L’amiraglio Branciforte è il nuovo Capo di Stato Maggiore della Marina.
Dal
comunicato stampa della Presidenza del Consiglio:"Previa relazione del Ministro della difesa, Ignazio La Russa, il Consiglio ha conferito l’incarico di Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti al generale di Corpo d’armata Biagio ABRATE, mentre per i vertici degli stati maggiori il generale Vincenzo CAMPORINI è stato confermato alla Difesa fino al 3 agosto 2010 ed il generale di squadra aerea Giuseppe BERNARDIS e l’ammiraglio di squadra Bruno BRANCIFORTE sono stati nominati Capi di stato maggiore dell’Aeronautica e della Marina, rispettivamente dal 25 e dal 23 febbraio prossimi. Fino a tale data restano confermati gli attuali vertici."
Aggiornamento.
Rassegna stampa sulla notizia: Alberto Custodero su La Repubblica, Andrea Nativi sul Giornale, il Tempo.
chi sarà il sostituto di BRANCIFORTE? e per l’AISI e il DIS? Di solito, il rinnovo coinvolge tutta la struttura di intelligence…
Servizi, cambi in vista. E rispunta Pollari
Repubblica — 22 dicembre 2009 pagina 12 sezione: POLITICA INTERNA
ROMA – Disco verde di governo e maggioranza alla nomina di Massimo D’ Alema alla presidenza del Copasir, il Comitato di controllo sui servizi. Il pallino ora passa nelle mani del Pd, al quale spetta la designazione. Ma in queste ore sembra profilarsi anche un rinnovamento ai vertici degli stessi servizi segreti. Un turnover che il governo avrebbe in cantiere per le prime settimane del 2010, se non prima. Decisione che matura al termine di un anno vissuto sulle montagne russe, per gli apparati di intelligence: dalle foto di Villa Certosa a quelle degli ospiti dei voli di Stato, fino all’ aggressione al premier del 13 dicembre. La presidenza del Consiglio si prepara a una contromossa per blindare e potenziare la struttura difensiva: la nomina di un consigliere per la sicurezza di Palazzo Chigi. Progetto accelerato, com’ è facile immaginare, all’ indomani del ferimento del premier Berlusconi a Milano. Per la pedina nuova di zecca, chiamata a sovrintendere alla security del capo del governo, sorta di capo del pretorio della Presidenza, il presidente e Gianni Letta avrebbero pensato a Nicolò Pollari, già attuale consigliere di Stato presso la Presidenza del Consiglio, ex direttore del Sismi finito sotto processo per il caso Abu Omar, poi concluso con il «non luogo a procedere» nei suoi confronti. Gli avvicendamenti riguardano invece i servizi. L’ unica cosa certa è che resterà al suo posto di coordinatore Gianni De Gennario, direttore del Dis (l’ ex Cesis). L’ ammiraglio Bruno Branciforte, direttore dell’ Aise (ex Sismi), si avvia invece a scadenza naturale e per lui si profila un incarico da capo di Stato maggiore della Marina. E per la guida dell’ Agenzia per la sicurezza esterna crescono le quotazioni del generale dell’ Esercito Adriano Santini. Ma l’ occasione sarebbe propizia – stando al tam tam governativo di queste ore – per rinnovare anche i vertici dell’ Aisi, l’ Agenzia per la sicurezza interna, l’ ex Sisde, oggi diretta da Giorgio Piccirillo. Ipotesi quest’ ultima ancora sotto esame. L’ ex presidente del Copasir Rutelli intanto resterà commissario, il Pd dovrà far spazio a D’ Alema rinunciando a uno dei due deputati Fiano o Rosato. «D’ Alema alla presidenza? Il curriculum ce l’ ha, non c’ è dubbio» glissa il segretario Bersani. L’ ultima parola spetta al leader Pd e un segnale potrebbe arrivare già dalla segreteria allargata di oggi. Fatte salve le uniche riserve dei dipietristi («Né lottizzazioni, né accordi sottobanco», ammonisce il capogruppo Belisario) e le aspirazioni di Walter Veltroni, dal governo il via libera è convinto. «D’ Alema ha tutti i numeri per farlo» dice il ministro della Difesa La Russa. «Nome di alto profilo. Anche il ministro dell’ Interno Maroni la pensa così» fa sapere il capogruppo leghista Cota. «Tutto è in mano all’ opposizione, ma si faccia in fretta – avverte il finiano del Copasir, Carmelo Briguglio – perché il vuoto pesa in un ruolo così delicato». – CARMELO LOPAPA
…. Santini?
Forse perchè vorrebbero . . . un MIRACOLO ! ! !
BABBANO ASIMMETRICO
Palazzo Chigi: gen. Santini nuovo Consigliere Militare
La nomina, non annunciata ufficialmente, è divenuta pubblica con l’ultimo aggiornamento del sito di Palazzo Chigi. Quando Santini aveva lasciato il 7 agosto l’incarico di sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito – peraltro senza la contestuale nomina del successore, tanto che l’incarico è tuttora vacante – la nota ufficiale si era limitata ad anticipare un prossimo «nuovo prestigioso incarico».
Santini era diventato sottocapo di SME nel luglio 2007 ed aveva lavorato tra l’altro a progetti importanti quali "Soldato futuro" e "Programma Forza NEC". Proveniente dall’artiglieria, Santini è stato tra l’altro Italian Senior National Representative presso CENTCOM, il comando americano che gestisce le operazioni in Medio Oriente. Nel giugno- novembre 2003 aveva comandato il contingente interforze italiano nell’ambito dell’operazione "Antica Babilonia" in Iraq. In precedenza era stato capo del Reparto Logistico dello SME e addetto per l’Esercito presso l’ambasciata d’Italia a Londra.
L’Ufficio del Consigliere Militare è uno dei quattro uffici di diretta collaborazione del presidente del Consiglio, che assiste per le relazioni con gli organismi che provvedono alla difesa nazionale e per gli aspetti militari connessi all’appartenenza dell’Italia all’ONU, all’Alleanza atlantica, all’UEO e alla OSCE. Nell’ambito dell’Ufficio opera, inoltre, il Servizio per il Coordinamento della Produzione dei Materiali d’Armamento (UCPMA), che si occupa tra l’altro del coordinamento interministeriale del supporto alle esportazioni nel campo dei materiali per la sicurezza e difesa.
settembre 2008
nell’ambiente..si mormora di un Prefetto, per l’Agenzia Esterna..per le altre Strutture, tutto come prima..nessuno in discussione…
Nathan Muir
…tutto può essere ma, se rimangono invariati gli attuali Vertici degli altri due Organismi, l’arrivo di un Prefetto sembrerebbe inusuale rispetto alle logiche di "turnazione" sino ad oggi utilizzate (c’è già un Prefetto al DIS)…
Carissimo Nathan…
buonasera….. sono un novizio… anche se vi osservo da un pò….. io ho qualche indiscrezione sulla struttura esterna che riguarda lattuale Consigliere militare della PCM………
effettivamente è un’anomalia.. e cmq ora si aprirà il totonomine…
personalmente, come buona parte dell’ ‘ambiente’, ritengo che cmq spetterà ad un militare, proveniente dall’E.I. che possa ulteriormente rilanciare l’Agenzia.. anche se la legge 124 lascia pochi margini di manovra..
Nathan Muir
scusate ancora l’intrusione….. ma volevo segnalarvi che per la struttura civile si fanno due ipotesi….. Poletti o Franzè….. le ritenete plausibili?
fermo restando che a breve si dovrebbe riunire il Comitato ristretto per nominare il successore dell’ Ammiraglio….
sul primo nome, la ritengo una soluzione alquanto difficile..
in proposito vi segnalo il seguente articolo stampa…
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2400951&title=2400951
il secondo soggetto, invece, dovrebbe con altissima probabilità rientrare nella Benemerita per assumere il comando della ex Divisione ‘Podgora’ di Roma, uno dei Comandi più prestigiosi..
questo si dice nell’ambiente ‘armigero’..
Nathan Muir
essendo "armigero" ti posso garantire che c’è molta attesa per gli assestamenti negli OO.II. perchè solo in seguito ci dovrebbero essere le assegnazioni dei C.A. negli incarichi di Vertice….. che allo stato sono "fermi"……… per la "podgora" si fa il nome di Gualdi…. attuale Cte "Pastrengo"
riguardo alle accenate notizie "sulla struttura esterna che riguarda lattuale Consigliere militare della PCM………"??
intendevo dire l’ AISE……. questa almeno è la voce che ho "raccolto" dall’interno della Struttura……
…l’eventuale ritorno e nomina di Franzè alla Podgora, forse sarebbe una diminutio. o no!
…forse, il ritorno di FRANZE’, anche se alla Podgora, sarebbe una diminutio. O no!
ritengo di no..in quanto QUA è comandante a tutti gli effetti… Li’, solo sul gruppo firma… basta domandare nell’ ‘ambiente’ quali funzioni e competenze realmente operative ha attualmente il V.D.O. dell’Agenzia Esterna
credo di si…… peraltro bisognerebbe valutare anche che incidenza avrebbe negli equilibri Arma….. l’attuale Com. Gen. Gallitelli è abbastanza giovane…..
è diventato per caso il blog delle allegre comari armigere?
no….. ma dato che un capo servizio è armigero, un vice capo operativo anche un vice comandante generale in carica è stato interno per svariati anni e le dinamiche di nomina delle strutture si riverberano sui movimenti di vertice istituzionali….. qualche interesse alla faccenda lo avremmo anche noi…. (a vario titolo s’intende……..)
io ho votato per Franze’ …. ma non vi ho detto nulla 😉
Clone for president
+3 UTC
attendiamo……..
ormai siamo agli sgoccioli……
Io dico Amm. BINELLI MANTELLI all’AISE
ED
:)) si accettano le scommesse…. ;))
007, La Russa : serve servizio militare per missioni all’estero
"Se dovessi fare un regalino di Natale, credo che il servizio di intelligence strettamente militare, che una volta c’era e adesso non c’è più, potremmo immaginare di riproporlo nel corso del 2010", ha detto La Russa parlando coi giornalisti in occasione dei tradizionali auguri di fine anno al Ministero della Difesa.
Nel 2007 la riforma dell’intelligence ha stabilito che i servizi rispondono al presidente del Consiglio, e alla divisione tra servizio militare e servizio civile (rispettivamente ex Sismi ed ex Sisde) ha sostituito una differenziazione per sfere territoriali di competenza: estero per l’Aise e Italia per l’Aisi.
"Quando siamo nelle missioni internazionali, l’azione di intelligence la fa l’Aise, che non risponde più direttamente alla Difesa. Per cui un servizio specializzato in missioni internazionali potremmo anche immaginarcelo", ha continuato La Russa.
"Abbiamo il Ris (delle Forze armate), l’Aise… Credo che una sistemazione per quanto riguarda i servizi per le missioni internazionali, in accordo con tutti, si può cominciare a studiare, e noi lo stiamo studiando".
—
Roma, 18 dic (Velino) – "Credo che un servizio di sicurezza di intelligence a struttura militare, che una volta c’era e che ora non c’è più, potremmo immaginare di riproporlo nel 2010". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa rilancia l’ipotesi di rendere autonomo il Reparto informazione e sicurezza dello Stato maggiore difesa per farne la terza agenzia di intelligence, affiancandola all’Agenzia per l’informazione e la sicurezza interna ed a quella per la sicurezza esterna. Il Ris attualmente coopera strettamente con l’Aise ma da tempo i generali delle tre forze armate ne chiedono l’autonomia funzionale ed anche economica identica a quella delle altre due agenzie. Lo stabilisce l’articolo 8 della legge 124 quella che ha riformato i servizi segreti: "Il Reparto informazioni e sicurezza dello Stato maggiore della difesa (RIS) svolge esclusivamente compiti di carattere tecnico militare e di polizia militare, e in particolare ogni attività informativa utile al fine della tutela dei presìdi e delle attività delle Forze armate all’estero, e non è parte del Sistema di informazione per la sicurezza. Il Ris agisce in stretto collegamento con l’AISE secondo la disciplina regolamentare approvata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri".
La riforma della legge consentirebbe al ministero della Difesa di dotarsi nei fatti di una propria intelligence libera dai vincoli del rapporto funzionale con l’Aise. Da tempo lo stato maggiore della Difesa chiede che gli 007 militari del Ris vengano equiparati, anche economicamente, ai loro colleghi delle due agenzie e del Dis, il Dipartimento per l’informazione e la sicurezza. Ma la creazione di una nuova agenzia di 007, seppure esclusivamente militare, contrasterebbe con lo spirito della legge 124 voluta dal Parlamento per evitare doppioni e razionalizzare il settore della sicurezza e del controspionaggio. Riforma che ha affidato i compiti a due soli soggetti, l’Aisi e l’Aise, appunto, preposti il primo alla sicurezza interna e l’altro alle ingerenze esterne. Le resistenze dello Stato maggiore della Difesa contro l’Aise hanno da tempo bloccato il regolamento attuativo e resi difficili i rapporti fra i militari e l’intelligence che, se il governo dovesse approvare la "terza" agenzia informativa, perderebbe una fonte di primaria importanza per la sicurezza del Paese e che, fra l’altro, non farebbe più capo direttamente alla presidenza del Consiglio. Le schermaglie bloccano il dibattito anche al Comitato per la sicurezza della Repubblica, ma i "generali" insistono ed hanno trovato in La Russa il loro sponsor. Tutto ciò ha creato più di qualche malumore sfociato in alcune fughe di notizia su alcuni "warning" segreti relativi alla sicurezza dei nostri militari in Afghanistan. Da tre mesi attraverso “gole profonde” le cordate che si compongono e scompongono all’interno ed all’esterno delle istituzioni militari e della sicurezza con la partecipazione di settori molto attenti a quel che accade in questo settore importante per il governo del paese, hanno iniziato a rioccupare gli spazi lasciati liberi da una gestione diventata con il centrodestra abbastanza unitaria ed omogenea.
Sono così riprese le manovre per determinare cambi e turn over o per presentarsi alla prossime nomine del governo nella migliore posizione. Il resoconto virgolettato di una nota molto riservata, seppure quasi periodica, su un probabile attentato a Kabul contro i nostri militari qualche ora prima che si realizzasse, diramata dall’Aise ai soli indirizzi istituzionali (una decina in tutto) pubblicato qualche mese fa quasi per intero su un quotidiano ed in piccole parti su altri, ha avuto l’effetto che voleva chi aveva programmato di far filtrare all’esterno. E cioè, inserirsi nel dibattito in corso nel governo sulle nomine di alcuni importanti vertici delle forze armate e dei servizi segreti. È iniziata una sorta di campagna elettorale per influenzare le scelte che il presidente del Consiglio si appresta a fare da qui alla fine di gennaio. Al ministro della Difesa risponde in serata il presidente del Copasir, Francesco Rutelli. ”Sarebbe il caso che il Ministro La Russa avanzasse le sue proposte nelle sedi istituzionali. Attendiamo da mesi – sottolinea polemicamente Rutelli – che il governo ci trasmetta il nuovo regolamento sui rapporti tra il Ris e l’Aise, previsto dalla legge di riforma dei servizi. E’ opportuno che materie tanto delicate vengano per lo meno concordate all’interno del governo".
Clone
newspaper
Rileggendo queste notizie old ho il sesto senso che La Russa ci metta lo zampino (più che lo zampino…) nella scelta nel nuovo direttore del Servizio… 😉 ma…"Rubbish in, rubbish out" ???
Clone sleeping
per essere istituito un "servizio militare per missioni all’estero", occorre sempre una legge…ergo..
campa cavallo.
Buongiorno a tutti, cmq
Nathan Muir
magari se si seguisse il blog e si evitasse di postare cose vecchie e gia’ postate, si eviterebbe di sprecar spazio con parole inutili.
Già…
tra l’altro il ministro della difesa, per i suoi trascorsi missini, chissà se avrebbe avuto la difesa, se il sismi-aise fosse rimasto dove era…
#31,
direi davvero di sì, non so se hai visto ma da qualche tempo sono un po’ cambiate le cose… ma giusto un po’ eh…!
Dalla Difesa dipende ancora l’Arma dei Carabinieri. Se l’essere stati missini fosse un problema credo che non gli avrebbero assegnato neanche la responsabilità politica dell’Arma 😉
appunto.
ma, a proposito, a voi si aprono i link dell’aggiornamento?
Prima sì, adesso no.
Provvedo io dato che il Vate sta lavorando alacremente per la nostra gioia intellettuale :))
F.
Ho controllato. E’ un problema del sito della Difesa.
secondo me qualcuno avrebbe storto il naso. semmai ci sarebbe andato un altro di AN, ma non lui. per quel che riguarda gli armigeri confido sempre nel controllo del viminale 😉
nn credo che l’Arma necessiti di alcun controllo "esterno".
barry lyndon
oh si caro lyndon,
sono militari.
Senza polemica, anonimo, ma perché l’Arma ed i militari andrebbero controllati diversamente dal controllo che viene esercitato su qualunque altra amministrazione dello Stato?
essendo "armigero" posso affermare con una certa sicurezza che l’Arma è TOTALMENTE fedele agli ideali repubblicani e democratici dello Stato e pertanto non ha bisogno di alcuna tutela……. ciò posto, rappresento che l’essenza dell’intelligence è analizzare i fatti al fine di prevenirne gli effetti (sia positivamente che negativamente)….. in tal senso l’ipotizzare lo sviluppo di alcune dinamiche relative ai "Vertici" delle strutture d’interesse ritengo che sia di una certa importanza…… aspettendo un autorevole contributo del "padrone di casa"….
l’ "Armigero"
:)))) ringrazio per l’ "autorevole".
Ragazzi, questo è un blog. E’ per sua natura "leggero". Non ci trovo niente di strano nel parlare dei possibili nuovi vertici, facendo ipotesi e scenari.
L’importante è che si resti in un clima di educazione e cordialità
CURRICULUM VITAE
GENERALE DI CORPO D’ARMATA
ADRIANO SANTINI
Il Generale di Corpo d’Armata Adriano SANTINI ha frequentato l’Accademia Militare di Modena dal 1968 al 1970 quale Allievo Ufficiale e, successivamente alla nomina a Sottotenente dell’Arma di Artiglieria, la Scuola di Applicazione di Torino.
Ha completato l’iter formativo con la Scuola di Guerra dell’Esercito Italiano in Civitavecchia, ed ha conseguito la Laurea in Scienze Strategiche ed il conseguente Master di II livello presso l’Università degli Studi di Torino.
Nel corso degli anni ha trascorso un lungo periodo di servizio presso le Unità operative dell’Esercito, ricoprendo vari incarichi tra i quali quelli di Sottocomandante e Comandante di Batteria e Capocentro tiro del 1° Gruppo del 27° Reggimento Artiglieria semovente da 175/60.
Negli anni 1989 – 1990 il Gen. C.A. SANTINI ha comandato l’8° Gruppo di Artiglieria da campagna semovente “Pasubio” in Trieste, nel periodo 1994 – 1995 è stato Comandante del Distretto Militare di Roma e dal settembre 2001 all’ottobre 2002 ha Comandato la Brigata meccanizzata “Aosta” in Messina.
Nel corso della carriera ha, inoltre, ricoperto diversi incarichi di Stato Maggiore, quale Ufficiale addetto all’Ufficio Operazioni e Addestramento della Divisione meccanizzata “Mantova” in Udine e Ufficiale addetto alla 2^ sezione dell’Ufficio Ricerche e Studi dello Stato Maggiore dell’Esercito.
La fase di impiego nelle Unità operative e negli incarichi di Stato Maggiore si è alternata, negli anni, con la frequenza di importanti Corsi di formazione e qualificazione, sia nazionali che internazionali, quali il 108° Corso di Stato Maggiore, il 20° Corso di Stato Maggiore dell’Esercito britannico, il 110° Corso Superiore di Stato Maggiore ed il War College dell’Esercito degli Stati Uniti d’America.
Da Ufficiale Superiore il Gen. C.A. SANTINI ha ricoperto, presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, l’incarico di Capo della 3^sezione (Artiglieria) dell’Ufficio Ricerche e Studi, Capo della 1^sezione dell’Ufficio Coordinamento Logistico, Capo dell’Ufficio Coordinamento Logistico, Vice Capo e Capo Reparto Logistico.
Il Gen. C.A. SANTINI ha ricoperto l’incarico di Addetto per l’Esercito presso l’Ambasciata d’Italia a Londra dal 1998 al 2001 e quello di Italian Senior National Representative presso U.S. CENTCOM in Tampa (Florida) nel 2003.
Da giugno a novembre 2003 ha comandato il Contingente Nazionale Interforze nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia” in Iraq.
Il Gen. C.A. SANTINI è insignito di decorazioni militari, tra cui quella di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, la Medaglia Mauriziana, la Medaglia di Bronzo al Merito di Lungo Comando, la Croce d’Oro per anzianità di servizio e Croce Commemorativa per le attività di soccorso internazionale in Iraq.
Il Gen. C.A. SANTINI parla correntemente inglese e francese.
BABBANO ASIMMETRICO
C’è chi vuole andare via e non trova posto, chi finalmente il posto l’ha trovato, chi vuol essere portato ma non è gradito, chi non è giusto che vada via e lo vogliono avvicendare, chi già chiede quale è il suo prossimo ufficio, ma l’ufficio è in smobilitazione, chi ha già tre pacchi dietro la scrivania e chi il pacco lo vuole fare a qualcuno. Chi per non sbagliare si compra l’orologio CIELO,TERRA E MARE. E chi va in cerca dell’orologio dei settimini. Ed infine chi propone addirittura di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa in nome della pax universale.
Se fosse vivo il grande Rino Gaetano potrebbe avere spunti per un nuovo testo della sua celeberrima canzone : "il cielo è sempre più blu" (anche la graziosa Giusy Ferrero la interpreta molto bene). Ma i colpi di scena alle 15.20 sono solo all’inizio.
All’egregio e stimatissimo prof. Silendo porgo i miei saluti più deferenti.
Un giovane amico.
Cosa hai da dire contro i settimini ? 😉
mi sa che ci sono ancora un po di orologi griffati invenduti, fatevi avanti
Clone
Dagospia (prima pagina delle 16:50): "E’ vero che Berlusca non è affatto convinto della scelta dell’eminenza azzurrina Gianni Letta di mettere il generale Santini a capo dell’Aise (ex Sismi) al posto del marinaretto Branciforte? Ah saperlo…"
..mmmmm…. bello il sito…..si…!!! ahahahahahahah
consiglio vivamente, so da amici fidati che hanno studiato lì che tale tizio è il top in materia:
http://isie2002.univaq.it/diri/medicina/dipmspe/schede%20personali/casacchia.htm
…eppure, su alcuni argomenti ha "bruciato" sul tempo i media nazionali…..
Giano, l’amico anonimo ha ragione. Dagospia non va sottovalutato
ItaliaOggi
Numero 011 pag. 4 del 14/1/2010
Sicurezza, Silvio fa la rivoluzione
PRIMO PIANO
Di Emilio Gioventù
Dopo scandali e aggressioni, ecco i cambi nell’intelligence: a Pollari la sicurezza di Berlusconi
Branciforte non sarà più capo dell’Aise. Pronto Poletti
Dopo le fotografie a villa Certosa, le escort, il souvenir di Milano e tanti altri piccoli misteri e sospetti, il presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, dà il via alla prima vera riforma che gli sta a cuore. Quella che riguarda la delicatissima questione sicurezza. Ovvero la rivoluzione dei servizi segreti. È questa la lettura alla quale si presta la decisione, presa ieri dal consiglio dei ministri, di nominare l’ammiraglio Bruno Branciforte capo di stato maggiore della Marina. In pratica dal prossimo 23 febbraio Branciforte dovrà lasciare la direzione dell’Aise (l’Agenzia per la sicurezza esterna, l’ex Sismi) per andare a sostituire l’ammiraglio Paolo La Rosa che il prossimo 25 gennaio dovrà abbandonare la Marina per raggiunti limiti d’età. A sentire gli ambienti militari c’è chi, volendo sfuggire a dietrologie varie, giudica la promozione di Branciforte come «la più logica» visto che l’ammiraglio, dopo la Rosa, «è tra gli ufficiali più anziani in servizio». E aggiunge anche che «quando andrà in pensione il 23/2/2012 (grazie agli effetti del dlgs 490 del 1997, che concede due anni di servizio oltre i raggiunti limiti dei 63), sarà sostituito dall’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli», già sottocapo di stato maggiore della Marina Militare. Ma in ambienti vicini ai servizi di intelligence si stenta a credere che dietro il cambio, per alcuni atteso per altri un fulmine a ciel sereno, ci sia soltanto un normale avvicendamento. E allora la domanda che tutti si pongono è: perché a Branciforte è stata tolta la direzione dell’Aise? La risposta più accreditata per molti è contenuta in alcune interviste rilasciate dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. Con l’autorità che gli viene riconosciuta sulle questioni di intelligence, Cossiga a luglio scorso sostenne «di aver raccolto voci secondo le quali agenti di un servizio nazionale di informazioni e sicurezza, pur non ricoprendo la qualifica di ufficiali o agenti di pubblica sicurezza ordinaria o militare» in pratica avrebbero «spiato» Berlusconi. A ottobre in un colloquio con un altro organo di informazione, ancora Cossiga disse che «avrebbe certamente sconsigliato a Berlusconi di avvalersi dell’Aise, guidata solo formalmente da quella brava persona che è l’ammiraglio Branciforte, dato che settori deviati di questa agenzia hanno complottato contro di lui in combutta con alcuni magistrati». Basta questo per rispondere alla domanda sul perché Branciforte, di fatto, è stato fatto fuori dall’Aise? Sembra confermare l’ipotesi l’analisi che ieri un conoscitore delle strategia di intelligence ha fatto a Italia Oggi: «Branciforte è una bravissima persona, al di sopra di qualsiasi sospetto, la sua unica responsabilità sarebbe stata soltanto quella di non essere stato in grado di controllare un certo operato dell’agenzia». E quindi «andava rimosso». Detto fatto. Ma è tutta qui la rivoluzione avviata di fatto da Berlusconi? No. Perché la successione di Branciforte all’Aise darebbe il via a un effetto domino in tutte le più importanti agenzie di intelligence italiane. Perché, sotto traccia, per il dopo Branciforte (che gode della stima di Berlusconi e di Gianni Letta) all’Aise si fa il nome di Paolo Poletti, già capo di stato maggiore della Guardia di Finanza e attualmente vice direttore dell’Aisi (l’Agenzia di sicurezza interna) oggi diretta da Giorgio Piccirillo. Poletti, tecnicamente definito un operativo, sarebbe in grado di assicurare, inoltre, quella fedeltà richiesta dalla presidenza del consiglio a chi dovrà condurre il servizio di sicurezza. Ma Poletti viene dato in pole position anche per sostituire proprio Piccirillo all’Aisi, prossima struttura coinvolta nel giro di valzer. Movimenti più lontani nel tempo riguarderebbero anche la potentissima carica di direttore del Dis (il dipartimento delle informazioni per la sicurezza), di fatto il coordinamento dei vari servizi. L’attuale direttore, il potentissimo Gianni De Gennaro, a dar retta alle indiscrezioni che girano, dovrebbe essere nominato sottosegretario con delega alla sicurezza, delega ben diversa da quella oggi nelle mani di Gianni Letta. Con la promozione di De Gennaro si libererebbe così la direzione del Dis, ma nessuno al momento suggerisce nomi di eventuali pretendenti. Si parla anche di un ritorno in auge di Nicolò Pollari, già attuale consigliere di stato presso la presidenza del consiglio dei ministri, ex direttore del Sismi finito sotto processo per il caso Abu Omar concluso con il «non luogo a procedere nei suoi confronti». Per Pollari sarebbe pronto l’incarico di consigliere per la sicurezza di Silvio Berlusconi: praticamente il suo angelo custode. Questi i nomi che circolano sotto traccia. Alla luce del sole, invece, si dà per scontato che a sostituire Branciforte sarà il generale dell’esercito Adriano Santini, da un anno consigliere militare a palazzo Chigi. Se dovesse trovare la strada sbarrata da Poletti, con molta probabilità Santini potrebbe diventare suo vice. Si fanno anche i nome del generale Domenico Villani, sottocapo di stato maggiore della Difesa, e del generale di corpo d’armata, Carlo Gibellino, ovvero il successore di Santini allo stato maggiore della Difesa. In linea gerarchica e per i requisiti di credibilità e di affidabilità che gode, in corsa ci sarebbe anche il generale Domenico Rossi, attuale comandante del comando militare della Capitale nonché presidente del Cocer (l’organo di rappresentenza) interforze.
ahahah
Sile, ho sbagliato a lasciare il commento! :)))
sono d’accordissimo con voi! dago è dago… ma non era per l’amico anonimo il mio suggerimento :))))
Ma Pollari e Mori non andranno tra qualche mese (tempi tecnici e fortuna permettendo) a lavorare da qualche altra parte dove sicuramente avranno qualche renumerazione più cospicua che gli "spiccetti" soliti..? 😉 O mi sbaglio? Io proporrei anche Santini alla direzione dell’AMA
circa il commento #51.. Poletti = D’Alema..
Nathan Muir
http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_14/ami_trasversali_tarantini_sarzanini_1d7a227e-a0f6-11de-9cad-00144f02aabc.shtml (articolo de IL CORRIERE)
……..Aveva capito Tarantini che la strada per il successo passa per gli amici giusti. E forse per questo frequentava Francesco Maldarizzi, che in Puglia è conosciuto per la sua catena di concessionarie d’auto. Ricco certamente, ma anche ben introdotto. Basti pensare che in un fine settimana trascorso a Ponza riuscì a farlo sedere a tavola con l’allora ministro degli Esteri Massimo D’Alema, con il capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza Paolo Poletti, con il capo di gabinetto della Farnesina Giuseppe Fortunato, poi volato a Mosca per occupare un posto di comando in Finmeccanica. Non male per uno che all’epoca aveva poco più di trent’anni e un’azienda specializzata nelle protesi ortopediche……
Panorama 27 novembre 2008:
……..Con la supervisione di Letta, dunque, Tremonti ha indicato i due finanzieri Sasso e Poletti (quest’ultimo ha buoni rapporti anche con Massimo D’Alema) mentre De Gennaro ha piazzato un uomo di fiducia come Cavaliere all’Aisi. …….
Lo scandalo Wind si allarga con l’arresto di Salvatore Cirafici
15 dicembre 2009
Lo scandalo Wind s’allarga. Entrano in scena i servizi segreti, con il vice-direttore dell’Aisi Paolo Poletti e vecchie conoscenze delle indagini Why Not e Poseidone, come il senatore calabrese del Pdl Giancarlo Pittelli.
L’arresto di Salvatore Cirafici, direttore della security Wind, ora rischia di diventare un ciclone. Parliamo dell’uomo che, per conto di Wind, ha gestito le richieste di intercettazioni avanzate dalle procure di tutta Italia: è agli arresti domiciliari dall’11 dicembre. È stato arrestato su richiesta del pm di Crotone Pierpaolo Bruni, che lo indaga per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento, falso e induzione a rendere false dichiarazioni. L’inchiesta, che all’inizio si concentra sulle centrali energetiche del crotonese, vira sulla Wind quando il pm scopre un fatto strano: un maggiore dei carabinieri, Enrico Grazioli, sul quale stava indagando, sapeva di essere intercettato. Secondo l’accusa, glielo aveva riferito proprio Cirafici, ma questo è soltanto il primo passo.
Il pm scopre che Cirafici è in grado di sapere, praticamente in tempo reale, che la procura di Crotone sta avviando accertamenti anche su di lui. Quando il pm Bruni chiede di accertare l’intestatario di un numero Wind, la società risponde che si tratta di un numero “disattivo”. Il pm insiste. Sa bene che quel numero è attivo: ha intercettato una conversazione, che il maggiore Grazioli intratteneva proprio con l’intestatario di quel cellulare, quindi non ha dubbi. Il pm insiste e la Wind, finalmente, risponde che quell’utenza, in realtà, non è disattiva: appartiene proprio a Cirafici. Nasce così un sospetto ulteriore: che esistano utenze “criptate”, “disattive” soltanto in apparenza, mentre in realtà sono operative. Il sospetto è grave. Il “sistema” potrebbe eludere qualsiasi indagine. S’era forse messo in moto un sistema, basato su utenze “criptate”, che poteva consentire di depistare le indagini? È presto per dirlo. Ma è proprio il maggiore Grazioli a rivelare, durante un interrogatorio, d’aver saputo, dallo stesso Cirafici, che aveva “la disponibilità di schede telefoniche Wind non intestate e non riconducibili ad alcuno: erano quindi delle schede coperte, pertanto di pressoché impossibile riconducibilità a un soggetto, qualora fosse stata inoltrata specifica richiesta di intestatario da parte dell’Autorità Giudiziaria”. Non solo. “La tipologia di schede Wind di cui sopra”, continua Grazioli, potrebbero essere state “consegnate e date per l’uso anche a soggetti ricoprenti ruoli istituzionali di primo piano”.
Nella richiesta d’arresto, poi disposta dal gip di Crotone Gloria Gori, si leggono nuovi, importanti retroscena. Grazioli aveva seguito, come investigatore della polizia giudiziaria, le indagini Why Not e Poseidone. Tra gli indagati all’epoca, poi archiviato, anche il senatore del Pdl Giancarlo Pitelli. Interrogato da Bruni, Grazioli rivela: “Ritengo che Pittelli e Carchivi (nessuno dei due è indagato) volessero utilizzarmi come strumento per colpire appartenenti alle istituzioni che, secondo un loro distorto giudizio, compivano e compiono attività investigativa nei confronti di soggetti a loro vicini”. Poiché Grazioli e Pittelli entrano in contatto dopo Why Not e Poseidone, il riferimento è da intendersi a indagini successive, ma sono interessanti gli ulteriori passaggi dell’interrogatorio. Grazioli è interessato a un’assunzione nei servizi segreti. Cirafici mostra di volergli dare una mano. Ed è proprio per questo motivo, secondo l’accusa, che il direttore della Security Wind avvisa il maggiore che è sotto indagine: una pendenza pena-le, infatti, avrebbe compromesso l’operazione. Durante le intercettazioni, però, il pm sente nominare un certo “Paolino”.
Di chi si tratta? Di Paolo Poletti, vice direttore dell’Aisi, e a spiegarlo è sempre Grazioli, che conferma l’interessamento di Cirafici, attraverso Poletti (non indagato, ndr), per un posto nei servizi. Ma in un altro passaggio Grazioli rivela: “Cirafici mi chiedeva di attivarmi al fine di conoscere il contenuto dell’investigazione di cui, io e lui, eravamo oggetto (quella di Bruni, ndr). Mi disse che avrebbe interessato Pittelli e Poletti per ricevere informazioni”.
di Antonio Massari da Il Fatto Quotidiano del 15 dicembre 2009
BABBANO ASIMMETRICO
ok, un alto ufficiale ha rapporti con un ministro. che notizia!
e quindi?
e se uscisse un outsider…Gdf…D’arrigo, come scrivono alcune testate giornalistiche e sussurrato a voce bassa nell’ "ambiente", anche?
Nathan Muir
Sulle nomine al Copasir ed all’AISE.