Ho già parlato, poco tempo fa, della prestazione dell’Aman, il Servizio segreto militare israeliano, in relazione alle sue prestazioni nel conflitto con Hezbollah dell’estate 2006.
Questa volta, invece, voglio introdurvi brevemente un’analisi (dello stesso autore del saggio precedentemente commentato, Uri Bar-Joseph) presentata alla convention dell’ISA nel 2006: “Mountains and Shadow of Mountains: the Record of 50 Years of Israeli Strategic Intelligence Assessments – Part I: 1953 – 1973”. Il saggio, quindi, è liberamente scaricabile ed è gratis.
L’autore intende condurre un esame del ruolo che l’AMAN ha avuto nella formulazione delle politiche estere e di sicurezza (nel caso israeliano le due politiche sono da sempre quantomai intrecciate) israeliane, dal 1953 al 2003. Il saggio in questione però arriva fino al 1973. La seconda parte non è pervenuta.
Per far ciò Uri Bar-Joseph ha analizzato gli assessments strategici in occasione di 19 eventi regionali cruciali per Israele (dal ritiro inglese dal Canale di Suez nel 1955 al progetto nucleare libico del 2003 passando attraverso i conflitti arabo-israeliani, l’invasione del Kuwait, le due Intifade palestinesi ecc…).
Come afferma l’autore: “Despite growing awareness of the critical role of strategic intelligence estimates in shaping the foreign policy of nations, research into the quality of such assessments over long periods of time has been quite scarce so far. In most cases the study of the quality of intelligence estimates tends to focus on the most dramatic failures such as the role of intelligence in facilitating catastrophic surprises such as Barbarossa, Pearl Harbor, Yom Kippur or 9/11. An example of the type of study that is so much needed and is still rare in the field is Willard Matthias’ book on American strategic intelligence estimates and its impact on its national security policy for a period of 55 years.”
Bar-Joseph analizza la prestazione dell’AMAN in quanto nel sistema di intelligence israeliano questo Servizio costituisce il principale “national estimator”. Cosa tra l’altro piuttosto rara nei sistemi democratici nei quali, generalmente, le agenzie che svolgono questa funzione sono civili.
Le conclusioni cui giunge l’autore in questo saggio (che, ribadisco, copre metà dei 50 anni previsti) è che la qualità delle analisi strategiche dell’Intelligence militare israeliana (fino alla guerra dello Yom Kippur del 1973) è stata abbastanza mediocre.
In particolare: “In seven cases out of the eight (…), AMAN failed to correctly assess future developments: in three cases (the 1955 arms deal, the 1960 “Rotem” crisis, and the 1962 missile launching) it completely failed to raise such a possibility; in the other four cases (implications of the British withdrawal, possible Egyptian intervention in the Syrian-Israel confrontation, Soviet intervention in the War of Attrition, and the Egyptian-Syrian war initiative of 1973), the agency failed in correctly gauging the policy of the subject of its estimate. Only in one case out of the eight (the 1968 Egyptian war imitative) did AMAN provide its consumers with a high quality evaluation of the situation. Altogether, this is a rather poor record for an agency that serves as Israel’s national intelligence estimator.
In six out of the seven cases in which it missed future developments, AMAN underestimated the threat. Only in one case (the 1952-54 estimate of the implications of the British withdrawal from the Canal Zone) did the agency overestimate the potential consequences. It is important to note here that this balance changed dramatically following the Yom Kippur War. After this traumatic event AMAN’s estimates revealed a clear tendency to overestimate threats and underestimate opportunities“.
il saggio non si riesce più a scaricare… me lo puoi mandare?
ciao e grazie!
aa
Adesso dovrebbe funzionare il link. Altrimenti te lo mando via mail 😉
fatto!!! grazie!!!
p.s. a quante pizze e birre siamo arrivati???:-)
Ehm… un paio mi sembra ;))
ho letto il saggio. In attesa della seconda parte, faccio delle prime valutazioni:
1) storiograficamente, molto interessante.
2) analiticamente, meno.
Penso (spero) che esca un libro dettagliato in cui tutti questi case-studies vengono analizzati. Perchè così com’è, l’articolo non offre molti spunti per capire le cause degli errori. Cioè, spiega che il capo di AMAN era fissato su certe cose, che AMAN guardava solo all’Egitto, etc. Domanda: ma perchè? Come era possibile?
Secondo me se desse risposte del genere, sarebbe un lavoro path-breaking (che è quello che l’autore ha fatto proprio su AMAN nel caso della guerra in Libano).
aa
Andrea ti piace il campo degli intelligence failures?
Enrico
sì, anche se queste cose non le conosco perfettamente. Credo di aver letto qualche libro e articolo su questi temi, ai tempi della specializzazione.
Poi, di tanto in tanto, leggo qualche cosa dal In.Jour.Int&CountInt, dai link che offre silendo. Inoltre, su questi temi ogni tanto appare qualcosa su IS o Security Studies.
Per mia fortuna, ho delle buone basi su tutte le teorie di foreign policy analysis (quelle che guardano a al processo di formazione della politica estera). Alla fine, basta applicarle nel campo dell’intelligence e riesci a capirne qualcosa. Di intelligence studies propriamente detti, invece, ho una conoscenza ridotta.
Accetto suggerimenti di lettura o altro, grazie, aa.
Ti mando un messaggio tramite Silendo.
Enrico