Per chi fosse interessato allo studio del sistema statunitense allego qui di seguito la direttiva emanata il 9 giugno dal Direttore dell’Intelligence Nazionale (DNI), Mc Connell, con la quale riorganizza ruoli e funzioni del National Intelligence Council.
Questa struttura, in precedenza inserita all’interno della CIA, dopo la riforma del 2004 è stata ricollocata presso l’Ufficio del DNI (ODNI).
Il NIC sostanzialmente costituisce il centro di analisi strategica “all source” dell’intera comunità di Intelligence (in teoria una delle principali funzioni che dovrebbe svolgere il nostro DIS). Ad esempio, è di competenza del NIC la realizzazione dei famosi “National Intelligence Estimates” (NIEs, qui e qui alcuni recenti esempi).
Quello che emerge leggendo questa direttiva, è che il National Intelligence Council, senza perdere i suoi compiti “storici”, sta diventando sempre più una struttura di supporto al DNI in materia di analisi e di pianificazione strategica. Sarà interessante, a questo punto, studiare gli sviluppi di questa tendenza e soprattutto, organizzativamente parlando, sarà interessante capire come NIC e ODNI riusciranno ad integrarsi.
Guarda che non mi sfuggi !!!! Mi devi un’analisi sull’altro documento !!!!
:)))
F.
Alcune volte mi ricordi le zecche
Hai presente? :))
Dai, dai…. lo sto facendo proprio adesso.
Da questa esperienza si possono trarre ammaestramenti per l’Italia ?
A.
Mi stai chiedendo del NIC in generale o ti riferisci ai rapporti tra questo e l’ODNI ?
Entrambe.
Beh, riguardo all’esistenza ed al funzionamento del National Intelligence Council gli “ammaestramenti” che si possono trarre sono tanti. Si rischia di dover scrivere un saggio :))
Si va dal ruolo dell’analisi centralizzata rispetto a quella “dipartimentalizzata”, dalla vicinanza o lontanza degli analisti strategici dal decisore, fino ad arrivare a questioni più procedurali.
E’ evidente, comunque, che stiamo parlando di una struttura che opera in un sistema burocratico ipertrofico e che è stato creato anche (o forse “soprattutto”) come camera di compensazione per questa vasta I.C.
Per l’Italia la situazione è diversa, da questo punto di vista. Intendo dire che, sotto questo aspetto, creare in Italia un NIC non avrebbe senso. Da noi sarebbe più indicato, io ritengo, far funzionare il DIS e portarlo al livello del JIC inglese (di cui tra l’altro il CESIS doveva essere la “copia”).
Riguardo invece alle questioni procedurali, bisogna vedere come si svilupperà il rapporto tra le due strutture prima di poter trarre insegnamenti
Ci vorrebbe uno studio comparato tra CESIS e JIC ;))))
F.
Tu dici ? :))
sentiamo un po’: una ricerca del genere, secondo te, cosa potrebbe dirci ????? ahahah
F.
Mah… secondo me potrebbe dirci tante cose.
Tipo che il ruolo naturale, per una struttura come il CESIS, è quello di effettuare analisi all source di livello strategico. Altrimenti il rischio è quello di avere una struttura “priva di senso”.
Potrebbe dirci molto sulla selezione e l’addestramento del personale analitico che lavora in strutture come il JIC. Tipo che la selezione dovrebbe avvenire nelle migliori università tra i migliori laureati e che il percorso di formazione è necessariamente piuttosto complesso ed articolato.
Potrebbe dirci anche che il coordinamento è una funzione del comando e se non c’è il comando il coordinamento è solo una bella parola 😉
Potrebbe poi dirci moltissimo su questioni politico-strategiche che ineriscono al ruolo dell’intelligence nel processo decisionale, tipo che il “modello americano” tende a funzionare meno bene del “modello inglese” di cui, appunto, il JIC è il cavallo di battaglia.
Ecc ecc ecc…. :))
Accidenti quanto parlano questi studi comparati !
A.
Non se ne può più, Andrea !!! :))
Sono troppo chiaccheroni. Il problema è che nessuno li ascolta :))
Già Fede, ci vorrebbe proprio un bello studio silendiano comparato tra CESIS/DIS e JIC….chissà…;))
:))