiglio Lannuncio durante l'addio a Palazzo Rangoni: «Continuer a lavorare per lo Stato» Passaggio del testimone Il prefetto Paolo Scarpis e il vice prefetto vicario Elisabetta Margiacchi.
Cateiina Zanirato Erano tantissime le persone che ieri pomeriggio hanno voluto portare il loro saluto al prefetto di Parma, Paolo Scarpis, che da venerdì (30 aprile) si ritirerà dal suo incarico per sopraggiunti limiti d'età. Ma non sarà un addio al lavoro: su proposta del ministro dell'Interno Maroni, infatti, Scarpis avrà un incarico alla Presidenza del consiglio dei ministri.
Autorità del mondo politico, delle forze dell'ordine, del mondo sanitario, brillanti esponenti dell'imprenditoria parmigiana, dell'associazionismo e della cultura si sono recati a Palazzo Rangoni per stringere la mano all'uomo che per due anni ha rappresentato lo Stato a Parma, portando a termine ambiziosi progetti. E Scarpis ha congedato tutti con un lungo e sentito di- scorso, durante il quale ha voluto accanto un «amico speciale», il vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi. Comunicando a tutti i presenti la buona notizia: il suo non sarà un pensionamento, dato che lunedì prossimo sarà a Roma, convocato alla Presidenza del consiglio, per la nuova mansione.
«Non so ancora cosa mi sarà chiesto di fare – ha commentato il prefetto -,ma sono disponibile a qualsiasi incarico che il Presidente del consiglio riterrà opportuno affidarmi, dato che non riesco ancora ad immaginarmi in pensione, mentre leggo un libro a parco Sempione… Continuer a lavorare per lo Stato come ho fatto negli ultimi 44 anni».
Nato a Macerata, Scarpis è infatti un milanese d'adozione. E' diventato prefetto di Parma il 7 marzo di due anni fa e giovedì ha compiuto 65 anni. «Parma mi rima lTà nel cuore – ha spiegato – per la sua bellezza, l'arte, la musica e la gente. In questi anni ho cercato di fare al meglio il mio dovere, affrontando momenti difficili e impegnativi, come il terremoto del dicembre 2008, la visita del Presidente della Repubblica, il sisma in Abruzzo. o collaborato inoltre assiduamente con i sindaci della provincia. E sono contento di essere arrivato ad un risultato su due questioni come il trasferimento dell'Arma dei Carabinieri e della Questura, problemi che mi stavano a cuore, risolti grazie alla collaborazione del Comune e del Demanio di Stato».
Dal momento in cui smetterà di svolgere l'incarico di prefetto, assumerà le funzioni l'attuale vice prefetto vicario Elisabetta Margiacchi, finché non sarà nominato un successore. «Sar il ponte tra il prefetto uscente e quello entrante – ha commentatoMargiacchi-. E' laprima volta che svolgo questo incarico per un periodo indeterminato di tempo, ma ho già assunto la carica di prefetto vicario quanto i relativi prefetti erano in ferie, coordinando le forze di polizia, curando i rapporti con i sindaci e svolgendo tutte quelle funzioni che competono al prefetto».
Una curiosità: anche Margiacchi è marchigiana, proprio come Scarpis. Originaria di Fano, ha lavorato nella prefettura di Forlì, di Ferrara, di Bologna, è stata nominata vice prefetto vicario a Piacenza per poi arrivare a Parma questo febbraio.
*** discorso,
BABBANO ASIMMETRICO per allungare e migliorare la pensione … bastano 2 anni da vice. Forse questo è l'inizio del tour nover e dello svecchiamento dell'AISE con gli 87 007 ….
La diatriba, se diatriba può essere considerata, è il corretto modo di scrivere la parola “turnover”. Babbano, per mera svista (credo avuta di proposito), ebbe a scrivere (circa quattro anni or sono) tour nover!!
Non te la prendere Nathan se a volte scherziamo . . . Si fa per stemperare . . .
turn over ‹të′ën óuvë› (anche turn-over e turnover) locuz. ingl. [comp. di turn «giro, rotazione» e over «di nuovo»] (pl. turn overs ‹… óuvë∫›), usata in ital. come s. m. –
1.
a. Sostituzione, avvicendamento, ricambio, soprattutto nel personale di un’azienda (in ingl., propriam., labour turn over): a seguito del normale t. o. (cioè per pensionamento, decesso, dimissioni) verranno assunti cento nuovi operai e impiegati; bloccare, sospendere il turn over. V. anche mobilità (nel sign. 3 a).
b. Con altro sign., il giro degli affari di un’impresa, soprattutto come ammontare delle vendite e degli introiti in un determinato periodo di tempo (di solito un anno).
2. In chimica, nella catalisi eterogenea, il numero di t. o. è la velocità di reazione (espressa dal numero di molecole che reagiscono nell’unità di tempo) riferita al numero di siti attivi disponibili sul catalizzatore. Il numero di t. o. è usato anche per esprimere l’efficienza di un enzima come catalizzatore.
B.A. DISLESSICO
..intendevo il "Grande Vecchio" il cui cognome ha una particella pronominale davanti… D…
e poi trovo insolito che l'Arma Azzura, per esempio, non abbia rivendicato un posto per sè, trattandosi cmq di intelligence militare nelle FF.AA. Forse il c.d. 'Affaire Ustica' è ancora uno spettro ancora molto presente ai giorni nostri?
Circa il post n. 7, da quel poco che è scritto traspare solo ignoranza e stupidità. Sicuramente sarà uno di quelli che passano il tempo a tirare sassi ai poliziotti tra una canna e l'altra, mentre quegli stessi poliziotti rischiano la vita ogni giorno per due soldi per garantirci la libertà e per difendere la nostra amata Patria.
Oggetto: COPASIR: urgente la nomina del direttore dell’AISE
di Redazione
31 marzo 2014, pubblicato in Analisi Italia
Adnkronos – E’ ora di nominare il nuovo capo di Forte Braschi. Il nodo potrebbe essere sciolto gia’ oggi, al Consiglio dei ministri, che tra gli altri punti all’ordine del giorno potrebbe mettere in agenda anche la nomina del nuovo direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). A quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate di palazzo San Macuto, all’interno del Copasir e’ stata manifestata da piu’ parti una ”forte perplessita”’ circa la mancanza, dal 20 febbraio scorso, del direttore del Aise, ed e’ stata rilevata ”l’urgenza di procedere alla nomina” del successore del generale Adriano Santini. Anche gli ‘addetti ai lavori’, del resto, attendono di capire se ai vertici di quella che fu l’Intelligence militare sara’ indicato un funzionario interno o un uomo con le stellette. Nel borsino dei Servizi segreti militari la rosa dei possibili successori si focalizza in particolare su alcuni nomi, a cominciare dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Claudio Graziano. Per i suoi trascorsi di carriera -e’ stato comandante della missione multinazionale Onu Unifil in Libano e a capo della Brigata multinazionale Kabul in Afghanistan- Graziano potrebbe corrispondere alla missione internazionale dell’Aise. La ‘soluzione interna’ vede invece in pista l’attuale numero due dell’Agenzia, il generale Alberto Manenti, che gode della stima del Comparto Intelligence ed e’ considerato tra coloro che piu’ conoscono la ‘macchina’ dell’Aise. Nella lista dei possibili candidati per l’incarico di nuovo numero uno del Servizio segreto esterno, ci sono anche l’ammiraglio Filippo Foffi, comandante della Squadra Navale, e il generale di squadra aerea, Carlo Magrassi, gia’ capo di gabinetto dell’ex ministro della Difesa, Mario Mauro. Molto probabilmente il presidende del Consiglio, Matteo Renzi, decidera’ dopo aver sentito il parere di Marco Minniti, Autorita’ delegata pe rla Sicurezza della Repubblica. La nomina del nuovo capo dell’Aise e’ attesa dal 20 febbraio scorso, quando il generale Adriano Santini, alla guida dell’Agenzia dal febbraio 2010, ha terminato il suo mandato quadriennale. In attesa della nomina del successore la guida dell’Aise e’ passata all’attuale vicario, prefetto Paolo Scarpis. Il vice direttore dell’Aise rimarra’ in carica fino alla nomina del successore di Santini. La scelta dei vertici dell’Intelligence e’ competenza della presidenza del Consiglio e del sottosegretario con delega ai Servizi. Considerata l’importanza degli incarichi, e’ tuttavia prassi che le nomine vengano decise con il piu’ ampio accordo possibile tra i partiti. Soprattutto negli ultimi tempi, il Comparto Intelligence si e’ rivelato strumento essenziale per poter affrontare le minacce emergenti, anche in relazione al cybercrime e alla necessita’ di tutelare il sistema Paese e i suoi assets strategici
Ieri durante il programma ( Mezza sulla La7 il Presidente del Consiglio Renzi ha usato in modo molto veloce il termine “intelligence” parlando dell’ENI.
Volevo avere un Tuo parere se hai visto o se vai a vedere l’intervista.
B.A.
Credo che prima di procedere a nomine così di spessore, il PCM dovrebbe procedere a nominare almeno la sua segreteria particolare o i Suoi Uffici di diretta collaborazione ( che vi assicuro non è detto siano confermati nella loro stessa esistenza…) (basta guardare il sito della PCM)…. Martedì 8 c.m. e’ atteso il DPCM di riordino della PCM….. Con draconiane novità….
Armigero “presidenziale”……
Caro Silendo buonasera…. Non è un mistero (gaudioso o doloroso a seconda dei punti di vista) che,a 45 giorni dall’insediamento del nuovo Esecutivo, la PCM non abbia ancora una organizzazione…
Chi vive all’interno racconta di pratiche che si accumulano…. Faccio un esempio…. Ad oggi non sono stati nominati i Vice Segretari Generali….. E’ ovvio che la nomina del Direttore dell’Agenzia Esterna slitti…. Ovvio ma non condivisibile… Comunque tra poche ore i cieli di apriranno e il verbo si rivelerà…
(sono mistico dato il periodo quaresimale… ;-))) )
Armigero “dal regno della ….. Serenità….”
buon pomeriggio a tutti!
proseguendo su questo argomento, segnalo che anche le procedure relative al reclutamento/assunzioni parrebbero procedere a velocità ridotta proprio perchè le priorità sono le nomine del Vertice.
Nathan Muir
E se, invece, avesse intenzione di nominare Scaroni, per tagliare quella spesa, anche in considerazione del fatto che, in fondo, si tratta della stessa faccenda?
Era solo una battutaccia, generata da due circostanze: la furia risparmiatrice dell’attuale PdC e la sua recente (discutibile) esternazione su LA7, relativamente ad alcune funzioni presumibilmente svolte dall’ENI all’estero.
Una crasi delle due dirigenze avrebbe consentito al nostro di risparmiare uno stipendione apicale…e, forse, anche un’auto blu, no?
Parlando di nomine nelle aziende pubbliche, il premier si è fatto scappare una rivelazione compromettente: il gruppo Eni avrebbe stretti legami con gli uomini dei servizi segreti. Per Crosetto l’affermazione “potrebbe essere usata da qualunque concorrente, all’estero, per bloccare contratti o gare”…
dal “Fatto Quotidiano.it”
Gaffe di Matteo Renzi sull‘Eni. Ieri sera il premier era ospite a Otto e mezzo, su La7. Si parlava di nomine ai vertici delle aziende pubbliche e, in particolare, dei requisiti di onorabilità che il ministro dell’Economia, Padoan, vuole imporre ai loro amministratori. Tentando di dribblare una domanda di Lilli Gruber sulla possibilità che Paolo Scaroni, ad del gruppo energetico, sia riconfermato nonostante la recente condanna in primo grado, il premier si è però fatto scappare una rivelazione ben più compromettente: ha rivelato, in pratica, che il gruppo energetico ha stretti legami con gli uomini dei servizi.
Questa, testualmente, la frase incriminata: “L’Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti”.
Apriti cielo: Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ora grida allo scandalo e parla di “gaffe inqualificabile e pericolosa”. Che cosa c’è sotto è presto detto: a livello ufficioso è noto che le sedi estere del Cane a sei zampe spesso ospitano anche le nostre “barbe finte”, più o meno mascherate da dipendenti. Un segreto di Pulcinella, forse, ma custodirlo è buona norma e dichiararlo in prima serata non è certo consigliabile. In primo luogo per la sicurezza stessa di chi per l’Eni lavora, magari in Paesi politicamente turbolenti.
Ma anche perché, come ha sottolineato Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, l’affermazione “potrebbe essere usata da qualunque concorrente, all’estero, per bloccare contratti o gare”. Per non dire del fatto che potrebbe addirittura configurarsi l’ipotesi di rivelazione di segreto di Stato.
“Ma il presidente del Consiglio italiano, dottor Matteo Renzi, si rende conto di quello che ha detto?”, è la domanda retorica di Brunetta. “Quella di Renzi è una frase sconcertante a livello nazionale e internazionale, fatta nei confronti di una grande multinazionale dell’energia, quotata in borsa. Siamo veramente senza parole”.
E ancora: “Cosa voleva dire Renzi riferendosi a politica di intelligence e a servizi? E’ proprio di una società quotata in borsa fare intelligence e occuparsi dei servizi? E quando l’Eni partecipa ad una gara internazionale la vince per la sua capacità tecnologica, per la sua capacità di competere o per la sua intelligence? E’ assolutamente inaudito, aberrante”. RENZI E PADOAN
In ogni caso, ha promesso Brunetta, “delle sue affermazioni gli chiederemo conto in Parlamento già dalla prossima settimana”. Mentre Crosetto ha rincarato invitando Renzi a ricordare “che non è più il sindaco di Firenze o il candidato di rottura alle primarie del Pd ma il presidente del Consiglio”.
Renzi credo sa benissimo quello che dice e conosce bene i risvolti nazionali e internazionali delle sue ‘parole’.
Quanto a Brunetta, se fossi in lui mi concentrerei su faccende di maggiore priorità
Se mantenere un certo riserbo su certe questioni, tipo la sicurezza nazionale, non è una priorità, allora avanti così. Credo che i dilettanti allo sbaraglio siano solo all’inizio….purtroppo!
Asso, lo spero, ma se la cosa è stata fatta volutamente e non é scappata di bocca, mi preoccupo ancora di piú.
Non si danno mai indicazioni ufficiali su questioni di questo tipo. Non si conferma né si smentisce. Ė una regola basilare che i politici in genere rispettano sempre, una delle poche forse.
Asso mi limito a constatare i fatti. La sicurezza nazionale è una cosa troppo seria che non ammette gaffe o battute. Meglio un sorriso o un no comment che certe esternazioni. Concludo dicendo che non è sufficiente sapere cosa fare….bisogna essere anche in grado di saperlo fare…..i congressi sono una cosa, l’Intelligence è tutt’altra cosa.
Buongiorno Anonimo. Mi permetto di inserirmi in questo discorso. Credo che Asso intenda dire che l’affermazione del nostro Presidente del Consiglio sia stata voluta, per sondare…
Caro Anonimo, io mi limito ad interpretare (magari erroneamente) il pensiero del nostro Asso.
Devo dire, comunque, che c’è anche la possibilità che il Presidente del Consiglio abbia volutamente “lanciato un sasso” pubblicamente (riprendo il concetto di Anonimo 😉 ).
Francamente non ho un parere. Per me sono possibili entrambe le cose
Buongiorno, col permesso del nostro ospite esprimo anche il mio punto di vista.
Magari ha ragione Asso e, come interpreta Silendo, il PdC ha lanciato un sasso nello stagno per verificare la situazione. Se la premessa é corretta, si potrebbero fare diverse ipotesi sugli effetti ricercati, ma non ora e non qui.
Modestamente concordo con chi avrebbe preferito una maggiore riservatezza nel trattare temi come interesse e sicurezza nazionale, politica energetica, nomine nelle agenzie e enti pubblici quotati in borsa, tanto per fare un sommario elenco.
Senza esprimere un giudizio politico sull’operato del PdC in carica, me ne guarderei bene, é di oggi la notizia che la Corte dei Conti ha espresso parere negativo alla nomina del comandante dei vigili urbani di Firenze quale capo del Dipartimento affari giuridici e legale della PdC per mancanza dei requisiti necessari. Si tratta, come tutti sapete, di un ufficio strategico previsto dalla L. 400/88, non da un regio decreto del 1901 o da una leggina fatta approvare nottetempo all’ultimo giorno della legislatura.
Non so a voi, ma a me il potenziale conflitto tra volontá politica del PdC e, in questo caso, magistratura contabile sulla nomina di un alto dirigente di un ufficio di stretta collaborazione del PdC stesso desta preoccupazione sia riguardo alla preparazione del dossier sia riguardo alla capacitá di manovra del PdC e dei suoi collaboratori.
Dunque, tornando ab ovo, vorrei tanto credere che la battuta fatta in televisione fosse voluta ma temo invece fosse “voce dal sen fuggita”.
anonimo nazionale
Silendo, mi fa piacere aver correttamente notata la “particolarità” della dichiarazione del PdCM a proposito dell’Eni.
Un’ altro cosa di cui mi sono interessato in questi giorni è le novità circa la presenza di altri 2 appartenenti ai Servizi durante l’azione del rapimento Moro.
Penso che il nominativo indicato possa essere corretto, ma che si sia fatto un errore di omonimia.
Sarebbe possibile fare un quesito circa l’appartenenza di un agente presso i Servizi militari dell’epoca con tale nome e cognome.
B.A. CuriosiTy
Oltre il giardino
La nonna di tutte le tangenti ricompare trent’ anni dopo, fresca fresca come una velina. Correva il 1979 quando l’ Eni firmò con la saudita Petromin un accordo per una fornitura triennale di 92 milioni di barili di greggio, per un valore complessivo di 1.665 milioni di dollari. Intermediazione pattuita per il buon affare, cioè tangente, pari a 120 milioni di dollari, che oggi sembrano bruscolini, ma che a prezzi correnti sono circa il quadruplo rispetto alla figlia della nonna, cioè la madre di tutte le tangenti, quella Enimont. Soldi allora sufficienti a garantire il cambio di alleanze politiche e il controllo della stampa in Italia, a cominciare dal “Corriere della sera”. A chi andò la parte di tangente pagata e a chi avrebbe dovuto andare il resto, se la rivelazione dello scandalo, per lo scontro tra partiti politici e loro correnti, non avesse fatto saltare l’ affare? Il ministro socialista Rino Formica, quello che ha definito con maleodorante ma felice intuizione la politica italiana come un impasto di sangue e merda, sostenne che la tangente rientrava in Italia per finanziare la sinistra lombardiana del suo stesso partito, guidata allora da Claudio Signorile, che voleva fare le scarpe a Bettino Craxi, con l’ occhio benevolo di Giulio Andreotti e della Loggia massonica P2 di Licio Gelli e Umberto Ortolani, che era assai ben insediata al ministero del Tesoro con Gaetano Stammati e il suo faccendiere Luigi Bisignani. E nel Psi con Fabrizio Cicchitto, quell’ ex trotskista che ci fa la morale berlusconiana tutte le sere dai telegiornali del regno, pardòn, della repubblica. Altri dissero che i craxiani e i dorotei di Bisaglia volevano soltanto partecipare al ricco banchetto da cui erano stati esclusi. Fatto sta che il contratto con gli arabi saltò per le polemiche e non si seppe mai a chi andarono i 17 milioni di dollari di tangenti pagati, né a chi erano destinati gli altri cento. Trent’ anni dopo, Donato Speroni, allora collaboratore del presidente dell’ Eni Giorgio Mazzanti, che su quell’ affare ci lasciò le penne, riesuma la storia e ci infligge 456 documentate pagine di un libro (“L’ Intrigo saudita La strana storia della tangente EniPetromin”) per arrivare alla conclusione che non si sa a chi la tangente sia andata o a chi dovesse andare. L’ ipotesi che più gli aggrada la fa esporre all’ ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che succedette allora ad Andreotti a palazzo Chigi, il quale viene ormai interpellato soprattutto come presunto esperto di spionaggio alla “James Tont” (da un filmcult di Bruno Corbucci con Lando Buzzanca). La tesi del presidente emerito è che la tangentona non doveva tornare in Italia, ma serviva ai sauditi per finanziare i palestinesi dell’ Olp, e che ciò doveva preservare l’ Italia da atti di terrorismo. Ma questo non si poteva dire per non far incazzare il Mossad israeliano. Ammirevole certosino Speroni. Ma, diciamolo, un po’ troppe 456 pagine per rileggere trent’ anni dopo questa storia con ciò che ormai sappiamo ad abundantiam: che questo è un paese senza più verità. a.statera@repubblica.it DI ALBERTO STATERA
Penso che possa essere uno spunto per capire la battuta del PdCM . B.A.
4. SELEZIONE 007 – BIANCHI, ROSSI E SPIONI Oltre 7 mila italiani hanno inviato curriculum nel 2013 agli uffici del sistema di sicurezza nazionale. La procedura di selezione, lanciata dal dipartimento che controlla i due rami dei servizi segreti, ha ottenuto un successo maggiore del previsto. I servizi hanno anche aperto, a inizio anno, la selezione “Scrivi per noi” per chi si vuole cimentare in articoli sui temi dell’intelligence: oltre 100 autori hanno inviato le loro proposte. P. M.
Facciamo tipo FANTACALCIO…………
Ipotizziamo che l’attuale Direttore del DIS sostituisca a breve Paolo Scaroni all’ENI e che a sua volta, lasciata libera la carica, sia sostituito dall’attuale Cte Gen. dell’Arma…..
Armigero “calciofilo”
Beh, alla fine, la mia battuta dell’altro ieri sulle nomine non si è rivelata poi tanto iperbolica, no? Pare che accadrà più o meno la stessa cosa, ma a parti esattamente invertite: un uomo dal settore i.s. direttamente a quello energetico!
Se risulterà vero quel che si dice, l’esternazione televisiva si rivelerà tanto più improvvida, perché sarebbe avvalorata dai fatti.
Auguri!
Armigero, se questo accadesse e se fosse vero il teorema renziano, per una sorta di proprietà transitiva, almeno, le auto della benemerita non rimarrebbero più senza benzina!
Non conosco i profili delle persone in questione, non conosco niente di niente sul tema specifico. Come ho detto in altre occasioni reclutamento e nomine non sono topic di mio interesse. Pero’ se posso buttare li due cents, ci sta che si tenda a preferire chi ha varcato l’atlantico. Non é che gli USA siano un partner da quattro soldi . Avere in carica uno che si potrebbe interfacciare bene con loro é un desideratum comprensibile.
Volevo segnalare due articoli di oggi su Il Fatto Quotidiano :
L’Eni è parte dell’intelligence ? Il Premier ha ragione solo a Metà.
(L’Ambasciatore Massolo è indicato tra i papabili per la poltrona più alta del Gruppo energetico)
SERVIZI IN ROSA, Renzi vuole una donna a capo degli 007
( Il Favorito è il Generale Alberto Manenti …. Circola la candidatura dell’Ambasciatrice Elisabetta Belloni che però potrebbe andare alla presidenza dell’Enel)
Buona lettura ….
B.A.
Improbabile che un funzionario diplomatico brillante e lanciato, ancora giovane da poter completare il “cursus honorum” della farnesina, divenendo ambasciatore di rango, decida di bruciarsi in un percorso di serie B come quello delle i.s., per giunta in un sentiero senza ritorno, comeil “traverso Hintersoisser” ritirando la corda.
Per chi conosce un po’ il “milieu” diplomatico, è facile comprendere come qualsiasi altra attività venga da loro percepita come una decisa “deminutio” rispetto a quella diplomatica.
Diverso è il caso dell’attuale capo dipartimento, ambasciatore di rango, giàsegretario generale, che aveva avuto già tutto dalla carriera.
Poi, per carità, tutto può essere…
Buongiorno e buona settimana a tutti. Luglio ormai è trascorso e, a meno che non mi sia perso qualche puntata, mi chiedevo se l'organico apicale dell'AISE è stato completato o meno. Il buon "vecchio" vicedirettore vicario è stato sostituito? E se si, chi è stato nominato al suo posto?
Ancora buona giornata a tutti, nonostante l'incombere delle piogge.
un grande….non molto tempo fa' è stato mio Questore. Davvero una mente lucida e "intelligente".
..il Grande Vecchio (non riferito all'età ma alla sagacia) continua ad essere ovunque…
Nathan Muir
ps: quali sono le competenze del neo Vice Direttore in materia di intelligence militare, proliferazione, SIGINT…??
Nathan, per Grande Vecchio intendi quello con la K??!!
barry lyndon
AL PREFETTO SCARPIS UN INCARICO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Da "Gazzetta di Parma" di sabato 24 aprile 2010
CAMBIO AL VERTICE «NUMERO UNO» AD INTERIM SARÀ' UNA DONNA, IL VICE PREFETTO VICARIO ELISABETTA MARGIACCI Al prefetto Scarpis un incarico alla Presidenza del consiglio Lannuncio durante l'addio a Palazzo Rangoni: «Continuer a lavorare per lo Stato» Passaggio del testimone Il prefetto Paolo Scarpis e il vice prefetto vicario Elisabetta Margiacchi.
Cateiina Zanirato Erano tantissime le persone che ieri pomeriggio hanno voluto portare il loro saluto al prefetto di Parma, Paolo Scarpis, che da venerdì (30 aprile) si ritirerà dal suo incarico per sopraggiunti limiti d'età. Ma non sarà un addio al lavoro: su proposta del ministro dell'Interno Maroni, infatti, Scarpis avrà un incarico alla Presidenza del consiglio dei ministri.
Autorità del mondo politico, delle forze dell'ordine, del mondo sanitario, brillanti esponenti dell'imprenditoria parmigiana, dell'associazionismo e della cultura si sono recati a Palazzo Rangoni per stringere la mano all'uomo che per due anni ha rappresentato lo Stato a Parma, portando a termine ambiziosi progetti. E Scarpis ha congedato tutti con un lungo e sentito di- scorso, durante il quale ha voluto accanto un «amico speciale», il vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi. Comunicando a tutti i presenti la buona notizia: il suo non sarà un pensionamento, dato che lunedì prossimo sarà a Roma, convocato alla Presidenza del consiglio, per la nuova mansione.
«Non so ancora cosa mi sarà chiesto di fare – ha commentato il prefetto -,ma sono disponibile a qualsiasi incarico che il Presidente del consiglio riterrà opportuno affidarmi, dato che non riesco ancora ad immaginarmi in pensione, mentre leggo un libro a parco Sempione… Continuer a lavorare per lo Stato come ho fatto negli ultimi 44 anni».
Nato a Macerata, Scarpis è infatti un milanese d'adozione. E' diventato prefetto di Parma il 7 marzo di due anni fa e giovedì ha compiuto 65 anni. «Parma mi rima lTà nel cuore – ha spiegato – per la sua bellezza, l'arte, la musica e la gente. In questi anni ho cercato di fare al meglio il mio dovere, affrontando momenti difficili e impegnativi, come il terremoto del dicembre 2008, la visita del Presidente della Repubblica, il sisma in Abruzzo. o collaborato inoltre assiduamente con i sindaci della provincia. E sono contento di essere arrivato ad un risultato su due questioni come il trasferimento dell'Arma dei Carabinieri e della Questura, problemi che mi stavano a cuore, risolti grazie alla collaborazione del Comune e del Demanio di Stato».
Dal momento in cui smetterà di svolgere l'incarico di prefetto, assumerà le funzioni l'attuale vice prefetto vicario Elisabetta Margiacchi, finché non sarà nominato un successore. «Sar il ponte tra il prefetto uscente e quello entrante – ha commentatoMargiacchi-. E' laprima volta che svolgo questo incarico per un periodo indeterminato di tempo, ma ho già assunto la carica di prefetto vicario quanto i relativi prefetti erano in ferie, coordinando le forze di polizia, curando i rapporti con i sindaci e svolgendo tutte quelle funzioni che competono al prefetto».
Una curiosità: anche Margiacchi è marchigiana, proprio come Scarpis. Originaria di Fano, ha lavorato nella prefettura di Forlì, di Ferrara, di Bologna, è stata nominata vice prefetto vicario a Piacenza per poi arrivare a Parma questo febbraio.
*** discorso,
BABBANO ASIMMETRICO per allungare e migliorare la pensione … bastano 2 anni da vice. Forse questo è l'inizio del tour nover e dello svecchiamento dell'AISE con gli 87 007 ….
Si chiama turnover. Il tour nover non esiste.
Ormai è una violazione grammaticale andata in prescrizione in considerazione del lungo tempo trascorso dall’accadimento del fatto (quasi quattro anni)
Qual’è la diatriba Asso?
DD
La diatriba, se diatriba può essere considerata, è il corretto modo di scrivere la parola “turnover”. Babbano, per mera svista (credo avuta di proposito), ebbe a scrivere (circa quattro anni or sono) tour nover!!
Non te la prendere Nathan se a volte scherziamo . . . Si fa per stemperare . . .
Turn Over
Vocabolario on line
turn over ‹të′ën óuvë› (anche turn-over e turnover) locuz. ingl. [comp. di turn «giro, rotazione» e over «di nuovo»] (pl. turn overs ‹… óuvë∫›), usata in ital. come s. m. –
1.
a. Sostituzione, avvicendamento, ricambio, soprattutto nel personale di un’azienda (in ingl., propriam., labour turn over): a seguito del normale t. o. (cioè per pensionamento, decesso, dimissioni) verranno assunti cento nuovi operai e impiegati; bloccare, sospendere il turn over. V. anche mobilità (nel sign. 3 a).
b. Con altro sign., il giro degli affari di un’impresa, soprattutto come ammontare delle vendite e degli introiti in un determinato periodo di tempo (di solito un anno).
2. In chimica, nella catalisi eterogenea, il numero di t. o. è la velocità di reazione (espressa dal numero di molecole che reagiscono nell’unità di tempo) riferita al numero di siti attivi disponibili sul catalizzatore. Il numero di t. o. è usato anche per esprimere l’efficienza di un enzima come catalizzatore.
B.A. DISLESSICO
..intendevo il "Grande Vecchio" il cui cognome ha una particella pronominale davanti… D…
e poi trovo insolito che l'Arma Azzura, per esempio, non abbia rivendicato un posto per sè, trattandosi cmq di intelligence militare nelle FF.AA.
Forse il c.d. 'Affaire Ustica' è ancora uno spettro ancora molto presente ai giorni nostri?
Nathan Muir
Non credo che l'affaire ustica c'entri qualcosa… Forse l'arma azzurra si rifarà a breve!!
ma se non sapete leggere neanche un permesso di soggiorno dove andate a combattere il terrorismo
"ma se non sapete leggere neanche un permesso di soggiorno dove andate a combattere il terrorismo"..
mi sembra un'affermazione priva di senso in un post, questo, che non parla di lotta la terrorismo o polizia amministrativa strictu sensu.
Nathan Muir
Malesse e frustrazione generano post simili al n°7….!!!!!!
Buon Lavoro al Sig. Prefetto.
Vert
Circa il post n. 7, da quel poco che è scritto traspare solo ignoranza e stupidità. Sicuramente sarà uno di quelli che passano il tempo a tirare sassi ai poliziotti tra una canna e l'altra, mentre quegli stessi poliziotti rischiano la vita ogni giorno per due soldi per garantirci la libertà e per difendere la nostra amata Patria.
dj ha colpito ancora.. .meno male un altro poliziotto
mah…..:)
è un grande come ne esistono pochi nello Stato. Ci voleva finalmente un civile in un’agenzia che da tre anni non è più militare. Farà benissimo.
Oggetto: COPASIR: urgente la nomina del direttore dell’AISE
di Redazione
31 marzo 2014, pubblicato in Analisi Italia
Adnkronos – E’ ora di nominare il nuovo capo di Forte Braschi. Il nodo potrebbe essere sciolto gia’ oggi, al Consiglio dei ministri, che tra gli altri punti all’ordine del giorno potrebbe mettere in agenda anche la nomina del nuovo direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). A quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate di palazzo San Macuto, all’interno del Copasir e’ stata manifestata da piu’ parti una ”forte perplessita”’ circa la mancanza, dal 20 febbraio scorso, del direttore del Aise, ed e’ stata rilevata ”l’urgenza di procedere alla nomina” del successore del generale Adriano Santini. Anche gli ‘addetti ai lavori’, del resto, attendono di capire se ai vertici di quella che fu l’Intelligence militare sara’ indicato un funzionario interno o un uomo con le stellette. Nel borsino dei Servizi segreti militari la rosa dei possibili successori si focalizza in particolare su alcuni nomi, a cominciare dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Claudio Graziano. Per i suoi trascorsi di carriera -e’ stato comandante della missione multinazionale Onu Unifil in Libano e a capo della Brigata multinazionale Kabul in Afghanistan- Graziano potrebbe corrispondere alla missione internazionale dell’Aise. La ‘soluzione interna’ vede invece in pista l’attuale numero due dell’Agenzia, il generale Alberto Manenti, che gode della stima del Comparto Intelligence ed e’ considerato tra coloro che piu’ conoscono la ‘macchina’ dell’Aise. Nella lista dei possibili candidati per l’incarico di nuovo numero uno del Servizio segreto esterno, ci sono anche l’ammiraglio Filippo Foffi, comandante della Squadra Navale, e il generale di squadra aerea, Carlo Magrassi, gia’ capo di gabinetto dell’ex ministro della Difesa, Mario Mauro. Molto probabilmente il presidende del Consiglio, Matteo Renzi, decidera’ dopo aver sentito il parere di Marco Minniti, Autorita’ delegata pe rla Sicurezza della Repubblica. La nomina del nuovo capo dell’Aise e’ attesa dal 20 febbraio scorso, quando il generale Adriano Santini, alla guida dell’Agenzia dal febbraio 2010, ha terminato il suo mandato quadriennale. In attesa della nomina del successore la guida dell’Aise e’ passata all’attuale vicario, prefetto Paolo Scarpis. Il vice direttore dell’Aise rimarra’ in carica fino alla nomina del successore di Santini. La scelta dei vertici dell’Intelligence e’ competenza della presidenza del Consiglio e del sottosegretario con delega ai Servizi. Considerata l’importanza degli incarichi, e’ tuttavia prassi che le nomine vengano decise con il piu’ ampio accordo possibile tra i partiti. Soprattutto negli ultimi tempi, il Comparto Intelligence si e’ rivelato strumento essenziale per poter affrontare le minacce emergenti, anche in relazione al cybercrime e alla necessita’ di tutelare il sistema Paese e i suoi assets strategici
E quindi?
Non mi pare ci sia stata alcuna nomina…
http://www.palazzochigi.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=75331
Ieri durante il programma ( Mezza sulla La7 il Presidente del Consiglio Renzi ha usato in modo molto veloce il termine “intelligence” parlando dell’ENI.
Volevo avere un Tuo parere se hai visto o se vai a vedere l’intervista.
B.A.
Ciao Babbano. Non l’ho vista ma adesso la cerco su Internet 😉
…e quindi, dopo la “sollecitazione” del COPASIR, ci si aspettava una nomina.
….che non è giunta nemmeno nell’odierno CdM. Mah…che pensare?
Credo che prima di procedere a nomine così di spessore, il PCM dovrebbe procedere a nominare almeno la sua segreteria particolare o i Suoi Uffici di diretta collaborazione ( che vi assicuro non è detto siano confermati nella loro stessa esistenza…) (basta guardare il sito della PCM)…. Martedì 8 c.m. e’ atteso il DPCM di riordino della PCM….. Con draconiane novità….
Armigero “presidenziale”……
Armigero, tu mi lasci con l’acquolina in bocca…. :))
Caro Silendo buonasera…. Non è un mistero (gaudioso o doloroso a seconda dei punti di vista) che,a 45 giorni dall’insediamento del nuovo Esecutivo, la PCM non abbia ancora una organizzazione…
Chi vive all’interno racconta di pratiche che si accumulano…. Faccio un esempio…. Ad oggi non sono stati nominati i Vice Segretari Generali….. E’ ovvio che la nomina del Direttore dell’Agenzia Esterna slitti…. Ovvio ma non condivisibile… Comunque tra poche ore i cieli di apriranno e il verbo si rivelerà…
(sono mistico dato il periodo quaresimale… ;-))) )
Armigero “dal regno della ….. Serenità….”
buon pomeriggio a tutti!
proseguendo su questo argomento, segnalo che anche le procedure relative al reclutamento/assunzioni parrebbero procedere a velocità ridotta proprio perchè le priorità sono le nomine del Vertice.
Nathan Muir
Potrebbe essere il momento di uno tra i due interni cui si fa riferimento qui.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/servizietti-segreti-il-banana-ce-e-vuole-scarpis-alla-guida-dellaise-ancora-per-un-75040.htm
E se, invece, avesse intenzione di nominare Scaroni, per tagliare quella spesa, anche in considerazione del fatto che, in fondo, si tratta della stessa faccenda?
Graf, buondì. Perdonami… Scaroni all’AISE?
Ipotesi molto interessante, ma….
Era solo una battutaccia, generata da due circostanze: la furia risparmiatrice dell’attuale PdC e la sua recente (discutibile) esternazione su LA7, relativamente ad alcune funzioni presumibilmente svolte dall’ENI all’estero.
Una crasi delle due dirigenze avrebbe consentito al nostro di risparmiare uno stipendione apicale…e, forse, anche un’auto blu, no?
GrafvonSpee, salve, potresti essere più preciso? Non ho accesso ai media italiani e questa me la sono persa, cosa avrebbe detto?
Come non detto, ho ristabilito il regolare accesso ad internet che avevo perso negli ultimi giorni, e ho guardato il video.
ha detto che l’ENI é un pezzo fondamentale del nostro sistema di intelligence. Un genio…
L’ha fatta grossa, sono senza parole.
Parlando di nomine nelle aziende pubbliche, il premier si è fatto scappare una rivelazione compromettente: il gruppo Eni avrebbe stretti legami con gli uomini dei servizi segreti. Per Crosetto l’affermazione “potrebbe essere usata da qualunque concorrente, all’estero, per bloccare contratti o gare”…
dal “Fatto Quotidiano.it”
Gaffe di Matteo Renzi sull‘Eni. Ieri sera il premier era ospite a Otto e mezzo, su La7. Si parlava di nomine ai vertici delle aziende pubbliche e, in particolare, dei requisiti di onorabilità che il ministro dell’Economia, Padoan, vuole imporre ai loro amministratori. Tentando di dribblare una domanda di Lilli Gruber sulla possibilità che Paolo Scaroni, ad del gruppo energetico, sia riconfermato nonostante la recente condanna in primo grado, il premier si è però fatto scappare una rivelazione ben più compromettente: ha rivelato, in pratica, che il gruppo energetico ha stretti legami con gli uomini dei servizi.
Questa, testualmente, la frase incriminata: “L’Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti”.
Apriti cielo: Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ora grida allo scandalo e parla di “gaffe inqualificabile e pericolosa”. Che cosa c’è sotto è presto detto: a livello ufficioso è noto che le sedi estere del Cane a sei zampe spesso ospitano anche le nostre “barbe finte”, più o meno mascherate da dipendenti. Un segreto di Pulcinella, forse, ma custodirlo è buona norma e dichiararlo in prima serata non è certo consigliabile. In primo luogo per la sicurezza stessa di chi per l’Eni lavora, magari in Paesi politicamente turbolenti.
Ma anche perché, come ha sottolineato Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, l’affermazione “potrebbe essere usata da qualunque concorrente, all’estero, per bloccare contratti o gare”. Per non dire del fatto che potrebbe addirittura configurarsi l’ipotesi di rivelazione di segreto di Stato.
“Ma il presidente del Consiglio italiano, dottor Matteo Renzi, si rende conto di quello che ha detto?”, è la domanda retorica di Brunetta. “Quella di Renzi è una frase sconcertante a livello nazionale e internazionale, fatta nei confronti di una grande multinazionale dell’energia, quotata in borsa. Siamo veramente senza parole”.
E ancora: “Cosa voleva dire Renzi riferendosi a politica di intelligence e a servizi? E’ proprio di una società quotata in borsa fare intelligence e occuparsi dei servizi? E quando l’Eni partecipa ad una gara internazionale la vince per la sua capacità tecnologica, per la sua capacità di competere o per la sua intelligence? E’ assolutamente inaudito, aberrante”.
RENZI E PADOAN
In ogni caso, ha promesso Brunetta, “delle sue affermazioni gli chiederemo conto in Parlamento già dalla prossima settimana”. Mentre Crosetto ha rincarato invitando Renzi a ricordare “che non è più il sindaco di Firenze o il candidato di rottura alle primarie del Pd ma il presidente del Consiglio”.
Renzi credo sa benissimo quello che dice e conosce bene i risvolti nazionali e internazionali delle sue ‘parole’.
Quanto a Brunetta, se fossi in lui mi concentrerei su faccende di maggiore priorità
Se mantenere un certo riserbo su certe questioni, tipo la sicurezza nazionale, non è una priorità, allora avanti così. Credo che i dilettanti allo sbaraglio siano solo all’inizio….purtroppo!
Vabbé, Renzi é quello che é, passerà anche lui…
Piuttosto: vi linko un articolo che mi ha fatto dire “m.chia signor tenente”.
Saluti Nemo
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/perch-gli-usa-non-hanno-attaccato-la-siria-la-difesa-britannica-scopr-che-il-75173.htm
Versione originale 😉
http://www.lrb.co.uk/2014/04/06/seymour-m-hersh/the-red-line-and-the-rat-line
Hehehehe Porton Down…
Anonimo non lasciarti sopraffare dalle notizie. Sappi vagliarle. Ripeto. Renzi sa benissimo quello che fa . . .
Asso, lo spero, ma se la cosa è stata fatta volutamente e non é scappata di bocca, mi preoccupo ancora di piú.
Non si danno mai indicazioni ufficiali su questioni di questo tipo. Non si conferma né si smentisce. Ė una regola basilare che i politici in genere rispettano sempre, una delle poche forse.
Asso mi limito a constatare i fatti. La sicurezza nazionale è una cosa troppo seria che non ammette gaffe o battute. Meglio un sorriso o un no comment che certe esternazioni. Concludo dicendo che non è sufficiente sapere cosa fare….bisogna essere anche in grado di saperlo fare…..i congressi sono una cosa, l’Intelligence è tutt’altra cosa.
Buongiorno Anonimo. Mi permetto di inserirmi in questo discorso. Credo che Asso intenda dire che l’affermazione del nostro Presidente del Consiglio sia stata voluta, per sondare…
Beh caro Silendo, ci sono ben altri modi, molto più discreti, per sondare.
Caro Anonimo, io mi limito ad interpretare (magari erroneamente) il pensiero del nostro Asso.
Devo dire, comunque, che c’è anche la possibilità che il Presidente del Consiglio abbia volutamente “lanciato un sasso” pubblicamente (riprendo il concetto di Anonimo 😉 ).
Francamente non ho un parere. Per me sono possibili entrambe le cose
Buongiorno, col permesso del nostro ospite esprimo anche il mio punto di vista.
Magari ha ragione Asso e, come interpreta Silendo, il PdC ha lanciato un sasso nello stagno per verificare la situazione. Se la premessa é corretta, si potrebbero fare diverse ipotesi sugli effetti ricercati, ma non ora e non qui.
Modestamente concordo con chi avrebbe preferito una maggiore riservatezza nel trattare temi come interesse e sicurezza nazionale, politica energetica, nomine nelle agenzie e enti pubblici quotati in borsa, tanto per fare un sommario elenco.
Senza esprimere un giudizio politico sull’operato del PdC in carica, me ne guarderei bene, é di oggi la notizia che la Corte dei Conti ha espresso parere negativo alla nomina del comandante dei vigili urbani di Firenze quale capo del Dipartimento affari giuridici e legale della PdC per mancanza dei requisiti necessari. Si tratta, come tutti sapete, di un ufficio strategico previsto dalla L. 400/88, non da un regio decreto del 1901 o da una leggina fatta approvare nottetempo all’ultimo giorno della legislatura.
Non so a voi, ma a me il potenziale conflitto tra volontá politica del PdC e, in questo caso, magistratura contabile sulla nomina di un alto dirigente di un ufficio di stretta collaborazione del PdC stesso desta preoccupazione sia riguardo alla preparazione del dossier sia riguardo alla capacitá di manovra del PdC e dei suoi collaboratori.
Dunque, tornando ab ovo, vorrei tanto credere che la battuta fatta in televisione fosse voluta ma temo invece fosse “voce dal sen fuggita”.
anonimo nazionale
E’ un piacere…
Silendo, mi fa piacere aver correttamente notata la “particolarità” della dichiarazione del PdCM a proposito dell’Eni.
Un’ altro cosa di cui mi sono interessato in questi giorni è le novità circa la presenza di altri 2 appartenenti ai Servizi durante l’azione del rapimento Moro.
Penso che il nominativo indicato possa essere corretto, ma che si sia fatto un errore di omonimia.
Sarebbe possibile fare un quesito circa l’appartenenza di un agente presso i Servizi militari dell’epoca con tale nome e cognome.
B.A. CuriosiTy
Oltre il giardino
La nonna di tutte le tangenti ricompare trent’ anni dopo, fresca fresca come una velina. Correva il 1979 quando l’ Eni firmò con la saudita Petromin un accordo per una fornitura triennale di 92 milioni di barili di greggio, per un valore complessivo di 1.665 milioni di dollari. Intermediazione pattuita per il buon affare, cioè tangente, pari a 120 milioni di dollari, che oggi sembrano bruscolini, ma che a prezzi correnti sono circa il quadruplo rispetto alla figlia della nonna, cioè la madre di tutte le tangenti, quella Enimont. Soldi allora sufficienti a garantire il cambio di alleanze politiche e il controllo della stampa in Italia, a cominciare dal “Corriere della sera”. A chi andò la parte di tangente pagata e a chi avrebbe dovuto andare il resto, se la rivelazione dello scandalo, per lo scontro tra partiti politici e loro correnti, non avesse fatto saltare l’ affare? Il ministro socialista Rino Formica, quello che ha definito con maleodorante ma felice intuizione la politica italiana come un impasto di sangue e merda, sostenne che la tangente rientrava in Italia per finanziare la sinistra lombardiana del suo stesso partito, guidata allora da Claudio Signorile, che voleva fare le scarpe a Bettino Craxi, con l’ occhio benevolo di Giulio Andreotti e della Loggia massonica P2 di Licio Gelli e Umberto Ortolani, che era assai ben insediata al ministero del Tesoro con Gaetano Stammati e il suo faccendiere Luigi Bisignani. E nel Psi con Fabrizio Cicchitto, quell’ ex trotskista che ci fa la morale berlusconiana tutte le sere dai telegiornali del regno, pardòn, della repubblica. Altri dissero che i craxiani e i dorotei di Bisaglia volevano soltanto partecipare al ricco banchetto da cui erano stati esclusi. Fatto sta che il contratto con gli arabi saltò per le polemiche e non si seppe mai a chi andarono i 17 milioni di dollari di tangenti pagati, né a chi erano destinati gli altri cento. Trent’ anni dopo, Donato Speroni, allora collaboratore del presidente dell’ Eni Giorgio Mazzanti, che su quell’ affare ci lasciò le penne, riesuma la storia e ci infligge 456 documentate pagine di un libro (“L’ Intrigo saudita La strana storia della tangente EniPetromin”) per arrivare alla conclusione che non si sa a chi la tangente sia andata o a chi dovesse andare. L’ ipotesi che più gli aggrada la fa esporre all’ ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che succedette allora ad Andreotti a palazzo Chigi, il quale viene ormai interpellato soprattutto come presunto esperto di spionaggio alla “James Tont” (da un filmcult di Bruno Corbucci con Lando Buzzanca). La tesi del presidente emerito è che la tangentona non doveva tornare in Italia, ma serviva ai sauditi per finanziare i palestinesi dell’ Olp, e che ciò doveva preservare l’ Italia da atti di terrorismo. Ma questo non si poteva dire per non far incazzare il Mossad israeliano. Ammirevole certosino Speroni. Ma, diciamolo, un po’ troppe 456 pagine per rileggere trent’ anni dopo questa storia con ciò che ormai sappiamo ad abundantiam: che questo è un paese senza più verità. a.statera@repubblica.it
DI ALBERTO STATERA
Penso che possa essere uno spunto per capire la battuta del PdCM .
B.A.
4. SELEZIONE 007 – BIANCHI, ROSSI E SPIONI
Oltre 7 mila italiani hanno inviato curriculum nel 2013 agli uffici del sistema di sicurezza nazionale. La procedura di selezione, lanciata dal dipartimento che controlla i due rami dei servizi segreti, ha ottenuto un successo maggiore del previsto. I servizi hanno anche aperto, a inizio anno, la selezione “Scrivi per noi” per chi si vuole cimentare in articoli sui temi dell’intelligence: oltre 100 autori hanno inviato le loro proposte. P. M.
Ospite? Ma non eri il padrone di casa e noi gli ospiti? È proprio vero “ca nz capisc chiu nient”
Fermi tutti! Erravo. Si può utilizzare anche per chi dona l’ospitalità
Facciamo tipo FANTACALCIO…………
Ipotizziamo che l’attuale Direttore del DIS sostituisca a breve Paolo Scaroni all’ENI e che a sua volta, lasciata libera la carica, sia sostituito dall’attuale Cte Gen. dell’Arma…..
Armigero “calciofilo”
Beh, alla fine, la mia battuta dell’altro ieri sulle nomine non si è rivelata poi tanto iperbolica, no? Pare che accadrà più o meno la stessa cosa, ma a parti esattamente invertite: un uomo dal settore i.s. direttamente a quello energetico!
Se risulterà vero quel che si dice, l’esternazione televisiva si rivelerà tanto più improvvida, perché sarebbe avvalorata dai fatti.
Auguri!
Armigero, se questo accadesse e se fosse vero il teorema renziano, per una sorta di proprietà transitiva, almeno, le auto della benemerita non rimarrebbero più senza benzina!
dato che siamo dei fantocci, metteranno solo chi ha varcato l’atlantico:
-foffi o graziano
Non conosco i profili delle persone in questione, non conosco niente di niente sul tema specifico. Come ho detto in altre occasioni reclutamento e nomine non sono topic di mio interesse. Pero’ se posso buttare li due cents, ci sta che si tenda a preferire chi ha varcato l’atlantico. Non é che gli USA siano un partner da quattro soldi . Avere in carica uno che si potrebbe interfacciare bene con loro é un desideratum comprensibile.
Volevo segnalare due articoli di oggi su Il Fatto Quotidiano :
L’Eni è parte dell’intelligence ? Il Premier ha ragione solo a Metà.
(L’Ambasciatore Massolo è indicato tra i papabili per la poltrona più alta del Gruppo energetico)
SERVIZI IN ROSA, Renzi vuole una donna a capo degli 007
( Il Favorito è il Generale Alberto Manenti …. Circola la candidatura dell’Ambasciatrice Elisabetta Belloni che però potrebbe andare alla presidenza dell’Enel)
Buona lettura ….
B.A.
Improbabile che un funzionario diplomatico brillante e lanciato, ancora giovane da poter completare il “cursus honorum” della farnesina, divenendo ambasciatore di rango, decida di bruciarsi in un percorso di serie B come quello delle i.s., per giunta in un sentiero senza ritorno, comeil “traverso Hintersoisser” ritirando la corda.
Per chi conosce un po’ il “milieu” diplomatico, è facile comprendere come qualsiasi altra attività venga da loro percepita come una decisa “deminutio” rispetto a quella diplomatica.
Diverso è il caso dell’attuale capo dipartimento, ambasciatore di rango, giàsegretario generale, che aveva avuto già tutto dalla carriera.
Poi, per carità, tutto può essere…
Buongiorno e buona settimana a tutti. Luglio ormai è trascorso e, a meno che non mi sia perso qualche puntata, mi chiedevo se l'organico apicale dell'AISE è stato completato o meno. Il buon "vecchio" vicedirettore vicario è stato sostituito? E se si, chi è stato nominato al suo posto?
Ancora buona giornata a tutti, nonostante l'incombere delle piogge.
Sile cosa ci dici in merito a quanto sopra?